Nella Casa Circondariale di Milano Bollate è stato aperto il primo ristorante al mondo all'interno di un carcere. Questa è la sua storia. Espandi ▽
Da nove anni nel carcere di Bollate c'è un ristorante aperto al pubblico guidato da uno chef che ha lavorato con Gualtiero Marchesi. Il documentario ne mostra l'attività che continua grazie alla disponibilità dei detenuti e alla professionalità di Silvia Polleri, esperta del settore ristorazione.
Quando il recupero alla vita sociale di chi sta scontando una pena detentiva unisce la creatività all'imprenditorialità il risultato merita di essere documentato.
La narrazione è suddivisa in capitoli nei quali non si nascondono i problemi (fra i quali quello della curiosità inopportuna di alcuni avventori che vogliono essere informati sui reati commessi dal cameriere di turno) ma si mostrano soprattutto i valori e l'importanza che un'attività simile, che chiede fatica ma anche disponibilità alla creatività e all'incontro con il mondo esterno, implica. Recensione ❯
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Una cena di famiglia, un segreto oscuro, un passato che la rincorre. Per Chiara è giunto il momento di affrontare tutto ciò da cui scappava. Espandi ▽
Dopo aver abbandonato da anni il casale di famiglia, Chiara torna dalla sua famiglia insieme a Michela, una sua amica. Nel passato di Chiara c'è un trauma non superato: si sente responsabile di un incendio alla stalla avvenuto quand'era bambina e che ha ridotto permanentemente a letto, collegato alla bombola dell'ossigeno, il padre. Tutti sono pieni di rancore. Quando nel cuore della notte Chiara si sveglia, Michela non c'è più e sono scomparse anche le sue cose. Chiara si alza e chiede ai familiari se l'hanno vista, ma questi sostengono che non esiste: Chiara è venuta da sola. Chiara, sconcertata e preoccupata, precipita così in un mistero inatteso e intricato.
Lo spunto della scomparsa inspiegabile di una persona che tutti, a parte la protagonista, sostengono non essere mai esistita non è nuovo, ma è giocato con buona efficacia in un contesto rurale oscuro e asfittico per creare un clima di opprimente mistero.
L'esordiente nel lungometraggio Antonio Abbate dimostra buone qualità nella messa in scena e nella encomiabilmente sintetica gestione del racconto, aiutato anche dalla efficace fotografia di Dario Germani. Il cast offre nel complesso una prova convincente. Recensione ❯
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Un'opera prima promettente con un ottimo Giulio Beranek che finisce in crescendo. Drammatico, Italia2023. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un vortice di eventi che metterà in crisi le certezze e il rigore morale di un uomo. Espandi ▽
Dopo che la Carrarese Calcio è stata promossa in serie B con cinque giornate di anticipo, il suo storico capitano Claudio Russo decide di esaudire uno dei più grandi desideri della sua vita e apre un ristorante con sua moglie Gloria grazie anche al prestito del suo amico Sandro Costa. La fortuna però gli volta improvvisamente le spalle. Cerca di arrangiarsi come può finendo per accettare di andare a lavorare nella cava. Ma i soldi guadagnati non bastano, il suo matrimonio va in crisi e la sua vita, di conseguenza, si trasforma in un inferno. Per provare a uscirne fuori, dovrà mettere in discussione la sua integrità morale.
Gli occhi di Giulio Beranek raccontano già il personaggio. Il suo sguardo passa dalla provvisoria felicità, alla paura fino alla disperazione. E probabilmente tra gli aspetti più riusciti del film c'è il suo rapporto con Sandro.
Doppio passo cerca comunque di allontanarsi dalla costruzione drammaturgica della scrittura per trovare l'atmosfera giusta anche grazie ai colori straniati della fotografia di Tommaso Alvisi. A volte ci riesce, a volte si smarrisce. Quando prende la strada giusta, si avvicina a quel cinema di denuncia sociale italiano degli anni '90. E cresce in un finale per nulla scontato. Recensione ❯
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Roberto è un agente immobiliare di trent'anni, a cui nulla sembra andare bene. Il suo peggior difetto è non capire le persone. Accade coi clienti, ma anche con Sara, la ragazza di cui subisce il fascino sin dal primo incontro. La vita sembra finalmente sorridere a Roberto quando il caso gli regala il dono di entrare nella vitta degli altri per scoprirne i desideri più intimi. Recensione ❯
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La vicenda di quattro donne ottantenni che non si arrendono al tempo che passa e hanno due giorni per far crescere un ragazzo che non vuole diventare adulto. Espandi ▽
Francesca e Alessandro sono nonna e nipote e hanno da sempre un rapporto speciale: dopo la morte dei genitori di Alessandro, è stata proprio Francesca a crescerlo e prendersene cura, con la promessa che un giorno sarebbe diventato come i supereroi dei suoi fumetti preferiti. E infatti, come un novello Spider Man di quartiere italiano, Alessandro trascorre le sue giornate lavorando come fattorino per una pizzeria, mentre la sua vita e la sua relazione vanno a rotoli. La sua fidanzata sta per lasciarlo e intende sottrargli l'appartamento che la nonna Francesca gli ha lasciato, trasferendosi in una casa di riposo. Intenzionata a smuovere il nipote, Francesca decide così di coinvolgerlo in un viaggio con le sue quattro amiche verso Assisi, alla ricerca di un truffatore misterioso. Dramedy dal sapore dolceamaro, L'età giusta mescola humour ed emozione per raccontare la vecchiaia e la complicità di un gruppo di donne ottantenni alle prese con un viaggio che le porterà ad acquisire nuove consapevolezze: perché non è mai troppo tardi per riscoprire sé stessi e diventare persone migliori.
