David, Virginia e Claire. Un triangolo come tanti, con due lati femminili e uno maschile, due donne che si contendono l’unico maschio? No, sarebbe troppo semplice per un regista interessato ai risvolti profondi e misteriosi, spesso ambigui, dell’animo umano. La verità è che i primi due nomi sono le facce della stessa persona, che, dopo la morte della giovane moglie per un’improvvisa malattia, sente il bisogno di travestirsi da donna, assumendo un’identità (ed un nome) alternativa sulle prime confusa, fluida ma in qualche modo appagante. Claire, come promesso in punto di morte all’amica, si accolla il compito di prendersi cura di David e della loro bambina: quindi il rapporto tra i due inizia in modo vincolato, come frutto di un impegno morale. Scoperta la doppia identità dell’altro/a, la relazione si muove serpeggiando tra i confini labili dell’ identità e della sessualità di genere, del candore amicale e dell’attrazione, della tenerezza e della seduzione, del confronto e dell’alleanza, in una spirale di stati emotivi che sfiorano l’incontrollabilità. Nel clou del gioco di posizionamento, i due trovano il punto di contatto in ruoli che oltrepassano i consueti tabù, ma ormai il dado è tratto, e la scoperta di un nuovo modo di stare insieme diventa irreversibile.
Ozon, co-autore di una sceneggiatura intrigante e ben congegnata, si avventura coraggiosamente nei meandri dell’ambiguità della dimensione interiore umana, mettendo a nudo pulsioni e reazioni spesso represse dalla schematica cultura imperante, scandagliando a fari accesi un campo delicato e complesso come quello dei rapporti uomo-donna, di per sé sfuggente a limiti, razionalizzazioni o semplificazioni, dove non sempre apparenza e sentire coesistono e non sempre l’interazione con un’identità di genere non univoca è scontata. Ed è proprio su questo scostamento dagli standard relazionali che gioca Ozon, come aveva già fatto nel precedente “Nella casa” , in cui il rapporto tra lo studente-narratore e l’avvenente madre dell’amico rivela l’emergere di desideri profondi, trasgressivi, sottolineando l’alchimia variabile e talvolta imprevedibile dei rapporti umani al di là degli schemi sociali imposti. E lo fa con garbo e leggerezza, sempre attento ad ammorbidire i passaggi spinosi della vicenda, come non avviene nel cinema provocatorio e spiazzante di Almodovar. Alla riuscita del film contribuisce la straordinaria prova dei due protagonisti, bravissimi nel lubrificare e dare credibilità ai numerosi cambiamenti di registro e nello spingerci ad emozionarci, superata qualche scabrosità iniziale, nel contemplare una bella quanto insolita storia d’amore.
[+] lascia un commento a pepito1948 »
[ - ] lascia un commento a pepito1948 »
|
antonio montefalcone
|
giovedì 26 marzo 2015
|
concordo! una favola sulla libertà del proprio io
|
|
|
|
Adattamento cinematografico di un racconto di Ruth Rendell, “Una nuova amica” porta al centro della sua narrazione il tema del doppio, dell’ambiguità e dell’indeterminatezza identitaria e sessuale, oltre che il solito interesse per l’attualità e la critica ai pregiudizi sociali. Con questa sua ultima pellicola François Ozon rimanda ad Almodovar, e sa ricreare un tipo di cinema personale caratterizzato da atmosfere aggraziate e seducenti, da uno stile elegante ed ellittico e da un registro psicologico ricco di toni grotteschi. L’imprevedibile scoperta di nuovi aspetti di se stessi e una concezione non tradizionale di amore, amicizia e famiglia, rendono apprezzabile e godibile il film.
[+]
Adattamento cinematografico di un racconto di Ruth Rendell, “Una nuova amica” porta al centro della sua narrazione il tema del doppio, dell’ambiguità e dell’indeterminatezza identitaria e sessuale, oltre che il solito interesse per l’attualità e la critica ai pregiudizi sociali. Con questa sua ultima pellicola François Ozon rimanda ad Almodovar, e sa ricreare un tipo di cinema personale caratterizzato da atmosfere aggraziate e seducenti, da uno stile elegante ed ellittico e da un registro psicologico ricco di toni grotteschi. L’imprevedibile scoperta di nuovi aspetti di se stessi e una concezione non tradizionale di amore, amicizia e famiglia, rendono apprezzabile e godibile il film. Merito anche dei suoi bravi interpreti e della connotazione poetica e sensibile data alla messinscena e alla materia trattata. Gli unici limiti sono in alcune debolezze e artificiosità narrative e in alcuni suoi passaggi non molto riusciti. Ciò malgrado, l’opera resta a suo modo coinvolgente e piacevole.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonio montefalcone »
[ - ] lascia un commento a antonio montefalcone »
|
|
d'accordo? |
|
zarar
|
domenica 29 marzo 2015
|
et voila, les amis, è tutto così "normale"...
|
|
|
|
Una differenza di vedute così forte chiama un commento.Vorrei insistere su due punti che rendono non convincente il film di Ozon: 1) Il garbo e la leggerezza con cui tratterebbe il tema non è quello della favola, o dell'ironia, o della sorridente comprensione di chi ritiene che tutto ciò che è umano meriti considerazione (che anzi, si calca sul melo); è la leggerezza (superficiale) del radical chic che fa un giro di valzer con un tema scandaloso (oh, oh!) per l'uomo/donna :) della strada, ma non per lui; 2) più grave del precedente, irrita il sotterraneo appello alla "normalità", il più antilibertario, il più convenzionale, il meno rivoluzionario dei concetti con cui il temma dell'incertezza di genere o altri altrettanto controversi possono avere a che fare.
[+]
Una differenza di vedute così forte chiama un commento.Vorrei insistere su due punti che rendono non convincente il film di Ozon: 1) Il garbo e la leggerezza con cui tratterebbe il tema non è quello della favola, o dell'ironia, o della sorridente comprensione di chi ritiene che tutto ciò che è umano meriti considerazione (che anzi, si calca sul melo); è la leggerezza (superficiale) del radical chic che fa un giro di valzer con un tema scandaloso (oh, oh!) per l'uomo/donna :) della strada, ma non per lui; 2) più grave del precedente, irrita il sotterraneo appello alla "normalità", il più antilibertario, il più convenzionale, il meno rivoluzionario dei concetti con cui il temma dell'incertezza di genere o altri altrettanto controversi possono avere a che fare...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a zarar »
[ - ] lascia un commento a zarar »
|
|
d'accordo? |
|
|