aesse
|
venerdì 31 gennaio 2014
|
se i ricchi sono scellerati gli aspiranti di piu'
|
|
|
|
IL CAPITALE UMANO “ SE I RICCHI SONO SCELLERATI GLI ASPIRANTI ANCORA DI PIU’”
Se il capitale umano a cui si riferisce, titolandolo, l’ultimo pregevole lavoro di Paolo Virzì, è calcolato su parametri che umani sono ben poco, ne hanno maggiore responsabilità le vittime, gli esclusi, che non i diretti promotori, i protagonisti della prepotenza culturale che li determina.
In quella realtà dell’hinterland brianzolo tutti perseguono gli stessi obbiettivi, sia i poveri, che gli aspiranti ricchi, che i ricchi davvero: c’è chi ci è arrivato e chi aspetta, li differenzia solo la destrezza e quindi la familiarità con cui vengono perseguiti.
[+]
IL CAPITALE UMANO “ SE I RICCHI SONO SCELLERATI GLI ASPIRANTI ANCORA DI PIU’”
Se il capitale umano a cui si riferisce, titolandolo, l’ultimo pregevole lavoro di Paolo Virzì, è calcolato su parametri che umani sono ben poco, ne hanno maggiore responsabilità le vittime, gli esclusi, che non i diretti promotori, i protagonisti della prepotenza culturale che li determina.
In quella realtà dell’hinterland brianzolo tutti perseguono gli stessi obbiettivi, sia i poveri, che gli aspiranti ricchi, che i ricchi davvero: c’è chi ci è arrivato e chi aspetta, li differenzia solo la destrezza e quindi la familiarità con cui vengono perseguiti.
L’ebbrezza”sobria” dell’escluso Luca alla guida del superSUV è ancora più pericolosa di quella “alcolica e drogata” dello stordito rampollo Massimiliano. E’ senz’altro più pericolosa dato che è a causa di essa che Luca , in una simbolica guerra tra poveri, investe e lascia morente e senza soccorso il malcapitato ciclista il cui capitale umano, verrà calcolato al fine di risarcire il danno subito dalla sua famiglia con la sua morte.
Fintanto non si capirà che i responsabili della barbarie di quest’epoca malata, non sono solo e soprattutto i Giovanni, le Carle e i Massimiliani, insomma i ricchi con tutta la loro corte, ma i Dino e i Luca che lontani dall’obbiettivo , unico miraggio, sono ancora più senza scrupoli dei ricchi che il successo lo hanno già, niente potrà risolversi. Se, invece, ci si renderà conto che un cambio di paradigma si rende ineludibile, se questa aspirazione consapevolmente di pochi, inconsapevolmente di molti si attesterà, il capitale umano si calcolerà su parametri diversi da quelli vigenti. Si terrà, allora, conto della valenza della fantasia, della creatività e del coraggio che possono più di tutto determinare scenari impensabili piuttosto dei guadagni accertati persi con la morte.
A dare una nuova rivoluzionaria interpretazione del successo che non si misuri con il denaro accumulato e la “roba” da esibire sembra volere spingere con forza la cruda narrazione di questo bel film di un inaspettato Virzì, che da consolidato autore ottimista, si cimenta nella redazione di questa lucida cronaca come prodromo ineludibile per un vagheggiabile ottimistico cambio di rotta.
Quel mondo dorato e velenoso è raccontato con il bianco della neve che diventa un elemento chic che rende quelle vite tanto più esclusive quanto sospese e solo l’irragionevolezza del’amore di Serena per Luca le può minacciare.
ANTONELLA SENSI
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aesse »
[ - ] lascia un commento a aesse »
|
|
d'accordo? |
|
aesse
|
venerdì 31 gennaio 2014
|
se i ricchi sono scellerati gli aspiranti di piu'
|
|
|
|
IL CAPITALE UMANO “ SE I RICCHI SONO SCELLERATI GLI ASPIRANTI ANCORA DI PIU’”
Se il capitale umano a cui si riferisce, titolandolo, l’ultimo pregevole lavoro di Paolo Virzì, è calcolato su parametri che umani sono ben poco, ne hanno maggiore responsabilità le vittime, gli esclusi, che non i diretti promotori, i protagonisti della prepotenza culturale che li determina.