L'età giusta di Alessio Di Cosimo non sarà forse un film rivoluzionario: il viaggio come metafora di un percorso di maturazione interiore e la relazione nonna e nipote sono elementi utilizzati e analizzati diffusamente in ambito cinematografico. Eppure il lungometraggio firmato da Di Cosimo trasmette un'ondata di freschezza difficilmente riscontrabile nel cinema italiano contemporaneo. Recensione ❯
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Serie comedy con uno straordinario cast corale. Espandi ▽
La serie Gigolò per caso, che ha solo casualmente lo stesso titolo del bel film di John Turturro di qualche anno fa, vorrebbe essere un tentativo di mettere in discussione in forma comica il cambiamento nei rapporti fra uomini e donne e nella concezione stessa di virilità, ma perde completamente l’occasione di costruire una comicità intelligente e innovativa sull’argomento ripiegando invece su triti stereotipi e antiche macchiette. Lo sguardo e l’immaginario restano quelli maschili vecchio stampo e sorprende anche che a farlo sia una coppia di giovani sceneggiatori, Tommaso Renzoni e Daniela Delle Foglie, entrambi fra i 35 e i 40 anni. Se si ride poco vedendo la serie però non è per “suscettibilità femminista”, ma perché le dinamiche in scena sono così poco aggiornate alla realtà che è difficile ritrovarci qualcosa di comicamente riconoscibile, e i personaggi sono così goffamente strutturati che perdono qualsiasi credibilità, seppur nel contesto comico che deve per sua natura estremizzare i toni. Recensione ❯
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Le vicende di una piccola agenzia digital che sogna in grande ma alla fine sopravvive tra clienti stravaganti e le difficoltò di una modesta realtà di provincia. Espandi ▽
Dopo aver tirato uno schiaffo al testimonial Achille Lauro durante una riunione, la manager di un'agenzia di comunicazione viene declassata dalla sede centrale di Milano a quella periferica di Napoli. Qui si ritrova alla guida di un gruppo di lavoro stravagante e sgangherato che si barcamena nel mondo digital e social.
Ispirandosi ai modelli di sitcom più alti (come The Office o Boris) e in perfetto equilibrio tra risate e malinconia, i The Jackal ritraggono il mondo della comunicazione social e il disagio della generazione di trentenni.
L'intesa tra i membri del gruppo funziona perfettamente: Fabio Balsamo (sempre più bravo e aderente al suo modello di riferimento Troisi), Ciro Priello (il più eccentrico, nella sua spassosa incapacità di dire di no agli altri), Gianluca Fru (il più cinico e dall'umorismo spietato) e Aurora Leone (sensibile e intrappolata nella friendzone con un collega) sono complementari, e dialogano bene anche con il resto del cast, a partire da Martina Tinnirello che nel ruolo della manager mostra i giusti spigoli per cozzare comicamente con il quartetto campano. Recensione ❯
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Omaggio al pioniere Sergio Bernardini, ideatore dello storico locale. Molti cimeli in una rievocazione di famiglia. Documentario, Italia2023. Durata 75 Minuti.
