Birdman |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 119 min.
- USA 2014.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 5 febbraio 2015.
MYMONETRO
Birdman
valutazione media:
3,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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ironico, magistrale, imprevedibiledi mario tognettiFeedback: 100 |
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lunedì 20 aprile 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ammetto che questa è la prima recensione che pubblico, potrei essere (anzi, sarò di certo) meno accurato e accorto di molti altri recensionisti su questo sito, le cui opinioni aiutano anche ad apprezzare meglio il film. Ammetto anche di non essere stato troppo entusiasta all'entrata al cinema, soprattutto per i commenti negativi riferiti da alcuni amici riguardo Michael Keaton, considerato da loro attore piatto e monoespressivo... E invece eccola qui "l'imprevedibile virtù" di Birdman: un film che tratta un argomento scomodo e critico nei confronti dello star system, ma senza mai tangere lo stucchevole o il moralizzante, candidato, giustamente, a 9 academy awards e proclamato, ancora più giustamente, re della notte degli oscar 2015. Inarritu delizia il pubblico con un esercizio di tecnica da fuoriclasse, giocando per tutto il film con la tecnica del piano sequenza (molto amata anche da un altro regista messicano altrettanto talentuoso: Alfonso Cuaròn (si guardi “i figli degli uomini” per averne la prova)), facendo così sentire lo spettatore parte integrante della vicenda, come se origliasse di nascosto i dialoghi dei personaggi, supportati da una grande sceneggiatura. La storia parla di Riggan Thomson, ex attore di blockbusters e interprete di Birdman, personaggio che gli donò fama ma ora lo condanna al tormento nel momento in cui il protagonista vuole dimostrare a sé stesso e agli altri la sua vena da grande attore tramite l’adattamento teatrale di “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” di Raymond Carver. Riggan avrà da fare a tenere unito un cast molto litigioso, colpa dell’arrivo del co-protagonista Mike Shiner, interpretato magistralmente Edward Norton, a non deteriorare ulteriormente i rapporti con la figlia tossicodipendente Sam (Emma Stone), e a risanare per quanto possibile i legami con la ex moglie, facendo i conti con il continuo e angosciante pensiero per la buona riuscita dello spettacolo, dove Riggan si gioca tutto (sparecchi soldi, dignità personale e voglia di rivalsa nei confronti della critica, che lo considera una celebrità, ma non un grande attore). Michael Keaton è l’anima del film, la sua interpretazione svaria dal volto esasperato di Riggan-artista, distrutto dal dramma interno, famigliare, professionale che lo affligge, al Riggan-celebrità, dove si abbandona alla voce di Birdman, ai fasti del passato e, con sorriso sornione, accarezza l’idea di tornare alla ribalta grazie all’eroe che lo ha fatto diventare grande. Questo marasma di vicende è condito dall’ironia delle battute, dal mistero del finale (dove non si capisce la scelta finale di Riggan, cambiare e diventare artista “di nicchia” grazie al successo che ha effettivamente avuto il suo spettacolo o abbandonarsi al piacevole volo della celebrità, della star che vede tutti dall’alto) e dal pathos che inevitabilmente suscita il dramma degli attori (intesi come personaggi). Sono uscito dalla sala consapevole di aver visto un grandissimo film, imprevedibilmente stupito dalla perfezione tecnica e interpretativa, tanto da sentirmi in colpa per le sensazioni avute prima della visione. Uno dei miei film preferiti, lo consiglio a tutti.
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