In quella realtà dell’hinterland brianzolo tutti perseguono gli stessi obbiettivi, sia i poveri, che gli aspiranti ricchi, che i ricchi davvero: c’è chi ci è arrivato e chi aspetta, li differenzia solo la destrezza e quindi la familiarità con cui vengono perseguiti.
L’ebbrezza”sobria” dell’escluso Luca alla guida del superSUV è ancora più pericolosa di quella “alcolica e drogata” dello stordito rampollo Massimiliano.
[+]
IL CAPITALE UMANO “ SE I RICCHI SONO SCELLERATI GLI ASPIRANTI ANCORA DI PIU’”
Se il capitale umano a cui si riferisce, titolandolo, l’ultimo pregevole lavoro di Paolo Virzì, è calcolato su parametri che umani sono ben poco, ne hanno maggiore responsabilità le vittime, gli esclusi, che non i diretti promotori, i protagonisti della prepotenza culturale che li determina.
In quella realtà dell’hinterland brianzolo tutti perseguono gli stessi obbiettivi, sia i poveri, che gli aspiranti ricchi, che i ricchi davvero: c’è chi ci è arrivato e chi aspetta, li differenzia solo la destrezza e quindi la familiarità con cui vengono perseguiti.
L’ebbrezza”sobria” dell’escluso Luca alla guida del superSUV è ancora più pericolosa di quella “alcolica e drogata” dello stordito rampollo Massimiliano. E’ senz’altro più pericolosa dato che è a causa di essa che Luca , in una simbolica guerra tra poveri, investe e lascia morente e senza soccorso il malcapitato ciclista il cui capitale umano, verrà calcolato al fine di risarcire il danno subito dalla sua famiglia con la sua morte.
Fintanto non si capirà che i responsabili della barbarie di quest’epoca malata, non sono solo e soprattutto i Giovanni, le Carle e i Massimiliani, insomma i ricchi con tutta la loro corte, ma i Dino e i Luca che lontani dall’obbiettivo , unico miraggio, sono ancora più senza scrupoli dei ricchi che il successo lo hanno già, niente potrà risolversi. Se, invece, ci si renderà conto che un cambio di paradigma si rende ineludibile, se questa aspirazione consapevolmente di pochi, inconsapevolmente di molti si attesterà, il capitale umano si calcolerà su parametri diversi da quelli vigenti. Si terrà, allora, conto della valenza della fantasia, della creatività e del coraggio che possono più di tutto determinare scenari impensabili piuttosto dei guadagni accertati persi con la morte.
A dare una nuova rivoluzionaria interpretazione del successo che non si misuri con il denaro accumulato e la “roba” da esibire sembra volere spingere con forza la cruda narrazione di questo bel film di un inaspettato Virzì, che da consolidato autore ottimista, si cimenta nella redazione di questa lucida cronaca come prodromo ineludibile per un vagheggiabile ottimistico cambio di rotta.
Quel mondo dorato e velenoso è raccontato con il bianco della neve che diventa un elemento chic che rende quelle vite tanto più esclusive quanto sospese e solo l’irragionevolezza del’amore di Serena per Luca le può minacciare.
ANTONELLA SENSI
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aesse »
[ - ] lascia un commento a aesse »
|
|
d'accordo? |
|
iltex74
|
venerdì 31 gennaio 2014
|
finalmente il ritorno di virzì !
|
|
|
|
Erano anni che Virzì non faceva un film così vivo ed ancorato alla realtà odierna come solo lui è capace fare (l'ultimo che ricordo è "Tutta la Vita davanti"). Questa è la conferma che quando vuole sa rendere vive le buone idee. Per fortuna. Originale, acceso, mescola suspense e sentimenti vivi dentro ognuno di noi in un continuo evolversi e colpi di scena. L'idea di suddividere la storia in vari capitoli, ognuno con la propria verità, è davvero originale e sostiene più che bene le quasi due ore di film. Bravo.
|
|
[+] lascia un commento a iltex74 »
[ - ] lascia un commento a iltex74 »
|
|
d'accordo? |
|
maria f.
|
giovedì 30 gennaio 2014
|
evviva i buoni film!
|
|
|
|
Nottetempo un cameriere a bordo della sua bici nel tornare a casa dal lavoro è investito e lasciato agonizzante.
Quanto valiamo da vivi? E da morti?
