La sottile linea rossa |
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Un film di Terrence Malick.
Con Sean Penn, Jim Caviezel, Nick Nolte, Elias Koteas, Ben Chaplin.
continua»
Titolo originale The Thin Red Line.
Guerra,
Ratings: Kids+16,
durata 170 min.
- USA 1998.
MYMONETRO
La sottile linea rossa
valutazione media:
3,28
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Né vinti né vincitoridi isin89Feedback: 1780 | altri commenti e recensioni di isin89 |
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sabato 24 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Terrence Malick ci regala un affresco visivo di bellezza sopraffina che riesce ad ammaliare lo spettatore e a trasportarlo nella dura e cruda realtà della guerra vissuta in prima persona da un gruppo di soldati e dai loro ufficiali. La Sottile Linea Rossa è uno dei migliori film sulla guerra mai realizzati nella storia, un capolavoro meritevole e inarrivabile impregnato di una profonda e quanto mai sofferente poetica di fondo. La poesia è nelle immagini dilatate, nella fotografia eccelsa, nei dialoghi disperati dei militari e nella regia sofferente e a dir poco ispirata. Uno di quei film in cui si stenta a trovare un difetto o una sbavatura e dove il tutto ci appare invece come un enorme ed estesa perfezione di suoni e immagini. L'opera vanta inoltre una schiera di numerosi attori sensazionali utilizzati dal regista in modo inusuale e particolare tanto che molti di loro rimangono in scena addirittura meno di cinque minuti. Nella storia non esiste un vero e proprio protagonista e nessuno dei personaggi spicca maggiormente rispetto agli altri o occupa una posizione di rilievo. Sono tutti protagonisti e tutti vittime di un sistema che li vede costretti a soffrire nell'orrore di quella realtà. Il film non si basa su un unico punto di vista in particolare ma, al contrario, estende i propri orizzonti fino ad assimilare i punti di vista di ognuno dei personaggi in questione. Ciò che ne emerge, quindi, è una narrazione incentrata sulle sensazioni e le percezioni di coloro che fanno la guerra evitando di soffermarsi sulla realtà di un solo uomo. Il film è un enorme racconto di molteplici vicende distanti e differenti che si intersecano tra di loro coinvolgendo poco a poco tutti i membri del gruppo. Tra le numerose vicende, però, sono tre quelle che si possono riassumere ed essere considerate le colonne portanti sulle quali si costruisce l'intero filone narrativo. La vicenda del soldato Witt (Jim Caviezel) in combutta col sergente Welsh (Sean Penn), quella del soldato Bell (Ben Chaplin) tormentato dai pensieri sulla moglie e quella del colonnello Tall (Nick Nolte) alle prese col capitano Staros (Elias Koteas). Intorno a queste tre storie il film prende corpo e si trasforma in un'epica e tragica avventura nella quale vinti e vincitori sperimenteranno tutta la sofferenza e l'atrocità della guerra. Non ci sono eroi né grandi guerrieri (per citare Yoda), la guerra distorce e distrugge l'animo umano riducendo tutti alla stessa condizione di carne da macello. Malick dimostra di essere un abile regista e un eccellente narratore riuscendo a dare vita a un'opera complessa e di difficile costruzione. Il film mantiene per tutta la sua durata un ritmo lento e pacato dominato da inquadrature estese e dilatate volte a soffermarsi sui particolari e sui dettagli paesaggistici e dei personaggi e l'uso della camera a mano trova qui ampissimo spazio conferendo una valenza ancor più realistica e veritiera alle immagini. La natura tropicale diventa essa stessa parte integrante delle vicende in quanto crea un divario tra la sua essenza pulita e trasparente e la realtà sporca e corrotta dall'uomo evoluto. Il contrasto tra natura e guerra è messo volutamente in risalto e diventa elemento costante della narrazione tanto che percepiamo sulla nostra pelle l'enorme abisso che intercorre tra la barbarie della realtà bellica e la naturalezza della civiltà primitiva. Le scenografie sono epocali e vengono delineate da una fotografia superlativa che riesce a risaltare le bellezze paesaggistiche tropicali facendo risplendere soprattutto la lucentezza della componente naturale. La natura viene vista e percepita come l'unico elemento puro e incontaminato in un mondo dominato dalla violenza e dal male. Ad accorgersene è il soldato Witt che nonostante si trovi intrappolato in una realtà oscura e maligna riesce a vedere un barlume di speranza rappresentato da quel bene incorrotto che lui stesso aveva sperimentato poco tempo prima. Il bene diventa l'oggetto principale della disputa con il sergente Welsh il quale, a differenza di Witt, ha un animo grigio e cinico che gli impedisce di vedere la luce della salvezza. L'ambivalenza tra i due personaggi è l'ambivalenza del film stesso che gioca ripetutamente sul contrasto tra nero e bianco. La guerra viene vissuta in maniera soggettiva e personale da ognuno dei soldati i quali, a seconda delle loro attitudini, sperimentano la sofferenza e il dolore a loro modo. Bell è costantemente tormentato dal pensiero della moglie che non vede da anni, il colonnello Tall è un uomo anziano e ambizioso che vede in quella missione l'unico tentativo che gli permetterebbe di ottenere un minimo di rivalsa e di orgoglio in una vita che sembra avergli dato ben poco. Ci sono poi il capitano Staros che è più preoccupato per l'incolumità dei suoi uomini che per la buona riuscita della missione, il già citato Welsh privo di speranza e di ottimismo e il fiducioso Witt che riesce a vedere oltre e a percepire quello che sta al di là della realtà bellica. Ognuno di loro vive e reagisce a in maniera differente coesistendo con i propri dolori e le proprie sofferenze. Il racconto si eleva e diventa pura poesia impregnandosi di delicatezza e profonda sensibilità. Le immagini risplendono alla luce del giorno esaltate dai ricchi e significativi dialoghi dei soldati e degli ufficiali che nei momenti di estrema drammaticità e lucidità contemplano stremati la vita intorno a loro domandandosi perplessi se un giorno l'orrore cesserà e la luce potrà finalmente risplendere e brillare su tutti noi.
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