Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Alex Harz |
Attori | Alex Harz, Russell Brice . |
Uscita | lunedì 18 novembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Nfilm |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 18 novembre 2024
Un'avventura da brivido fino alla vetta del pianeta Terra. In Italia al Box Office The Quest Everest ha incassato 3,2 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Alex Harz dirige ed è protagonista di un documentario che non si accontenta di mostrare le varie fasi che costituiscono la preparazione e l'impresa della scalata alla vetta del mondo. Il suo percorso inizia molto prima del primo campo base e consiste nell'avvicinamento progressivo alla montagna grazie ad un'immersione nella cultura locale.
Quando per scalare una cima non si indossano solo indumenti adatti ma ci si riveste anche dell'umanità che la circonda.
La documentaristica sulle scalate alla cima dell'Everest è decisamente ampia e ci ha proposto le vite e le aspettative di coloro che si accingevano all'impresa e la portavano a compimento, talvolta lasciando sulle nevi dei compagni di cordata deceduti. Harz decide di affrontare quella che definisce 'missione' a partire da sé stesso ma mettendo poi in campo tutta una serie di elementi troppo spesso trascurati da altri oppure trattati solo come sottofondo folkloristico.
Il suo viaggio inizia a Katmandu con un'immersione nella vita quotidiana della capitale del Nepal e nelle sue tradizioni religiose. Visitiamo templi di fedi diverse, assistiamo a cremazioni sulle rive di un fiume sacro e tutto questo non si configura come curiosità turistica ma come desiderio sincero di comprendere il contesto in cui la sua impresa andrà a prendere corpo.
Questo fa sì che quando si inizia ad affrontare l'ascesa lo spettatore sia stato dotato di un suo personale zaino che si configura come bagaglio culturale utile a comprendere, ad esempio, ciò che gli sherpa vivono interiormente nel momento in cui si mettono a disposizione degli alpinisti. Comprendiamo ad esempio perché ritengano indispensabile una ritualità propiziatoria prima che si inizi la salita oppure quanto l'arrivo degli scalatori occidentali ne abbia mutato le vite.
Tutto ciò non significa non dare spazio alla conquista della cima (in particolare puntando l'accento sul necessario training di preparazione). Così come non ci viene nascosta la motivazione che ha spinto Harz all'impresa: una promessa fatta a se stesso quando era un ragazzo e che finalmente ha deciso di essere pronto a mantenere.
Avremmo bisogno di un maggior numero di documentari in cui chi ne è autore sia disposto non solo a mettersi in gioco in prima persona ma a cercare di fare emergere pensieri, aspettative e caratteri di un mondo in cui entra con la disponibilità a scoprire non solo una vetta ma anche gli altri esseri umani.