Birdman |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 119 min.
- USA 2014.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 5 febbraio 2015.
MYMONETRO
Birdman
valutazione media:
3,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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lunedì 2 marzo 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Realtà e finzione, maschere e attori, pubblico e critica, popolarità e mediocrità, arte e mainstream: queste sono le coppie conflittuali su cui si incardina il film di Iñárritu.
La scelta del piano sequenza riproduce il punto di vista tipico dello spettatore teatrale e costringe il pubblico nell'azione scenica: è il pubblico, infatti, il vero protagonista di Birdman, l'ignorante che fa virtù, che esprime il proprio giudizio di gusto su attori e opere in maniera determinante, in maniera irresponsabile, eppure normativa.
Si tratta del pubblico che impone a Riggan Thompson (Michael Keaton) la maschera di Birdman, non permettendogli di rinnovarsi come attore, mentre altri blockbusters portano attori alla fama per poi abbandonarli a loro stessi; un pubblico anestetizzato e distratto che si ridesta solo di fronte alle sconvolgenti improvvisazioni di Mike Shiner (Edward Northon). Il pubblico che si esprime attraverso i social networks e che rappresenta un'acritica speranza di popolarità per tutte le persone comuni, come Sam Thomson (Emma Stone) mette in luce.
Sul palcoscenico lo stato d'animo di Riggan prende corpo, rappresentando il dramma di un uomo intrappolato nella propria inadeguatezza: incapace di corrispondere alle proprie ambizioni, incapace di essere amato, incapace di suicidarsi. Ed è proprio il suicidio, l'atto di estrema di libertà di fronte all'insensibile normatività del pubblico e della critica, ad essere quello meno riuscito.
Come dice Tabitha Dickinson (Lindsay Duncan), la critica cinematografica del New York Times, Thomson inventa un iperrealismo in cui il suo sangue scorre da lui al pubblico: la sua individualità si svuota dinnanzi alla collettività della giuria.
Immaginando di lanciarsi da un palazzo come Birdman, Riggan prefigura il proprio suicidio. E' da notare che la decisione del suicidio è tutt'uno con l'accettazione della maschera imposta: soccombe al suo alter ego.
Tuttavia il primo tentativo di suicidio non ottiene la comprensione degli spettatori, che continuano ad applaudire: non vi è possibilità di uscire dal palcoscenico, il pubblico non vuole lasciarlo andare. Così anche in ospedale continua a sembrare Birdman, e i followers si fanno ancora più accaniti; quindi Thomson tenta nuovamente l'atto estremo. L'esito è incerto, perchè non è questo che vuole il pubblico, che in un attimo si rispecchia negli occhi visionari di Sam, diretti verso il finale da noi voluto e imposto. Prigioniero della virtualità, piuttosto che espressione di virtù, Riggan non può né vivere, realizzandosi come persona, né morire, deludendo i fans che si aspettano il loro eroe.
Birdman è un film che utilizza gli ingredienti giusti, con un buon risultato, ma a mio parere non eccellente: un finale così enigmatico non offre una chiave interpretativa efficace, ma neanche una polimorfa emergenza di sensi possibili. Tuttavia la pellicola, nonostante l'utilizzo di tematiche poco originali, offre punti di vista inaspettati.
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