Birdman |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 119 min.
- USA 2014.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 5 febbraio 2015.
MYMONETRO
Birdman
valutazione media:
3,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Virtuoso e sensazionaledi isin89Feedback: 1780 | altri commenti e recensioni di isin89 |
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mercoledì 18 febbraio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Virtuoso, sorprendente e visionario, eccelso e sensazionale. Il nuovo lavoro del regista messicano Alejandro González Iñárritu stupisce e lo fa con stile regalando allo spettatore uno spettacolo profondamente ambizioso e visivamente fantastico. Accanto alla domanda esistenziale dell'essere o non essere si affianca la costante ricerca della verità racchiusa nello sguardo stralunato del protagonista Riggan Thompson. Birdman è un film sull'interiorità dell'uomo, il lunghissimo e impegnativo viaggio alla ricerca di noi stessi e la riscoperta difficoltosa della propria identità e del proprio Io. Riggan è un supereroe, o meglio lo era in un tempo glorioso e remoto fatto di successi e innegabili lodi. Ora, anziano e stanco, riveste i panni del semplice uomo impegnato a realizzarsi in una difficile carriera teatrale fatta di imprevisti e innumerevoli difficoltà. I tempi gloriosi della fama e del successo sono ormai un ricordo lontano, tempi in cui la maschera di Birdman gli permetteva di volare alto e spiegare le sue enormi ali sopra il tetto del mondo. Il talento dell'attore che fu pare ormai essersi dissolto nell'estremo battito delle sue ali e tutto ciò che vi rimane sono i tormenti di uomo lontano da sé stesso che cerca disperatamente di ritrovare il suo posto nel mondo e mostrare a chi gli sta intorno che lui, in qualità di uomo, esiste ancora, lui c'è. Riggan lotta follemente contro quella parte della sua persona che non vuole staccarsi dalle glorie passate, il suo folle e bizzarro ego che lo costringe a essere vittima della sua stessa ombra. L'immagine dell'uomo che era, schiacciata e oscurata dalla presenza opprimente del suo istrionico alter-ego piumato dalle cui ali spumeggianti fece dipendere la massima espressione del suo essere. L'innegabile bravura, quel talento innato in cui l'uomo-uccello spera di potersi rispecchiare ma questa volta spogliandosi delle sue vesti e rimanendo nudo e puro proprio come la natura lo ha concepito. Il bisogno di essere considerati per quello che si è, sentire che i propri sforzi e sacrifici possono raggiungere traguardi inaspettati toccando la cima di mete inarrivabili. Riggan è come tutti noi, un uomo fragile e inappagato alla ricerca di quell'effimero e prezioso momento della vita che gli permetterà di sorridere ed esclamare felicemente “ce l'ho fatta”. Voluti o no, appaiono evidenti i parallelismi con la figura dell'attore protagonista Michael Keaton, impegnato ventitré anni or sono nella sua ultima leggendaria interpretazione dell'uomo pipistrello. Forse Riggan e Michael sono la stessa persona, forse sono stati entrambi protagonisti della stessa avventura e si sono ritrovati inevitabilmente dopo due decadi nella difficile situazione di dover riemergere agli occhi del mondo. Non è un caso, quindi, che figuri in veste di protagonista un attore che in passato raggiunse l'apice del successo impersonando proprio un supereroe alato e che negli ultimi anni sia entrato, purtroppo e quasi, nel dimenticatoio. Iñárritu infarcisce l'opera con virtuosismi registici eccezionali estasiando gli occhi e la mente di coloro che si sono apprestati ad assistere a questo magnifico spettacolo. La realizzazione cinematografica dell'atto della vita teatrale di Riggan e compagnia bella resa possibile attraverso l'utilizzo di un unico e finto piano sequenza accompagnato da stacchi di montaggio sfumati e impalpabili. Le inquadrature fisse ridotte all'osso rispetto all'uso continuo e sempre più presente della camera a mano e delle soggettive che seguono in maniera dettagliata e maniacale le disavventure dei vari protagonisti, facendoci provare la sensazione di stare vivendo quegli attimi assieme a loro. La percezione della finzione si fa più vera e reale, le inquadrature movimentate e dinamiche lasciano poco spazio alla staticità permettendoci di venire inglobati all'interno dei diabolici corridoi del teatro lungo i quali i nostri “eroi” daranno vita alle loro performance esistenziali. Al di là del palcoscenico teatrale si apre un macrocosmo costellato da infinite situazioni paradossali, miracolose storie e intrecci di vite umane legate insieme da quel bisogno collettivo di apparire al mondo esterno rivestendo le vesti di sé stessi. Al di là del palcoscenico si apre un oceano di innumerevoli strade contorte e complicate cosi come contorte e complicate sono le labirintiche vie della mente di Riggan ma anche di Mike e di Sam, oltre che di tutti gli altri. Dialoghi esilaranti, ridicoli ma drammatici, calibrati perfettamente dalla sapiente bravura del regista che riesce a bilanciare in maniera strabiliante humor e tragedia in un'opera eccelsa accompagnata inoltre da una fotografia superlativa, calda e accogliente che ci fa entrare nel vivo dello spettacolo teatrale delle loro vite. Sarà proprio alla fine della sua avventura, cambiato e definitivamente mutato dallo spettacolo della notte scorsa, che Riggan (ri)troverà la forza di volare lasciandosi alle spalle il peso oppressivo dell'eroe che fu e spiegando le sue vecchie e polverose ali ormai celate da troppo tempo. Ad accorgersene è proprio sua figlia Sam, così ostile e problematica che mai e poi mai si sarebbe sognata di scommettere un centesimo sulla buona riuscita delle azioni di quel suo padre così distante e così assente dalla sua vita. Ma gli occhi non mentono e nell'ultimissima inquadratura del film Emma Stone guarda disorientata fuori dalla finestra dell'ospedale, alza lo sguardo al cielo e sentendosi colma di gioia e felicità spalanca i suoi occhioni brillanti e sorride per l'estasi che quella visione le ha procurato, suo padre ce l'ha fatta. Birdman è un film eccelso, un'esperienza immancabile e necessaria che in un cinema come quello di oggi, fatto quasi esclusivamente di cazzotti e cazzate, riesce a riportare quell'ondata di freschezza e novità a cui raramente ormai riusciamo ad assistere. Iñárritu riunisce al suo cospetto attori eccelsi e perfetti facendoli a loro volta rivestire i panni di attori bizzarri e stralunati, strani ed imprevedibili. Non c'è fiacchezza né caduta di stile, uomini e attori lavorano al meglio senza mai dare l'idea di non essere all'altezza dei loro ruoli e funzionando perfettamente all'interno di quel meccanismo contorto che è la mente umana. La scrittura del regista messicano è efficacissima e le sequenze, girate con una maestria impressionante, denotano una bravura fuori dal comune. Colonna sonora spoglia ed essenziale giocata interamente su precisi tocchi di rullante e piatti richiamando in questo modo le atmosfere magiche e calde del jazz. Inutile parlare della bravura degli attori e della straordinaria prova di recitazione alla quale si sono sottoposti. Inutile parlare dell'ormai veterano Edward Norton e del suo folle e grandioso personaggio, dello psicolabile personaggio di Emma Stone, del graffiante Zach Galifianakis e della sempre più brava e bella Naomi Watts. A dirigere la ciurma ci pensa il già citato Michael Keaton che, tornato sulla cresta dell'onda (si spera), ci dà definitivamente prova del suo straordinario talento recitativo purtroppo sempre e troppo sottovalutato dal pubblico. Uno dei migliori film del 2014, da non perdere.
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