Attrice, autrice e regista partenopea, Cristina Donadio ha una carriera lunghissima che comincia dal teatro negli Anni Settanta, muovendo poi i suoi passi lungo il cinema, ma incontrando la vera notorietà grazie al ruolo della camorrista Scianel nella serie cult italiana: Gomorra.
Inizi
Nata a Napoli nel 1960, Cristina Donadio affronta per la prima volta il palcoscenico accanto al grande Nino Taranto, nel 1977. Negli anni a venire, affiancherà anche altri grandi nomi della recitazione partenopea come Eduardo De Filippo e Aldo Giuffrè. Lavorando a stretto contatto con altre e alte personalità del settore teatrale come Mico Galdieri, Aroldo Tieri, Edmo Fenoglio e l'ottimo Gianni Agus.
L'esordio cinematografico
Già nel 1978, debutta al cinema con la pellicola Nel Regno di Napoli di Werner Schroeter, accanto a Dino Mele e Ida Di Benedetto. A lei, va il ruolo della giovane Vittoria. Negli Anni Ottanta, viene diretta da Pasquale Squitieri in Razza selvaggia, passerà poi sotto l'occhio attentissimo della grande Liliana Cavani in La pelle (1981) e davanti all'obiettivo di Vittorio Caprioli per Stangata napoletana (1982).
Incontri felici
Molto apprezzata da Pappi Corsicato che la vorrà fortemente in alcune delle sue più celebri produzioni degli Anni Novanta e Duemila (Libera, I buchi neri, I vesuviani, Chimera e nel televisivo Vivi e lascia vivere), sarà spesso diretta anche da Pasquale Marrazzo (Malemare, Asuddelsole) ed Edoardo De Angelis (Perez. e lo splendido Il vizio della speranza), che le affideranno personaggi femminili dalle tinte molto forti, spesso sconfitte dalla vita e disilluse da qualsiasi forma o possibilità di riscatto. Intanto, l'incontro con Enzo Moscato e con il Teatro di Frontiera segna un cruciale cambiamento nella sua attività di attrice teatrale, portandola ad affinare risorse e capacità che la renderanno quella grande e significativa interprete che è oggi.
Il successo
Dopo un buon numero di esperienze televisive con fiction e miniserie, entra nel cast di Gomorra - La serie che la porta alla definitiva notorietà nazionale. Un ruolo da protagonista che la Donadio porta a casa con estrema cura, senza il terrore di apparire grottesca davanti agli occhi degli spettatori. La sigaretta accesa sempre fra le dita, la voce roca, il capello biondo e un viso dal contorni morbidi ma ampi segna un personaggio che fa la storia della televisione italiana. Raramente, si è vista una protagonista-antagonista così incisiva sui nostri teleschermi.
L'apertura alla commedia
Intanto, è la leggerezza di Stefano Incerti e del suo La parrucchiera, a regalarle il miglior ruolo cinematografico che lei abbia finora avuto. Sebbene il film non spicchi per originalità, la Donario è bravissima e vivace in questa pellicola neo-femminista alla napoletana, nella quale entra prepotentemente in scena con il personaggio di Patrizia, a tratti oscurando altrettanto validi attori come Pina Turco, Stefania Zambrano, il sempre perfetto Massimiliano Gallo e Arturo Muselli.
La parrucchiera le apre la porta della commedia, che prima frequentava molto meno, e le permette di essere diretta da Vincenzo Salemme in Con tutto il cuore. Sebbene quell'inquietante atmosfera di minaccia che è in grado di creare con il suo solo apparire, eredità lasciatale proprio da Scianel, sembra non abbandonarla mai, nemmeno quando, in una brevissima ma terribile apparizione, buca lo schermo dell'horror italiano A Classic Horror Story di Roberto De Feo e Paolo Strippoli. Nel 2022, torna al dramma con La cura di Francesco Patierno, in una rilettura della "Peste" di Camus.
Regista e autrice
Teatralmente, si cimenta con successo come regista e autrice di un particolarissimo tipo di "teatro di figura". Tanti i titoli che porta in scena: "...E allora mi hanno rinchiusa..."; " Piccola suite in blu minore"; "Il Dolore della guerra"; "Res-Emotion"; "Io, Clitemnestra, il verdetto"; "Città di mare con sirene"; "Transformation"; "Sexton"; ed "...È tutto qui e nulla èancora compiuto...".