L’assicurazione, in relazione al portafoglio, al lavoro, agli affetti, all’età, all’aspettativa di vita al momento della dipartita, valuta il così detto capitale umano . Tutto è calcolato!
Più si è abbienti, ricchi, più si vale, e gli eredi incasseranno un premio maggiore. Fa niente come si sono guadagnati quei soldi, quanto si è speculato, se gli utili sono stati ricavati in modo illecito e come sono stati reinvestiti.
Per gonfiare il castelletto bancario si arraffa da qualsiasi parte.
[+]
Nottetempo un cameriere a bordo della sua bici nel tornare a casa dal lavoro è investito e lasciato agonizzante.
Quanto valiamo da vivi? E da morti?
L’assicurazione, in relazione al portafoglio, al lavoro, agli affetti, all’età, all’aspettativa di vita al momento della dipartita, valuta il così detto capitale umano . Tutto è calcolato!
Più si è abbienti, ricchi, più si vale, e gli eredi incasseranno un premio maggiore. Fa niente come si sono guadagnati quei soldi, quanto si è speculato, se gli utili sono stati ricavati in modo illecito e come sono stati reinvestiti.
Per gonfiare il castelletto bancario si arraffa da qualsiasi parte.
Il film esamina i personaggi che in un modo o nell’altro incrociano la vita e la morte della persona investita e abbandonata morente sul ciglio della strada. Giovanni Bernaschi, (padre di Massimiliano padrone del SUV macchina che travolgerà il cameriere), faccendiere ricco e potente, come una bitumatrice asfalta tutto ciò che trova sul suo cammino incluso i sentimenti di moglie e figlio che spaventati e schiacciati dalla personalità dell’uomo non hanno la forza di dissociarsi, soprattutto perché da opportunisti si gongolano e non vogliono rinunciare alla vita opulenta, sfarzosa .
Dino Ossola, immobiliarista, fa carte false per entrare nell’entourage finanziario del suo futuro probabile consuocero Bernaschi, e per avere liquidità, ipoteca l’unico bene di famiglia, l’appartamento, e da persona vorace e incompetente è sicuro che il capitale investito gli ritornerà aumentato d’interessi pari al 40%.
L'interesse maggiore per Giovanni e Dino è dato dai quattrini, gli utili, il capitale.
Loro “hanno scommesso sulla rovina del questo Paese e hanno vinto!”.
La moglie di Dino, Roberta, psicologa e in attesa di un figlio, la figlia di Dino, Serena, e Luca quella notte autore involontario e inconsapevole del fattaccio, ci consegnano - almeno loro - una dimensione di vita equilibrata e umana. Persone che combattono le loro battaglie sul lavoro e nella vita, che non si sottraggono alle avversità, che si assumono le proprie responsabilità, che dimostrano ognuno nel proprio ruolo che nel bene e nel male bisogna scegliere, schierarsi, esporsi, non demordere, figure, insomma, che decidono di vivere e affrontare a tutti i costi la vita così come si presenta, sapendo che il prezzo da pagare potrà essere anche molto alto e coinvolgerà se stessi e le persone amate che se nutrono un vero sentimento le supporteranno nei momenti critici dell’esistenza
.Regista e attori eccellenti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maria f. »
[ - ] lascia un commento a maria f. »
|
|
d'accordo? |
|
themaster
|
giovedì 30 gennaio 2014
|
straziante,sconvolgente e senza speranza
|
|
|
|
Eh sì,straziante,sconvolgente e senza speranza,sono queste le giuste parole per definire il messaggio che Il Capitale Umano vuole mandare allo spettatore e credetemi se vi dico che ci è riuscito in pieno.Il Capitale Umano è un film clamoroso,che ti si insinua nella mente e non ti molla più.
innanzitutto la regia di Virzì è veramente notevole,è una regia briosa costutuita da piani sequenza e movimenti di macchina veramente bellissimi tuttavia è una regia anche clinica,dettagliata che attraverso primi piani molto suggestivi scava nell'animo dei personaggi rivelandoci le loro emozioni,il loro carattere,questo anche grazie alla bravura degli attori. Abbiamo una fotografia molto colorata,quasi armoniosa e per niente cupa che va a cozzare con l'anima stessa del film,tuttavia questo dualismo è voluto come per creare una metafora,una sorta di allegoria di come gli affari sporchi e le malefatte di certe persone vengano portate a compimento alla luce del sole,come se niente fosse e questo mi ha disturbato particolarmente.
