Il remake della commedia spagnola di grande successo Toc Toc. Espandi ▽
Sei bisognosi di terapia si ritrovano nella sala d'attesa di uno psicologo esperto in disturbi ossessivo-compulsivi, il dottor Stern, che ha dato loro appuntamento alla stessa ora, e la segretaria Sonia cerca di tenere a bada il gruppetto in preda all'ansia. Ma a mano a mano che i sei interagiscono scoprono di poter essere di reciproco aiuto, e che forse quella convocazione simultanea ha avuto una sua bizzarra ragion d'essere.
Una terapia di gruppo è il remake della spassosa commedia spagnola Toc Toc del 2017, scritta e diretta da Vicente Villanueva. I più efficaci in scena sono Claudio Bisio con i suoi movimenti inconsulti, Valentina Lodovini che regala grande tenerezza alla sua Bianca e Ludovica Francesconi che aggiunge un tocco di grazia.
Manca quel pizzico di follia che aveva reso più riuscito Toc Toc, commedia surreale che non esitava a uscire dal registro da sitcom per sconfinare liberamente nell'assurdo. Una terapia di gruppo si accontenta di strappare qua e là qualche sorriso, mantenendosi all'interno di una rassicurante medietà. Recensione ❯
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La prima parte della trilogia horror diretta da Renny Harlin. Espandi ▽
Un uomo fugge nel mezzo di un bosco: inseguito e raggiunto dai suoi mascherati inseguitori, viene ucciso con un colpo d'ascia. Una giovane coppia felice giunge nel paesino di Venus, tra i boschi dell'Oregon. La comunità sembra essere molto religiosa e contrariata dal fatto che la coppia non sia ancora sposata. A causa di un improvviso guasto automobilistico i due sono costretti a fermarsi in un Bed and Breakfast di Venus, ma la casa a noleggio si rivelerà presto una trappola mortale: tre individui mascherati giocheranno infatti con la coppia come il gatto con il topo.
Il reboot del cult movie di Bryan Bertino lo vuole riscrivere facendone una trilogia, ma il primo capitolo non sembra avere nuove idee e, per quanto ben condotto, ripropone la formula con una sola banale variante finale.
La regia di Renny Harlin e i brani in colonna sonora, non sono comunque banali. Se la formula è risaputa, per lo meno è condotta con una certa grazia, restituendo la paura di un'invasione dello spazio domestico da parte di maniaci che non hanno alcuna motivazione. Avrebbe probabilmente funzionato meglio se gli assassini non fossero stati silenziosi come dei ninja, capaci di muoversi senza essere visti né sentiti in modo pressoché soprannaturale. Recensione ❯
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Un film d'animazione che cerca di coniugare il racconto del valore dell'amicizia nei ragazzi con gli echi della letteratura classica. Animazione, Argentina, Germania, Spagna, Gran Bretagna2024. Durata 88 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Una rocambolesca avventura animata all'insegna del potere dell'immaginazione e dell'amicizia. Espandi ▽
Film d'animazione, frutto di una coproduzione tra Germania e Argentina, che cerca di coniugare il racconto del valore dell'amicizia nei ragazzi con gli echi della letteratura classica.
La costruzione narrativa è quella classica con la presentazione del personaggio di Alfonso Chisciotte, un ragazzino di 11 anni discendente di Don Chisciotte, che, proprio come il sua antico antenato, ha una fervida immaginazione e vede cose che gli altri non vedono come i tre conigli immaginari che lo accompagnano. Il suo paesino nella Mancia, dopo secoli in cui viveva in armonia con la natura, è ora minacciato da violenti temporali che stanno distruggendo tutto (e la coincidenza con le terribili alluvioni in Spagna della cronaca quotidiana fa certo riflettere). Recensione ❯
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Un fantasy folle e scanzonato che parla di crescita e di dolore, di traumi e di accettazione degli altri. Commedia, Avventura - Finlandia, Polonia2023. Durata 88 Minuti.
