raysugark
|
mercoledì 10 agosto 2016
|
birdman or (the unexpected virtue of ignorance)
|
|
|
|
Le pellicole teatrali vengono riconosciute per essere ambientati in un solo luogo, accompagnati da pochi personaggi. Spesso le riprese sono lente oppure rapide, a seconda di come il regista vuole elaborare le riprese, pochi cineasti hanno girato le pellicole teatrali in una sola inquadratura come lo ha fatto Alfred Hitchcock con il suo capolavoro Rope. Il cineasta Alejandro González Iñarritu doveva girare The Revenant, ma Leonardo DiCaprio era occupato a realizzare con Martin Scorsese The Wolf of Wall Street. Così Iñarritu prima di ritornare a realizzare The Revenant, propone questo stile teatrale girando in una sola inquadratura con Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance) con protagonisti Michael Keaton, Emma Stone, Naomi Watts ed Edward Norton.
[+]
Le pellicole teatrali vengono riconosciute per essere ambientati in un solo luogo, accompagnati da pochi personaggi. Spesso le riprese sono lente oppure rapide, a seconda di come il regista vuole elaborare le riprese, pochi cineasti hanno girato le pellicole teatrali in una sola inquadratura come lo ha fatto Alfred Hitchcock con il suo capolavoro Rope. Il cineasta Alejandro González Iñarritu doveva girare The Revenant, ma Leonardo DiCaprio era occupato a realizzare con Martin Scorsese The Wolf of Wall Street. Così Iñarritu prima di ritornare a realizzare The Revenant, propone questo stile teatrale girando in una sola inquadratura con Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance) con protagonisti Michael Keaton, Emma Stone, Naomi Watts ed Edward Norton. In questa pellicola si percorre l'avventura dell'attore Riggan Thomson interpretato da Keaton, colui che era famoso per aver recitato il supereroe Bridman. Adesso Thomson è impegnato a dirigere e a recitare con gli attori, su un pezzo di teatro tragico scritto da Thomson stesso a Broadway. Mentre Riggan è pienamente stressato con il pezzo di teatro, cerca di ritrovare il successo che ha avuto con Birdman scontrandosi duramente con il suo alter-ego. Le performance degli attori sono straordinari specialmente quella di Keaton, riesce a cambiare le sue espressioni da positivo a negativo così bizzarro da non farne fatica. Emmanuel Lubezki è stato straordinario come direttore della fotografia, per quanto la macchina da ripresa riesce a riprendere le scene in modo fluido, con le luci maneggiati con molta accuratezza per l'atmosfera della storia. La colonna sonora viene composta da Antonio Sánchez e viene utilizzato solo la batteria suonato da Sánchez stesso, dando un ritmo calzante senza aver bisogno di una completa orchestra musicale. I dialoghi e i monologhi vengono scritti così bene, da poter caratterizzare specificatamente i personaggi. Il luogo principale dove viene girato maggiormente in Birdman è il teatro a Broadway, dove oltre essere il luogo di cui viene svolto il pezzo di teatro è anche il luogo dove caratterizza maggiormente i personaggi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a raysugark »
[ - ] lascia un commento a raysugark »
|
|
d'accordo? |
|
onufrio
|
venerdì 22 aprile 2016
|
un supereroe intellettuale
|
|
|
|
Un'opera che restituisce l'attore Michael Keaton al grande cinema, nel complesso è difficile decifrare con esattezza il vero significato del film di Inarritu che in questa commedia tira in ballo un pò di tutto e di conseguenza un pò di niente. Molto teatrale, la storia analizza la vita di RIggan Thomson, attore sessantenne in crisi d'identità, da decenni famoso al grande pubblico per le interpretazioni di Birdman, un supereroe alato campione d'incassi, l'uomo adesso vuole dare una prova concreta e complessa di attore e lo fa mettendo in scena un opera teatrale a Broadway, una commedia drammatica sentimentale che porterà il nostro protagonista ad una maniacale cura per ogni dettaglio, deragliando mentalmente e fisicamente.
[+]
Un'opera che restituisce l'attore Michael Keaton al grande cinema, nel complesso è difficile decifrare con esattezza il vero significato del film di Inarritu che in questa commedia tira in ballo un pò di tutto e di conseguenza un pò di niente. Molto teatrale, la storia analizza la vita di RIggan Thomson, attore sessantenne in crisi d'identità, da decenni famoso al grande pubblico per le interpretazioni di Birdman, un supereroe alato campione d'incassi, l'uomo adesso vuole dare una prova concreta e complessa di attore e lo fa mettendo in scena un opera teatrale a Broadway, una commedia drammatica sentimentale che porterà il nostro protagonista ad una maniacale cura per ogni dettaglio, deragliando mentalmente e fisicamente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a onufrio »
[ - ] lascia un commento a onufrio »
|
|
d'accordo? |
|
antix90
|
sabato 12 marzo 2016
|
la maschera dell'uomo nel teatro della vita
|
|
|
|
Chi dice che un uomo che provi a volare, possa solo cadere?
