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2011:Odissea nello spirito. Da palma d’oro e da Oscar, ma anche e soprattutto da Nobel per la letteratura audio-visiva.
Questi i primi pensieri che passano nella mente appena le luci della sala cinematografica si riaccendono. Un impresa di potenza visiva e concettuale di estrema bellezza. Ricco di temi, simboli, musica Malick realizza un film che è riduttivo definirlo come tale. Opera d'arte assoluta in questo arido deserto morale ed artistico che si confonde con i freddi palazzi della moderna architettura. La vita, la Morte, l'Amore e Dio i temi principali di questo viaggio nell’ incredibile (ma reale) armonia del mondo dove viviamo: un viaggio all'interno del nostro universo con le sue galassie vaginali generatrici di energia vitale. Ecco dunque che la stessa essenza del tutto viene divisa nel dualismo bianco e nero del tao, due vie distinte e diverse ma uguali come l'uomo e la donna, il padre e la madre, la fine che genera un nuovo inizio (basti pensare all'asteroide ed alle sue conseguenze). Un percorso che ci conduce oltre “Giove e l'infinito”, oltre la porta del tempo dove tutti i protagonisti della nostra esistenza si incontrano nuovamente su una spiaggia di un luogo senza età , "isola style" di "Lostiana" memoria. Un ponte che collega l'eterno che è dentro di noi con quella luce, lo spirito presente in ogni cosa (energia atomica) che ci rende immortali anche di fronte alla morte stessa. Saranno in molti ad accusare Tree Of Life di eccessiva lentezza e pesantezza, nonostante un montaggio dai ritmi serrati. Saranno in molti a liquidare questa pellicola come una semplice sequela di incantevoli immagini documentaristiche ( come se poi fosse facile realizzarle!) Sono certo che comunque lo si accolga ,Il tempo e l'indiscutibile magnificenza di questo sogno ad "occhi chiusi spalancati" è già entrato di diritto nei grandi ed irripetibili film della storia della settima arte.
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