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Jane Fonda

Jane Fonda (Jane Seymour Fonda) è un'attrice statunitense, produttrice, è nata il 21 dicembre 1937 a New York City, New York (USA).
Nel 2021 ha ricevuto il premio alla carriera al Golden Globes. Dal 1972 al 2021 Jane Fonda ha vinto 9 premi: David di Donatello (1978), Golden Globes (1972, 1978, 1979, 1982, 2021), Premio Oscar (1972, 1979), Producers Guild (2019). Jane Fonda ha oggi 86 anni ed è del segno zodiacale Sagittario.

Meglio cambiare, no?

A cura di Fabio Secchi Frau

Grandissima, audace, intelligente e talentuosa attrice americana, figlia d'arte (suo padre era il maestoso Henry Fonda) dall'abbagliante bellezza e dalla tagliente autocritica, che ha saputo tenere le redini del tempo, diventando un'icona del '68, attraverso la sua immagine di pasionaria filo-vietnamita, e cambiando la sua veste di attrice in quella di una divulgatrice dell'aerobica negli Anni Ottanta, rimanendo così sulla cresta dell'onda. In tantissimi credevano che il fatto di aver intrapreso la carriera cinematografica, seguendo le orme paterne, ben sapendo di chi fosse figlia, l'avrebbe schiacciata. Invece, in barba a tutte le predizioni, è diventata anche lei una leggenda, che non ha minimamente avvertito il peso dell'eccellenza paterna ed è riuscita ad affermarsi come una delle più importanti e migliori attrici della sua generazione. È stata tutto: il femminismo, l'impegno sociale, la ribellione, il sesso, l'omosessualità, l'attrice da Oscar, la ginnastica. Ha cominciato calcando i palchi di Broadway e avendo, fin da subito, un enorme successo. A quello, immancabilmente, è seguito il cinema. Inizialmente una commediola romantica per teenagers con Anthony Perkins e poi altri film (Rodaggio matrimoniale, Una domenica a New York, Cat Ballou), fino a A piedi nudi nel parco(1967). Da lì in poi, stufa dei ruoli di secondo piano all'ombra di attori più celebri di lei, decide di fare il grande salto e si sposta al di là dell'oceano, dove conosce il regista Roger Vadim, lo sposa e diventa per tutti la bellissima amazzone spaziale Barbarella (1968). Con un piede in Europa e uno nel nuovo continente, crea una filmografia unica nel suo genere (forse replicata a grandi linee da Susan Sarandon) che le consente di avere le prime candidature all'Oscar (Non si uccidono così anche i cavalli?, Una squillo per l'ispettore Klute, Julia, Tornando a casa, Sindrome cinese, Sul lago dorato, Il mattino dopo), con due statuette vinte (che vanno a infilarsi fra BAFTA Awards e Golden Globes). Sbaraglia tutti anche nel piccolo schermo con un meritato Emmy Awards per il film tv The Dollmaker. Ma intorno agli Anni Novanta, avverte l'ostracismo dei produttori hollywoodiani che non sono più interessati a una Jane Fonda matura e che non hanno ruoli (se non quelli di secondo piano) per lei. Accetta il tempo che passa. Si sposa con il mogul televisivo Ted Turner, si ritira dalle scene e diventa la grande insegnante di aerobica in VHS. È un nuovo successo. La sua ginnastica diventa un fenomeno mondiale e lei trova comunque il modo di essere indipendente finanziariamente. Ritornerà sul grande schermo solo dopo il divorzio da Turner con una pessima commedia che ha per protagonista Jennifer Lopez (Quel mostro di suocera), cui seguiranno altri titoli discutibili (Donne, regole... e tanti guai!, il terribile The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca, This Is Where I Leave You). Nel 2009, dopo ben 45 anni di assenza, torna a Broadway con "33 Variations" ed è subito nomination ai Tony Awards. Similmente accadrà in televisione con il drama della HBO The Newsroom (2012-2014). Eppure, è sempre la solita: protesta contro la guerra in Iraq, protesta contro la violenza sulle donne, protesta contro un rinnovato maschilismo hollywoodiano.
I suoi occhi hanno visto crisi e ridimensionamenti, non solo da un punto di vista politico, ma anche cinematografico. Ebbene, nonostante questo ha saputo rinnovarsi. A volte, è stata un'ingloriosa spedizione che non ha portato alcun merito, altre volte, la qualità della sua recitazione è stata oggetto di grande attenzione da parte dei critici. Popolarissima negli Anni Settanta, ha fatto la felicità del botteghino, ma anche del cosiddetto "cinema d'autore", stupendo per l'eccelsa arte drammatica, che è andata al di là di qualche eccesso da attivista politico-sociale (che, comunque, ha sempre colpito il centro del problema). Ambiziosa e coraggiosa, in nome di un cinema impegnato, ha scelto solo i ruoli migliori, che sono poi stati all'origine degli elogi e dei molteplici e mondiali riconoscimenti.

