Una potente esplorazione del lutto, un intenso ritratto di dolore, desiderio e rinascita, ed è basato sulla storia autobiografica della regista Tom Nesher che firma anche la sceneggiatura. Espandi ▽
In seguito alla morte del fratello Nati, una ragazza ventenne di Tel Aviv, Eden, si trova ad elaborare il lutto per un legame che va anche oltre i confini dell'amore fraterno. La giovane è convinta di sapere tutto di Nati, con cui viveva una simbiosi viscerale, ma scopre con sgomento dell'esistenza di Maya, una fidanzata di cui non aveva mai sentito parlare. Dopo essersi messa in contatto con lei, Eden supera le diffidenze iniziali e si lancia in un rapporto dai contorni complessi, sempre all'insegna delle emozioni forti.
C'è tanto di personale in questo dramma giovanile sul tema del lutto e dell'espressione del dolore. Sono emozioni ben note alla regista Tom Nesher, che come la sua protagonista Eden ha vissuto la tragedia di un fratello scomparso in un incidente, e che qui vengono rielaborate in modo non letterale attraverso l'esplorazione di una figura femminile ribelle e auto-distruttiva.
Peccato che sia anche un rifiuto edonisticamente privilegiato, orgogliosamente chiuso in una Tel Aviv giovane e pittoresca. Un mix irrisolto del troppo studiato e al contempo del troppo inconsapevole. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La storia vera di una ragazza più veloce dei suoi traumi, un film-tributo a una figura simbolo di libertà e resistenza. Drammatico, Italia, Germania, Belgio2024. Durata 102 Minuti.
La storia di Samia racconta il coraggio di una giovane donna che sfida un regime brutale e lotta per la sua libertà e per il suo futuro. Espandi ▽
Samia è una bambina somala con il sogno di diventare la donna più veloce del suo paese. Ci riuscirà, grazie al sostegno di suo padre e del suo amico allenatore Ali, arrivando fino alle Olimpiadi di Pechino 2008. Nulla però sarà semplice, Samia dovrà lottare contro un Paese tormentato da fanatismo religioso e dalla guerriglia, e scoprirà che attraversare l'Europa purtroppo è un'impresa - per molti - impossibile.
Un film di grande impatto emotivo, che vede scontrare il sogno di una bambina con la ferocia della realtà. Non dirmi che hai paura prosegue là dove finisce Io Capitano di Garrone: c'è un adolescente in mare su un barcone anche qui, anche qui una nave italiana si avvicina. Solo che è troppo tardi, le prigioni libiche hanno messo a dura prova corpi e spiriti, sole, sete e stenti hanno fatto il resto. E un tuffo con l'utopia di salvezza può essere fatale.
Un film che senza la minima traccia di retorica si rivela commovente, possiede tutta la forza dirompente di una storia vera di coraggio e disobbedienza e ha il merito di ricordare la figura di una velocista dimenticata, la piccola Samia che non sapeva che sarebbe diventata un simbolo. E a suo modo un'eroina. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il secondo lungometraggio del regista palestinese candidato all'Oscar Scandar Copti. Espandi ▽
Haifa, Israele. Rami è un arabo-israeliano innamorato della compagna ebrea Shirley, ma la gravidanza di lei rischia di diventare un grosso problema per le famiglie di entrambi. La sorella di Rami, Frida detta Fifi, viene coinvolta in un incidente d'auto e i suoi genitori cercano di lucrare sull'accaduto, non per avidità ma per fare fronte a un grave problema economico, ma rischiano di scoprire la vita parallela che la figlia conduce fuori dalle regole restrittive della famiglia. Fifi intraprende una relazione con Walid, un amico del fratello, ma anche fra loro ci saranno dei non-detti importanti. E Miri, la sorella di Shirley, viene messa sotto pressione dalla madre affinché si arruoli nell'esercito israeliano.
Copti non fa mai facile propaganda politica, non cerca colpevoli né divide il mondo in buoni e cattivi, ma cerca di dipanare a poco a poco una matassa così aggrovigliata che ad un certo punto il pubblico stesso fatica ad individuarne il bandolo.
