no_data
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sabato 20 giugno 2015
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un manifesto della modernità (spoiler)
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Inarritu va a teatro, quello con la T maiuscola, quello all'origine della cultura delle arti visive americane, il crogiuolo delle vette della recitazione. Lo stravolge, lo bombarda e dalle sue macerie lo fa risorgere in veste rinnovata. Gli attori spaesati sono inseriti in un mondo reale in “continuo”, dove non esistono il montaggio, la post-produzione e gli effetti speciali.
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Inarritu va a teatro, quello con la T maiuscola, quello all'origine della cultura delle arti visive americane, il crogiuolo delle vette della recitazione. Lo stravolge, lo bombarda e dalle sue macerie lo fa risorgere in veste rinnovata. Gli attori spaesati sono inseriti in un mondo reale in “continuo”, dove non esistono il montaggio, la post-produzione e gli effetti speciali.
In questo si rivelano attori di basso livello, così per la critica non sono degni di avvicinarsi ai mostri sacri che hanno calpestato gli stessi palchi. Il personaggio di Keaton, provieniente dalle maggiori produzioni hollywoodiane, insegue il riscatto personale entrando in completa crisi interiore con quella che è la realtà del lavoro che rappresenta. Trasporta costantemente il fantasma del suo personaggio eroico, adatto ad un pubblico decisamente meno ricercato. Si capisce che esiste un abisso enorme tra la recitazione teatrale e cinematografica. Il teatro non può assumere lo stesso impatto visivo di una pellicola cinematografica ricca di colori e animazioni computerizzate, ma non per questo è menomato, dato lo spessore intellettuale che deve trasportare. Questa differenza non è concepita da Birdman e Keaton. Non è capace di separare il ruolo di attore hollywoodiano da quello di attore teatrale e quello di uomo, ex marito e padre. Complice anche il suo ostinato ego, perde velocemente sè stesso e la sua integrità con ripetuti tentativi di suicidio. Una perdizione scandita a ritmo frenetico e sconclusionato da una batteria assordante.
Alla prima dello spettacolo, quella che dovrebbe rappresentare la sconfitta totale e il suo fallimento (annunciato a priori dalla critica), Keaton decide di compiere il folle gesto nell'ultima scena utilizzando una pistola vera puntata alla tempia. Quella che era un'autostrada per il fallimento viene così elogiata come una nuova forma di arte che sfocia nell'iper‑realismo, assumendo toni trionfali. Keaton dimostra che, nonostante l'opera teatrale scadente, l'effetto scenico da Hollywood anche se senza effetti speciali, è da standing ovation.
Il film è moto più complesso di tutto ciò, attraverso i vari personaggi vengono date numerose sfaccettature. In particolare, per importanza, con il personaggio della figlia viene esplorata la nuova generazione, descritta con grande negatività come una generazione bruciata che ha perso la sfida personale dell'autorealizzazione scambiandola per un fenomeno di immagine da social-network, disinteressata per il vivere autentico, una generazione dalla mente annebbiata che, figuratamente viene abusata dalle persone un poco più sveglie (un grande Norton). Chi non ha la pagina personale sulle piattaforme di social network non ha visibilità, non è nessuno, non conta.
In quest'ottica, paradossale, il personaggio di Keaton riscuote di gran lunga più visibilità da azioni di follia che finiscono per diventare virali che per la sua attività di attore. La generalizzata stupidità dell'epoca moderna basata unicamente sull'apparire in ogni forma potrebbe essere vista come la causa dello stesso fallimento annunciato del teatro che eleva la crisi e il gesto disperato di un uomo in un'alta espressione artistica. Una platea che apprezza uno spettacolo del genere non può che essere il sintomo di una malattia ormai con metastasi, partite dal mondo del cinema per colpire il teatro. Il malato (società) è in rianimazione. Grazie Inarritu, te lo meriti.
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liuk!
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sabato 13 giugno 2015
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autoreferenziale
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Hollywood vs Broadway. L'america si autoincensa con un regista messicano, apparentemente super partes ma che, evidentemente, impacchetta un prodotto destinato a vincere l'oscar attraverso l'autocompiacimento di giudici di bassa lega.