Studi
Jane Fonda nasce il 21 dicembre 1937 a New York City, figlia dell'attore Henry Fonda e dell'altolocata ereditiera Frances Seymour Brokaw (il nome Jane Seymour le venne dato in onore della terza moglie di Enrico VIII che era un'antenata di sua madre). A causa della sua nascita, il padre dovette interrompere le riprese del film La figlia del vento, nel quale recitava con Bette Davis. Cresciuta assieme al fratello Peter (che diventerà anche lui un'icona della controcultura e del '68 grazie a pellicole come Easy Rider di Dennis Hopper) e con la sorellastra Frances, conosciuta con il nomignolo di Lady Jane, vede la propria pubertà segnata dal suicidio della madre (avvenuto nel 1950), ricoverata in una clinica psichiatrica e vittima di una profonda crisi depressiva. A lei viene nascosto tutto e le viene raccontato che la madre morì per un infarto. Apprenderà però la verità attraverso delle riviste. Ma non ha il tempo di rendersi conto di cosa le sta succedendo che suo padre, l'anno successivo, sposa un'altra ereditiera, Susan Blanchard, di soli nove anni più grande di Jane. Non è un matrimonio felice, Jane non va d'accordo con la nuova giovane matrigna e tutto finisce con un divorzio e con la Fonda che, con la scusa di studiare danza, si iscrive alla Fire Island Pines e alla Greenwich Academy, nel Connecticut, per stare lontana da un padre che sembra non capire nulla di lei. Dopo aver frequentato la Emma Willard School di Troy e il Vassar College di Poughkeepsie (che poi lascerà senza laurearsi e dove avrà come compagna di stanza la futura attrice Lara Parker), dotata di una sublime bellezza (ereditata per gran parte della magnifica e defunta madre), lavora come fotomodella, riuscendo a ottenere per ben due volte la cover di VOGUE, ma diventando bulimica (una malattia che vincerà solo all'età di 37 anni).

Il teatro e gli anni all'Actors' Studio
Dal 1954, comincia a interessarsi alla carriera di attrice. Inizialmente, appare in uno spettacolo di beneficienza accanto a suo padre con "La ragazza di campagna" alla Omaha Community Playhouse. Rimarrà una delle poche volte in cui reciteranno insieme, perché, immediatamente dopo, la Fonda partirà per Parigi e vi soggiornerà per due anni con l'intenzione di studiare arte. Ritornata negli States, nel 1958, decide di frequentare i corsi dell'Actors' Studio, sotto Lee Strasberg. Lo fa con una serietà mostruosa, che le permetterà di salire di nuovo sul palcoscenico nel 1960, con "There Was a Little Girl", che le farà avere due nominations ai Tony Awards.

