paride86
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domenica 10 luglio 2011
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meraviglioso
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La vita di un piccolo nucleo familiare come microcosmo rappresentativo di un'umanità infinitamente piccola, paragonata ai millenni dell'evoluzione, alla grandezza dell'universo, al mistero dell'esistenza di dio: questo e molto altro è "The Tree of Life", un film luminoso e toccante che prova a raccontare la vita in tutte le sue forme.
Il paragone con "2001: Odissea nello Spazio" è corretto in termini di concept e di modi, ma è la componente mistica che lo distingue dal capolavoro di Kubrick.
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La vita di un piccolo nucleo familiare come microcosmo rappresentativo di un'umanità infinitamente piccola, paragonata ai millenni dell'evoluzione, alla grandezza dell'universo, al mistero dell'esistenza di dio: questo e molto altro è "The Tree of Life", un film luminoso e toccante che prova a raccontare la vita in tutte le sue forme.
Il paragone con "2001: Odissea nello Spazio" è corretto in termini di concept e di modi, ma è la componente mistica che lo distingue dal capolavoro di Kubrick.
Ottimo il cast di attori, tra i quali spiccano Brad Pitt, interprete spesso sottovalutato, e Jessica Chastain, madre amorevole e piena di dedizione.
Accompagnato da immagini stupendamente fotografate e da una colonna sonora ipnotica, "The Tree of Life" è un vero capolavoro.
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marmau
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domenica 17 luglio 2011
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una bella chiaccherata tra amici è molto meglio.
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Il film concatena splendide immagini tipo "il mondo di quark" ad una storia di famiglia con 3 bimbi con immancabile dramma, il tutto condito da una buona dose di fumosità in modo da far capire e non far capire. Tecnica riuscita perchè io in effetti non ci ho capito molto, e, convinto come sono che chi ha qualcosa da dire farebbe cosa buona a sforzarsi di farsi capire, mi sono irritato non poco... pensavo comunque fosse un mio problema ma sono stato contento alla fine del film di constatare che ci sia stato da parte di tutto il cinema un grande sollievo per la fine di un incubo ed un vaffanculo generale all'indirizzo dello schermo. Direi che film come questo servono solo a disaffezionare la gente al cinema, che se lo guardi e riguardi chi l'ha fatto per dire a se stesso quanto bravo è.
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morrison
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sabato 11 giugno 2011
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la bellezza di percepire una realtà in modo differ
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Avrei voluto scrivere un commento più articolato, ma visitando il vostro forum mi sono reso conto che è già stato scritto tutto sia contro che a favore di questo film che per quanto mi riguarda ho atteso l'uscita con trepidazione e aspettative elevate, in linea di massima mi trovo d'accordo su quanto scritto da carioca8, anch'io apprezzo moltissimo Sean Pean che ritengo uno dei migliori attori/registi in circolazione, così come credo sia un grande attore Brad Pitt che paradossalmente la sua bellezza agli occhi di molti ne sminuisce la bravura, tornando al film salverei la meravigliosa fotografia e l'interpretazione degli attori in toto a parte la Chastain che non mi ha convinto per nulla il resto è stata per me un profonda delusione.
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Avrei voluto scrivere un commento più articolato, ma visitando il vostro forum mi sono reso conto che è già stato scritto tutto sia contro che a favore di questo film che per quanto mi riguarda ho atteso l'uscita con trepidazione e aspettative elevate, in linea di massima mi trovo d'accordo su quanto scritto da carioca8, anch'io apprezzo moltissimo Sean Pean che ritengo uno dei migliori attori/registi in circolazione, così come credo sia un grande attore Brad Pitt che paradossalmente la sua bellezza agli occhi di molti ne sminuisce la bravura, tornando al film salverei la meravigliosa fotografia e l'interpretazione degli attori in toto a parte la Chastain che non mi ha convinto per nulla il resto è stata per me un profonda delusione....presuntuoso, pieno di ovvietà sino a sfiorare il banale, un bel documentario naturistico/cosmogonico in salsa spirituale.....insomma il messaggio qual'è?.....la piccolezza della natura umana dinnanzi alla natura universale e alle leggi che la governano?.....l'impossibilità dell'uomo di governare il proprio cammino senza la guida del divino?....o il divino che necessità della natura umana per proseguire nella sua manifestazione eterna e inconoscibile?...l'indagine sulle debolezze del uomo?....Indagine sulla forza del divino che è in noi?...riflessione sulla cosmogonia tutta?.....forse mi è sfuggito qualcosa e può essere che non l'abbia capito...sta di fatto che emozionalmente e vibrazionalmente non mi ha lasciato nulla, anzi in alcune parti mi ha persin irritato(...la colpa non è di Malick...ma delle mie aspettative...) di certo non tornerò a vederlo perchè ritengo che ognuno accolga quello che è in grado a seconda della sua, appunto , percezione soggettiva della realtà. Non capisco i giudizi pseudointelletuali duri e quasi aggressivi che molti navigatori di questo forum fanno su i commenti di chi non apprezzato questo film, spieghino a noi poco sensibili e aperti di cuore e mente, nel dettaglio che cosa è rimasto loro nell'interiorità e che cosa di grande e profondo ci ha voluto far vedere e sentire il grande regista Malick che stimo e apprezzo moltissimo.Chiudo dicendovi che ho visto questo film all'Anteo spazio cinema di Milano Feudo di appassionati ed esperti di cinema d'autore e non solo e posso dirvi che diverse persone hanno lasciato la sala prima del termine, ed anche alla fine del film i commenti erano piottosto sarcastici....Insomma credo che potremmo passare ore a confrontarci su questo senza giungere ad un punto d'intesa comune ..quindi Evviva la BELLEZZA DELLA DIVERSITA' NEl PERCEPIRE UNA REALTA'.
