Il paradiso si trasforma in inferno quando hai 250 chili d'oro e due poliziotti alle calcagna. Espandi ▽
Let the Corpses Tan può essere l’anti-Tarantino nel legame sensoriale con il cinema di genere che diventa però pura allucinazione. Tra gli schizzi di sangue e quelli di colore sulla tela, teschi contro le teste, formiche intrappolate, riflessi sugli occhiali da sole, ci si trova davanti a un autentico delirio che incrocia, si svincola e si scontra intenzionalmente con la trama, in un cinema fatto di corpi, oggetti, ambienti, rumori sinistri, apparizioni che arrivano dal nulla. Un western sotto acido, 12 ore circa (dalle 10.15 alle 22.25 di venerdì 16 luglio), brutale e astratto, il coerente e ipnotico itinerario dove ritornano, dai primi due film dei registi, i fantasmi, il piacere e il dolore di Amer e l’inafferrabilità nel mostrare la sparizione di una donna di L’étrange couleur des larmes de ton corps, il loro lavoro più radicale nel lasciar riemergere traumi e ossessioni con una forza inaudita. Una sinfonia dissonante, estrema, piena di una vitalità trasgressiva e magari per qualcuno non subito digeribile.