I primi film
Il cinema la chiama. Il primo titolo è il romantico In punta di piedi (1960) di Joshua Logan, nel quale ha lo stesso ruolo che aveva ricoperto a Broadway, ovvero quello di una cheerleader che si innamora di una star del basket interpretata dallo spilungone Anthony Perkins. Passa poi a George Roy Hill con Rodaggio matrimoniale(1962), a Edward Dmytryk con Anime sporche (1962) e, infine, al grande George Cukor che la dirige in Sessualità(1962). Nel 1963, appare invece in Una domenica a New York. La critica si divide di fronte a questa nuova attrice. Una parte la inquadra come un giovane e innamorato nuovo volto hollywoodiano, mentre per un'altra parte è la peggiore scoperta dell'anno. Colpita e affondata, decide di prendersi una pausa di qualche anno. Ritornerà sul set nel 1965 con la commedia western Cat Ballou di Elliot Silverstein, dove recita il ruolo di una ribelle dal viso d'angelo che è una sorta di Calamity Jane vicina al cappio. Il film è un successo di critica e di pubblico ed è definitivamente considerato il nuovo punto di partenza della figlia di Henry Fonda. Seguiranno altre commedie come Tutti i mercoledì (1966) e A piedi nudi nel parco (1967) con il belloccio di turno Robert Redford.

Il matrimonio con Roger Vadim e l'immagine di sex symbol
A questo punto, già plurinominata ai Golden Globes, decide di cambiare aria per maturare artisticamente e vola in Francia, dove conosce il regista Roger Vadim, il quale la introduce nell'Europa cinematografica intellettuale e di sinistra che conta e ne fa la star di film come Barbarella, con il ruolo di una sexy e conturbante viaggiatrice dello spazio (accanto al nostro Ugo Tognazzi e con una fugace scena a seno nudo che farà parlare di lei) e Tre passi nel delirio, film collettivo (Vadim, Louis Malle e Federico Fellini sono gli autori) ispirato dai racconti di Edgar Allan Poe, nel quale interpreta la dissoluta Contessina Frederica. Sono gli anni in cui la Fonda è il sex symbol in contrasto con la sua immagine tragica in Non si uccidono così anche i cavalli? (1969) di Sydney Pollack, che le fa guadagnare la sua prima candidatura all'Oscar. Intanto, supporta gli indiani d'America nella loro occupazione dell'isola di Alcatraz. Sono le prime avvisaglie di una passione politica che la spingerà oltre i limiti.

L'Oscar per Una squillo per l'ispettore Klute
Rifiutati i ruoli di protagonista in Rosemary's Baby e Gangster Story(che andranno rispettivamente a Mia Farrow e Faye Dunaway), si giova della popolarità di Barbarella e del successo ottenuto in Europa, per diventa l'idolo dei registi indipendenti americani che in lei vedono un nuovo viso femminile per raccontare una rinata femminilità. La consacrazione arriva con il thriller Una squillo per l'ispettore Klute di Alan J. Pakula. Suo, per l'appunto, il ruolo della prostituta Bree Daniels che farà innamorare il detective privato Donald Sutherland. È un'interpretazione in stato di grazia, che giustamente le vale l'Oscar come miglior attrice protagonista, battendo egregie rivali come Vanessa Redgrave e Julie Christie (che anni prima le aveva rubato il ruolo di Lara in Il dottor Zivago).

L'attivismo politico e gli arresti
Ma arrivano anche nuovi scandali. La polizia la trova in possesso di un'ingente quantitativo di pillole (che poi si scopriranno essere semplici vitamine) e l'arresta. La rilascerà quasi subito ma non prima di averla schedata con tanto di foto segnaletica resa celebre dal fatto di essere stata ritratta con il pugno sinistro levato in alto. Supporta Huey Newton e le Pantere Nere, si impegna nella propaganda femminista, nella diffusione dei diritti civili, contro la guerra nel Vietnam (assieme a Fred Gardner e Donald Sutherland e, a volte, non sempre ben vista da altri intellettuali), contro la violenza sulle donne e contro le mutilazioni genitali femminili.

Gli Anni Settanta in America
La sua carriera ne risente. Il suo nome figura nella lista nera di Hollywood, ma lei continua imperterrita a lavorare, mal vista dai politici e dall'entourage destrofilo dell'industria cinematografica. È la protagonista di Casa di bambola (1973) di Joseph Losey, di Una squillo per quattro svitati (1973), di Il giardino della felicità(1976) di Cukor e di Non rubare... se non è strettamente necessario (1977). Rifiuta però il ruolo di Chris MacNeil inL'esorcista, quello dell'infermiera Ratched inQualcuno volò sul nido del cuculo (1975), e quello di Norma Rae nel film omonimo del 1979, che frutterà l'Oscar all'amica Sally Field. Sarebbe dovuta essere Evelyn Mulwray nel capolavoro Chinatown (1974) di Roman Polanski, ma venne preferita la Dunaway dai produttori, ed era stata considerata per il ruolo di Betsy in Taxi Driver (1976).