La storia di un locale e del suo proprietario che ha ospitato il meglio dello spettacolo italiano. Espandi ▽
Simbolo dell’euforia e della rinascita economica postbellica italiana, La Bussola di Sergio Bernardini, a Focette, frazione di Marina di Pietrasanta, nel cuore della Versilia, ha avuto il primato di ospitare tantissime star nazionali e straniere e cambiato il gusto di diverse generazioni di frequentatori. Trent’anni dopo la morte del suo fondatore, scomparso nel 1993 in un incidente automobilistico, familiari, amici e collaboratori dell’impresario ne ricordano l’impresa ineguagliata. Nato da un’idea di Mario Bernardini e Andrea Soldani - rispettivamente uno dei due figli dell’impresario e l’autore della regia televisiva del primo premio a lui dedicato - il documentario si stabilizza fin dai primi minuti su un tono celebrativo, appoggiandosi a un coro di svelti estratti di interviste, in una frammentazione estrema, una raffica di dichiarazioni enfatiche. La volontà di ricordo e di tributo resta bidimensionale, inerte, come nell’immagine-cornice del grande tavolo ricoperto di locandine e palinsesti e circondato da riflettori. Recensione ❯
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Un thriller dell'anima che si interroga tra la materia oscura e l'essere umano. Drammatico, Thriller - Italia2023. Durata 114 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una riflessione sulla complessità delle relazioni umane e familiari. Espandi ▽
L’autorevole fisico Antonio Brissoni è impegnato in un importante progetto di ricerca sulla materia oscura. Il lavoro sembra assorbirlo al punto tale da fargli trascurare la famiglia. La sua vita viene stravolta quando suo figlio Thomas scompare all’improvviso, seguendo una donna misteriosa. La ricerca del figlio spingerà Antonio a cercare anche sé stesso, e a interrogarsi sulle relazioni familiari e sull’ignoto quale elemento irremovibile dell’esistenza. Attraverso una luce fredda che all’apparenza rende tutto chiaro ma dietro cui affiora un senso di mistero, Odoardi mette in relazione l’uomo e l’universo, scegliendo un approccio metafisico non molto coinvolgente). Come nel suo lungometraggio d’esordio Una ballata bianca e nei primi due capitoli della sua trilogia Mancanza (Mancanza-Inferno e Mancanza-Purgatorio), il regista adotta un approccio metafisico, seppur qui meno marcato, e il risultato è un thriller psicologico che tenta di sondare l’insondabile animo umano nello stesso modo in cui Antonio cerca di ‘catturare’ le particelle di materia oscura nel suo laboratorio sotterraneo. Recensione ❯
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Una salutare lezione di vita e di naturalezza. E una risposta a colpi di minimalismo alle inutili grandeur del mondo rock. Documentario, Italia2023. Durata 52 Minuti.
Il film segue la rock band Verdena nella loro vita privata e nella preparazione del tour di Volevo Magia, disco che segna il loro rientro sulle scene dopo sette anni di silenzio. Espandi ▽
Prima del tour 2022 di Volevo Magia, che segna il ritorno sul palco dopo sette anni, assistiamo a uno stralcio di vita privata dei Verdena, tra tradizioni famigliari, genitorialità e riflessioni su passato e presente.
Su un punto sia i fan che i detrattori dei Verdena non possono che trovarsi d'accordo: per il trio rock non è mai stato concepibile assumere un atteggiamento impostato, nemmeno con il sopravvento dei social. I Verdena sono rimasti quelli di sempre, nel bene e nel male: spigolosi, taciturni, pragmatici, disinteressati a tutto ciò che non sia suonare o comporre musica. Chiunque abbia intervistato i fratelli Ferrari si è scontrato con la loro ritrosia a concedere interviste e a parlare di sé. E il breve film di Francesco Fei spiega tutto senza ricorrere a molte parole, immortalando la band nella sua quotidianità.
Che siate fan o che non lo siate, i 50 minuti di X sempre assenti possono assomigliare molto a una salutare lezione di vita e di naturalezza, in tempi che virano in direzione opposta. Recensione ❯
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Un viaggio attraverso l'Italia alla scoperta dei grandi capolavori del Perugino, dagli affreschi della Cappella Sistina alle due sale a lui interamente dedicate alla Galleria Nazionale dell'Umbria. Espandi ▽
Armonia e Bellezza. Con queste due parole, pronunciate dalla voce narrante di Marco Bocci, si chiude il documentario su Perugino. Il regista Giovanni Piscaglia racconta la lunga vita del pittore umbro con l'equilibrio giusto per accompagnare e analizzare la sua produzione artistica densa e, appunto, armoniosa. Il Perugino è stato infatti l'artista dell'equilibrio e del racconto contemporaneo basato sul colore e sulla perfezione degli sguardi dei suoi soggetti e dei paesaggi naturali e avvolgenti.
Mai drammatico, per nulla estremo o fazioso, antipolitico e uomo schivo, Perugino ha dipinto fino all'ultimo giorno come un talentuoso professionista e imprenditore che è stato al passo coi suoi tempi.