Un'esilarante commedia, che intrattiene e coinvolge, offrendo momenti di pura gioia e risate. Espandi ▽
Nonostante siano fratelli inseparabili, Snot e Splash non potrebbero essere più diversi. Insieme fanno visita alla nonna nel paesino di Acquainbocca per una vacanza come tante ma grandi oggetti piovono dal cielo e pare che tutti i buchi siano spariti, da quelli piccoli come la serratura di una porta a quelli più grandi come i cerchi nel ghiaccio per pescare. E perché, quando Snot e Splash se ne vanno in giro, tutti gli adulti sorridono loro con denti bianchissimi? I due fratelli saranno coinvolti in un'avventura folle, entrambi costretti a venire a patti con la propria natura.
Liberamente tratto da un romanzo per bambini dell'italiano Manlio Castagna, il nuovo film dell'instancabile regista finlandese Teemu Nikki è un fantasy folle e scanzonato, anch'esso pensato per un pubblico di giovani spettatori.
Snot e Splash - Il mistero dei buchi scomparsi, come ogni film per ragazzi, parla di crescita e di dolore, di traumi e di accettazione degli altri (ed è significativo che alla fine il cattivo si confermi fragile e umano, ma non abbia redenzione), solo con le modalità un po' pazze del racconto spensierato, adattate ai tempi che corrono e alle esigenze del suo pubblico ideale. Basta sapere cosa si sta guardando. Recensione ❯
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Un horror metafisico che non sorprende ma con una buona impronta gangsteristica. Thriller, Italia2024. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un viaggio inquietante e avvincente che si muove nella linea sottile che separa la vita dalla morte. Espandi ▽
Due banditi - Richard e Grant - sono in fuga, inseguiti dalla polizia dopo una rapina con un morto. Richard è ferito a una mano e tra i due c'è una certa tensione. Nascosto il bottino in un bosco, riescono a farsi dare un passaggio da Martin, un dottore che vive in una casa isolata poco distante. I due criminali hanno in realtà pessime intenzioni, ma Martin prima li nasconde quando viene fermato da un amico poliziotto e poi se li porta in casa con l'intenzione di curare la ferita di Richard. In questo modo, il dottore vince la fiducia dei due che però hanno ben presto modo di pentirsene. Messi fuori combattimento da qualcosa nel cibo offerto loro da Martin, i due criminali si ritrovano infatti nel sotterraneo della casa a fare da cavie per un misterioso esperimento tendente a scoprire cosa succede dopo la morte.
La prima parte, di impronta gangsteristica, è ben condotta e sviluppa una situazione tipica, ma nel complesso interessante.
La confezione è pregevole, con la curata fotografia dello stesso regista e le suggestive e appropriate musiche di Sergio Cammariere. Nel complesso positiva anche la prova del cast nel quale, oltre al citato veterano Paré, spiccano il sempre affidabile Louis Mandylor e il vivace Yonv Joseph nel ruolo dei gangster che vanno inaspettatamente incontro al loro destino. Recensione ❯
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Un film che trasferisce al cinema la forza e le emozioni dello sport nella sua competizione agonistica. Espandi ▽
Alla fine degli anni '80 la nazionale cinese di ping pong perde contro la Svezia, disorientata da una nuova tecnica di colpi top spin elaborata in Europa. L'allenatore Dai Minjia viene quindi richiamato dall'Italia, dove era stato erroneamente scambiato per un ladro, per affidargli la preparazione di una riscossa storica. Dai pone da subito degli obiettivi ambiziosi e mette insieme un gruppo di giocatori apparentemente improbabile, con ragazzi molto giovani e talenti smarriti e bollati come perdenti. Attraverso una severa disciplina, saprà infondere le giuste motivazioni alla squadra.
Non è una biografia in senso stretto quella diretta da Deng insieme al sodale Yu Baimei: seppur ispirata alle gesta dell'allenatore Cai Zhenhua, è una versione romanzata e tendente all'eccesso di quanto avvenuto nella prima metà degli anni '90 nel mondo del ping pong.