Il messaggio ultimo che mi è rimasto di questo film di eccellente e originale fattura. SI mischia il surreale al reale, la recitazione alla realtà, il sentimentale al cinismo.
Un mix continuo che ruota attorno ad uno spettacolo teatrale fatto di vita e di aspirazioni, obbiettivi imposti dalla società moderna e dal nostro ego.
Ma è grazie all'espressione più "super" reale di uno spettacolo teatrale che esso si trasforma in un capolavoro e garantisce al protagonista e all'uomo, il respiro della libertà di una vita davvero vissuta.
Esatto, fondamentalmente il protagonista non rappresenta solo un attore che vive dell'immagine e della celebrità del passato, rappresenta noi tutti in continua ricerca di distinguerci dagli altri, per il successo, per essere amati, per essere notati.
[+]
Chi dice che un uomo che provi a volare, possa solo cadere?
Il messaggio ultimo che mi è rimasto di questo film di eccellente e originale fattura. SI mischia il surreale al reale, la recitazione alla realtà, il sentimentale al cinismo.
Un mix continuo che ruota attorno ad uno spettacolo teatrale fatto di vita e di aspirazioni, obbiettivi imposti dalla società moderna e dal nostro ego.
Ma è grazie all'espressione più "super" reale di uno spettacolo teatrale che esso si trasforma in un capolavoro e garantisce al protagonista e all'uomo, il respiro della libertà di una vita davvero vissuta.
Esatto, fondamentalmente il protagonista non rappresenta solo un attore che vive dell'immagine e della celebrità del passato, rappresenta noi tutti in continua ricerca di distinguerci dagli altri, per il successo, per essere amati, per essere notati.
L'interpretazione degli attori è fantastica, e il modello della recitazione nella recitazione presente in questo film è come penetrare ulteriormente nei livelli della vita. La recita nella recita, Pirandello ne sarebbe stato fiero. Questo multi livello, seppur in genere completamente diverso ricorda Inception.
Le relazioni tra i personaggi sono accattivanti e quanto mai curiose, riescono a farti sorridere, a farti riflettere, a farti appassionare ad ognuno di loro; ognuno con un ruolo, ognuno così reale da sembrare noi stessi.
Imprevedibile, dinamico, filosofico: 4,5 stelle
Finalmente anche il pubblico può volare.
SImone Antichi
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antix90 »
[ - ] lascia un commento a antix90 »
|
|
d'accordo? |
|
eleonora panzeri
|
lunedì 7 marzo 2016
|
un oscar che vale
|
|
|
|
Riggan Thomson è una celebrità di Hollywood non più nel fiore degli anni, divenuto famoso grazie al ruolo del super eroe alato Birdman. Riggan vuole dimostrate a sé stesso e al mondo di essere molto di più che una strar priva di talento. Decide quindi di investire tutti i suoi soldi in uno spettacolo teatrale diretto e interpretato da lui. Il regista di Birdman riesce a mettere in scena uno spettacolo nello spettacolo, dove la vita vera, si confonde con la finzione e l’immaginazione. Un viaggio non solo nei back stage teatrali, ma nella psiche umana.
[+]
Riggan Thomson è una celebrità di Hollywood non più nel fiore degli anni, divenuto famoso grazie al ruolo del super eroe alato Birdman. Riggan vuole dimostrate a sé stesso e al mondo di essere molto di più che una strar priva di talento. Decide quindi di investire tutti i suoi soldi in uno spettacolo teatrale diretto e interpretato da lui. Il regista di Birdman riesce a mettere in scena uno spettacolo nello spettacolo, dove la vita vera, si confonde con la finzione e l’immaginazione. Un viaggio non solo nei back stage teatrali, ma nella psiche umana. Assistiamo a una lotta tra l’io e il super io del protagonista, che nell’estenuante ricerca dell’ammirazione del pubblico perde e confonde la sua identità con quella dei suoi personaggi. Una presuntuosa e pungente critica verso il mondo dello star business e alla spettacolarizzazione di prodotti cinematografici privi di trame, emozioni e sentimenti a beneficio di portentosi effetti speciali e pornografia a buon mercato. In un mondo che punta alla fama e alla viralità sui social senza tuttavia trarne appagamento e gratificazione. Un film che riesce ad essere: vivo, ironico, originale, brillante e stupefacente. Un cast molto capace su cui tra tutti spicca uno spettacolare e memorabile Edward Norton.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eleonora panzeri »
[ - ] lascia un commento a eleonora panzeri »
|
|
d'accordo? |
|
luigi chierico
|
giovedì 25 febbraio 2016
|
teatrale
|
|
|
|
Il titolo del film è di gran richiamo per tutti coloro che sono appassionati del genere di Batman, Superman,L’uomo ragno,Spiderman,ma non ha proprio nulla a che confrontarsi con nessuno di loro.I fans di quel genere di film rimarranno delusi, altri ignari spettatori lo accetteranno con superficialità o lo contesteranno,altri invece ne usciranno entusiasti.Sono tra questi ultimi e mi sento fortunato di averlo potuto gustare ed apprezzare.
