The Wolf of Wall Street |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler.
continua»
Biografico,
Ratings: Kids+16,
durata 180 min.
- USA 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 23 gennaio 2014.
- VM 14 -
MYMONETRO
The Wolf of Wall Street
valutazione media:
4,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Grazie Martin!di Bartleby CorinzioFeedback: 2580 | altri commenti e recensioni di Bartleby Corinzio |
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giovedì 23 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Guardatelo. Ogni parola, ogni congettura risulterebbe infinitamente scialba nonché prolissa già dalla prima consonante. Verrebbe, ribadisco, solo da dire "guardatelo". Guardatelo trattenendo prima il respiro. Giovane spettatrice e giovane spettatore fai un respiro profondo e poi tuffati in quest'opera sublime, meravigliosa, intensa, folle, tossica e alcolizzata. Dovrai prender un bel respiro giacché Martin ci regala il suo film più lungo nonché il film con più parolacce nella storia del cinema (pare 506 fuck e varianti). Dettagli, dico la storia delle parolacce e della lunghezza. Quello che conta è che per tre ore ti ritroverai nelle mani di uno dei più grandi registi viventi che ha realizzato uno dei film più belli degli ultimi anni. Una lezione di Cinema e non solo. Una lezione di stile e di quella che è vera arte cinematografica e non mera esposizione del proprio *****. A tal proposito io agli imminenti oscar vorrei candidarlo anche come miglior film straniero, giusto per aver maggior sicurezza. L'eccesso di Martin non è mai regresso e men che mai macchietta ma è un geniale spettacolo. Insomma, è dannatamente un privilegio il saper che Martin Scorsese è in città. Jordan Belfort, interpretato da un Di Caprio maestoso è un Icaro proiettato non solo al denaro ma soprattutto verso un sé stesso implosivo e autorigenerante. Il denaro come ontologia e come estetica. Il corpo ontologico-estetico del denaro. Per noi comuni mortali impossibilitati dallo sniffare coca dal buco del **** di una splendida ninfa, non ci è difficile in qualche modo identificarci in questo giovane uomo. O meglio, per noi comuni mortali, le cui palle o labbra quotidianamente sudano seduti in metropolitana diretti a lavoro alle sei del mattino, non è difficile trovare irresistibile quello stile di vita. Non come concetto morale esistenziale ma come un "prendere in mano sé stessi". Perché non provare in fin dei conti simpatia o almeno non completo e ipocrito disprezzo per questa versione cinematografica di Belfort? Almeno nel mondo immaginifico certe cose si possono fare. Marty non è che ci dice cosa è bene e cosa è male ma è così "bastardo" da renderci un pochetto antipatici i tutori della legge che di Belfort vogliono farne uno spuntino. Ci fa ridere con lui, ci delizia con lui, ci fa sperare con lui. Ed è un film che parla di str...zifigli..., in fin dei conti. Alla fine, scegliere l'aspetto più divertente non è sempre una cattiva idea. E The wolf of Wall Street ce lo dice subito, parlandoci di un bluff palese, grazie ad una sequenza oltremodo magistrale. Tutta retta su un Matthew McConaughey fulmineo ed immenso. La macchina da presa di Scorsese è lo sguardo del suo protagonista. Ci regala momenti motivazionali e deliri inverecondi. Scorrendo sopra le teste di esaltati putti con ali di banconote; svincolandosi tra pasticche e Veneri baccanti, tra schizoidi deliranti deliri (riciclando deliziosamente anche scadenze anni Ottanta), tra c**** e f**** e spudorati sguardi in camera. Andando ogni volta oltre e senza mai, senza MAI, decadere in volgari esibizionismi. Senza mai franare nell'ego formale o finto autoriale. Una differenza non trascurabile, quella che fa di Scorsese non solo un regista ma anche e soprattutto un cineasta e un maestro. Sembra un film girato da un giovane e geniale cineasta. L'esordio di un regista da tenere d'occhio. E invece, guarda un po', è di un c**** di settantenne che vorrei abbracciare e ringraziare allo stremo.
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