Questa difficoltà appare in tutta la sua dolorosa (e attualissima) essenza, anche se la messinscena trova anche momenti di leggerezza e di erotismo. Il cast di non professionisti è sorprendentemente intenso e credibile, oltre che estremamente attraente: in particolare Manar Shehab nei panni di Fifi è di una sensualità irresistibile. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un esordio in cui si respira una certa originalità e freschezza. Un buon talento registico pronto ad affermarsi. Drammatico, Italia2024. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una giovane artista riesce a interfacciarsi con la sua cantante preferita. Tra le due scatterà una grande sintonia. Espandi ▽
Arriva un momento nella vita di tutti, tra la giovinezza e l'età adulta, in cui bisogna
cominciare a capire cosa fare, e quale sia il posto che si vuole occupare nel mondo. Caterina
ha vent'anni e potrebbe averlo scoperto. Vuole fare la musicista, ma è paralizzata dalla paura
e dall'insicurezza. Un'estate le accade qualcosa di incredibile: incontra il suo idolo, la cantante
francese Mia, e la conosce. È l'inizio di un rapporto complesso che accompagnerà Caterina
negli anni e le permetterà finalmente di tornare a casa. Quasi Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un giovane immigrato clandestino viene assunto come rider. Il primo giorno di lavoro, però, viene derubato della sua bicicletta. Presentato in concorso alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia 81. Espandi ▽
Torino. Issa è un giovane immigrato clandestino, da sei anni in Italia, che è stato appena licenziato. Cerca così di farsi aiutare dal suo amico Mario, che lavora in un ristorante per trovare un'altra occupazione. Lui lo accompagna a comprare una bicicletta usata a un prezzo decente e gli fornisce uno zaino e uno smartphone per fare il rider. Il riferimento a Ladri di biciclette è così immediato da apparire anche scontato. Ma più che un omaggio, sembra esserci una corrispondenza privata con quel film. Come Antonio e Bruno nel film di Vittorio De Sica, anche Issa cerca per gran parte di Anywhere Anytime la sua bicicletta rubata. Un film di grande impatto, autentico, tesissimo. Un esordio notevole. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un film che ama sorprendere, dove il peso dell'esistenza si fonde con la tenerezza. Commedia, Italia2024. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un romanzo di formazione per sognatori. Un narratore muto, una realista rivoluzionaria e un irriducibile sognatore dentro una Milano carezzata dalla nebbia, romantica e complessa, nascosta e irresistibile Espandi ▽
Gollum (così lo chiamano i bulli) non sa parlare e si esprime sprayando sui muri. Un giorno incontra Frank che invece con le parole è abile tanto da poter vendere compiti di italiano e non solo. Quando compare Nina, sedici anni, e già una figlia con il malavitoso "Il Duce", la vita cambia per tutti e tre.
Paola Randi ci propone una Milano inedita e personale tracciando un percorso in cui una realtà trasfigurata e il peso dell'esistenza si fondono con la tenerezza.
Un film che ama sorprendere quello di Randi che però non utilizza mai la sorpresa fine a sé stessa. A partire dal prologo in cui ci viene descritto in dettaglio un furto di rame da una fabbrica si apre una continua scoperta. Prima si tratta dei pensieri di un narratore che non sa parlare ma riesce ad inserirci in ogni situazione e a descriverci il proprio rapporto con la realtà che lo circonda. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un'altra gloriosa pagina dello sport italiano degli anni '70. Espandi ▽
"C'è la neve nei miei ricordi". Giovanni Veronesi, sciatore mancato, è un grande appassionato di questo sport. Con l'aiuto del giornalista e scrittore Lorenzo Fabiano, ripercorre la storia delle più importanti tappe dell'epoca d'oro dello sci alpino negli anni '70 andando a intervistare direttamente, tra gli altri, alcuni dei suoi protagonisti come Gustav Thöni, Piero Gros, Paolo De Chiesa o l'allenatore Oreste Peccedi recentemente scomparso a cui il film è dedicato. Racconta inoltre i trionfali Giochi Olimpici del 1976 a Innsbruck, la rivalità tra Thöni e lo svedese Ingemar Stenmark ma anche i momenti bui e il declino che ha attraversato la squadra azzurra dopo i successi e che ha comunque contribuito a far diventare lo sci uno sport di massa e non più d'élite. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un esordio sfrontato e decisamente convincente dove anche i
suoi limiti lo rendono ancora più elettrizzante. Drammatico, Italia, Gran Bretagna2024. Durata 109 Minuti.
Il racconto di formazione di un giovane che si sposta da Londra a Siena per inseguire un sogno. Espandi ▽
2015. Leonardo parte da Palermo per raggiungere la sorella a Londra per studiare business. Cambia però presto idea e si sposta a Siena per iscriversi all'Università. Diciannove sono gli anni che ha Leonardo quando decide di partire da Palermo. Diciannove sono anche gli anni che aveva il regista Giovanni Tortorici, al debutto nel lungometraggio, nel 2015. Possono esserci quindi potenziali 'frammenti' di vita vissuta in questo racconto inquieto in cui si avverte anche una distanza tra la quotidianità del protagonista e i filmati o i gruppi social dove ogni angolo del mondo sembra facilmente raggiungibile. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Sironi racconta l'adolescenza riconfermando l'indole pittorica della sua regia, che rende ogni inquadratura simile a un quadro. Drammatico, Italia, Francia2024. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due ragazze scappano dall'ospedale che le ha in cura per poter vivere la loro prima vera estate. Espandi ▽
Clara e Irène hanno 17 anni e un passato comune presso una clinica per malattie oncologiche. Durante un'uscita organizzata dalla struttura ospedaliera per le ex pazienti dopo la fine delle terapie le ragazze si incontrano e fanno subito amicizia, nonostante abbiano indoli caratteriali opposte.