Ho potuto godere di uno spettacolo eccezionale nella sua impostazione, con una regia impeccabile di Alejandro González Iñárritu a cui ha fatto coro l’intera equipe che ha dovuto sostenere il peso di una sceneggiatura tutta da teatro. Imponente l’interpretazione dei due maggiori protagonisti di uno scontro non solo verbale,come da copione, ma di scuola di recitazione: Michael Keaton, nella parte di Riggan Thompson, e Edward Norton, nella parte di Mike Shiner.
[+]
Il titolo del film è di gran richiamo per tutti coloro che sono appassionati del genere di Batman, Superman,L’uomo ragno,Spiderman,ma non ha proprio nulla a che confrontarsi con nessuno di loro.I fans di quel genere di film rimarranno delusi, altri ignari spettatori lo accetteranno con superficialità o lo contesteranno,altri invece ne usciranno entusiasti.Sono tra questi ultimi e mi sento fortunato di averlo potuto gustare ed apprezzare.
Ho potuto godere di uno spettacolo eccezionale nella sua impostazione, con una regia impeccabile di Alejandro González Iñárritu a cui ha fatto coro l’intera equipe che ha dovuto sostenere il peso di una sceneggiatura tutta da teatro. Imponente l’interpretazione dei due maggiori protagonisti di uno scontro non solo verbale,come da copione, ma di scuola di recitazione: Michael Keaton, nella parte di Riggan Thompson, e Edward Norton, nella parte di Mike Shiner.Da Oscar come il regista. A ben dire posso affermare di non essere entrato in un cinema ma in un teatro, il film infatti si svolge per le strade di New York, nei camerini,nei bar,sulle terrazze,in casa ma a ben vedere è sempre e tutto teatro, perché tutto è in funzione di mettere in scena proprio su un palcoscenico un dramma sul tradimento.Sebbene nel film vi figurino uno stuolo di donne, moglie,amante,figlia,giornalista,attrice e ciascuno di loro possa essere all’origine del dramma che vive Riggan Thompson, un altro attore ed un manager e ciascuno possa ere all’origine del dramma, in realtà il dramma è proprio nel protagonista Riggan Thompson. E’ lui che vuole uscire dalla gabbia in cui si trova,da se stesso,da quello che è stato,da quello che vorrebbe tornare ad essere, famoso come un tempo ma diversamente famoso. Lo insegue Icaro, il sogno di tutti gli uomini che la finzione del cinema con i suoi trucchi gli ha permesso di diventare. Un conflitto interiore, una voce che lo perseguita,l’alter ego o il ricordo che gli rimprovera di lasciare il teatro per tornare a volare,è Birdman.Un film in cui dunque la verità è fantasia, la vita è teatro, come il teatro è vita, il successo è insuccesso, la gloria è sul “Viale del tramonto”, come direbbe Billy Wilder, l’amore è tradimento, la finzione è realtà o la realtà è finzione. Vi partecipano tutti con grande intensità e vanno menzionati: Zach Galifianakis è Jake il manager, Lindsay Duncan è Tabitha la scrittrice addetta alla critica teatrale, Emma Stone è Sam, la figlia trascurata di Riggan, Andrea Riseborough è Laura, Amy Ryan è Sylvia, e per finire Naomi Watts, che nel Velo dipinto ha lavorato ancora con Edward Norton, è Lesley. Tutto il dialogo serratissimo in ogni momento,tra tutti i protagonisti non servirà a far prevedere il finale. Un finale che lascia tanti interrogativi: perché lo ha fatto? dove è finito Michael Keaton con Riggan Thompson o con Birdman? Gli uccelli volano. Vogliono dire qualcosa? Tutto poco importa,il film è finito ed esco entusiasta, in altri tempi mi sarei fermato in sala per assistere ad almeno un’altra proiezione perché nessuno mai che ama il teatro si accontenta di vedere una sola volta un opera di Pirandello o di Shakespeare,per citarne almeno due che hanno trattato il dubbio: “ basta che la donna fingendosi pazza gridi in faccia a tutti la verità che nessuno le crederà” , “to be or not to be”.
