The Tree of Life |
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Un film di Terrence Malick.
Con Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Fiona Shaw, Joanna Going.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 189 min.
- India, Gran Bretagna 2011.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 18 maggio 2011.
MYMONETRO
The Tree of Life
valutazione media:
3,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Malick mantiene tutte le sue (pessime) promesse!di odisseo2001Feedback: 662 | altri commenti e recensioni di odisseo2001 |
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lunedì 27 giugno 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Uno dei film più (inconsapevolmente, involontariamente e fallimentariamente) cupi della storia del cinema, direi ai livelli de Il Cavaliere Oscuro (che però lo era a ragion veduta, ossia era quello almeno in parte il suo messaggio): stessa follia caotico-thanatofila, sotto una patina di formalistico ordine-repressione ben incarnato da una musica classica (melo)drammatica che cade come una maschera o un sudario su un ambiente che traspira inautenticità e anaffettismo, morte: fino al finale altrettanto posticcio e appiccicato con lo sputo d'una fede che i fatti stessi (la trama e il suo trattamento del tutto non immedesimativo) smentiscono. Fosse stato un horror, il ragazzino protagonista avrebbe preso la sega elettrica dopo mezz'ora per far fuori quella specie di vacui zombies che si ritrova al posto del padre e della madre: con tutte le ragioni del mondo e, almeno, della sana ironia (o pirandelliano umorismo) che invece difetta totalmente a Malick! Perché questo è l'ennesimo superpappone pseudointimista d'un regista che s'atteggia a neoprofeta di obsolete costruzioni confessionali, già sgamabile in questa pessima tendenza fin dal simile La Sottile Linea Rossa che conteneva in nuce tutto questo fantomatico delirio fintomistico che ci propina per ben 2 ore, senz'arrivare a nessuna autentica partecipazione emotiva e/o intellettuale. Film tetro e falso/depistante fin dall'inizio, dunque, film a tesi secondo assiomi prestabiliti e indimostrati: non c'è un raggio di vero e pieno sole, sia atmosferico che spirituale, fino a circa dopo ben 1 ora e 45 minuti di segregazione dell'anima in sofferenze puritane made in USA, quando il muscolòtico e "vincente" padre-sergente-padrone riceve una meritata mazzata esistenziale (perde, anzi semplicemente deve cambiar lavoro) e dichiara il suo fallimento (?!?) e l'amore per i figli: ultima "cosa" su cui può in fondo esercitare ancora il suo egòico possesso, ché di questo si tratta in realtà; ma almeno si apre un po', e finalmente, a livello emotivo! Per tutto il film, i ragazzini non ridono mai profondamente (né la madre, né il padre in primis): sì, secondo l'eta giocano e ogni tanto fan dei ghigni in realtà terrificanti; ma son costantemente senza gioia, angosciati e oppressi mortalmente, difatti arrivano a pensieri genitoricidi! Almeno avesse fatto un pur discutibile ma onesto remake de La Bibbia, invece scimmiotta una serie di film infinitamente migliori: dall'immenso Kubrik con le inquadrature spaziali e la prospettiva cosmica, addirittura Dune con quegli pseudosussurri mentali incentrati su un "Dio" mai nominato ma riconoscibilissimo non certo come percorso autoconoscitivo quanto proprio come mero dogma precotto, per arrivar a plagiare infine il recente e di ben altra caratura The Rabbit Hole! E poi, il padre sarebbe la via della natura che vuol imporsi etc. e la madre quella della grazia che tutto accettae perdona? Ma se basta già un santo autentico come Francesco, ben 8 secoli fa, a smentir questa pagliacciata skyzofrenica tipicamente cattolica! Non c'è un dialogo realmente aperto per tutto il film, anche verso la fine il padre non parla col cuore in mano: parla a cuore colpito, anzi ha solo l'ego frustrato (giustamente, peraltro)! E il finale d'abbracci oltretemporali sulla spiaggia: altro plagio di Al di là dei sogni! Insomma, un Malick che, assieme al suo omologo Cameron (Avatar), raggiunge la più sorprendente poltiglia di riciclo americanoide new-agista mai vista da quand'è nata la Settima Arte.
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