Così le due decidono, di punto in bianco, di partire insieme per una vacanza su un'isola lontana dalle famiglie e dalle stanze di ospedale. Non ci vorrà molto perché un gruppetto di ragazzi si avvincini alle due soavi adolescenti e cerchi di fare amicizia con loro, sperando che l'attrazione sia reciproca. Ma al centro di quell'estate c'è soprattutto il rapporto sempre più stretto fra Clara e Irène.
Quell'estate con Irène sembra un'opera prima a firma femminile, e invece è l'opera seconda di Carlo Sironi dopo Sole, esordio con cui ha in comune uno degli attori, Claudio Segaluscio, e l'indole pittorica che rende ogni inquadratura simile a un quadro. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un ritratto dei ventenni di oggi, alla ricerca di utopie e speranze che non gli sono state concesse, della loro voglia di vivere e amare e della loro grande infelicità. Espandi ▽
Bianca ha 23 anni, dovrebbe frequentare l’università, ma non ci va mai. Ha poche ossessioni: il tempo che passa, la droga e Angelica. Da quando vivono insieme, tutto corre più veloce. Anche la loro amicizia, tra amore e dipendenza. Bianca ha un quaderno su cui scrive appunti per i suoi libri, ma vorrebbe annotarci altro: che perdiamo tutto continuamente e che alla fine, forse – tra le strade notturne di Roma e l’albero che si intravede, muto, dalla finestra di casa – niente andrà perduto. L’opera prima di Sara Petraglia convince per la sua naturalezza nel raccontare due ragazze poco più che ventenni in cerca di se stesse. Uno dei pregi maggiori dell’opera prima di Sara Petraglia – sì la figlia dello sceneggiatore Sandro e non se ne parli più – è la schiettezza, sic et simpliciter. Perché è un pregio? Perché raccontare con semplice naturalezza, senza approcci moralistici, senza giudicare, due donne di vent’anni o poco più, Bianca e Angelica, è qualcosa di inedito e, in certa misura, di scandaloso. Certo la riuscita del film, che si muove su corde che è un attimo pizzicare male, è dovuta alla naturalezza della sceneggiatura ma, soprattutto, all'adesione totale ai personaggi delle due interpreti, Tecla Insolia, sempre più sorprendente e Carlotta Gamba in un ruolo fantasmatico. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
L'incontro tra una giovane coppia di ladri e gli abitanti di una villa sperduta dà vita a un gruppo di sogni e fallimenti. Espandi ▽
Guido e Beatrice sono due ladri che stanno cercando di sfuggire alla cattura da parte della polizia e che sono sottoposti alle non amichevoli attenzioni di un boss malavitoso. Raggiungono nottetempo un’isola su cui sorge un’ampia villa abitata dalla famiglia Reffi. Ognuno dei componenti ha una passione particolare. C’è chi è stato direttore d’orchestra; chi, un tempo medico, ora sviluppa il suo interesse per la matematica; chi scrive romanzi e chi vorrebbe saperli scrivere. Tra il gruppo e la coppia si ingaggia una scommessa: chi abita la villa pensa di riuscirne a cambiare le attitudini. In quel caso non si provvederà a denunciarli alle forze dell’ordine. Eugenio Lio ed Elisabetta Sgarbi hanno operato su un romanzo scritto negli anni’40 da Giorgio Scerbanenco, ritrovato dagli eredi e pubblicato nel 2018 da La Nave di Teseo, casa editrice di cui Elisabetta Sgarbi è l’anima nonché il direttore generale. Ne hanno spostato l’azione sul finire degli anni ’60 (su una pagina di giornale per un istante sembra di leggere il nome di Valpreda) e il loro intervento è sui personaggi (non sulle persone) che lo scrittore ha immaginato. Tutto però è rigidamente ancorato all'interno di uno schema algido ed è questa freddezza che viene volutamente conferita alla recitazione degli attori che denunciano la loro derivazione letteraria non per una mancanza di consapevolezza da parte degli sceneggiatori ma proprio (questo è ciò che si coglie) per sottolinearne l'artificiosità del pensiero e quindi delle vite. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Arsa ha sempre vissuto isolata in una riserva naturale. L'arrivo di Andrea sconvolge tutta la sua quotidianità. Espandi ▽
Poco più che adolescente, Arsa vive in totale solitudine sull'isola di Stromboli. Orfana del padre artista, ha fatto della propria giovane esistenza un inno alla sostenibilità e all'essenzialità assolute: nella sua capanna isolata vive di pesca, raccoglie gli scarti spiaggiati provenienti dall'incuranza dei turisti che osserva da lontano con un binocolo, e li trasforma in oggetti originali. L'incontro con Andrea, turista sull'isola con due amici, le offre l'opportunità di esplorare la possibilità di un nuovo sentimento, ma soprattutto di confrontarsi con un modo diverso.
