Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 144 minuti |
Regia di | Erick Zonca |
Attori | Tilda Swinton, Eugene Byrd, Ezra Buzzington, Bruno Bichir, Jude Ciccolella Kate del Castillo, Saul Rubinek, Aidan Gould, Jane Fonda, Kevin Kilner, Vanessa Redgrave, Neko Parham, John Bellucci, Horacio Garcia Rojas, Roger Cudney. |
MYmonetro | 2,44 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento sabato 3 agosto 2013
La storia di una donna di quarant'anni, sola, senza amici né famiglia: un'alcolizzata affetta da cinismo cronico.
CONSIGLIATO NÌ
|
Julia è una donna sola, senza amici né famiglia e che a quarant'anni suonati non ne vuole sentire di darsi una regolata. Ha scelto di vivere ogni notte e ogni giorno della sua vita al limite. E' un'alcolizzata affetta da cinismo cronico e anche una gran bugiarda. Passa le sue nottate a ubriacarsi nei locali e a intrattenersi con uomini di cui il giorno dopo non ricorda nulla, e tra un lavoro saltuario e l'altro tira avanti senza preoccuparsi minimamente del futuro. L'unico che sembra preoccuparsi per lei è Mitch, suo ex-fidanzato nonché l'unico amico che le è rimasto, ma lei non fa che continuare a respingerlo convincendosi sempre più di essere un disastro completo, un'anima persa senza via d'uscita. È grazie al suo amico che Julia inizia a frequentare una sorta di comunità di recupero ed è proprio qui che una giovane sudamericana, più squilibrata di lei, la coinvolge in un piano diabolico per rapire il figlio che vive con il ricchissimo nonno paterno. Sarebbe per Julia un'occasione più unica che rara per raggranellare un bel gruzzolo e cambiare finalmente vita. Maschera sul volto e pistola in tasca si lancia in un gioco al massacro che le sfuggirà presto di mano...
Impudentemente scopiazzata dalla Gloria di Cassavetes (nonostante le secche smentite in conferenza stampa) la Julia di Erick Zonca si salva unicamente per la straordinaria interpretazione borderline di una Tilda Swinton in gran forma, assoluta mattatrice e onnipresente nei quasi 140 minuti di film, meravigliosamente sboccata ma 'femmina' come mai prima d'ora. Fresca di nomination all'Oscar per Michael Clayton, la camaleontica attrice nota al grande pubblico nei panni della Strega Bianca de Le cronache di Narnia, cambia del tutto genere regalando un'interpretazione memorabile tutta incentrata sulla sua estrema fisicità, sprecata per un film incapace di convincere fino in fondo e che in troppe occasioni pecca spudoratamente di presunzione. I tempi di Zonca, già regista de La vita sognata degli angeli, sono decisamente troppo dilatati mentre il finale, seppur in linea con il percorso di redenzione della protagonista pensato dal regista e sceneggiatore del film, ne guasta il ritratto spietato e senza speranza che fino a quel momento aveva letteralmente sedotto lo spettatore. Un vero peccato, perché in altre mani e magari anche con l'etichetta ufficiale di 'remake', un simile progetto avrebbe potuto funzionare alla grande.
Julia è una donna di mezza età che ha una vita del tutto sregolata. È sola. Alcolista, ogni notte finisce in un letto diverso da dove al mattino si alza incredula. La sua vita è fatta di espedienti, bugie, tutto finalizzato ad arrivare al termine della giornata. Quando, in una riunione di alcolisti anonimi, una giovane donna messicana le propone di aiutarla a rapire il suo [...] Vai alla recensione »
Julia è una quarantenne alcolizzata, che ogni mattina si sveglia sbronza in un posto diverso.Un giorno crede di fare una cosa giusta aiutando la sua vicina messicana a riprendersi il figlio, sottrattogli dal ricco suocero perché ritenuta una pazza inaffidabile. Anche e soprattutto per accaparrarsi il riscatto. Tuttavia, qualcosa va storto.La storia è simile in modo imbarazzante a Gloria di Cassavetes. [...] Vai alla recensione »
There are few film actresses working today who can embrace the extremes of beauty and ugliness as persuasively as Tilda Swinton, and fewer still, I suspect, who have the guts to try. She’s a magnificent, bold, sometimes viscerally uncomfortable screen presence, with an otherworldly alabaster glow and a piercing gaze that seems to nail you to your seat.
The endless need, the bad decisions and painful fallout that trail alcoholics like a pack of starving dogs have long drawn actors looking to lose themselves in that complicated tangle of darkness. To get all the way there, really there, as Nicolas Cage did in "Leaving Las Vegas," requires exposing a very ugly place. Tilda Swinton is the latest to disappear into that morally murky pit in the drama-thriller [...] Vai alla recensione »
Une femme imbibe l'écran dès la première scène, une femme imbibée d'alcool, trop maquillée, yeux vitreux, ivre du pouvoir qu'elle peut avoir sur les cadres à cravate dénouée qui s'affalent dans un bar enfumé, grisée surtout de pouvoir s'oublier, ignorer ses problèmes, plonger quelques heures dans un trip d'où elle resurgira le lendemain matin avec la gueule de bois, le rideau de scène tombé sur son [...] Vai alla recensione »