Quando il cinema cinese saprà sfuggire a queste smanie di gigantismo, ne gioverà l'attenzione ai dettagli e la caratterizzazione di personaggi credibili e non caricaturali. Le scene dei match di ping pong sono prevedibilmente le migliori, benché le riprese da film d'azione, spesso in ralenti, da tempo non rappresentino una novità. Recensione ❯
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Il caso li ha uniti fin dal primo vagito. L'amore è sempre una questione di predestinazione? Espandi ▽
Minnie e Quinn hanno diverse cose in comune, senza saperlo. A partire dal primo vagito: sono nati lo stesso giorno nello stesso ospedale. Si rincontrano trent'anni dopo, a una festa di compleanno, e scatta l'intesa. Problemi ne hanno entrambi, anche se lui è diventato un imprenditore benestante e lei ha una serie di difficoltà economiche, tanto che rischia di perdere la sua pasticceria. Ma certe persone sono predestinate, non solo a trovarsi, ma anche a innamorarsi e stare insieme.
Una favola sentimentale che trova la sua parte più interessante nella descrizione del disagio economico, per il resto si allinea alle tante rom com già viste e riviste.
Quando va sul sociale e assume un imprevisto tono dolente il film sembra finalmente diventare interessante, specie quando sfiora temi come le rispettive difficoltà quotidiane personali, la malattia, i traumi, le madri a confronto sull'aborto. Purtroppo però finisce per prendere una piega deprimente. Recensione ❯
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Quando un uomo e una ragazza rimangono bloccati nell'ascensore dell'hotel in cui soggiornano, nei rispettivi partner, rimasti fuori, s'insinua il dubbio che nel tempo trascorso dentro sia accaduto qualcosa. Espandi ▽
Fabrizio è un manager italiano sposato all'olandese Emilie: vivono all'estero, sono sposati da vent'anni, e per la prima volta si concedono una vacanza a Roma, dove si erano incontrati e innamorati. Daniele e Giulia sono ventenni comaschi, e anche loro hanno scelto di trascorrere nella Capitale qualche giorno da turisti. Le due coppie soggiornano nello stesso albergo, ma Fabrizio e Giulia rimangono bloccati in ascensore per un tempo che pare interminabile. In quel tempo sospeso accadono (forse) cose che metteranno in pericolo i loro rapporti di coppia, in un crescendo di rivelazioni (e di segreti) che creerà un vortice da cui sarà difficile tirarsi fuori.
Suspicious Minds è il minuetto scritto e diretto da Emiliano Corapi che deve molto ad un certo cinema francese allo stesso tempo delicato e crudele, molto parlato e pronto a muoversi per cerchi concentrici che si stringono intorno ai personaggi, come le spire di un boa constrictor.
Il regista-sceneggiatore dimostra, con semplicità e rigore, che anche in Italia può esserci spazio per un cinema adulto e raffinato, per dialoghi credibili e non scontati, per dinamiche relazionali non strillate e riflessioni non banali. Recensione ❯
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Caratterizzato da un altissimo livello qualitativo sia per quanto riguarda le animazioni sia per la colonna sonora, è un "must see" per tutti i fan della saga, che attendono questo epilogo da ben 25 anni. Espandi ▽
Sono passati due anni dalla Quarta Guerra Mondiale e tutto è cambiato - perfino Naruto. L'Eroe della Foglia, sempre con il suo stile a metà tra lo scanzonato e l'imbranato, è ora amato da molti e rispettato da tutti. Chi ha creduto in lui fin dall'inizio è Hinata Hyuga, incapace però di dichiararsi una volta per tutte. Una notte la pace del Villaggio della Foglia è spezzata dall'arrivo del misterioso Toneri. Mentre un ristretto gruppo di ninja si lancia al loro inseguimento, una minaccia ben più grande appare, letteralmente, nel cielo: la Luna si sta avvicinando sempre più alla Terra e presto si schianterà su di essa.
