The Tree of Life

Come nella maggior parte delle opere mondo, è veramente arduo decidere quali dettagli ci lasciano una sensazione inappagante, di disgregazione. Nel suo magmatismo questo film rilascia delle scorie vaganti. Ma forse vorremmo un uleriore livello di sintesi, un film nel film sopra il film. No, è una opera grande e ultimativa, limitiamoci ad osservarla come un grande corpo celeste, un miracolo della Natura che definire "fenomeno" nega ancora una volta alla comprensione assoluta, relegandolo alla nostra prospettiva. Forse questo carattere cosmogonico dell'opera ha reso possibile conciliare un linguaggio assolutamente poetico con un vasto pubblico, forse la grandezza oggettiva, monumentale dell'opera si impone allo sguardo prima che alla interpretazione. Più che un monumento, anzi, è una manifestazione fenomenica: non l'occhio del Cinema sulla realtà, bensì la sua ambizione a uscire dai limiti della rappresentazione per integrarsi in un universale. Malick si comferma un grande, fuor di discussione; ai grandissimi tocca il sentimento della compiutezza. In coda faccio due appunti. Senza togliere nulla al coraggio di Kubrick, questo film si confronta e prosegue la estetica di "2001: Odissea nello Spazio": scusate se è poco, nessuno sognava di provarci, e lo stesso Kubrick passò oltre, cambiando registro. Secondo appunto: non so se questo lungo requiem sarebbe piaciuto a Pasolini, ma viva il Cinema di Poesia!