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filippo catani
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venerdì 17 giugno 2011
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deludente
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Il film muove dalla descrizione di una famiglia della provincia americana degli anni 50 sconvolta a causa della perdita di un figlio. I flashback del fratello cercheranno di fare un po' di luce sulle vicende familiari il tutto all'interno di una più profonda meditazione sul senso del mondo.
Vincitore della Palma d'oro, The tree of life lascia con l'amaro in bocca. Intanto è assolutamente un autentico spreco scritturare Sean Penn e relegarlo a una recitazione minima. Poi il film mette in luce cose che apparentemente avevamo già visto o sapevamo già: un padre che non si è mai realizzato e che cerca di passare al figlio maggiore le sue esperienze per non farlo diventare come lui ma che allo stesso tempo sfoga sul figlio la sua frustrazione.
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Il film muove dalla descrizione di una famiglia della provincia americana degli anni 50 sconvolta a causa della perdita di un figlio. I flashback del fratello cercheranno di fare un po' di luce sulle vicende familiari il tutto all'interno di una più profonda meditazione sul senso del mondo.
Vincitore della Palma d'oro, The tree of life lascia con l'amaro in bocca. Intanto è assolutamente un autentico spreco scritturare Sean Penn e relegarlo a una recitazione minima. Poi il film mette in luce cose che apparentemente avevamo già visto o sapevamo già: un padre che non si è mai realizzato e che cerca di passare al figlio maggiore le sue esperienze per non farlo diventare come lui ma che allo stesso tempo sfoga sul figlio la sua frustrazione. Una donna che è moglie succube ma madre affettuosa e premurosa per cercare di colmare le mancanze del padre. E poi il fatto che credere in Dio non metta al riparo dall'accadere di sventure direi che è esperienza di tutti i giorni. Il film si riscatta sia nelle splendide immagini che vanno dal big bang ai nostri giorni e con le splendide interpretazioni di Chastain e di uno strepitoso Brad Pitt. Forse Malick questa volta è volato troppo in alto e le sue ali hanno finito per incenerirsi e riportarlo bruscamente a terra. Piuttosto deludente specie per le attese che aveva suscitato.
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lucagalligani
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domenica 6 gennaio 2013
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chiamatelo screensaver: questo non è un film
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Uno dei pochi film che mi ha fatto addormentare al ventesimo minuto, in una sera in cui non ero particolarmente stanco. Ho una gran passione per i film, non mi spaventano i film assurdi, che usano salti analogici, tempi narrativi frammentati e rimontati ad hoc. Non ho dormito vedendo film iraniani di Makhmalbaf. Non ho dormito vedendo film di Ozu in lingua originale, sottotitolati in inglese. Sono sopravvissuto sveglio a diversi Heimat di Herzog, ad Akira in lingua originale. Ma questo film è veramente uno screensaver in cui due grandissimi attori fanno una comparsata.
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Uno dei pochi film che mi ha fatto addormentare al ventesimo minuto, in una sera in cui non ero particolarmente stanco. Ho una gran passione per i film, non mi spaventano i film assurdi, che usano salti analogici, tempi narrativi frammentati e rimontati ad hoc. Non ho dormito vedendo film iraniani di Makhmalbaf. Non ho dormito vedendo film di Ozu in lingua originale, sottotitolati in inglese. Sono sopravvissuto sveglio a diversi Heimat di Herzog, ad Akira in lingua originale. Ma questo film è veramente uno screensaver in cui due grandissimi attori fanno una comparsata. Il film più sopravvalutato della storia del cinema. Mi ricorda la storia del vestito dell'imperatore. L'imperatore è nudo: non ha un vestito invisibile. Così questo film è vuoto: non è arte incomprensibile ai più perché sublime.
