fox
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lunedì 3 settembre 2001
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vorrei capire chi è l'autore dei dizionari farinotti.
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Dire che sono perplessa probabilmente non rende l'idea.
Il fatto che Thin Red Line sia indicato in quasi tutti i siti (e manuali di cinematografia) come uno dei migliori film di guerra degli anni novanta non instilla il dubbio nel Signor Farinotti?
Ha effettivamente visto il film (ho seri dubbi)?
Era sveglio durante la visione?
Mah....
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maxs.
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domenica 27 ottobre 2002
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cani per una recensione
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Primo: questo non è un film di guerra. Si può dire che comincia dove finisce 2001, il messaggio è spietato, il disincanto totale, l'altalena che tanto ha scandalizzato il "nostro" un'immagine sfocata e illusoria, come il passaggio dell'indigeno davanti ai soldati nella parte iniziale del film.
Farinotti dovrebbe limitarsi alle recensioni "holliwoodiane", sappiamo che ama quel mondo e il suo mito, contro il quale peraltro non ho nulla da dire. La medaglia andrebbe vista anche dal suo risvolto, ma questo Farinotti pare non essere in grado di comprenderlo: la disillusione gli fa schifo, "gli spietati", per esempio, è un "west" di merda perché non celebra quel mondo di celluloide falso ma suggestivo che gli piace tanto, il western.
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Primo: questo non è un film di guerra. Si può dire che comincia dove finisce 2001, il messaggio è spietato, il disincanto totale, l'altalena che tanto ha scandalizzato il "nostro" un'immagine sfocata e illusoria, come il passaggio dell'indigeno davanti ai soldati nella parte iniziale del film.
Farinotti dovrebbe limitarsi alle recensioni "holliwoodiane", sappiamo che ama quel mondo e il suo mito, contro il quale peraltro non ho nulla da dire. La medaglia andrebbe vista anche dal suo risvolto, ma questo Farinotti pare non essere in grado di comprenderlo: la disillusione gli fa schifo, "gli spietati", per esempio, è un "west" di merda perché non celebra quel mondo di celluloide falso ma suggestivo che gli piace tanto, il western. Beato lui che scrive sul cinema, a volte sparando cazzate a volte no, e guadagna un sacco di soldi. Forse per lui quel mondo può assomigliare alla realtà, ma per me e per molti altri non è così, e pensare di aver contribuito al suo benessere comprando il suo dizionario, tutto sommato mi fa un po' girare le scatole.
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strangelove
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mercoledì 12 settembre 2001
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uno dei migliori film di guerra di tutti i tempi
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è per me il più grande film deglia anni 90'. E' un opera senza eroi,come possono essere altri film di guerra. Oltre allo splendore delle immagini,grande fotografia,regia particolarissima,scene stupende. Malick parla di temi alti. Senza dubbio uno dei migliori film di guerra in assoluto.Grandissimo capolavoro.
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(di climber)
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mereghetti il supremo
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lunedì 14 gennaio 2002
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capolavoro inarrivabile
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Mi permetto di criticare duramente la recensione del film fatta da questo sito. Da dilettanti stroncare un capolavoro inarrivabile quale "La sottile linea rossa". Grazie.
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(di fabio_ff1975)
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recio
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giovedì 9 giugno 2011
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capolavoro assoluto, solo per l'elite dei cinefili
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Non oso immaginare di vedere un Malick come questo con i miei amici, sarebbe come vedere "Dogma" con un prete.
La magia della regia, della fotografia, delle immagini più che suggestive accompagnate dalle poesie appena sussurrate quasi con fatica dagli uomini, sottolineo uomini, che Malick ci presenta in un film dove la guerra è solo un finto contorno carico però di significato che mai nessuno aveva evidenziato, fanno di questo film un capolavoro assoluto. La musica,di Hans Zimmer, non uno qualsiasi, è eccelsa, superba, carica di magia, una magia più unica che rara nei film degli ultimi 20 anni.
Non importa la storia, come inizia, come va a finire, chi vive, chi muore, importa il resto, il mondo, l'uomo: questi sono i protagonisti di questo film.
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Non oso immaginare di vedere un Malick come questo con i miei amici, sarebbe come vedere "Dogma" con un prete.
La magia della regia, della fotografia, delle immagini più che suggestive accompagnate dalle poesie appena sussurrate quasi con fatica dagli uomini, sottolineo uomini, che Malick ci presenta in un film dove la guerra è solo un finto contorno carico però di significato che mai nessuno aveva evidenziato, fanno di questo film un capolavoro assoluto. La musica,di Hans Zimmer, non uno qualsiasi, è eccelsa, superba, carica di magia, una magia più unica che rara nei film degli ultimi 20 anni.