Per la cronaca, ad alimentare i dubbi,c’è la circostanza che per davvero Michael Keaton 25 anni prima, nel ruolo di Bruce Wayne,fu il protagonista del film Batman che lo rese famoso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luigi chierico »
[ - ] lascia un commento a luigi chierico »
|
|
d'accordo? |
|
vinzemme
|
martedì 2 febbraio 2016
|
una composizione "miscuglio di farciture"
|
|
|
|
Il disperato bisogno di dimostrare qualcosa di vero - La "finzione nella realtà e la realtà nella finzione" - L'approccio alla critica felliniana - Il bacio lesbo lynchiano alla Naomi Watts e Laura Harring - Il Lancio dal balcone di D.De Vito in "the big khauna" - La ribelle adolescente seduta sul terrazzo un pò Empire Records. L'unica innovazione è Il piano sequenza. Il regista, per il resto, vuole prendere per il naso dichiaratamente un pò tutti.
|
|
[+] lascia un commento a vinzemme »
[ - ] lascia un commento a vinzemme »
|
|
d'accordo? |
|
andrejuve
|
lunedì 28 dicembre 2015
|
la lotta con sè stessi è la più difficoltosa
|
|
|
|
“Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza) è un film del 2014 diretto da Alejandro Gonzalez Innaritu. Riggan Thomson è un attore che vive un periodo di crisi esistenziale e lavorativa in quanto il suo ultimo grande successo cinematografico risale a vent’anni prima, quando ha interpretato per la terza volta il supereroe di nome “Birdman”. Riggan vuole staccarsi di dosso questa etichetta che lo associa continuamente a questo personaggio di fantasia, senza davvero riuscire a mettere in risalto le sue capacità. E’ continuamente ossessionato da Birdman il quale riecheggia nella sua mente ricordandogli il suo passato glorioso ormai infranto.
[+]
“Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza) è un film del 2014 diretto da Alejandro Gonzalez Innaritu. Riggan Thomson è un attore che vive un periodo di crisi esistenziale e lavorativa in quanto il suo ultimo grande successo cinematografico risale a vent’anni prima, quando ha interpretato per la terza volta il supereroe di nome “Birdman”. Riggan vuole staccarsi di dosso questa etichetta che lo associa continuamente a questo personaggio di fantasia, senza davvero riuscire a mettere in risalto le sue capacità. E’ continuamente ossessionato da Birdman il quale riecheggia nella sua mente ricordandogli il suo passato glorioso ormai infranto. Allora cerca di riscattarsi recitando in un’opera teatrale, di cui è anche regista e sceneggiatore, a Broadway. Assieme a lui ci sono due protagoniste femminili e uno maschile. Riggan è insoddisfatto dell’attore che lo affianca e, manomettendo l’impianto di illuminazione, fa cadere uno dei riflettori in testa all’attore, ferendolo gravemente. Allora, assieme all’aiuto del suo avvocato Jake riesce ad ingaggiare Mike Shiner, ragazzo di Lesley la quale è una delle due attrici dello spettacolo, il quale rappresenta uno dei migliori attori emergenti in circolazione. Mike è molto presuntuoso, supponente e altezzoso e questo atteggiamento provoca all’interno del cast teatrale, e soprattutto in Riggen, un senso di odio, rigetto, nervosismo e tensione profondo. Ma Riggen deve anche fare i conti con la figlia Sam Thomson, la quale è appena riuscita a disintossicarsi dalla forte dipendenza da droghe però soffre di un’evidente forma di depressione. Sam viene trascurata dal padre e questo le provoca grande sofferenza. Riggen di giorno in giorno è sempre più ansioso in vista delle anteprime del suo spettacolo e, quando queste ultime si terranno, nonostante dei fuori programma inaspettati, riscuoteranno un grande successo. Riggan però non sopporta il fatto che risalti maggiormente la figura di Mike che spicca su tutti quanti. Inoltre Riggan teme le recensioni della spietata critica d’arte Tabitha Dickinson, giornalista del giornale “Times”. Riuscire a reggere a tutte queste pressioni e ai continui rimorsi di coscienza che lo attanagliano non sarà facile. La pellicola si incentra sulla figura di Riggen Thomson per affrontare differenti tematiche. Innanzitutto Riggen è costretto a convivere con un fardello che sarà costretto a trascinarsi dietro per tutta la vita, e il paradosso è che questo peso è costituito dalla sua stessa figura travestita dal supereroe Birdman. Riggen si rende conto che il successo non equivale al talento e alla bravura di un artista. Spesso l’uomo si ritrova a lottare con la propria coscienza, col proprio ego, domandandosi continuamente se le scelte da lui effettuate siano state quelle davvero giuste o meno. Cosi facendo molti vivono in un persistente stato di inquietudine e di disagio. Riggen vive in continua lotta con sé stesso e la sua coscienza gli ricorda continuamente che è un fallito, un incompiuto e un ingenuo che ha lasciato alle spalle la sua fama per avventurarsi in un percorso pieno di incognite e ostacoli. In questa situazione Riggen si pone dei dubbi sulle sue capacità e sulle sue abilità, autoconvincendosi che non sarà mai ricordato per quello