Il capitale umano |
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Un film di Paolo Virzì.
Con Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio.
continua»
Thriller,
durata 109 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 9 gennaio 2014.
MYMONETRO
Il capitale umano
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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il ciclista dimenticatodi fafia61Feedback: 896 | altri commenti e recensioni di fafia61 |
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sabato 25 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
'Il capitale umano' è un film che parla di speculazione finanziaria, di corruzione, di volgarità morale, di prepotenza economica, di drammi sociali e familiari, di avidità, di facili arricchimenti, di subdoli ricatti, di degrado culturale,ecc. In sostanza parla dell'Italia attuale, con tutti i suoi difetti, il suo malcostume, i suoi vizi cronici. Fin qui sembra una storia logora, risaputa, arcinota, pallosissima. Una di quelle storie che senti ogni giorno nelle strade, nei telegiornali, nei bar, in ogni angolo della tua vita; che ti disgusta e ti schifa così tanto da non poterla vedere neppure in un film! E invece no, al cinema si vede, e si vede volentieri! Perchè Virzì (voto 7) trasforma questa materia così trita, ovvia e nauseante in un giallo appassionante; sì, lui che ha sempre fatto commedie (La bella vita, Ovosodo, Caterina va in città, La prima cosa bella, ecc.) ti sfodera uno splendido thriller, brusco, crudo, diretto, avvincente, regalando così ritmo e vivacità ad una vicenda altrimenti lenta e usurata. Ottima, quindi, la regia, abile, sicura, frizzante. Ottima la sceneggiatura che, spezzettando la trama in quattro capitoli principali, narra gli avvenimenti da tre punti di vista diversi (Bentivoglio, Bruni Tedeschi, Gioli))per arrivare poi,nel quarto capitolo, alla spiegazione del titolo del film. Ottimi gli attori: Fabrizio Gifuni (voto 7), sprezzante ed altezzoso squalo della finanza; Valeria Bruni Tedeschi (voto 7), sua moglie, svampita, insicura, rassegnata, a volte banale e stramba nelle sue scelte; Fabrizio Bentivoglio (voto 6,5), goffo arrampicatore sociale, capace, dietro l'apparenza sciocca e insignificante, di azioni scellerate e devastanti; Valeria Golino (voto 6,5), moglie dolce e tranquilla, totalmente ignara delle nefandezze del marito. Ma la vera stella del film è un'esordiente, tale Matilde Gioli (voto 7,5), all'esordio nel mondo del cinema, che di Angelina Jolie ha, non solo il cognome simile,ma anche affine somiglianza e uguale bravura. Una rivelazione, insomma, catapultata sul set quasi per caso, dopo che la madre ha ritrovato per strada un volantino per partecipare al casting di Virzì. Pochi e veniali i punti deboli della pellicola: qualche 'stereotipismo' di troppo, qualche personaggio poco caratterizzato, qualche scena un po' surreale e grottesca(il sesso tra la Bruni e Lo Cascio con una pellicola di Carmelo Bene sullo sfondo, la riunione assurda per decidere del destino di un teatro, il finale un po' grossolano). Infine il giallo, che apre la storia e conferisce suspense provvidenziale alla vicenda: un ciclista, alla vigilia di Natale, su una strada della Brianza, viene investito da un Suv. Chi l'ha investito? Chi è il responsabile? Perchè non si è fermato a soccorrerlo? A Virzì non interessa chi sia il ciclista, non ci si sofferma più di tanto; quel cameriere che, dopo aver lavorato, torna a casa in bicicletta e viene travolto da un auto non merita, secondo il regista, altre note, altra attenzione. Lui è solo il pretesto, l'espediente per unire e vivacizzare le varie storie. Ed invece quel povero lavoratore investito da un fuoristrada poteva spalancare mille possibilità, mille significati, mille metafore. Perchè ne 'Il capitale umano' sono tutti colpevoli, tutti fanno finta di non vedere la corruzione e la sporcizia, tutti si girano dall'altra parte o ne traggono vantaggio. Persino i più giovani, peraltro vittime degli adulti e per questo meno colpevoli degli altri, finiscono talvolta per perdere la loro innocenza, perchè avvelenati e distorti dal lusso e dal potere. E pure il finale, nel quale rimangono tutti contenti (persino chi è finito in galera!), non è altro che un ristabilimento dello status quo, del mangia-mangia, del tutti colpevoli-nessun colpevole, insomma della solita società disonesta e degenerata. Un finale -" Hanno scommesso sulla rovina di questo paese ed hanno vinto" - pessimistico e catastrofistico, che ci riconsegna, dopo incidenti, intrecci, intrallazzi, drammi e omicidi, nient'altro che la solita, immancabile, imperturbabile, schifosissima, Italia. Ecco, quindi, perchè poteva servire la figura, usata per un attimo e poi rapidamente dimenticata, del ciclista investito!? Per costruire, su quell'unico, incolpevole, sfortunato, innocente soggetto, un'ipotesi di rinascita, di ricostruzione, di purificazione, di redenzione dell'Italia. Ma, in quel caso, non sarebbe più stato un thriller, ma un film di fantascienza!!
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