Non importa la storia, come inizia, come va a finire, chi vive, chi muore, importa il resto, il mondo, l'uomo: questi sono i protagonisti di questo film.
Non è roba per bambinelli, per gente che apprezza il film per una bella storiella, o per un bravo attore (senza nulla togliere alle interpretazione tutte eccezionali, Caviezel in primis), è roba da elite.
Se non siete pronti non perdete tempo, finireste per addormentarvi o per cambiare Dvd.
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simo
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lunedì 3 settembre 2001
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talmente bello da essere stupefacente
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Questo è un serissimo data base (non come i "dizionari" Farinotti..): http://us.imdb.com/ in lingua inglese in cui Thin red line viene definito "one of the most beautiful and deeply philosophical war movies ever".
Che il "Signor" Farinotti si aggiorni un po'..
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piernelweb
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sabato 16 giugno 2007
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poesia e dolore
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Una pellicola senza precedenti di Terrence Malick, che ritrae la tragedia bellica come nessuno aveva mai osato prima. Contrapponendo al dolore/orrore della carneficina di Guadalcanal, la devastante bellezza della natura selvaggia teatro degli scontri, il grande regista texano (da oltre 20 anni lontano dalla macchina da presa) trova una profondità ed una lucidità narrativa da lasciare leteralmente senza fiato. Mentre la guerra si consuma tra vittime e carnefici, vili ed eroi, lo sguardo dell'obbiettivo cade con raffinata eleganza e stridente drammaticità "sull'antico mondo", brutalmente violentato dalla tragedia che si compie. Come una lunga pudica preghiera, la voce fuoricampo ci accompagna tra i pensieri dei giovani soldati, dapprima aggrappati ai felici ricordi di vita passata poi supplichevoli di una speranza di salvezza.
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Una pellicola senza precedenti di Terrence Malick, che ritrae la tragedia bellica come nessuno aveva mai osato prima. Contrapponendo al dolore/orrore della carneficina di Guadalcanal, la devastante bellezza della natura selvaggia teatro degli scontri, il grande regista texano (da oltre 20 anni lontano dalla macchina da presa) trova una profondità ed una lucidità narrativa da lasciare leteralmente senza fiato. Mentre la guerra si consuma tra vittime e carnefici, vili ed eroi, lo sguardo dell'obbiettivo cade con raffinata eleganza e stridente drammaticità "sull'antico mondo", brutalmente violentato dalla tragedia che si compie. Come una lunga pudica preghiera, la voce fuoricampo ci accompagna tra i pensieri dei giovani soldati, dapprima aggrappati ai felici ricordi di vita passata poi supplichevoli di una speranza di salvezza. Ma non c'è scampo alla guerra, solo morte o vita ad un prezzo troppo alto da pagare. Nello stellare cast (i grandi nomi hanno fatto la fila per partecipare al progetto) brilla su tutti, oltre ad un illuminato Caviezel e al disilluso Penn, uno straordinario Nick Nolte, agghiaciante e delirante ritratto del nonsense militare. Assistendo a questa opera maestosa che travalica i confine del genere, si ha l'impressione di seguire un'unica imponente e magniloquente scena madre lunga quanto il film. Da annoverare assolutamente tra i migliori film degli ultimi decenni.
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dannunzio
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martedì 24 luglio 2007
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di cosa stiamo parlando.
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Ho letto la recensione del Farinotti e devo ammettere di essere rimasto spiazzato da tanta ostilità nei confronti del buon Terrence Malick.
Allo stesso tempo, però, mi rendo conto di come ci siano molti e molti modi di vedere il cinema, nelle sue varie espressioni. E allora una lettura come quella data dal Farinotti forse può acquistare senso.
Io parto dal presupposto (personalissimo, a questo punto) che "La sottile linea rossa" sia non solo uno dei più bei film di guerra, ma in assoluto uno dei migliori film che siano stati girati. Per profondità dei temi affrontati, per le tecniche utilizzate, per la colonna sonora, per i grandi attori che, come affermava qualcuno prima di me in un'altra recensione di mymovies, si piegano ad una volontà, alla totalità che contraddistingue il film.
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Ho letto la recensione del Farinotti e devo ammettere di essere rimasto spiazzato da tanta ostilità nei confronti del buon Terrence Malick.
Allo stesso tempo, però, mi rendo conto di come ci siano molti e molti modi di vedere il cinema, nelle sue varie espressioni. E allora una lettura come quella data dal Farinotti forse può acquistare senso.
Io parto dal presupposto (personalissimo, a questo punto) che "La sottile linea rossa" sia non solo uno dei più bei film di guerra, ma in assoluto uno dei migliori film che siano stati girati. Per profondità dei temi affrontati, per le tecniche utilizzate, per la colonna sonora, per i grandi attori che, come affermava qualcuno prima di me in un'altra recensione di mymovies, si piegano ad una volontà, alla totalità che contraddistingue il film.