che rappresenta, ma per come il pubblico vuole che lui appaia. Cosi come quando indossa la maschera di Birdman, Riggen è costretto a nascondersi dietro ad una maschera esternando una personalità che non gli appartiene, perché priva di spontaneità, genuinità e sincerità. Birdman è la metafora della sua vita, caratterizzata dall’egoismo, dalla vanità e dall’orgoglio dietro ai quali si maschera in realtà una grande debolezza ed un’infinita insoddisfazione. E’ proprio l’insoddisfazione il filo conduttore della sua esistenza. Non riuscendo mai a trovare una pace interiore sente la necessità e il bisogno di dimostrare quello che può valere, cimentandosi in azioni difficoltose e azzardate. Le problematiche di Riggen sono frutto di uno spietato mondo, come quello dello star system, all’interno del quale purtroppo è fondamentale riscuotere continui consensi e ottenere elogi anche a costo di portare in scena ciò che non piace o che non gratifica a pieno. Questa realtà è trasponibile anche nella vita di tutti i giorni dove purtroppo in molti, pur di ottenere i rispettivi obiettivi e di conseguire benefici sempre maggiori, sono disposti ad esternare una personalità che non corrisponde a quella reale, ma è conseguenza della volontà di essere accettati da coloro che ci circondano. L’uomo ormai è disposto a perdere la propria dignità e la propria capacità di autodeterminarsi pur di essere inserito all’interno di una società capace solo di fermarsi alle pure apparenze senza mai effettuare alcun tipo di approfondimento. In questo senso il tentativo di Riggen di essere riconosciuto per le sue capacità è senza dubbio coraggioso e ammirevole. Ma qual è il suo vero intento? Perché fa tutto questo? Per scopi personali che non vorrebbe condividere con nessuno. Infatti quando qualcuno lo sovrasta o lo pone in secondo piano prende il sopravvento nel suo animo un sentimento di invidia e di gelosia molto spesso anche infantile. Ma Riggen non si rende conto che attraverso questo comportamento sta allontanando e denigrando le persone a lui più care, con particolare riferimento alla figlia Sam. Quest’ultima non ha mai ricevuto un vero affetto paterno e si è sempre sentita abbandonata al proprio destino, facendosi sopraffare dalla rassegnazione e dallo sconforto. Sam riversa tutto il suo malessere nella droga e nell’autoflagellazione che la distrugge gradualmente. Inoltre Riggen si è separato dalla moglie proprio perché quest’ultima si sentiva accantonata ed emarginata dalla presenza ingombrante e imponente del marito. Ma Riggen è troppo impegnato ad occuparsi della propria ambizione e tutto ciò che lo circonda viene posto in secondo piano. L’uomo è capace di farsi accecare dalla smania di successo e di potere a tal punto da dimenticarsi delle persone che ci vogliono bene e alle quali dovremmo donare tutto il nostro amore e il nostro affetto. L’altruismo e la solidarietà sono valori sempre più rari e sconosciuti ai più e purtroppo oggigiorno costituiscono l’eccezione, e questa constatazione è preoccupante e inquietante. Si assiste ad un continuo alternarsi tra vita reale e vita da palcoscenico ed entrambe sono pervase dalla falsità e dall’ipocrisia. La realtà e la finzione si mescolano e si alternano incessantemente e non è facile comprendere quale sia davvero il mondo reale e quale quello frutto solamente di recitazioni, di azioni precostituite e programmate. Soprattutto Riggen e Mike sembrano sentirsi a proprio agio solo sul palcoscenico forse perché è in quegli istanti che fanno davvero quello che amano. Mike è tanto spavaldo e altezzoso sul palcoscenico quanto fragile e immaturo nella vita quotidiana. Ma è anche vero che in quei momenti entrambi possono esulare da tutte le problematiche che li tormentano e li ossessionano, non ritrovandosi costretti ad assumersi le proprie responsabilità. E’ troppo facile fuggire di fronte agli ostacoli e alle avversità che la vita ci presenta, ancorandosi e giustificandosi dietro a scuse banali e meschine. Tutti i personaggi sono fondamentalmente infelici e non riescono o non vogliono attuare un cambiamento all’interno delle proprie esistenze ormai vuote e prive di motivazioni. Il disagio che essi provano è la naturale conseguenza di una società sempre più superficiale, eccitata dalla violenza, dallo scandalo e dalla materialità. E’ inevitabile farsi condizionare negativamente da questa infelice realtà, all’interno della quale essere apprezzati ormai non equivale più ad un evento positivo. L’ignoranza citata anche nel titolo del film potrebbe essere riferita all’uomo, il quale spesso può paradossalmente beneficiarne in favore del raggiungimento dei propri specifici interessi. Spesso si viene ricordati per degli eventi futili e insignificanti, e non viene legittimato e riconosciuto a dovere tutto quello che viene compiuto con passione, tenacia e sincerità. Ma Riggen dopo molto tempo si accorge di tutto questo e capisce che è arrivato il momento di scrollarsi di dosso