Il film diretto da Tsuneo Kobayashi e scritto da Maruo Kyozuka è la giusta ricompensa a tutti i fruitori transmediali di Naruto, che tra i 700 episodi del manga e i 720 dell'anime necessitavano di una, più che degna, soddisfacente conclusione, cioè il riconoscere di essere cresciuti assieme al proprio idolo.
E lo stesso si può dire del creatore Kishimoto, che ha più volte dichiarato di essere incapace di scrivere e disegnare momenti più romantici e che alla fine ce l'ha fatta ad assistere al bacio Naruto e Hinata. Recensione ❯
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Viaggio alla scoperta di uno degli artisti più rivoluzionari e dirompenti dell'epoca moderna. Espandi ▽
Riprese di paesaggi e dettagli di colori ad olio e strumenti per dipingere posati in uno studio silenzioso; alberi e frutti, una sedia accanto a una finestra; il verde delle foglie e, di nuovo, l'ambiente chiuso e raccolto dove lavora un pittore. Il documentario parte con le immagini inedite del suo studio a Eragny. Inizia così il racconto su un personaggio noto della storia dell'arte del mondo, ma non abbastanza conosciuto per la sua sperimentazione, la sua costante ricerca e il suo essere stato il mentore di tanti maestri. Si tratta di Camille Pissarro (1830-1903), precursore e incessante ricercatore del giusto soggetto e della perfetta resa dell'impressionismo.
La libertà, come sottolinea il documentario dedicato all'artista francese, era il leit motiv della sua essenza pittorica, per questo motivo la vita di Pissarro e il suo lavoro sono frammentati da alti e bassi, da gioie e da melanconie, da successi e da ripartenze... come accade spesso ai grandi artisti.
Tra racconti e immaginari paesaggistici tratti dai dipinti di Pissarro e da diversi contesti ripresi dal vivo, lo spettatore assiste all'allestimento accurato di una mostra a Oxford e di un'altra presso il Kunstmuseum di Basilea che dedica a Pissarro una personale dal titolo Das Kabinet des moderne. Recensione ❯
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Un documentario che dà voce alla popolazione ucraina lasciandola libera di esprimere un'umanità provata ma non sottomessa. Documentario, Italia2024. Durata 90 Minuti.
Il racconto dell'Ucraina attraverso le voci di quanti hanno vissuto l'orrore e le sofferenze della guerra. Espandi ▽
Francesca Mannocchi giunge a Bucha due giorni dopo la liberazione dalle truppe russe che l’avevano occupata per 33 giorni. Documenta, senza risparmiare nulla alla vista, l’eccidio compiuto ai danni della cittadinanza. Avvicina le persone conquistandone la fiducia perché le lascia parlare di ciò che hanno vissuto e che ancora stanno vivendo senza interrompere i loro racconti. Ne esce un film carico di dolente compassione nei confronti di un’umanità provata ma non sottomessa. Qualcuno potrebbe pensare che da quel febbraio del 2022 di immagini della guerra in Ucraina ne abbiamo viste abbastanza. Ne abbiamo viste tante certamente ma spesso per frammenti da telegiornale o per reportage che non avevano il desiderio di non nascondere nulla mettendo chi guarda di fronte all’orrore più atroce ma anche alle più diverse reazioni degli esseri umani. Francesca Mannocchi dà voce a queste voci senza sovrapporvisi. Lascia che si esprimano facendo sì che, uno dopo l’altro sommandosi, quelli che nel titolo per la distribuzione internazionale vengono definiti sussurri (whispers) divengano grida. Recensione ❯
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Il regista Gianfranco Firriolo e il cantautore Vinicio Capossela tornano a collaborare in un anomalo
ibrido tra road movie e film-concerto. Espandi ▽
Nel Natale del 2047, tre strambi personaggi, il Cantante, il Mago e il Gigante, guidano una vecchia automobile verso un vecchio locale chiuso, il Fuori orario. Sul tetto dell'auto, c'è un quarto amico chiamato "the Trinity", ex proprietario del locale, ibernato da tempo e pronto per essere scongelato. Mentre il viaggio prosegue, tra una sosta e l'altra, i ricordi di vecchi concerti del Cantante (che altri non è che Vinicio Capossela) e dei suoi amici prendono vita. Ci sarà ancora modo di fare festa nel futuro?