L'unico premio corretto sarebbe stato quello di miglior attore protagonista ad un Michael Keaton praticamente perfetto. Ovviamente questo premio non lo ha preso!
Nel complesso parliamo di una narrazione poco lineare, scopiazzata a destra e a manca da altre pellicole di successo (vedi A Beautiful Mind), incentrata su un attore di hollywood ormai in declino e famoso solo per la saga Birdman, che si improvvisa regista ed attore teatrale.
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Hollywood vs Broadway. L'america si autoincensa con un regista messicano, apparentemente super partes ma che, evidentemente, impacchetta un prodotto destinato a vincere l'oscar attraverso l'autocompiacimento di giudici di bassa lega.
L'unico premio corretto sarebbe stato quello di miglior attore protagonista ad un Michael Keaton praticamente perfetto. Ovviamente questo premio non lo ha preso!
Nel complesso parliamo di una narrazione poco lineare, scopiazzata a destra e a manca da altre pellicole di successo (vedi A Beautiful Mind), incentrata su un attore di hollywood ormai in declino e famoso solo per la saga Birdman, che si improvvisa regista ed attore teatrale. Nel contorno ci sono amori, rapporti complessi con la figlia, schizofrenia, droga, sesso... insomma il festival del clichè. Unica scena non prevedibile sono i 10 secondi finali, originali e non scontati. Tutto il resto è assolutamente tralasciabile.
Il mio consiglio è di evitarne la visione, non aggiungerà nulla al vostro sapere cinematografico e difficilmente vi intratterà.
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gabri0001
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venerdì 29 maggio 2015
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l'imprevedibile virtu' del teatro
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L’immagine che lascia più perplesso lo spettatore è quella della meteora subito dopo affiancata al corpo di una medusa ormai morta, che compare all’inizio e alla fine del film.
Questo si potrebbe paragonare con il geniale racconto la metamorfosi di Franza Kafka.
Ma attraverso la metamorfosi un soggetto diventa ciò che in realtà è sempre stato. Questo significa che Riggan si è sempre sentito come una stella che precipita, per poi diventare una medusa in decomposizione.
Infatti, nel racconto “la metamorfosi”, Gregor Samsa, trasformandosi in un insetto, diventa ciò che in realtà era, perché egli era trattato come un insetto, e quella che conduceva non era una vita.
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L’immagine che lascia più perplesso lo spettatore è quella della meteora subito dopo affiancata al corpo di una medusa ormai morta, che compare all’inizio e alla fine del film.
Questo si potrebbe paragonare con il geniale racconto la metamorfosi di Franza Kafka.
Ma attraverso la metamorfosi un soggetto diventa ciò che in realtà è sempre stato. Questo significa che Riggan si è sempre sentito come una stella che precipita, per poi diventare una medusa in decomposizione.
Infatti, nel racconto “la metamorfosi”, Gregor Samsa, trasformandosi in un insetto, diventa ciò che in realtà era, perché egli era trattato come un insetto, e quella che conduceva non era una vita.
Quella immagine mostra il cambiamento della vita di Riggan Thomson interpretato da Michael Keaton. Prima era una star del cinema, apprezzata e ricordata da tutti (anche se nel film molte persone si ricordano di lui) che poi, cerca di essere ricordato come un grande attore, e non un solo interprete di film modesti come appunto Birdman il film dove lui era protagonista, ma lui, attraverso il teatro cerca di diventare attore, anche se, non si capisce se riesce nel suo intento.
Altro dettaglio che si può notare a circa metà film, è il matto che grida per strada le parole del Machbeth.
Si potrebbe aprire una parentesi con il racconto di Willam Shakespeare, dove il “fool” o meglio dire il “giullare” è sempre colui che dice le cose come stanno realmente. Per farla breve è colui che dice la pura verità senza minima traccia di menzogna.
Una scena molto bella del film mostra la figlia dell’ attore che disegna su un rotolo di carta igienica tanti segmenti, ognuno dei quali, spiega lei, rappresenta qualche miglia di anni della storia dell’universo.
