Ci sono due colori dominanti nel cinema di Tommy Wirkola. Il bianco della neve e il rosso del sangue dipingono un autore sopra le righe, le cui storie si sovraccaricano di violenza e di paure da esorcizzare. L'essere umano è posto di fronte ai suoi spauracchi, costretto a guardare in faccia la mostruosità che alimenta i suoi incubi. Zombie e streghe compongono un immaginario fangoso, in cui sedimentano incubi da prendere a calci e pugni. Wirkola concepisce l'aggressività come unica reazione possibile all'irrazionale e il cinema come mezzo ideale per parodiare, citare, mettere insieme brandelli di storie altrui e poterle rimescolare con spirito ludico. Se gli altri esponenti dell'emergente scuola scandinava rappresentano la violenza con toni cupi (Oplev) o eleganti ed asettici (Refn), Wirkola propende verso l'eccesso dello splatter.
Nato ad Alta (Norvegia) nel 1979, Wirkola appartiene alla minoranza etnica dei Sami e per questo molto legato alla tutela della cultura di provenienza. Vive la giovinezza in patria, si nutre di cinema di genere (horror e pulp su tutti) per poi mettersi direttamente alla prova come regista e sceneggiatore. La prima esperienza sul campo arriva nel 2007 con un esperimento parodistico dal risultato quasi televisivo. Il suo Kill Buljo (disponibile on line) gioca con Kill Bill di Tarantino attraverso dinamiche e personaggi esasperati. Il secondo progetto assume forme e intenti ben più professionali e toni ancora votati alla citazione. Nell'horror-action Dead Snow (2009), presentato al Sundance Film Festival, ritorna un riferimento a Tarantino e alla sua derisione bastarda del nazismo. Wirkola crea dei nazi-zombie spietati e immorali, corpi senz'anima che trascinano sangue sulla neve. Visivamente efficace e votato all'azione piuttosto che al racconto, Dead Snow è un lavoro curato nell'estetica, capace di dare credibilità artistica al percorso di Wirkola. Stima confermata dal passaggio ad una grande produzione americana come Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe (2013) in cui il nostro stravolge l'immaginario fiabesco dei fratelli Grimm, calcando la mano su aspetti dark e gotici del celebre racconto per bambini. La vendetta verso antagonisti spregevoli è di nuovo la molla per l'azione rocambolesca di un film che visivamente ricorda l'esperimento posticcio di Van Helsing, ma coerente con la poetica del sangue, unico destino per anime corrotte, non più spensierate e candide come la neve.