il peso del passato che provoca solamente rimpianti e rimorsi. Birdman, e quindi il suo alter ego, non deve più perseguitarlo e non può più rovinargli la sua esistenza. Deve trovare la forza per farlo e questo può risultare difficoltoso. L’essere umano spesso si adagia su una vita che non lo soddisfa ma, per pigrizia o per paura, si lamenta senza agire. A mio avviso questo è un grande film e i meriti vanno divisi tra il regista e gli attori. Innaritu è riuscito innanzitutto ad ambientare quasi l’intera durata della pellicola all’interno di un teatro, che diventa lo sfondo di tutte le vicissitudini che si susseguono incessantemente, effettuando un’introspezione psicologica completa ed esaustiva dei tre protagonisti. Quello che colpisce di più però è la tecnica registica di ripresa. Infatti tutte le scene vengono girate attraverso l’utilizzo di un unico piano sequenza che consiste nel non variare continuamente inquadrature, ma nell’effettuarne una unica seguendo i movimenti degli attori. Inoltre ho apprezzato molto l’utilizzo di una narrazione senza soluzione di continuità, che elimina qualsiasi spazio temporale, concentrandosi sul susseguirsi degli eventi. Azzeccatissimo l’utilizzo del supereroe Birdman quale materializzazione della coscienza di Riggen Thomson. La sceneggiatura non è banale e si basa sull’alternarsi di dialoghi esilaranti e profondi. Efficace anche l’utilizzo, pur se sporadico, di alcuni elementi fantascientifici che spiazzano lo spettatore ma che riescono a descrivere al meglio le sensazioni e le emozioni di Riggen. Tutti gli attori hanno dimostrato di essere in forma smagliante a partire da Edward Norton, perfetto nei panni del superbo Mike Shiner, passando per Emma Stone, sorprendente nella parte di Sam Thomson, sino ad arrivare a Michael Keaton, il quale ha fornito una prova davvero eccezionale e sopra le righe calandosi con straordinaria spontaneità nel ruolo del protagonista Riggen Thomson, riuscendo ad esprimere tutti i suoi tormenti interiori e tutte le sue sfaccettature caratteriali. I tre attori sono rispettivamente candidati al premio come migliore attore non protagonista, migliore attrice non protagonista e migliore attore protagonista alle prossime premiazioni degli Oscar. Da segnalare anche, tra le nove nomination, quelle come migliore film, migliore sceneggiatura originale e miglior regista. Un film molto originale, che sa impressionare, emozionare e far riflettere. Tra i film candidati ai premi Oscar sino ad ora, a mio modesto parere, meriterebbe la vittoria anche se purtroppo dubito fortemente che questo avverrà. Da vedere perché vi colpirà per la sua capacità di distinguersi da ogni altro genere cinematografico inserendo canoni atipici e innovativi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrejuve »
[ - ] lascia un commento a andrejuve »
|
|
d'accordo? |
|
iuriv
|
martedì 3 novembre 2015
|
keaton vola ancora.
|
|
|
|
Montato come se fosse un unico piano sequenza, questo film racconta il tentativo di rivalsa, attraverso una piece teatrale, di un attore imprigionato dal successo ottenuto con il ruolo di supereroe interpretato anni prima.
Con questo soggetto Inarritu si sfoga mettendo in scena i conflitti tra arte alta e cultura pop, mostrando l'ambiente del teatro come club di prime donne e circondato da critici pieni di pregiudizi. Le difficoltà di Thompson nel mettere in scena il suo spettacolo, rapportate al pensiero individuale delle persone che gli girano intorno, riescono a uscire dallo schermo, anche grazie alle interpretazioni impeccabili degli attori. Personaggi complicati racchiusi nella claustrofobica ambientazione teatrale, in cui l'ambizione del protagonista diventa ossessione, agevolata dall'impossibilità di liberarsi di un passato che Thompson non può e non vuole rinnegare.
[+]
Montato come se fosse un unico piano sequenza, questo film racconta il tentativo di rivalsa, attraverso una piece teatrale, di un attore imprigionato dal successo ottenuto con il ruolo di supereroe interpretato anni prima.
Con questo soggetto Inarritu si sfoga mettendo in scena i conflitti tra arte alta e cultura pop, mostrando l'ambiente del teatro come club di prime donne e circondato da critici pieni di pregiudizi. Le difficoltà di Thompson nel mettere in scena il suo spettacolo, rapportate al pensiero individuale delle persone che gli girano intorno, riescono a uscire dallo schermo, anche grazie alle interpretazioni impeccabili degli attori. Personaggi complicati racchiusi nella claustrofobica ambientazione teatrale, in cui l'ambizione del protagonista diventa ossessione, agevolata dall'impossibilità di liberarsi di un passato che Thompson non può e non vuole rinnegare.
Intimo come può esserlo quando una telecamera segue sempre da vicino lo sviluppo della trama, il lavoro di Inarritu è molto emotivo, fondato sulla costruzione dei caratteri che sono tutti fragili a loro modo e che devono convivere in un ambiente che non ha pietà per chi si impegna.