Tutto questo viene spiegato attraverso la finzione del teatro che riesce a superare lo scacco finale della condizione umana, infatti il personaggio, nella sequenza finale, si getta dalla finestra, ma non muore. Anzi, compie un’azione impossibile: cioè volare. Il finale del film è tutt’altro che paradossale. Un teatro nel teatro, si potrebbe dire. Nel film vediamo attori che recitano in panni di attori e tutto il film è una parabola sul teatro, la quale spiega la fragilità della condizione umana
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paolo_sem
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martedì 12 maggio 2015
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la vera sorpresa del 2015
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Un attore che in passato è stato celebre grazie all'interpretazione di un famoso supereroe, ma che ora è dimenticato da tutti e che non è riuscito a lanciare la sua carriera, ma ora vuole rimettersi in gioco con uno spettacolo teatrale.
Sostanzialmente la trama di Birdman è questa, apparentemente semplice, ma che invece risulta essere un miscuglio di riflessioni sui sentimenti del genere umano, in primo luogo l'egoismo, infatti il protagonista è enormemente egoista (questo lo capiamo soprattutto da una scena a metà del film che è a dir poco fanatastica). Il lato tecnico di questo film è perfetto, a partire dal piano sequenza fino ad arrivare alla fantastica fotografia di Lubezki, non sono da meno le interpretazioni, in particolare Edward Norton, che ha un personaggio sceneggiato alla perfezione.
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Un attore che in passato è stato celebre grazie all'interpretazione di un famoso supereroe, ma che ora è dimenticato da tutti e che non è riuscito a lanciare la sua carriera, ma ora vuole rimettersi in gioco con uno spettacolo teatrale.
Sostanzialmente la trama di Birdman è questa, apparentemente semplice, ma che invece risulta essere un miscuglio di riflessioni sui sentimenti del genere umano, in primo luogo l'egoismo, infatti il protagonista è enormemente egoista (questo lo capiamo soprattutto da una scena a metà del film che è a dir poco fanatastica). Il lato tecnico di questo film è perfetto, a partire dal piano sequenza fino ad arrivare alla fantastica fotografia di Lubezki, non sono da meno le interpretazioni, in particolare Edward Norton, che ha un personaggio sceneggiato alla perfezione.
Qualche difetto questo film ce l'ha, ma sono talmente pochi che vengono offuscati dalla bellezza del progetto intero.
Una menzione speciale per la fine che è stata criticata da molti, ma che io ritengo racchiuda tutto il pensiero del regista sul tema affrontato.
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gambardella
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mercoledì 6 maggio 2015
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strano film
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birdman è uno strano film che non lascia trasparire chiaramente i suoi intenti o meglio il carattere reale dei suoi contenuti. ho scelto l'opzione film più che discreto ma oserei dire discreto e nulla di più. quello che lo rende discreto è la notevole abilità tecnica degli attori e del regista ma il resto? va bene il film suona come una specie di caricatura di holliwood e del mondo del cinema e del teatro,come anche una opinabile analisi della psicologia dell'attore.ma mio modo di vedere si tratta solo del genuflettersi di un regista di notevole talento ad holliwood e ai gusti correnti del pubblico. parliamoci chiaro birdman è veramente l'uomo uccello ,dotato di straordinari poteri telecinetici nella scena finale la figlia lo vede volare! l'astrusità e il nichilismo la fanno da padrona così come vuole il grande pubblico per lo più adolescenziale, si grida al capolavoro quando non è altro che ruffianismo , prostrarsi al padrone mercato.
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birdman è uno strano film che non lascia trasparire chiaramente i suoi intenti o meglio il carattere reale dei suoi contenuti. ho scelto l'opzione film più che discreto ma oserei dire discreto e nulla di più. quello che lo rende discreto è la notevole abilità tecnica degli attori e del regista ma il resto? va bene il film suona come una specie di caricatura di holliwood e del mondo del cinema e del teatro,come anche una opinabile analisi della psicologia dell'attore.ma mio modo di vedere si tratta solo del genuflettersi di un regista di notevole talento ad holliwood e ai gusti correnti del pubblico. parliamoci chiaro birdman è veramente l'uomo uccello ,dotato di straordinari poteri telecinetici nella scena finale la figlia lo vede volare! l'astrusità e il nichilismo la fanno da padrona così come vuole il grande pubblico per lo più adolescenziale, si grida al capolavoro quando non è altro che ruffianismo , prostrarsi al padrone mercato. il bello è che quando un regista di caratura tecnica e di contenuti nettamente superiore, mostra a tutti cosa vuole dire fare cinema , e mi riferisco a sorrentino e la grande bellezza si grida allo scandalo e all'atrusità!