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svampa
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domenica 6 novembre 2011
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troppa poesia, da apparire patetico
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È raggelante accorgersi che film di questo genere, privi di tecnica, privi di attacchi sul movimento, con molta voce fuori campo, riescano a mietere simili successi. Sarà stato il nome del regista, quel Malick così amato dalla critica, che da anni, realizza i suoi film, ma che evita accuratamente di presentarsi in pubblico, in una ritrosia che potrebbe essere un veicolo pubblicitario, più che una scelta di star fuori dal mondo dello star system. O forse è un po’ l’uno ed un po’ l’altra. Scelta discutibile a mio avviso, perché questo comportamento manca di rispetto al pubblico.
In ogni caso, parlando del film, emerge subito una lentezza, che, nel cinema spesso è foriera di grandi atmosfere, ma in The Tree of Life, è una lentezza fine a se stessa e quindi monotona, noiosa.
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È raggelante accorgersi che film di questo genere, privi di tecnica, privi di attacchi sul movimento, con molta voce fuori campo, riescano a mietere simili successi. Sarà stato il nome del regista, quel Malick così amato dalla critica, che da anni, realizza i suoi film, ma che evita accuratamente di presentarsi in pubblico, in una ritrosia che potrebbe essere un veicolo pubblicitario, più che una scelta di star fuori dal mondo dello star system. O forse è un po’ l’uno ed un po’ l’altra. Scelta discutibile a mio avviso, perché questo comportamento manca di rispetto al pubblico.
In ogni caso, parlando del film, emerge subito una lentezza, che, nel cinema spesso è foriera di grandi atmosfere, ma in The Tree of Life, è una lentezza fine a se stessa e quindi monotona, noiosa. Non succede nulla. Ma anche in altri film non succede nulla (vedi a Single man) ma il regista in quel caso riesce a caricare di sensazioni la pellicola. In questo film invece Malick non ci riesce. Il film avanza per forza di inerzia, dandosi arie: avanza con la presunzione di essere un film d’autore. Ma non basta raccontare storie sospese per fare un film d’autore: conta lo sguardo, il modo di raccontare, anche il nulla, ma saperlo raccontare in maniera piacevole ed interessante per il pubblico. Ecco, questo film non appassiona il pubblico. Lo annoia, in cerca di un qualcosa che forse si trova solo nelle ultime fasi del film. Un film deve innanzitutto appassionare, regalare emozioni. La storia non conta. Si può fare un film anche su una non storia, ma l’importante è mantenere quell’ interesse che dona piacevolezza a chi lo sta guardando. Altrimenti diventa una mera esercitazione, un prodotto sperimentale. Le lunghe sequenze di sconfinati paesaggi (bellissimi, certo), le immagini dell’universo, i mari, copiano 2001: Odissea nello spazio. Troppo simile la traiettoria che percorre la macchina da presa rispetto a quella del film di Kubrick. Malick vuole restare nella storia, come Kubrick, ci è riuscito per davvero. Malick probabilmente ci riesce, ma solo grazie a critici compiacenti, perché questo film è un film povero, monco di moltissime caratteristiche oggettivamente indispensabili per una sua riuscita. Sean Penn appare quasi spaesato nel suo ruolo indistinto. Non si coglie bene la sua psicologia. O forse la si coglie troppo, mancando in concretezza e quindi mancando in fatti che lo spettatore possa comprendere. Niente a che vedere con This must be the place, dove Penn snocciola una prestazione da brivido, una trasformazione che (in questo caso) potrebbe valere veramente e meritatamente l’OSCAR… staremo a vedere e vedremo se sarò stato buon profeta.
Un film va diviso in più strati: dallo stato più superficiale, quello che comprendono tutti e che allieta la sua visione, fino allo strato più profondo, quello in grado di esser colto solo dai critici cinematografici. The tree of Life manca completamente gli strati superficiali e va alla ricerca solamente di quelli più nascosti per farli fruire solo ai critici. Ma un buon film per essere tale deve piacere per prima cosa allo spettatore e poi (casomai) cercare di strizzare l’occhio ai critici. In questo caso il film cerca solo la consacrazione critica, in una ruffianeria, davvero imbarazzante.