E' pur vero, però, che compito del cinema, come nella tradizione delle cose degli uomini, sia quello di raccontare storie. Ed è quindi necessario che queste storie siano lineari, dirette, portino ad una conclusione chiara e che non distolgano l'attenzione di chi le segue.
Beh, definire la sottile linea rossa una semplice storia è un po' poco. Dunque è normale che se un film del genere viene inserito sotto il genere "film di guerra" vi sarà necessariamente qualcuno che rimarrà scontento.
Un fil del genere implica necessariamente una lettura "alta" del testo che, necessariamente, non è possibile ottenere dal pubblico inteso come totalità.
Credo che il Farinotti alluda a questo, quando si accanisce contro il film di Malick.
E' un film, purtroppo, per pochi. E la grandezza dei film, a volte, è proprio nella loro capacità di avvicinare la masse.
Due tipi di lettura, dunque.
chi si aspetta un "film di guerra" resterà deluso.
Chi si aspetta, invece, un'opera d'arte cinematografica, rimarrà incantato.
Scusate se mi sono dilungato.
Fulvio Bernardini
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laurence316
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venerdì 8 settembre 2017
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non un capolavoro ma solo (a tratti) un buon film
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Primo film di Malick in vent'anni (il suo precedente, I giorni del cielo, risale al 1978), La sottile linea rossa è un film corale e complesso, un film dai tempi estremamente dilatati (e sarebbe potuto durare anche molto di più, se non fossero state tagliate nel montaggio finale le parti di Mickey Rourke, Viggo Mortensen, Bill Pullman, e molti altri) in cui i personaggi si sentono continuamente in dovere di dibattere, soprattutto per mezzo di monologhi interiori, i più svariati temi: la vita, la morte, la natura ostile ed estranea, la futilità della guerra, ecc.
Non è un racconto unitario, non presenta né un vero inizio né una vera conclusione, procede per episodi sparsi, segue svariati personaggi allo stesso tempo e tolti i circa 70 minuti che riguardano l'attacco (che comunque, alla lunga, inducono a stanchezza), risulta spesso pedante, noioso, eccessivo.
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Primo film di Malick in vent'anni (il suo precedente, I giorni del cielo, risale al 1978), La sottile linea rossa è un film corale e complesso, un film dai tempi estremamente dilatati (e sarebbe potuto durare anche molto di più, se non fossero state tagliate nel montaggio finale le parti di Mickey Rourke, Viggo Mortensen, Bill Pullman, e molti altri) in cui i personaggi si sentono continuamente in dovere di dibattere, soprattutto per mezzo di monologhi interiori, i più svariati temi: la vita, la morte, la natura ostile ed estranea, la futilità della guerra, ecc.
Non è un racconto unitario, non presenta né un vero inizio né una vera conclusione, procede per episodi sparsi, segue svariati personaggi allo stesso tempo e tolti i circa 70 minuti che riguardano l'attacco (che comunque, alla lunga, inducono a stanchezza), risulta spesso pedante, noioso, eccessivo.
Sicuramente ha i suoi punti di forza, sicuramente le scene dei combattimenti sono filmate con professionale maestria, ma La sottile linea rossa alla fine lascia lo spettatore decisamente perplesso e intontito per quanto non lo si possa certo giudicare un brutto film. Carica troppo sul tasto del misticismo e per questo e altri motivi ha trovato schiere di critici che lo hanno subito acclamato quale un nuovo capolavoro di fine millennio, a quanto pare convinti che il rifiuto di qualsiasi moda o tendenza sia di per se un merito.
Ottime, comunque, sia la fotografia di Toll che le musiche di Zimmer.
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walter leonardi
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mercoledì 25 aprile 2001
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commovente e difficile:uno dei migliori film di guerra degli ultimi anni
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Un coccodrillo che entra in una palude,un albero secolare,l'amore e la fratellanza fra i melanesiani:queste sono le immagini che costituiscono l'inizio de "La sottile linea rossa".Un inizio singolare,immerso nella bellezza,certamente antitetico a quello immerso nell'orrore di "Salvate il soldato Ryan" ,in un film che non è il solito war movie.L'ultima opera (speriamo solo per ora) di Malick,infatti,si basa sul confronto fra la natura e la guerra,fra la bellezza e l'orrore,fra la pace e il caos,fra la Vita e la Morte.Un film riflessivo,che ha colpisce lo spettatore per come racconta la progressiva disumanizzazione di ogni uomo di fronte alla guerra.Bello e difficile,con qualche difetto perdonabile,"La sottile linea rossa"può essere considerato uno dei migliori film anni '90.
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