Il secondo Oscar con Tornando a casa
Incurante di quello che pensa l'America di lei, si impone come un'attrice impegnata in Europa. Jean-Luc Godard e Jean-Pierre Gorin la rivogliono in Francia per Crepa padrone, tutto va bene(1972) con Yves Montand, che sancisce la sua fede politica comunista, mentre nel 1978, si schiera apertamente contro la guerra nel Vietnam anche con Tornando a casa di Hal Ashby che le consente di arrivare a un secondo Oscar (secondo alcuni è il ruolo migliore della sua carriera) con una storia su un veterano di guerra diventato disabile. Per l'importanza della lotta pacifista, si fa fotografare accanto a un cannone antiaereo nella città di Hanoi, uno schiaffo al patriottismo americano che sembra non esserle mai stato del tutto perdonato. E, infatti, molti giornali cambieranno il suo soprannome da Lady Jane ad Hanoi Jane.

Gli ultimi bagliori di grande cinema
Nel 1977, offre un'altra grande e misurata prova con Giulia, dove ha il ruolo della sceneggiatrice e drammaturga omosessuale Lillian Hellman, che le offre non solo la candidatura all'Oscar, ma anche un BAFTA e un Golden Globe come miglior attrice protagonista. Intenzionata a dimenticare la commedia, sceglie di non recitare in Una donna tutta sola (1978), per imporsi in Sindrome cinese (1976, il cui ruolo era stato originariamente di sesso maschile per essere di Richard Dreyfuss, ma quando l'attore decise di rifiutare, venne modificato di sesso appositamente per lei), pellicola contro il nucleare che le fa arrivare una nuova candidatura da parte dell'Academy. Tornerà poi con Redford in Il cavaliere elettrico (1979). Più comica, occhialuta, con permanente e infiocchettata fino all'inverosimile con Dalle nove alle cinque... orario continuato (1980) con Lily Tomlin e Dolly Parton. Tradendo la propria idea di diventare un'attrice impegnata, vira per temi più leggeri con un titolo che sarà campione d'incassi. Prima di quello, però, è costretta a rifiutare il ruolo di protagonista con Jodie Foster di Pretty Baby di Louis Malle per altri impegni sul set e le due vengono rimpiazzate da Susan Sarandon e Brooke Shields.

Sul lago dorato
Nel 1981, è tempo di ricongiungimenti (lungamente cercati) con la possibilità di recitare accanto a suo padre (e al mostro sacro Katharine Hepburn) e a suo figlio Troy in Sul lago dorato (1981) di Mark Rydell. Il film, che raggruppa ben tre generazioni di Fonda, ottiene il successo sperato e, malgrado la sua candidatura all'Oscar come miglior attrice non protagonista, riuscirà comunque ad avere la statuetta in mano a causa dell'assenza del padre, costretto a rimanere a casa per un peggioramento delle sue condizioni sanitarie e, quindi, impossibilitato dal presenziare alla cerimonia di premiazione della sua performance che gli vale l'Academy Award come miglior attore protagonista. Morirà cinque mesi dopo, lasciano la Fonda orfana. L'attrice, dopo il lutto paterno, si butta sul lavoro con il ruolo della dottoressa Martha Livingston in Agnese di Dio (1985), poi riceve una nuova candidatura come miglior attrice protagonista per il ruolo di una alcolizzata sospettata di omicidio nel thriller Il mattino dopo (1986) accanto a Jeff Bridges. L'ultimo film degli Anni Ottanta sarà invece Old gringo - Il vecchio gringo. Non mancano in questi anni, le occasioni perse: Tempo di swing (1984) che era stato originariamente scritto per lei; Gente comune (1980); e Sotto accusa (1988).

