Un film che trasferisce al cinema la forza e le emozioni dello sport nella sua competizione agonistica. Espandi ▽
Alla fine degli anni '80 la nazionale cinese di ping pong perde contro la Svezia, disorientata da una nuova tecnica di colpi top spin elaborata in Europa. L'allenatore Dai Minjia viene quindi richiamato dall'Italia, dove era stato erroneamente scambiato per un ladro, per affidargli la preparazione di una riscossa storica. Dai pone da subito degli obiettivi ambiziosi e mette insieme un gruppo di giocatori apparentemente improbabile, con ragazzi molto giovani e talenti smarriti e bollati come perdenti. Attraverso una severa disciplina, saprà infondere le giuste motivazioni alla squadra.
Non è una biografia in senso stretto quella diretta da Deng insieme al sodale Yu Baimei: seppur ispirata alle gesta dell'allenatore Cai Zhenhua, è una versione romanzata e tendente all'eccesso di quanto avvenuto nella prima metà degli anni '90 nel mondo del ping pong.
Quando il cinema cinese saprà sfuggire a queste smanie di gigantismo, ne gioverà l'attenzione ai dettagli e la caratterizzazione di personaggi credibili e non caricaturali. Le scene dei match di ping pong sono prevedibilmente le migliori, benché le riprese da film d'azione, spesso in ralenti, da tempo non rappresentino una novità.