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dragsup
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lunedì 27 aprile 2015
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.....
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bruttissimo , nooso e senza senso, ma come li ha vinti gli oscar....
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domenica 26 aprile 2015
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quando le parole non bastano
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Non è facile parlare di Birdman, credo che ogni parola sia superflua, così come ogni definizione che si voglia attribuirgli. Birdman non è un film, è teatro d'avanguardia cinematografico in piano sequenza, è un quadro del quarto millennio venuto dal futuro, un'opera d'arte dinamica. È pura espressione artistica e umana: è una commedia nera, un film drammatico, un grottesco, una rappresentazione di gioie, dolori e emozioni, un affresco sull'umanità. Innarritu ha confezionato un'opera d'arte superlativa.
Che ti prende al cuore e alla mente: perché il Riggan Thomson è in ognuno di noi, è il Riggan Thomson stanco di essere il re del proprio castello che ammalia tutti, ma crolla da dentro, che fa il possibile per liberarsi del proprio fantasma miseramente mettendo in scena Carver, è il Riggan Thomson che si fa divorare dal proprio orgoglio oscurato dalle mediocrità dei vari Mike Shiner, il Thomson che agli occhi di tutti è l'eroe, è la maschera che esso stesso indossa che nasconde la propria umanità.
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Non è facile parlare di Birdman, credo che ogni parola sia superflua, così come ogni definizione che si voglia attribuirgli. Birdman non è un film, è teatro d'avanguardia cinematografico in piano sequenza, è un quadro del quarto millennio venuto dal futuro, un'opera d'arte dinamica. È pura espressione artistica e umana: è una commedia nera, un film drammatico, un grottesco, una rappresentazione di gioie, dolori e emozioni, un affresco sull'umanità. Innarritu ha confezionato un'opera d'arte superlativa.
Che ti prende al cuore e alla mente: perché il Riggan Thomson è in ognuno di noi, è il Riggan Thomson stanco di essere il re del proprio castello che ammalia tutti, ma crolla da dentro, che fa il possibile per liberarsi del proprio fantasma miseramente mettendo in scena Carver, è il Riggan Thomson che si fa divorare dal proprio orgoglio oscurato dalle mediocrità dei vari Mike Shiner, il Thomson che agli occhi di tutti è l'eroe, è la maschera che esso stesso indossa che nasconde la propria umanità. Birdman è un film cinicamente pirandelliano, epicamente antieroico, amaramente divertente. È uno di quei film che li vedi una volta e ti segnano la vita.
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mario tognetti
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lunedì 20 aprile 2015
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ironico, magistrale, imprevedibile
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Ammetto che questa è la prima recensione che pubblico, potrei essere (anzi, sarò di certo) meno accurato e accorto di molti altri recensionisti su questo sito, le cui opinioni aiutano anche ad apprezzare meglio il film. Ammetto anche di non essere stato troppo entusiasta all'entrata al cinema, soprattutto per i commenti negativi riferiti da alcuni amici riguardo Michael Keaton, considerato da loro attore piatto e monoespressivo... E invece eccola qui "l'imprevedibile virtù" di Birdman: un film che tratta un argomento scomodo e critico nei confronti dello star system, ma senza mai tangere lo stucchevole o il moralizzante, candidato, giustamente, a 9 academy awards e proclamato, ancora più giustamente, re della notte degli oscar 2015.