A metà tra road movie e film-concerto, documentario musicale e baracconata fra amici, un prodotto atipico, sgangherato e vitale come del resto l'immaginario musicale e narrativo del suo autore e protagonista.
Capossela è il cuore di questo film fuori dall'ordinario, diretto da Gianfranco Firriolo ma ideato, scritto e interpretato dal cantautore e musicista. Tutto nel film esprime il suo immaginario, i personaggi vagabondi, la celebrazione della festa, il racconto fantastico, l'estetica stracciona, la malinconia e il ricordo, il ruolo della musica come balsamo per il dolore, la perdita, l'abbandono, e stordimento godereccio che si esprime nel ballo, nella melodia dolce, a volte nel rumore. Recensione ❯
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Un'avventura esilarante corredata da un imprevedibile twist finale. Espandi ▽
Una notte nella periferia di Roma il giovane Calamaro si ritrova ad aiutare gli amici di sempre - Jason, Freud, Gianmaria e Rebecca - a nascondere il cadavere di un uomo ucciso per sbaglio. Trattasi del titolare del pub dove Jason stava festeggiando il suo compleanno, prima che un banale alterco tra i due si trasformasse in disgrazia. Nel giro di poche ore il gruppo di amici, trentenni spiantati e inconcludenti, deve escogitare un piano per far sparire le tracce della vittima entro la mattina dopo, mentre tra loro emergono questioni irrisolte e lo shock dell'evento diventa l'occasione per fare un bilancio sulle rispettive vite.
Il tentativo di ritrarre una generazione eternamente imprigionata nell'adolescenza si smarrisce in una commedia priva di brillantezza e del ritmo adeguato a gestire l'ingombrante presenza del cadavere.
Anche i pochi momenti buoni e qualche battuta azzeccata cadono inesorabilmente nel vuoto, così come naufraga il tentativo di tratteggiare una generazione senza prospettive ed eternamente imprigionata nell'adolescenza. Recensione ❯
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Un'opera cinematografica che spinge i confini della narrativa visiva, affrontando le complesse sfaccettature dell'amore e delle conseguenze emotive della violenza domestica. Espandi ▽
Tu cerchi l'Amore! Rachele ride allo sconosciuto col quale sta chattando su webcam. Lei all'amore
non crede. E ci accompagna a scoprire l'unico sentimento che conosce, il legame
fortissimo velenoso che unisce i suoi genitori. In pubblico si mostrano affettuosi e
innamorati, ma dietro porte chiuse, è tutto possesso sottomissione paura e dolore.
Rachele vuole essere diversa. Ma può veramente esserlo, se l'unica forma di amore che
conosce è violenza? Recensione ❯
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Un documentario originale sulla scalata dell'Everest. Dove vediamo l'umanità dell'impresa. Documentario, Italia2024. Durata 97 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'avventura da brivido fino alla vetta del pianeta Terra. Espandi ▽
Alex Harz dirige ed è protagonista di un documentario che non si accontenta di mostrare le varie fasi che costituiscono la preparazione e l'impresa della scalata alla vetta del mondo. Il suo percorso inizia molto prima del primo campo base e consiste nell'avvicinamento progressivo alla montagna grazie ad un'immersione nella cultura locale.
Quando per scalare una cima non si indossano solo indumenti adatti ma ci si riveste anche dell'umanità che la circonda.
La documentaristica sulle scalate alla cima dell'Everest è decisamente ampia e ci ha proposto le vite e le aspettative di coloro che si accingevano all'impresa e la portavano a compimento, talvolta lasciando sulle nevi dei compagni di cordata deceduti. Harz decide di affrontare quella che definisce 'missione' a partire da sé stesso ma mettendo poi in campo tutta una serie di elementi troppo spesso trascurati da altri oppure trattati solo come sottofondo folkloristico. Recensione ❯
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