
Anno | 2025 |
Genere | Documentario |
Produzione | Danimarca, Repubblica Ceca |
Durata | 90 minuti |
Regia di | David Borenstein, Pavel Ilyich Talankin |
Tag | Da vedere 2025 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 12 giugno 2025
Un insegnante russo documenta la trasformazione della sua scuola cittadina in un centro di reclutamento di guerra durante l'invasione dell'Ucraina, rivelando i dilemmi etici che gli educatori affrontano tra propaganda e militarizzazione
CONSIGLIATO SÌ
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Pavel "Pasha" Talankin non è propriamente un insegnante. È colui che, in una scuola di una cittadina del Karabash, è addetto al coordinamento degli eventi scolastici nonché il responsabile della videoteca. Dopo l'inizio dell'"operazione militare speciale" in Ucraina del 22 febbraio 2022 assiste in tempi rapidi alla trasformazione del suo lavoro in un veicolo di propaganda militarista. Deve cioè documentare marce con bandiera, discorsi patriottici dei docenti, piccole parate militariste. Decide di trasformare questo suo dovere professionale in un 'attività di controinformazione rivolta soprattutto a chi vive al di fuori dai confini.
Un documentario home(school) made che ci mostra in maniera esplicita come un regime utilizza la struttura scolastica ai propri fini.
Ciò che risulta essere più interessante in questo film, realizzato con i materiali registrati dal giovane filmmaker che è riuscito a lasciare la Russia prima di essere prima o poi arrestato, è sicuramente la documentazione di come un regime provi ad insinuarsi a forza nelle coscienze dei meno culturalmente attrezzati, cioè dei più giovani in età scolastica. Ma ce n'è un altro, meno evidente ma altrettanto interessante. "Pasha" Talankin non ci mostra solo il presente finalizzato a una deriva patriottico militarista ma ci parla anche del passato. Ce lo descrive come un tempo relativamente recente in cui in questa scuola di una cittadina di 10.00 abitanti, distante più di 2.500 chilometri dal confine ucraino, si poteva operare con serenità. Putin, e il suo mastino ideologico Medvedev, sono alla guida del Paese da moltissimi anni ma è come se la guerra avesse fatto cadere la maschera di un potere che si rappresentava in una veste soft che consentiva di vivere una vita sostanzialmente e apparentemente tranquilla.
Il 22 febbraio rappresenta la svolta che Talankin avverte da subito come portatrice del veleno del nazionalismo più spinto nonché dell'esigenza di un indottrinamento sempre più pervasivo. Con la sua telecamera riesce a mostrarci come gli insegnanti vengano obbligati a leggere ai loro alunni testi dal patriottismo altisonante. Riesce anche a delinearci le caratteristiche di quello fra loro che lo fa non per dovere o per timore ma per intimo convincimento. Mentre la retorica di mese in mese si fa sempre più presente, con addestramenti e bandiere che sfilano Talankin, grazie alla sua funzione di'memoria' delle attività scolastiche, archivia quotidianamente materiali mentre tenta qualche piccolo gesto sovversivo come sostituire la lettera Z sulla finestre (con il significato di "za pobedu/per la vittoria") con una X. È grazie ai filmati conservati che ci mostra anche come, quando la guerra entra nelle famiglie con la morte di giovani soldati mandati al fronte, la propaganda non può far tacere il dolore di chi ha perso un congiunto offrendoci così una documentazione che alla propaganda patriottarda non può piacere.
Pavel “Pasha” Talankin non è propriamente un insegnante. È colui che, in una scuola di una cittadina del Karabash, è addetto al coordinamento degli eventi scolastici nonché il responsabile della videoteca. Dopo l’inizio dell’”operazione militare speciale” in Ucraina del 22 febbraio 2022 assiste in tempi rapidi alla trasformazione del suo lavoro in un veicolo di propaganda militarista. Deve cioè documentare marce con bandiera, discorsi patriottici dei docenti, piccole parate militariste. Decide di trasformare questo suo dovere professionale in un ‘attività di controinformazione rivolta soprattutto a chi vive al di fuori dai confini.
Ciò che risulta essere più interessante in questo film, realizzato con i materiali registrati dal giovane filmmaker che è riuscito a lasciare la Russia prima di essere prima o poi arrestato, è sicuramente la documentazione di come un regime provi ad insinuarsi a forza nelle coscienze dei meno culturalmente attrezzati, cioè dei più giovani in età scolastica.