Sono pochi i registi che hanno una cifra autoriale ben definita, una cifra così riconoscibile da rendere immediatamente distinguibili dagli altri una loro inquadratura o un loro movimento di macchina. In questo selezionatissimo gruppo rientra senz'altro Nicolas Winding Refn, come dimostrano i temi e gli stilemi di film come Pusher, Valhalla Rising, Bronson, Drive, Solo Dio perdona e Neon Demon. Il cineasta danese, supportato da Amazon, ha estremizzato ogni sua idea sull'arte e sulla natura umana in Too Old To Die Young, serie che Prime Video propone in esclusiva ai suoi abbonati a partire da venerdì 14 giugno.

Le puntate previste sono dieci, ognuna delle quali con una durata che supera abbondantemente i sessanta minuti. Due di queste sono state già presentate fuori concorso al Festival di Cannes con una soluzione insolita. A Cannes sono stati visibili esclusivamente il quarto e il quinto episodio. Poco male. In questa opera, sceneggiata insieme al fumettista Ed Brubaker, la trama è secondaria. Contano di più gli effetti stranianti delle luci, contano di più i silenzi ricchi di angoscia dei protagonisti, contano di più le esasperate ed esasperanti scene di violenza che coinvolgono i personaggi in scena.

Tra le serie più innovative e conturbanti di questa stagione televisiva, Too Old To Die Young mostra una Los Angeles decadente in cui prosperano solamente le attività criminali.

Un poliziotto, l'imberbe e taciturno detective Martin, si ritrova ad espiare i propri sensi di colpa dopo aver visto perire un suo collega. Decide così di diventare un giustiziere della notte decretando la vita e la morte dei delinquenti che popolano la città degli angeli. Sulla sua strada trova Jesus, narcotrafficante in ascesa, e una varietà incredibile di scarti e residui dell'umanità peggiore, quella formata da stupratori, molestatori, membri di diverse organizzazioni malavitose.

Supportato da Viggo, un partner altrettanto enigmatico che presta ascolto a una sorta di veggente, Martin discende gli Inferi vivendone ogni centimetro con lo sguardo impassibile di chi ha accettato la propria condanna. Tra le lande desolate della San Fernando Valley va alla ricerca di sé stesso in un viaggio tragico che lo mette inesorabilmente di fronte alle proprie convinzioni. A dare le fattezze a questo uomo gelido, imperscrutabile, è Miles Teller, noto in ambito cinematografico per esser stato il protagonista dell'acclamatissimo Whiplash di Damien Chazelle.

Esasperando fino alle estreme conseguenze gli elementi che caratterizzano la sua visione di cinema, Nicolas Winding Refn con Too Old To Die Young è artefice di una rivoluzione stilistica. Studiato e superato il David Lynch di Twin Peaks, il regista danese sorpassa ogni schema precostituito andando al di là delle regole della linearità televisiva. Privilegia la forma, cerca la perfezione nelle immagini, aspira alla cristallizzazione dei momenti della narrazione. Per raggiungere simili obiettivi Refn si è affidato a Darius Khondji, direttore della fotografia dal prestigiosissimo curriculum. Le sue inquadrature, ipnotiche in alcune situazioni, sono il valore aggiunto di una serie dall'elevatissima qualità.

Nel cast, oltre a Miles Teller, vanno ricordati John Hawkes (The Sessions, Un gelido inverno, Tre manifesti a Ebbing, Missouri), Jena Malone (Donnie Darko, The Neon Demon, Animali notturni), Nell Tiger Free (Game of Thrones) e Augusto Aguilera (The Predator).