Il mare dona, Arsa raccoglie, conserva e trasforma. Oltre il mito del buon selvaggio, uno sguardo contemporaneo sull'essenzialità, sulla bellezza e sul rispetto dell'equilibrio umano-natura.
Un lavoro denso ed eloquente nei suoi lunghi silenzi che lasciano spazio all'imponente sound design. Un film etico che fa estasi dell'estetica e poesia dello sguardo, anzi proprio del "gesto del guardare attraverso una lente e senza essere visti", ovvero il gesto del cinema, incarnato dal frequente utilizzo del binocolo da parte di Arsa per avvicinare e scrutare, mettendoli a fuoco, i visitatori della sua isola. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un documentario che dà voce alla popolazione ucraina lasciandola libera di esprimere un'umanità provata ma non sottomessa. Documentario, Italia2024. Durata 90 Minuti.
Il racconto dell'Ucraina attraverso le voci di quanti hanno vissuto l'orrore e le sofferenze della guerra. Espandi ▽
Francesca Mannocchi giunge a Bucha due giorni dopo la liberazione dalle truppe russe che l’avevano occupata per 33 giorni. Documenta, senza risparmiare nulla alla vista, l’eccidio compiuto ai danni della cittadinanza. Avvicina le persone conquistandone la fiducia perché le lascia parlare di ciò che hanno vissuto e che ancora stanno vivendo senza interrompere i loro racconti. Ne esce un film carico di dolente compassione nei confronti di un’umanità provata ma non sottomessa. Qualcuno potrebbe pensare che da quel febbraio del 2022 di immagini della guerra in Ucraina ne abbiamo viste abbastanza. Ne abbiamo viste tante certamente ma spesso per frammenti da telegiornale o per reportage che non avevano il desiderio di non nascondere nulla mettendo chi guarda di fronte all’orrore più atroce ma anche alle più diverse reazioni degli esseri umani. Francesca Mannocchi dà voce a queste voci senza sovrapporvisi. Lascia che si esprimano facendo sì che, uno dopo l’altro sommandosi, quelli che nel titolo per la distribuzione internazionale vengono definiti sussurri (whispers) divengano grida. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
David riallaccia i rapporti con sua madre e la sua famiglia, vagando attraverso Buenos Aires per placare la sua ansia generazionale. Espandi ▽
Il trentenne argentino David, ebreo, omosessuale e sovrappeso, fa rientro a Buenos Aires dall'Italia per la morte dello zio. Ad accoglierlo trova la sorella, la madre anziana e un'altra zia. Dopo il funerale David viene a conoscenza anche della notizia più sconvolgente: sua madre ha deciso di staccare suo padre dal respiratore artificiale che lo tiene in vita. E David, che con il genitore ha da sempre una relazione complicata, cade in uno stato di profonda crisi.
Presentato nella sezione Acid di Cannes, un piccolo film argentino dominato dalla figura originale di Iair Said, regista, sceneggiatore e interprete che si è cucito addosso il ritratto di un disadattato alla vita chiamato a confrontarsi con la morte.
Come in molto cinema argentino contemporaneo, la gravità delle domande di un film è soppesata dalla semplicità minimalista della sua messinscena, votata a un realismo spicciolo, cinico o grottesco a seconda degli umori, spietato e talvolta umanista. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Incarnando un'epoca ribelle e irripetibile, Ilie Nastase è il protagonista di
un ritratto straordinariamente umano. Documentario, Romania2024. Durata 103 Minuti.
L'anno 1972 nella carriera e nella vita di Ilie Nastase. Espandi ▽
Ilie Nastase, nato a Bucarest nel 1946, è stato il primo bad boy del tennis. Estroso e istrionico, elegante e imprevedibile, si è affermato come uno dei più grandi campioni della racchetta nella prima metà degli anni Settanta, vincendo gli US Open e il Roland Garros in singolare e in doppio, e Wimbledon nel doppio e nel doppio misto. Ma soprattutto, con il suo stile di gioco, i comportamenti e l'esuberanza dentro e fuori dal campo, ha impresso al tennis una scossa rivoluzionaria. Perfetto esempio di genio e sregolatezza, è stato il primo tennista a travalicare i confini del proprio sport, diventando un'icona. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.