Anno | 2018 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Regia di | Hiro Murai, Bill Hader, Alec Berg, Maggie Carey |
Attori | Bill Hader, Stephen Root, Sarah Goldberg, Glenn Fleshler, Anthony Carrigan Henry Winkler, Darrell Britt-Gibson, Andy Carey, Rightor Doyle. |
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Ultimo aggiornamento martedì 13 aprile 2021
Un criminale si imbatte in una compagnia di attori che lo accoglie a braccia aperte. La serie ha ottenuto 8 candidature a Golden Globes, 7 candidature e vinto un premio ai Emmy Awards, 9 candidature e vinto 3 Critics Choice Award, 6 candidature a SAG Awards, 5 candidature e vinto 3 Writers Guild Awards, ha vinto 3 Directors Guild, 3 candidature a Producers Guild, La serie è stato premiato a AFI Awards, 1 candidatura a ADG Awards,
CONSIGLIATO N.D.
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Barry (interpretato da Bill Haider, Emmy Ward come Miglior Attore protagonista), ex marine, vive nel Midwest ed è un sicario basso costo. Solitario, depresso e insoddisfatto della sua vita, si reca con riluttanza a Los Angeles per uccidere un aspirante attore diventato amante di un mafioso. Barry segue il suo "obiettivo" in un corso di recitazione e finisce per essere accolto nella comunità di un gruppo di entusiasti e speranzosi attori all'interno della scena teatrale di Los Angeles. In particolare, stringe amicizia con una studentessa appassionata, Sally. Barry desidera iniziare una nuova vita come attore, ma il suo passato criminale non gli permette di andarsene. Troverà un modo per tenere in equilibrio le sue due vite?
Brilla la seconda stagione. Gli autori sono ancora più sicuri e approdano al surreale
Recensione
di Andrea Fornasiero
Barry ha trovato un accordo con i ceceni ora capitanati da NoHo Hank, che gli affida l'addestramento dei suoi uomini in vista di una probabile guerra tra bande contro Esther, la leader di un cartello di Burma che i suoi boliviani vogliono introdurre nel loro traffico insieme ai ceceni. Fuches non si rassegna però alla pace che Barry sembra aver trovato e cerca di convincerlo a riprendere la sua attività di sicario. Gene invece è afflitto dal lutto dell'amata Moss e pensa di chiudere il corso di teatro, mentre Sally è pronta ad affrontare, proprio attraverso il teatro e insieme a Barry, il trauma della relazione abusiva con il suo ex marito. Il depresso detective Loach intanto indaga sulla morte di Moss e sull'attività di Barry come sicario.
Il moltiplicarsi delle sottotrame non disperde la compattezza stilistica e tematica della serie, che anzi in questa seconda stagione sembra vedere gli autori ancora più sicuri dei propri mezzi, tanto da rischiare scene marcatamente surreali.
Su tutte spicca infatti la puntata ronny/lily, dove una bambina addestrata nel Tae Kwon Do si dimostra capace di abilità quasi sovrannaturali e lascia i protagonisti esterrefatti. Barry non è una comedy nuova a situazioni improbabili, ma ronny/lily è un episodio che si spinge oltre quanto si era finora visto nella serie, avvicinando la serie ai territori di Atlanta.
Entrambe del resto sono comedy tra virgolette, che affrontano situazioni più tipicamente da drama, che scelgono percorsi narrativi obliqui e che appunto non temono il surreale. Entrambe, non a caso, sono a volte dirette da Hiro Murai, che per Atlanta ha firmato l'episodio di culto della seconda stagione Teddy Perkins. Hader, che ha diretto ronny/lily, sembra aver fatto propria la sua capacità del collega di creare atmosfere rarefatte, dove possono fare incursione gli elementi più inattesi.
La comicità di Hader è lunare, il suo Barry è un personaggio dissociato dalla realtà emotiva degli altri e pure di se stesso. Solo ora sta lentamente rientrando in contatto con la propria interiorità ed empatia. Intorno alla sua passiva neutralità si muovono invece personaggi nevrotici ed eccentrici, voraci di vita o dominati da una qualche pulsione. Il più eclatante è NoHo Hank, malavitoso che cerca di essere il più gentile possibile, ma allo stesso tempo è anche livoroso e vendicativo. Del tutto privo dei talenti richiesti dalla sua professione, NoHo Hank è una ridicola macchietta, ma in una serie come Barry la sua emotività esagerata trova posto grazie al contrasto con il protagonista.
Non si può poi parlare di Barry senza dedicare qualche parola alla sorprendente interpretazione di Henry Winkler, che incarna Gene Cousineau insegnante di teatro astuto e cialtrone, disinteressato ai propri studenti tranne quando ha qualcosa da guadagnarci. Eppure è la sua saggezza di facciata a stregare Barry, che vede in lui una sorta di mentore, ma il loro rapporto si è complicato in modo inestricabile quando, alla fine della prima stagione, Barry ha ucciso Moss ormai troppo vicina a scoprire i suoi crimini. Gene affronta quindi una sorta di bilancio esistenziale che commuove Barry e che rivela una notevole e inedita sottigliezza di sfumature nell'interpretazione di Winkler.
Anche nella seconda stagione la serie è dedicata al tema della possibilità dell'uomo di cambiare, ostacolata spesso da un destino beffardo, ma pure da cattive decisioni che riportano i personaggi verso i loro comportamenti più distruttivi. Esiste redenzione attraverso l'arte? Barry non dà risposte consolanti e anzi gioca a tormentare il protagonista, smitizzando sia le sue idee sull'arte e il pubblico, sia riportandolo a usare le sue straordinarie abilità di assassino. Difficile immaginare un lieto fine per questa comedy, ma di certo qualsiasi cosa il pubblico possa immaginare non sarà tanto spiazzante quanto le fantasie della mente di Bill Hader.
Commedia degli equivoci a tratti esilarante ma spesso amarissima
Recensione
di Andrea Fornasiero