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Ammetto che questa è la prima recensione che pubblico, potrei essere (anzi, sarò di certo) meno accurato e accorto di molti altri recensionisti su questo sito, le cui opinioni aiutano anche ad apprezzare meglio il film. Ammetto anche di non essere stato troppo entusiasta all'entrata al cinema, soprattutto per i commenti negativi riferiti da alcuni amici riguardo Michael Keaton, considerato da loro attore piatto e monoespressivo... E invece eccola qui "l'imprevedibile virtù" di Birdman: un film che tratta un argomento scomodo e critico nei confronti dello star system, ma senza mai tangere lo stucchevole o il moralizzante, candidato, giustamente, a 9 academy awards e proclamato, ancora più giustamente, re della notte degli oscar 2015. Inarritu delizia il pubblico con un esercizio di tecnica da fuoriclasse, giocando per tutto il film con la tecnica del piano sequenza (molto amata anche da un altro regista messicano altrettanto talentuoso: Alfonso Cuaròn (si guardi “i figli degli uomini” per averne la prova)), facendo così sentire lo spettatore parte integrante della vicenda, come se origliasse di nascosto i dialoghi dei personaggi, supportati da una grande sceneggiatura. La storia parla di Riggan Thomson, ex attore di blockbusters e interprete di Birdman, personaggio che gli donò fama ma ora lo condanna al tormento nel momento in cui il protagonista vuole dimostrare a sé stesso e agli altri la sua vena da grande attore tramite l’adattamento teatrale di “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” di Raymond Carver. Riggan avrà da fare a tenere unito un cast molto litigioso, colpa dell’arrivo del co-protagonista Mike Shiner, interpretato magistralmente Edward Norton, a non deteriorare ulteriormente i rapporti con la figlia tossicodipendente Sam (Emma Stone), e a risanare per quanto possibile i legami con la ex moglie, facendo i conti con il continuo e angosciante pensiero per la buona riuscita dello spettacolo, dove Riggan si gioca tutto (sparecchi soldi, dignità personale e voglia di rivalsa nei confronti della critica, che lo considera una celebrità, ma non un grande attore). Michael Keaton è l’anima del film, la sua interpretazione svaria dal volto esasperato di Riggan-artista, distrutto dal dramma interno, famigliare, professionale che lo affligge, al Riggan-celebrità, dove si abbandona alla voce di Birdman, ai fasti del passato e, con sorriso sornione, accarezza l’idea di tornare alla ribalta grazie all’eroe che lo ha fatto diventare grande. Questo marasma di vicende è condito dall’ironia delle battute, dal mistero del finale (dove non si capisce la scelta finale di Riggan, cambiare e diventare artista “di nicchia” grazie al successo che ha effettivamente avuto il suo spettacolo o abbandonarsi al piacevole volo della celebrità, della star che vede tutti dall’alto) e dal pathos che inevitabilmente suscita il dramma degli attori (intesi come personaggi). Sono uscito dalla sala consapevole di aver visto un grandissimo film, imprevedibilmente stupito dalla perfezione tecnica e interpretativa, tanto da sentirmi in colpa per le sensazioni avute prima della visione. Uno dei miei film preferiti, lo consiglio a tutti.
P.S.: per la lunghezza non ho menzionato Zach Galfianakis, Naomi Watts e Anne Risebourgh, bravissimi pure loro.
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talitha kaithos
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giovedì 16 aprile 2015
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miglior film tagliente
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Tecniche di regia caratterizzate da lunghe inquadrature e piani sequenza di anche dieci minuti, che sono da una parte un punto in più a favore della pellicola per la loro particolarità, danno allo spettatore la sensazione di vivere la storia in prima persona; ciò lo spaventa e lo porta automaticamente ad avere una sorta di repulsione e allontanamento nei confronti dei personaggi e della narrazione stessa. Molti meccanismi all'interno della trama sono difficili da cogliere e i personaggi, nonostante la loro caratterizzazione psicologia sia ben sviluppata, tendono a sparire ad essere inghiottiti dall'enorme ombra del protagonista e del suo alter ego piumato.
Insomma, una geniale arma a doppio taglio che riesce a far provare sentimenti contrastanti di amore e odio, confusione e compassione per due ore senza interruzioni.