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pelle82
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domenica 12 giugno 2011
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se questo è un film......
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un film che lascia basiti.
anzi un film choc...cosa ho visto ieri sera, il nulla.
un film che cerca d' essere qualcos'altro ma toppa incredibilmente, perchè altre erano le strade per parlare della vita, delle domande esistenziali, del dolore della perdita e di tutte le domande filosofiche di cui questo pseudo film fa incetta.
Non si capisce veramente come possa aver vinto la palma a Cannes, mentre si capisce perchè riesca a far alzare ed andar via spettatori ( come è successo ieri sera) che dopo un' ora di sbadigli hanno desistito e a provocare negli altri più audaci sonnolenza e tristezza per aver gettato all' aria soldi che in un momento di crisi avrebbero potuto essere usati diversamente.
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un film che lascia basiti.
anzi un film choc...cosa ho visto ieri sera, il nulla.
un film che cerca d' essere qualcos'altro ma toppa incredibilmente, perchè altre erano le strade per parlare della vita, delle domande esistenziali, del dolore della perdita e di tutte le domande filosofiche di cui questo pseudo film fa incetta.
Non si capisce veramente come possa aver vinto la palma a Cannes, mentre si capisce perchè riesca a far alzare ed andar via spettatori ( come è successo ieri sera) che dopo un' ora di sbadigli hanno desistito e a provocare negli altri più audaci sonnolenza e tristezza per aver gettato all' aria soldi che in un momento di crisi avrebbero potuto essere usati diversamente.
Alcuni diranno che la fotografia è stupenda, vero ma se avessi voluto vedere il national geographic sarei rimasto a casa, altri diranno che il quest'opera nasce con l'intento di farci riflettere su temi assai importanti e che usa strumenti diversi ed innovativi, ma se avessi voluto approfondire certe tematiche di sicuro non sarei andato al cinema ma sarei rimasto a leggere testi come il mondo di sofia che vale 1000 the tree of life e di certo nessuno potrà dire che siamo in presenza di un film, perchè se questo fosse il cinema del futuro io non andrò mai più al cinema.
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steppenwolf74
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domenica 12 giugno 2011
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the tree of bouring..........
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A leggere i commenti di molte recensioni giustamente poco osannanti relative ad un film, che da osannare ha veramente ben poco, rimango interdetto. Per primo perchè non immaginavo che in italia ci fossero così tanti asceti, che sono arrivati grazie al film di Malick a comprendere la quinta essenza dellla nostra esistenza e del perchè siamo su questo pianeta (complimenti).Tornando al film è solamente l'emblema di un mondo, dove se il produttore per pura combinanzione si chiama Brad Pitt e decide di investire su un progetto così assoluto e di grandissimo contenuto spirituale, per altrettanta combinazione viene osannato a Cannes vincendo fin troppi meriti.
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A leggere i commenti di molte recensioni giustamente poco osannanti relative ad un film, che da osannare ha veramente ben poco, rimango interdetto. Per primo perchè non immaginavo che in italia ci fossero così tanti asceti, che sono arrivati grazie al film di Malick a comprendere la quinta essenza dellla nostra esistenza e del perchè siamo su questo pianeta (complimenti).Tornando al film è solamente l'emblema di un mondo, dove se il produttore per pura combinanzione si chiama Brad Pitt e decide di investire su un progetto così assoluto e di grandissimo contenuto spirituale, per altrettanta combinazione viene osannato a Cannes vincendo fin troppi meriti.
E i critici della domenica non fanno altro che gridare al miracolo, per un film che cambierà il mondo e la propria esistenza, ovviamente se viene compreso! Come diceva Fantozzi de La corazzata Potëmkin........Per me è una cagata pazzesca!!!!!!!!! Ma tornando seri, non ci discostiamo molto da questa considerazione su The Tree of Life, che è di una noia mortale, la fotografia per quanto eccelsa con fior fior di immagini meravigliose, è fine a se stessa. Questo giudizio lo esprime un grandissimo appassionato dell'esistenzialismo di Fassbinder del Surrealismo di Bunuel, della fantastica produzione di Kubrick, e proprio la sua eccelsa 2001 Odissea nello Spazio, a confronto sembra quasi Fast and Furious...... e che qualcuno dica che 2001 Od.... non era carica di significati e di quanto fosse l'essenza dell'evoluziuone del genere umano. Per concludere dò una stella dato che non è possibile fare di meno, film assolutamente ed immotivatamente pluripremiato, ma ottimo per un buon sonno!!!
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(di aragornvr)
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