Architettura, natura, geografia, storia, religione, ritratto... alcune delle parole chiave che aprono e chiudono il cerchio di questa vita lunga che termina con una malattia cattiva, la peste, che fa morire Perugino con il pennello in mano nella piccola chiesa di Fontignano, a Città della Pieve, la città di origine del pittore. Recensione ❯
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Un dramma sociale al contempo malinconico e pieno di speranza che esalta le piccole cose e dà voce agli "esclusi" di una società basata sulla competitività. Espandi ▽
La storia di un amore che una gravidanza inaspettata mette in crisi ma che poi, 'miracolosamente', ricompone. È l'amore tra Giorgio (Fabio Troiano) e Maria (Iazua Larios), persone semplici e genuine, ed entra in crisi perché uno e l'altra si sentono sopraffatti dai desideri, dai bisogni e dalle paure dell'altro, in un contesto marcato da un ordine sociale che genera confusione, paura, marginalità, difficoltà di sentirsi a pieno titolo parte della comunità. In questa situazione ciascuno dei due protagonisti è spinto a cercare altrove la tenerezza e l'ascolto che non trova più nel coniuge, e si dischiude quindi a relazioni con nuovi confidenti: Maria nel conforto di padre Salvatore (Alessio Lapice), giovane sacerdote affascinato dal suo candore e dalla "miracolosa" gravidanza; e Giorgio, dopo un'iniziale ostilità, nell'affetto di Arlette (Christina Rosamilia), sex worker transessuale. Nell'ambiguità che si apre in questo gioco di relazioni, la futura nascita è l'ancoraggio che si offre loro, è la possibilità di cambiamento e rinnovamento, una potenzialità insita in ogni nascita e il segno della possibilità di dare un futuro alle cose. Recensione ❯
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Un film ambientato in un universo immaginario ma dedicato a un soldato ungherese realmente esistito che si chiamava Peter Pan. Espandi ▽
1918, Altopiano di Asiago, pochi giorni prima della fine della Grande Guerra. Il giovane soldato austro-ungarico Peter Pan oltrepassa le linee nemiche. Solo, spaventato, in fuga, durante il suo percorso non incontra nessuno tranne una pattuglia di soldati italiani di cui fa parte il Capitano Don Chisciotte che però lo nota a malapena. Il paesaggio del territorio straniero gli fa tornare in mente alcuni nitidi ricordi d'infanzia dove ci sono la madre e il suo amico Maty morto in guerra. Sono i rari momenti di serenità. Poi Peter riprende il cammino. Il desiderio è quello di ritrovare un'isola in mezzo al mare che non esiste nel mondo reale.
Ci sono gli echi del cinema di Ermanno Olmi ma anche le tracce del documentarismo familiare di Alina Marazzi (di cui Pedote è produttore) nei ricordi d'infanzia che sono tra i momenti più coinvolgenti del film per il modo in cui dà forma al diario privato del protagonista.
Una lunga soggettiva, un viaggio prima della fine dove davanti agli occhi del protagonista, interpretato da Ondina Quadri, compaiono immagini del passato, visioni di un mondo incontaminato con echi che richiamano il cinema di Malick, in particolare The Tree of Life, proprio nello scarto tra il dramma che sta vivendo il soldato e la sua percezione individuale. Recensione ❯
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Un curioso documentario su un'impresa 'folle' che vorrebbe tutelare l'Amazzonia. Documentario, Italia, Brasile2023. Durata 85 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il sogno utopico di un uomo di vivere in perfetto equilibrio tra natura e tecnologia. Espandi ▽
Lo scozzese Christopher Clark ha vissuto per più di due decenni in Amazzonia con l'obiettivo di far sì che tecnologia e natura potessero coesistere. Il suo più grande desiderio è stato quello di attirare l'attenzione del governo brasiliano e dell'opinione pubblica mondiale sull'area più incontaminata della foresta. Per far ciò accarezza l'idea di poter far tornare i Pink Floyd a suonare esattamente lì. Il documentario registra e accompagna questo sogno utopistico.
Un documentario in cui il regista aderisce ad un'impresa scoprendo, con lo scorrere del tempo, di non esserne solo un osservatore ma anche una parte attiva.
Morabito ci offre il ritratto di un uomo che, prima di morire, vorrebbe che quel territorio fosse definito come riserva naturale con tutte le conseguenze di protezione necessarie. Solo alla fine della visione sapremo se questo desiderio sia stato esaudito. Recensione ❯
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Un esordio contro corrente che dietro i superpoteri di un ragazzino ne racconta invece la sensibilità e la solitudine. Drammatico, Italia2023. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un bambino manifesta strani poteri. Degli scienziati cominciano a studiarlo. Espandi ▽
Anni Settanta, Appennino Romagnolo. In un paesino di montagna, Pietro, un bambino cresciuto da un padre duro e asfissiato dai debiti, manifesta doti misteriose: piega metalli al solo tocco. Uno scienziato americano comincia a studiarlo. Gli esperimenti porteranno Pietro a contatto col mondo invisibile, dove le leggi della fisica lasciano il passo ai desideri più profondi. Recensione ❯
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