[+]
Eh sì,straziante,sconvolgente e senza speranza,sono queste le giuste parole per definire il messaggio che Il Capitale Umano vuole mandare allo spettatore e credetemi se vi dico che ci è riuscito in pieno.Il Capitale Umano è un film clamoroso,che ti si insinua nella mente e non ti molla più.
innanzitutto la regia di Virzì è veramente notevole,è una regia briosa costutuita da piani sequenza e movimenti di macchina veramente bellissimi tuttavia è una regia anche clinica,dettagliata che attraverso primi piani molto suggestivi scava nell'animo dei personaggi rivelandoci le loro emozioni,il loro carattere,questo anche grazie alla bravura degli attori. Abbiamo una fotografia molto colorata,quasi armoniosa e per niente cupa che va a cozzare con l'anima stessa del film,tuttavia questo dualismo è voluto come per creare una metafora,una sorta di allegoria di come gli affari sporchi e le malefatte di certe persone vengano portate a compimento alla luce del sole,come se niente fosse e questo mi ha disturbato particolarmente.
Gli attori sono eccezionali,Valeria Bruni Tedeschi interpreta un personaggio che mette veramente tanta tristezza,perchè incarna lo stereotipo della borghese arricchita che si è sposata con un uomo molto potente e questo le ha praticamente distrutto ogni ambizione e sogno,finendo per farla impelagare in una vita grigia e monotona che non le appartiene e a cui lei non appartiene,inoltre è interessante come lei cerchi di capire le persone senza successo e come al minimo accenno di difficoltà scappi a rifugiarsi nel suo universo privato. Fabrizio Bentivoglio interpreta Dino Ossola che è uno dei personaggi più sgradevoli e viscidi mai visti in un film italiano,è proprio l'incarnazione dell'arrivismo e di come gli uomini cerchino di avere ciò che vogliono a tutti i costi,un personaggio per certi versi Verghiano,ovvero appartenente a un basso ceto sociale che tenta l'ascesa pur non avendone la possibilità. Il resto del cast è anch'esso eccezionale.Diciamo che il film mette in gioco degli stereotipi,elevandoli e dando loro una grande caratterizzazione.
I messaggi che il film vuole mandare sono molteplici e alla fine della visione ci si sente come se qualcuno ci avesse tirato un pugno nello stomaco,ma andiamo a capire perchè.
Innanzitutto la scena del bacio di Dino Ossola è un'allegoria di come la natura umana si prenda ciò che vuole con prepotenza e anche di più se gli si presenta l'occasione,poi vabbeh il finale,con la frase straziante di Valeria Bruni Tedeschi indica come in Italia e nella società odierna in generale,tutti i malfattori ottengano ciò che vogliono senza venire puniti dalla società,denuncia una triste realtà,la realtà italiana,uno stato in rovina,e la realtà delle persone come Dino Ossola che traggono beneficio da questo crollo e poi il tutto è una grande allegoria alla falsità umana e di come la vita di ognuno di noi non sia altro che merce di scambio,del Capitale Umano per l'appunto.
Film consigliatissimo per chi cerca un messaggio e arricchimento a livello culturale e emozionale,sconsigliato se invece si cerca solo del mero intrattenimento,in quest'ultimo caso,beh optate per I,Frankenstein.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a themaster »
[ - ] lascia un commento a themaster »
|
|
d'accordo? |
|
robynieri
|
giovedì 30 gennaio 2014
|
il miglior cinema italiano
|
|
|
|
Capita poco spesso di vedere un film italiano e di rimanere con la sensazione di aver assisitito ad un film completo, un mezzo capolavoro, un tempo si sarebbe detto, un film americano. Ora il cinema d'oltreoceano mi pare un po' meno ispirato, ma questa è un'altra storia. Al film di Virizì non manca proprio nulla per inserirlo di buon grado nel meglio della filmografia degli ultimi anni.
Lo stile asciutto, fresco e divertente del regista livornese questa volta si cimenta in un'articolata vicenda dai toni amari e cinici ambientata in un contesto nuovo, l'alta borghesia del nord italia.
