The Tree of Life |
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Un film di Terrence Malick.
Con Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Fiona Shaw, Joanna Going.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 189 min.
- India, Gran Bretagna 2011.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 18 maggio 2011.
MYMONETRO
The Tree of Life
valutazione media:
3,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ipertrofia delle citazionidi sirioFeedback: 277 | altri commenti e recensioni di sirio |
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giovedì 20 dicembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ho avuto modo di vedere il film sia sul grande che sul piccolo schermo, di analizzarlo e rielaborarlo. Devo dire che rivisto una seconda volta mi è piaciuto di più, ma vorrei puntualizzare come vi siano troppe citazioni, mai completamente rielaborate. In ogni istante del film ho rivisto citati grandi servitori della Decima Musa: da Fellini (la scena finale, bella e struggente, è comunque una citazione di "Otto e mezzo", ipertrofica e ripetitiva) ad Andrej Wajda (alcune scene della madre nel bosco sono riprese pari pari dal "Bosco delle betulle" senza quella drammaticità e quel costante senso di morte che lo pervade), da Kubrick (dalla sequenza della creazione del mondo - che rimanda a "2001 Odissea nello spazio" - a tante, tantissime immagini suggestive ma un po' fini a sé stesse, come la morte della madre) ad Antonioni (il girovagare nel deserto di uno straziato Sean Penn è citato pesantemente da "Zabriskie Point" e da "Deserto rosso"), da Bunuel (l'uso, anzi l'abuso del surrealismo - come nella scena dell'attraversamento della porta nel deserto - ma senza l'ironia e la raffinatezza del regista spagnolo) a Ken Loach (i drammi familiari del bimbo non sono certo quelli di "Family life", ma piuttosto ricordi di un tempo che fu, in cui il padre non si rivela poi così terrificante quanto potrebbe apparire), solo per dirne alcuni; tutte le scene del rapporto di coppia sono semplicemente abbozzate; altro è stato portato in scena da Bergman: ho rivisto decine di citazioni - in peggio, ovviamente - da "Scene da un matrimonio" o da "Persona". Anche nella fotografia e nell'uso di piani diversi non si notano provocazioni o proposte innovative (già dal 1998 Shekhar Kapur con "Elizabeth" propone inquadrature impossibili per sottolineare gli intrighi di corte...), e si sente impellente la grande lezione del culto delle immagini portata da di Peter Weir ("Picnic at Hanging Rock", "L'attimo fuggente", per dirne solo alcuni...). L'impressione è quella di un buon "manipolatore di salsicce" (la citazione è di Rex Stout, "Alta cucina") piuttosto che di un inventore di idee che deve risollevare le sorti del cinema. Alla fine cosa mi è rimasto in mente? Quella bellissima storia disneyana - mi scusino gli amici cinefili se non ricordo il nome... - in cui Paperino si trova casualmente a Venezia durante i giorni del Festival del Cinema e, per sfuggire alle vessazioni ed alle ire del terribile Zio Paperone, finisce sulla barca di un produttore che lo vuole lanciare nel cinema - col nome di Rock Paperyn - per risollevare le sorti del cinema mondiale, ed ovviamente tutto finisce a scatafascio! Morale della favola: consiglio agli amici cinefili prima di osannare questo film e considerare Malick il rivoluzionatore del cinema di guardare tante, tante altre pellicole!
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