C'è una sorta di velato disprezzo per la moda del cinecomic, ma anche una forte presa di posizione contro certe categorie che giudicano per partito preso, per il semplice fatto che considerano il loro mondo elitario e chiuso a chiunque cerchi di entrare. Nella testa di Keaton tutto si trasforma in confusione, turbini di rassegnazione e voglia di tornare al mondo in cui tutto sembra riuscire facile.
Un film persino coraggioso nel suo procedere per virtuosismi stilistici, con un ritmo che, per forza di cose, raramente impone accelerate, ma che comunque conquista per la personalità con cui la storia viene messa in scena. Una pellicola oggettivamente intensa e piena di spunti utili alla riflessione.
Poi, però, c'è il finale. La conclusione, doppia come spesso ultimamente succede, è la parte più debole di tutto il lavoro. L'idea di proseguire dopo una scena che poteva rimanere sospesa ha portato il regista a cercare una chiosa simbolica in un film che di simbolismo ne ha cercato poco durante tutto il suo incedere.
Inoltre si va a chiudere la storia fuori dal suo alveo naturale (il teatro) il che pone le sequenze finali quasi fuori dal contesto, spezzando con un momento quasi da commedia, quell'aura di follia schizofrenica che aveva dato basi solide a un'opera che fino a li ha funzionato egregiamente.
Una scelta rispettabile, ovviamente, ma che a me ha abbassato il gradimento complessivo del tutto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iuriv »
[ - ] lascia un commento a iuriv »
|
|
d'accordo? |
|
francesco2
|
martedì 3 novembre 2015
|
comunque, grande inarritu
|
|
|
|
Per favore, lasciatemi scrivere -anche se con ritardo- che considero "Birdman" un grande film. Che non è ineccepibile, che contiene quella dimensione pacchianamente kitsch di Inarritu, già vista in "Babel" e nel discutibile "21 grammi". Ma che pochissimi film sanno raccontare cosi, e senza praticamente nessuna retorica, il confine tra arte e realtà, come noi ci immergiamo nello spettacolo, ( solo?) quando lavoriamo in quell'ambito; come sottile diventa il confine tra queste dimensioni, al punto che un attore, per mestiere o per scelta, si immerge in questa dimensione. E con lui il casting di uno spettacolo, sempre in bilico tra lavoro e vita; ma per cui, forse, il lavoro diventa un modo per esplicitare una parte di noi stessi.
[+]
Per favore, lasciatemi scrivere -anche se con ritardo- che considero "Birdman" un grande film. Che non è ineccepibile, che contiene quella dimensione pacchianamente kitsch di Inarritu, già vista in "Babel" e nel discutibile "21 grammi". Ma che pochissimi film sanno raccontare cosi, e senza praticamente nessuna retorica, il confine tra arte e realtà, come noi ci immergiamo nello spettacolo, ( solo?) quando lavoriamo in quell'ambito; come sottile diventa il confine tra queste dimensioni, al punto che un attore, per mestiere o per scelta, si immerge in questa dimensione. E con lui il casting di uno spettacolo, sempre in bilico tra lavoro e vita; ma per cui, forse, il lavoro diventa un modo per esplicitare una parte di noi stessi. E allora non esiste più la barriera tra vita e lavoro, ma solo un entrare ed uscire -Anche fisicamente, come sa chi abbia visto il film- tra due parti di noi stessi. Nel caso di questo protagonista, poi, la cosa assume una valenza ancora più specifica, perché ha un presente mesto ed un passato che rimpiange; in più, essendo un attore, il passato è rappresentato da " un altro lui", che potrebbe essere una parte del carattere soffocata, o comunque un personaggio da cui ha dovuto separarsi.
E' questa la parte più ripetitiva e meno riuscita del film, nonostante l'impegno di Keaton ed una colonna sonora eccellente. Ma in "Birdman" questo (tragicomico) gioco ha un significato che va oltre la retorica sull'industria hollywoodiana, perché una bravissima Emma Stone è protagonista di scene "d'amore" che ironizzano, molto intelligentemente, sulla finzione come parte della quotidianità, come barriera di protezione. Come anche, le tocca un finale in cui il protagonista si è, forse, ritrovato senza rinnegare sé stesso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco2 »
[ - ] lascia un commento a francesco2 »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
venerdì 2 ottobre 2015
|
di cosa parliamo quando parliamo di...cinema
|
|
|
|
Ex star del cinema, famoso per il personaggio del supereroe Birdman di numerosi blockbuster hollywoodiani, decide di dare una svolta alla propria carriera trasferendosi in un teatro di Broadway e mettendo in scena un impegnato dramma teatrale basato sui racconti di Raymond Carver. La sua scelta si rivelerà foriera di innumerevoli difficoltà economiche, professionali ed umane che lo porteranno sull'orlo della bancarotta e del suicidio.