L'epilogo, forse, per certi versi un po' buonista, toglie quella ciliegina dalla torta, che lo avrebbe candidato nell'olimpo dei film italiani.
|
|
[+] lascia un commento a robynieri »
[ - ] lascia un commento a robynieri »
|
|
d'accordo? |
|
pisiran
|
giovedì 30 gennaio 2014
|
capitale cinematografico
|
|
|
|
Finalmente un bel film italiano, diretto bene e coinvolgente sia nei dialoghi che nella visione. A mio parere dovrebbe avere una più ampia divulgazione in futuro, prendendo un suo spazio nella scuola Italiana dato che il messaggio è forte ed educativo, e farebbe sicuramente bene sia agli studenti che ai genitori e anche agli insegnanti. Il film segue la sequenza cronologica degli eventi vista e vissuta dai vari personaggi in cui eccelle Fabrizio Bentivoglio che seppur non manchi della sua flemma dà valore e calore alla storia. Bene anche Valeria Bruni Tedeschi. Film da vedere assolutamente.
Pisiran-Vr
|
|
[+] lascia un commento a pisiran »
[ - ] lascia un commento a pisiran »
|
|
d'accordo? |
|
gabry
|
mercoledì 29 gennaio 2014
|
questa è la nostra realta'
|
|
|
|
Non ho trovato triste questo ottimo film, e neppure amaro, vi ho riconosciuto la realtà della vita, una storia vera
Ognuno ha il suo destino, c'è chi nasce più fortunato e chi meno, le vite si incrociano ma la realtà del nosto destino non cambia, è un utopia pensarlo
anche il finale non è triste, la famiglia ritrova il suo tenore di vita, il padre di Serena riesce ad avere i soldi che tanto desiderava, Serena vivrà il suo amore con Luca, che uscirà dal carcere molto presto..
il ciclista è morto sì, ma è una figura appenna accennata e comunque la sua famiglia avrà una discreta somma
questa è la vita, un pò di tutti...con fatti positivi e negativi
il mondo vorrebbe essere migliore ma non potrà mai esserlo.
[+]
Non ho trovato triste questo ottimo film, e neppure amaro, vi ho riconosciuto la realtà della vita, una storia vera
Ognuno ha il suo destino, c'è chi nasce più fortunato e chi meno, le vite si incrociano ma la realtà del nosto destino non cambia, è un utopia pensarlo
anche il finale non è triste, la famiglia ritrova il suo tenore di vita, il padre di Serena riesce ad avere i soldi che tanto desiderava, Serena vivrà il suo amore con Luca, che uscirà dal carcere molto presto..
il ciclista è morto sì, ma è una figura appenna accennata e comunque la sua famiglia avrà una discreta somma
questa è la vita, un pò di tutti...con fatti positivi e negativi
il mondo vorrebbe essere migliore ma non potrà mai esserlo..
è la natura umana.. che poi ne è il suo capitale....
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gabry »
[ - ] lascia un commento a gabry »
|
|
d'accordo? |
|
kopsg
|
mercoledì 29 gennaio 2014
|
merita. andate a vederlo
|
|
|
|
il Film è molto bello, ben strutturato e curato, le riprese sono davvero fatte molto bene e il film ti prende veramente senza essere eccessivamente impegnativo, è un piacere da vedere e fa riflettere, soprattutto nel finale poco prima dei titoli di coda, (vedere per capire).
All'inizio ero restio ad andare a vederlo, io non sono uno che va oltre il trailer che vede al cinema prima di un altro film, quindi mi aspettavo tutt'altro film sinceramente, tipo una cosa più padri e figli che litigano, le liti ci sono ma non sono il nodo del film, il film ha più versi da cui esser visto e il fatto che ci siano diverse prospettive nel medesimo tempo ne dà l'idea.
[+]
il Film è molto bello, ben strutturato e curato, le riprese sono davvero fatte molto bene e il film ti prende veramente senza essere eccessivamente impegnativo, è un piacere da vedere e fa riflettere, soprattutto nel finale poco prima dei titoli di coda, (vedere per capire).
All'inizio ero restio ad andare a vederlo, io non sono uno che va oltre il trailer che vede al cinema prima di un altro film, quindi mi aspettavo tutt'altro film sinceramente, tipo una cosa più padri e figli che litigano, le liti ci sono ma non sono il nodo del film, il film ha più versi da cui esser visto e il fatto che ci siano diverse prospettive nel medesimo tempo ne dà l'idea. Davvero un bel film!
