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Emmy Awards 2019, le nominations dei record

Le candidature dei premi per le serie TV hanno attribuito un nuovo primato a Il trono di spade. Netflix insegue.
di Andrea Fornasiero

mercoledì 17 luglio 2019 - Premi

Mai così tante nomination per HBO, che sbaraglia i record precedenti e si riprende il consueto primato, e per Netflix. Inoltre cresce anche Amazon Prime Video, mentre perdono quota NBC ed FX e trionfa Il Trono di Spade che segna il primato di 32 candidature arrivando a un totale di ben 160 (di cui finora 47 hanno raggiunto l'ambita statuetta). Il record precedente di nomination per una serie era di 27, ottenuto nel 1994 da NYPD.

Dietro a HBO con 137 nomination, Netflix arriva a 117 dopo le 112 dell'anno scorso e Prime Video va oltre il raddoppio: da 22 a 47. Se poi si considerano le effettive produzioni degli studios televisivi americani, anziché i network della messa in onda, ecco che HBO rimane stabile a 137 (praticamente produce tutto quello che trasmette), mentre al secondo posto spuntano i Disney Television Studios, che comprendono anche Fox e sono a quota 58. Universal Television è a 49, Amazon Studios a 47, perché come HBO produce quasi tutto quello che trasmette, e Netflix invece a 29, appena sopra Sony ed FX.

Sicuramente più appassionante è però trattare dei titoli e così dietro al Il Trono di Spade, che per la prima volta ha conquistato la nomination da protagonista a Emilia Clarke e Kit Harington (in passato erano stati candidati come non protagonisti), abbiamo a quota 20 La fantastica signora Maisel (guarda la video recensione), che però quest'anno nel settore comedy affronta una sfida difficile.
Andrea Fornasiero

Ha infatti ottenuto ben 17 candidature Barry, ma la vera minaccia per la signora Maisel sono probabilmente altre due serie che la sfidano sul suo stesso territorio, quello degli sguardi al femminile, con Russian Doll a 13 nomination e Fleabag a quota 11. Quest'ultima avrebbe anche il vantaggio di essere all'ultimo giro di corsa, visto che la serie è considerata conclusa, ma non va dimenticata Veep che a sua volta si è conclusa e in passato ha spesso stravinto, anche se questa volta ha ottenuto "solo" 9 nomination.

Al terzo posto per numero di candidature troviamo Chernobyl (guarda la video recensione), che ha fatto parlare tantissimo di sé ed è arrivata a 19 nomination, dominando il settore delle "limited series" ossia le miniserie, in cui sarà sfidata dalla splendida Fosse/Verdon (17 nomination) e da When They See Us della potentissima Ava DuVernay (16 nomination), oltre a Escape at Dannemora a quota 12. Quest'ultima, storia vera di un'evasione diretta da Ben Stiller e in Italia trasmessa da Sky, tra l'altro ha guadagnato una candidatura a Patricia Arquette come miglior protagonista in una miniserie e l'attrice gareggia anche come miglior non protagonista in una miniserie per l'inquietante The Act.


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In foto una scena di La fantastica signora Maisel.
In foto una scena di Chernobyl.
In foto una scena di Fleabag.

Tra le novità si segnala il primo attore nero gay candidato come miglior protagonista in una serie drammatica: Billy Porter per Pose di Ryan Murphy, che già era stato nominato anche ai Golden Globe. Per la prima volta arriva poi alle nomination degli Emmy anche la comedy canadese giunta alla quinta stagione Schitt's Creek e se poi Black Mirror candidato tra i tv-movie non è una novità, lo è sicuramente il fatto che Bandersnatch sia un audiovisivo interattivo. L'episodio però ha diviso critica e pubblico e se la dovrà vedere contro Brexit con Cumberbatch, contro King Lear con Anthony Hopkins e forse soprattutto contro il film conclusivo della serie Deadwood, che potrebbe essere il canto del cigno di uno dei più grandi autori della Tv americana, David Milch, che recentemente ha rivelato di essere vittima del morbo di Alzheimer.

Nell'improba impresa di arginare l'apoteosi del Il Trono di Spade come miglior serie drammatica, la categoria tradizionalmente più prestigiosa, troviamo Better Call Saul, Killing Eve (guarda la video recensione), Bodyguard, Ozark, Pose, This Is Us e Succession. Tutti titoli infinitamente meno popolari e che già in passato hanno perso contro il Trono, con l'eccezione delle new entry Pose, Bodyguard e Succession, dove quest'ultima è quella più credibile dal punto di vista critico ma manterrebbe il premio in famiglia, visto che si tratta sempre di una serie HBO. Molto più difficile fare pronostici sulle altre categorie, dove per altro rispunta True Detective che ha avuto 9 nomination e in particolare quella per Mahershala Ali come attore protagonista.

Si sono ritrovati invece senza nomination i premi Oscar Julia Roberts per Homecoming e George Clooney per Catch-22, entrambe serie senza alcuna candidatura, e sono rimasti a bocca asciutta anche la conclusione di Big Bang Theory e Ricky Gervais, in anni passati molto spesso candidato ma con in mano un pugno di mosche per la sua After Life.

Se nel 2019 HBO ha (ri)conquistato il primato, rimane da vedere come se la caverà l'anno prossimo senza più cavalli da battaglia come Il trono di spade e Veep, oltre che contro avversari sempre più agguerriti anche negli investimenti pubblicitari. Lo scontro per gli Emmy è ormai durissimo e quest'anno ai circa 24mila giurati era stato chiesto di scegliere tra ben 270 titoli: inevitabile che a guidarli siano state anche le campagne promozionali dei network, sebbene va riconosciuto che il tasso di novità sia più alto che in passato, a riprova che anche una macchina elefantiaca come gli Emmy si fa più reattiva al vulcanico momento che vivono le serie Tv.


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