Il cinema che parla di sè stesso non è mai stato uno spettacolo così sofferto ed allo stesso tempo divertente come in questa tragicommedia da 'effetto notte' Off-Broadway del messicano Inarritu in trasferta americana, laddove l'eccentrico dietro le quinte di uno spettacolo meta-teatrale sulla perdita di identità dell'attore, sull'ansia da prestazione di chi deve fingere di avere una vita infelice per raggiungere la gloria e la felicità è il continuo dentro-fuori di un gioco pirandelliano in cui non conta se sei un supereroe ma solo se sei così bravo a recitare la parte da far credere di poterlo essere sul serio.
[+]
Ex star del cinema, famoso per il personaggio del supereroe Birdman di numerosi blockbuster hollywoodiani, decide di dare una svolta alla propria carriera trasferendosi in un teatro di Broadway e mettendo in scena un impegnato dramma teatrale basato sui racconti di Raymond Carver. La sua scelta si rivelerà foriera di innumerevoli difficoltà economiche, professionali ed umane che lo porteranno sull'orlo della bancarotta e del suicidio.
Il cinema che parla di sè stesso non è mai stato uno spettacolo così sofferto ed allo stesso tempo divertente come in questa tragicommedia da 'effetto notte' Off-Broadway del messicano Inarritu in trasferta americana, laddove l'eccentrico dietro le quinte di uno spettacolo meta-teatrale sulla perdita di identità dell'attore, sull'ansia da prestazione di chi deve fingere di avere una vita infelice per raggiungere la gloria e la felicità è il continuo dentro-fuori di un gioco pirandelliano in cui non conta se sei un supereroe ma solo se sei così bravo a recitare la parte da far credere di poterlo essere sul serio. Il mestiere dell'attore insomma è così difficile proprio perché a volte bisogna dimenticarsi di chi si è veramente e tuffarsi anima e corpo in una rappresentazione artificiosa di paure e sentimenti che non possono essere più veri di come sono ("Lì non fingo, te l'ho già detto. Fingo in tutti gli altri posti"), fino al punto di confondere la propria vita con quella del personaggio che ci ha consentito di averne una. Attraverso questa verbosa dialettica di una contaminazione senza soluzione di continuità tra finzione e realtà Inarritu ci mostra come questo bizzarro business dei sogni riesca ad inquinare la verità delle relazioni private, a trasformarle in una parte non scritta del copione; a portare lo spettacolo sul caotico e movimentato proscenio della vita. ("Purtroppo è stato Mike in un hotel falso con tantissima gente..."; con lui che le becca mentre Naomi Watts bacia un'avvenente brunetta in baby doll come nel 'Mulholland Drive' di David Linch). Tutto è esplicito ed esibito in questo rutilante pastiche meta-cinematografico, destinato tanto alla considerazione di una vasta platea mainstream che al giudizio condiscendente di una critica che frequenta fumosi bar newyorkesi come affollati salotti festivalieri, compreso il flusso di coscienza della voce fuori campo di un mefistofelico demiurgo che manipola fatti e personaggi per soddisfare il suo smisurato ego; ad uso e consumo di un pubblico pagante che reclama la sua giusta parte di spettacolo e divertimento; ma anche l'incessante pungolo di un'ossessiva ambizione di successo e realizzazione professionale: la strada per la gloria insomma è lastricata di (poche) buone intenzioni e di (molte) cattive azioni in questo mondo di primedonne pronte a fingere sentimenti inesistenti ed a fare a pugni nei camerini per strappare con le unghie e con i denti i propri 15 minuti sindacali celebrità e di ribalta.
Chi è birdman? Un supereroe caduto nella fossa dei leoni e nel circolo vizioso delle velleità autoriali Off-Broadway o solo una attore schizofrenico in crisi di identità personale e professionale? Comunque sia, La risposta a questa domanda è un film furbesco pieno di trovare spassose ed esilaranti che ci mostra il dramma semiserio di un uomo prigioniero del proprio ruolo e del proprio personaggio. Come il rimescolamento dello spazio-tempo nella singolarità di un buco nero l'establishment hollywoodiano in trasferta newyorchese puo avere conseguenze singolari e davvero imprevedibili! (Con tanto di colpo di teatro di un uomo in mutande uscito come attore fallito dalla porta di servizio e rientrato da quella principale quale ineguagliabile istrione di un irresistibile gioco di improvvisazione).
Poco importa se l'attore si annulla nel ruolo che è chiamato ad interpretare rinunciando alla propria identità ed alla propria vita se il contraltare e quello di poter spiccare il volo e librarsi nel cielo in quel sogno ad occhi aperti che chiamiamo cinema.
Presentato alla 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e vincitore di quattro Premi Oscar (migliori film, regia, sceneggiatura originale e fotografia) ma non quello, meritatissimo, di miglior attore protagonista per un Michal Keaton che condivide gloria ed insuccessi con un cast di attori in stato di grazia e ad cui non resta che buttarsi dalla finestra o volare alto.
"There's a 'birdman'...waiting in the sky "
[-]
[+] l'ironia in birdman
(di beatrix kiddo)
[ - ] l'ironia in birdman
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
|