Ho dato 4 stelle, vorrei 3,5 ma non si può quindi arrotondo e si va a 4.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kopsg »
[ - ] lascia un commento a kopsg »
|
|
d'accordo? |
|
fabiofeli
|
mercoledì 29 gennaio 2014
|
ogni vita ha un prezzo diverso
|
|
|
|
Dino Ossola (Fabrizio Bentivoglio) è un agente immobiliare e, come tale, non è uno sprovveduto in fatto di facili guadagni. Eppure il sogno di fare la grande svolta, grazie a una partita di tennis in doppio con Giovanni Bernaschi (Fabrizio Gifuni), danaroso speculatore, e al fatto che sua figlia Serena (Matilde Gioli) amoreggia con il figlio di Giovanni, lo fa abboccare ad un affare che puzza di bruciato lontano un miglio. Bernaschi è uno squalo che non arretra davanti al crollo imminente del suo impero di carta, anzi raddoppia i rischi, come un consumato giocatore di poker, lasciando i malcapitati investitori che gli si sono affidati in braghe di tela.
[+]
Dino Ossola (Fabrizio Bentivoglio) è un agente immobiliare e, come tale, non è uno sprovveduto in fatto di facili guadagni. Eppure il sogno di fare la grande svolta, grazie a una partita di tennis in doppio con Giovanni Bernaschi (Fabrizio Gifuni), danaroso speculatore, e al fatto che sua figlia Serena (Matilde Gioli) amoreggia con il figlio di Giovanni, lo fa abboccare ad un affare che puzza di bruciato lontano un miglio. Bernaschi è uno squalo che non arretra davanti al crollo imminente del suo impero di carta, anzi raddoppia i rischi, come un consumato giocatore di poker, lasciando i malcapitati investitori che gli si sono affidati in braghe di tela. Da dove proverrebbe, se no, il lusso della villa in collina nel bellissimo paesaggio della Brianza, con piscina e campo da tennis? Il film procede a capitoli introducendo gli altri personaggi: la moglie di Giovanni, Carla (Valeria Bruni Tedeschi), ex-attrice impegnata nel recupero di un teatro, ormai reso inutile dal vuoto culturale del territorio, orientato alla speculazione delle lottizzazioni, e la moglie di Dino, Roberta (Valeria Golino), psicologa in una azienda pubblica; e poi i loro figli, Massimiliano (Guglielmo Pinelli) e Serena. Vengono così forniti gli elementi che precedono il fatto che influirà sulle vite di tutti: un cameriere di notte rientra a casa in bicicletta e in una strada di campagna viene investito dal Suv che appartiene a Massimiliano. Non si sa chi fosse alla guida dell’auto e la trama si tinge di giallo. Il racconto prosegue svelando meschinità e piccoli calcoli personali dei personaggi, fornendo un quadro abbastanza sconfortante sull’umanità di oggi. L’amara conclusione del film è che la vita umana è una merce traducibile in denaro: vale più oppure meno a seconda delle possibilità di guadagno delle persone nell’arco della loro vita.
Paolo Virzì firma una eccellente regia ed anche la collaborazione, con Francesco Piccolo e Francesco Bruni, ad una attenta sceneggiatura del romanzo di Stephen Amidon con lo stesso titolo del film. La trasposizione dal Connecticut alla Lombardia è una scommessa riuscita: aspirazioni e desideri dei personaggi, il cinismo, la vigliaccheria e le menzogne che impregnano le loro vite sono caratteri universali. Il film è bello e ben costruito, recitato benissimo da tutti: non è possibile dire se sia più bravo Gifuni nella parte spietata affidatagli o Bentivoglio, credulone ed arrivista; se spicca di più la Bruni Tedeschi o Valeria Golino; anche i due ragazzi recitano bene, così come il giovane Luca (Giovanni Anzaldo), “terzo incomodo” tra i due; ed, infine, anche le parti di contorno - il sempre puntuale Luigi Lo Cascio, che impersona un intellettuale che sogna una storia d’amore con Carla, Bebo Storti, il commissario di polizia, e Gigio Alberti, nel ruolo dell’interessato tutore di Luca - sono disegnate a tutto tondo e perfettamente verosimili.
Un ottimo film. Da non perdere.
Valutazione ****
FabioFeli
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabiofeli »
[ - ] lascia un commento a fabiofeli »
|
|
d'accordo? |
|
|