L'aerobica e il nuovo business
Sono gli anni in cui diventa la guru dell'aerobica (sport al quale si è dedicata dopo essersi fratturata un piede sul set di Sindrome cinese), ispirandosi alle lezioni di Leni Cazden. La Fonda si arricchisce aprendo palestre, pubblicando libri ("Jane Fonda's Workout Book") e ventidue videocassette ("Jane Fonda's Workout") che in tredici anni vendono complessivamente più di 17 milioni di copie (registrerà poi altre lezioni di fitness nel 2010).

Il ritiro dalle scene
Più sporadici i ruoli degli Anni Novanta. Si ritaglia, ancora bella, un ruolo accanto a Robert De Niro in Lettere d'amore. Poi il ritiro dalle scene, dopo il matrimonio con Ted Turner. Hollywood non ha molto da offrirle e lei ha già un'età che, secondo gli standard dell'industria cinematografica americana, rappresenta un blocco per la sua carriera. Non riusciranno nemmeno a convincerla a ritornare sul grande schermo nemmeno la notizia che Carl Sagan e Ann Druyan stanno scrivendo Contact (1997) e il ruolo della dottoressa Ellie Arroway apposta per lei.

Il ritorno nel Duemila
Ritornerà dopo il divorzio da Turner, nel 2005 con la pessima commedia Quel mostro di suocera. Poi entrerà nel cast di Donne, regole... e tanti guai! (2007) di Garry Marshall con Felicity Huffman e una Lindsay Lohan che metterà in seria difficoltà la buona riuscita del film a causa della sua dipendenza da cocaina. Calcherà di nuovo i palchi di Broadway con "33 Variations" di Moisés Kaufman, guadagnandosi una nomination Tony Award come miglior attrice protagonista. Si bloccherà solo dopo aver scoperto un cancro al seno nel 2010.

Ultimi nuovi film
Tornerà in Francia con E se vivessimo tutti insieme? (2011), di Stéphane Robelin, dove ritrova, finalmente, un ruolo da protagonista. Seguirà Peace, Love, & Misunderstanding (2011) di Bruce Beresford, con Catherine Keener, dove invece è una nonna hippy, mentre meno incisivo il suo ruolo della First Lady Nancyy Reagan nel pessimo The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca (2013). A questi titoli si aggiungono: La formula della felicità, This is Where I Leave You, e due film diretti da registi italiani Fathers and Daughters (di Gabriele Muccino) e Youth - La giovinezza (di Paolo Sorrentino). Intanto, grazie alla Jane Fonda Foundation, di cui è presidente, direttore e segretaria, attiva campagne per favorire l'educazione sessuale fra gli adolescenti, si batte per una maggiore serietà da parte delle forze dell'ordine messicano nei centinaia di casi di femminicidio perpetrati nei paesi dell'America Centrale, lotta per un'espansione dei diritti verso i transgender, ed è contro la prepotenza israeliana nella striscia di Gaza e la guerra in Iraq.

I successi televisivi
Televisivamente, ruggisce ancora nel ruolo di Leona Lansing, CEO di una Major Media Company nel political drama della HBO The Newsroom, ricevendo due candidature agli Emmy. Riportata in auge entrerà come protagonista di una nuova serie Grace and Frankie, che le consentirà di recitare accanto alla sua vecchia compagna di set Lily Tomlin.

Vita privata
Jane Fonda è stata la moglie di Roger Vadim dal 1965 al 1973. Dal regista francese, avrà la sua primogenita, Vanessa (in onore di Vanessa Redgrave, sua grandissima amica, con la quale ha condiviso ogni pensiero politico). Tre giorni dopo aver ottenuto il divorzio da Vadim, sposa l'attivista Tom Hayden, che rimarrà suo marito dal 1973 al 1989. Arriva il secondogenito Troy O'Donovan Garity, ma poi la coppia adotterà una teenager afro-americana Mary Luana Williams, che era figlia di un membro delle Pantere Nere. Dopo il divorzio, sposa il magnate televisivo Ted Turner nel 1991, tycoon della CNN. La coppia divorzia nel 2001 e la Fonda comincia una relazione con il produttore discografico Richard Perry. Fu una grande amica di Gregory Peck. Nel 2007, vince la Palma d'Oro.

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