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cesarp
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venerdì 10 aprile 2015
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birdman: la rappresentazione surreale della realtà
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Credo sia stata premiata l'originalità delle riprese. Il regista si è cimentato in una vera e propria prova di forza, riuscendo a montare un unico piano sequenza per una intera commedia. In realtà non si tratta di un'unica ripresa di due ore (piano sequenza vero e proprio), ma di diverse riprese dalla lunga durata fuse assieme, approfittando dell'assenza di luce o di immagini fisse. Il montaggio del film dunque, è ben celato ma presente. Resta comunque l'indiscusso virtuosismo tecnico del regista messicano. La continuità delle riprese, che si svolgono sostanzialmente all'interno di un teatro, richiamano la recitazione vera e propria, quella teatrale. Il cast -sensazionale- si cimenta nell'interpretazione di attori di teatro, e la rappresentazione della rappresentazione della realtà è la chiave di lettura dell'intera opera.
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Credo sia stata premiata l'originalità delle riprese. Il regista si è cimentato in una vera e propria prova di forza, riuscendo a montare un unico piano sequenza per una intera commedia. In realtà non si tratta di un'unica ripresa di due ore (piano sequenza vero e proprio), ma di diverse riprese dalla lunga durata fuse assieme, approfittando dell'assenza di luce o di immagini fisse. Il montaggio del film dunque, è ben celato ma presente. Resta comunque l'indiscusso virtuosismo tecnico del regista messicano. La continuità delle riprese, che si svolgono sostanzialmente all'interno di un teatro, richiamano la recitazione vera e propria, quella teatrale. Il cast -sensazionale- si cimenta nell'interpretazione di attori di teatro, e la rappresentazione della rappresentazione della realtà è la chiave di lettura dell'intera opera. La loro condanna al continuo movimento e ad una perpetua persecuzione della macchina da presa è il modo con cui il regista cerca di catturare lo splendore del reale in una situazione surreale.
Il ritmo della storia è incalzante, i dialoghi coinvolgenti, il cast, come ho già detto, memorabile. Troviamo Michael Keaton, nei panni di Riggan, famoso per aver interpretato per ben tre volte il supereroe 'Birdman'. Ha rifiutato il contratto per il quarto film della saga e prova, dopo una lunga pausa, a rilanciarsi come artista impegnato nella messa in scena d'una commedia teatrale. Ci sono Edward Norton, magistrale nell'interpretare un grande attore presuntuoso ed accentratore, che forma una coppia scoppiettante assieme a Keaton. Troviamo Naomi Watts e Zach Galifianakis, ed anche Emma Stone. Si muove disinvolta nelle particolari condizioni dettate dalla tipologia delle riprese, ci mostra la sua bravura nei panni d'un personaggio disincantato e ribelle, il classico archetipo della nostra generazione. Interpreta Sam, la figlia di Riggan (Michael Keaton) e gli fa da assistente, provata da una recente riabilitazione per uso di sostanze stupefacenti.
Oltre alla forte partecipazione della colonna sonora, è un film in cui veemente è la presenza del passato e di ciò che siamo stati. Lo troviamo nei curiosi dialoghi: Mike (Norton) rivela a Sam (Stone) che il suo desiderio sarebbe di strapparle gli occhi per poter tornare a guardare 'quella strada' come la vedeva una volta. La sua insistenza permea il film ed è portata fino al parossismo arrivando ad una vera e propria personificazione. Trovo molto interessante questa trovata del regista. Molto spesso ci troviamo a fare i conti con altre persone, la situazione in qualche modo è quasi sempre evitabile o rimandabile, il nostro ego invece ci segue, sempre e comunque. Siamo quello che siamo per scelte compiute da noi stessi in tempi trascorsi, spesso dobbiamo fare i conti con quello che eravamo e spesso il nostro 'Io' passato è più forte e presente della persona che ora siamo. Chi meglio di un attore che ha raggiunto la celebrità recitando i panni di un supereroe può raccontarcelo? Un attore che ama ed odia la sua stessa fama, a tal punto da mettersi in competizione con essa, cercando di dimostrare, prima di tutto alla persona che è ora, di essere anche un grande commediante e non solo una celebrità. La distinzione tra valore reale e successo è il filo conduttore del film e degli astrusi pensieri di Riggan. Egli vuole essere molto più della beffarda bestia mascherata che ha interpretato in passato. E quindi, che lo spettacolo abbia inizio. Ed alla fine sarà divertente interpretarlo.
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