The Wolf of Wall Street |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler.
continua»
Biografico,
Ratings: Kids+16,
durata 180 min.
- USA 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 23 gennaio 2014.
- VM 14 -
MYMONETRO
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"Di più non basta mai."
di Ilaria PasquaFeedback: 3637 | altri commenti e recensioni di Ilaria Pasqua |
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venerdì 21 febbraio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Jordan Belfort ha un solo desiderio: fare soldi a palate, e quale mestiere migliore se non quello del broker? A Wall Street si sente a casa ma è costretto, per pura sfortuna (o fortuna visto come le cose poi andranno) a ripiegare su altro, ripartendo dal basso. La sua corsa al successo sarà molto rapida e presto avrà abbastanza soldi per aprire un posto tutto suo dove iniziare una nuova attività insieme a Donald, un collega incontrato per caso, che ha in comune con lui un’ambizione smisurata e grande voglia di fare. Quello sarà l’inizio di una rapida ascesa che trasformerà del tutto la sua vita: alcolizzato, cocainomane, Jordan trasformerà il luogo di lavoro in una continua festa, fino a una altrettanto rapida discesa.
Da Martin Scorsese non mi sarei mai aspettata un film del genere, non credevo si sarebbe riuscito a spingere così oltre, è un piacere vedere un regista come lui buttarsi in imprese di questo tipo, superare i confini ancora una volta, cambiando in continuazione registro, genere di film (pur con tutti i richiami ad alcuni suoi classici). Un vero piacere anche se devo dire che Martin Scorsese non sembra nemmeno.
The Wolf of Wall Street è una commedia nera senza redenzione. Una corsa tra gli eccessi del giovane Jordan che sembra perdere il controllo quando ormai ha raggiunto il picco. E così si passa da una festa all’altra, da un successo all’altro, seguendo l’incredibile ascesa di quest’uomo attraverso la giungla del mondo della finanza, un regno bestiale di cui Jordan, compulsivo, brillante ed estremo, ossessivo, cinico, esuberante, folle, diventerà il solo e assoluto re, il lupo di Wall Street. Il suo piccolo mondo di orge continue e perversioni, unite al vizio del denaro che non sarebbe ottenibile in altra maniera, diviene un circolo vizioso da cui sembra impossibile uscire e da cui non ha nessuna intenzione uscire. Guida una macchina spinta sempre a duecento all’ora che rischia continui incidenti, che riesce ad evitare quasi per miracolo, sempre al limite, sempre lì lì per distruggere quella macchina e finire per strada con la testa spappolata sull’asfalto. Impossibile fermarsi, perché i limiti non esistono più, non vengono più nemmeno notati. Troppo su di giri, troppo in alto per abbassarsi a guardare giù, le vertigini potrebbero farlo cadere.
Infatti Jordan tira strisce di cocaina per avere la lucidità giusta per cavalcare il mercato a mille, con il suo potenziale che schizza alle stelle, e si imbottisce di sedativi per scendere dalla giostra, riposare, per poi ricominciare. E funziona, funziona molto bene. Fino a quando si continua a correre e a saltare ostacoli, che però di volta in volta si ingigantiscono. Tutto è in vendita, non solo le azioni, le droghe, ma anche i corpi, le anime, la morale, le amicizie persino. Non c’è niente che fermi Jordan, niente di cui gli importi più del denaro. Lui sa creare bisogni, sa dare illusioni. Ha saputo vendere anche se stesso, a se stesso e agli altri.
Il ritmo del film è a dir poco perfetto, Martin Scorsese segue con un flusso di immagini rapide e un montaggio incalzante e con un cambio continuo di registro, l’autodistruzione di quest’uomo sempre in bilico, senza dare giudizi morali mettendo semplicemente la storia di quest'uomo dall'ambizione infinita che vuole spremere il mondo fino all’ultimo spicciolo, senza nessuno scrupolo e soprattutto senza rimpianti. Così frenetico Martin non lo era da tanto tempo e per la prima volta preme sul pedale del grottesco, ma forse si sarebbe potuto spingere anche un passo più in là, se avesse voluto, per risultare ancora più incisivo e distruttivo. Jordan è un uomo totalmente impossibile da redimere e che quando cade ha solo un’idea in mente, non riflettere su ciò che ha fatto, pentimento? Figuriamoci, ha solo voglia di rialzarsi, di ricominciare nel tentativo di raggiungere di nuovo quei picchi. Semplicemente un lupo moderno, un divoratore. Nessun trauma infantile, nessun problema di sorta lo ha spinto ad essere ciò che è, non c’è nessuna spiegazione, e nessun tentativo di farci empatizzare con lui, solo la vertiginosa e disturbante ascesa di Jordan Belfort, re ed allo stesso tempo verme ridotto a strisciare in una bella scena del film, vittima delle sue dipendenze, che nello spettatore genera solo amare, e anche divertite, risate. Leonardo di Caprio è strepitoso in questo ruolo estremo e in un certo senso totalmente nuovo per lui, un vero e proprio re carico di un carisma infinito. Jonah Hill è una perfetta spalla, stessa cosa per il resto del cast, in più c’è anche un gustoso cameo di Matthew McConaughey ormai votato a un certo tipo cinema, per fortuna nostra. La musica c’è ma non troppo, una giusta dose che non sovrasta mai le scene ma le accompagna. Forse sarebbe dovuto durare una mezz’ora in meno, perché il ritmo forsennato stordisce a un certo punto e la corsa verso l’inferno finisce per ripetersi forse due, tre volte di troppo. È la critica che più spesso gli è stata mossa: la ripetizione. Ma alla fine non è quello lo scopo? Disturbarti fino alla nausea, estremizzando sempre più le situazioni?
In conclusione The Wolf of Wall Street è un film frizzante, eccessivo, forse imperfetto ma coinvolgente, le quasi tre ore di film non si sentono nemmeno, o almeno io non le ho sentite. Una visione distruttiva ed esilarante che non fa rilassare mai e che trascina in quel vortice senza far riprendere fiato. La deriva morale del capitalismo attraverso un uomo, la perversione profonda dell’animo umano, la decadenza e l’autodistruzione, senza nessuna mediazione. Un mostro sbilenco ma terribilmente affascinante.
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