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Ultimo aggiornamento martedì 8 gennaio 2019
Una donna dedica anima e corpo al suo lavoro di giudice ma trascura il marito. Il caso di un ragazzo in ospedale cambierà la sua vita. In Italia al Box Office The Children Act - Il Verdetto ha incassato 2,1 milioni di euro .
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Giudice dell'Alta Corte britannica, Fiona Maye è specializzata in diritto di famiglia. Diligente e persuasa di fare sempre la cosa giusta, in tribunale come nella vita, deve decidere del destino di Adam Henry, un diciassettenne testimone di Geova che rifiuta la trasfusione. Affetto da leucemia, Adam ha deciso in accordo con i genitori e la sua religione di osservare la volontà di Dio ma Fiona non ci sta. Indecisa tra il rispetto delle sue convinzioni religiose e l'obbligo di accettare il trattamento medico che potrebbe salvargli la vita, decide di incontrarlo in ospedale. Il loro incontro capovolgerà il corso delle cose e condurrà Fiona dove nemmeno lei si aspettava.
Per quanto si provi a dire a parole il film di Richard Eyre, mancherà sempre all'appello l'essenziale. E l'essenziale in The Children Act - Il Verdetto è l'indicibile, quello smarrimento violento e improvviso che coglie qualche volta l'individuo fino a rovesciarne lo spirito e spostare per sempre il suo cuore più in là.
Di questo spiazzamento esistenziale fa esperienza Fiona Maye, giudice nata dalla penna di Ian McEwan ("La ballata di Adam Henry") e confrontata con una richiesta urgente in risonanza con la sua vita privata. Una vita trascorsa a esaminare situazioni altamente conflittuali, a valutare punti di vista che si oppongono, a divorare il tempo che avrebbe dovuto condividere col marito, a risolvere e risolversi con misura e distacco. Ma la fragilità del suo matrimonio e lo stato di salute di un adolescente rompono il suo delicato e costante esercizio, costringendola a confrontarsi bruscamente con se stessa per donare un nuovo senso alla parola responsabilità.
Cercando "l'interesse del bambino", principio in apparenza semplice ma di applicazione sovente dolorosa, la protagonista si perde e perde il filo. L'elemento perturbatore ha il corpo tormentato e il volto seducente di Adam (Fionn Whitehead, il giovane soldato di Dunkirk), indeciso tra principi religiosi e vitale pulsione adolescenziale. L'ambivalenza dell'animo umano è soggetto e materia di un film che illustra senza fioriture il ritratto di una donna travolta da quello che è chiamata a giudicare.
Alla maniera di McEwan, che ha adattato il suo romanzo per lo schermo, Richard Eyre segue la sua protagonista nella prestazione pubblica (la corte, l'ufficio) e nella vita intima (la sua relazione col marito). Il pubblico, che occupa uno spazio maggiore nel film e nel quotidiano di un giudice sicura della propria superiorità intellettuale e sociale, deraglia in un territorio sconosciuto e negli occhi chiari del 'figlio' che Fiona avrebbe forse potuto avere se non avesse sacrificato tutto al suo mestiere.
Emma Thompson è l'interprete ideale di un personaggio che nega le sue emozioni ma non riesce a impedire che affiorino, una donna che non ha visto il tempo passare e si sente improvvisamente invecchiare. Pivot di un dramma umano in cui tutti gli elementi convergono per valorizzarla, l'attrice inglese offre una performance tra le più ricche e sottili della sua carriera, traducendo a meraviglia la sofisticazione e la vulnerabilità del suo personaggio.
La perfezione tecnica e il controllo della partitura gestuale non frenano mai l'emozione ma la sublimano in un racconto di austera bellezza e straordinaria gravità. E come in ogni racconto di Ian McEwan è soltanto alla fine, a tragedia avvenuta, che i suoi personaggi realizzano di non aver compreso nulla di quello che hanno vissuto e di aver fatto probabilmente la scelta sbagliata. Una scelta dagli esiti catastrofici che travolgerà Adam, solo davanti a una fame di vita del tutto sconosciuta, e misurerà Fiona con l'irrimediabilità del suo abbaglio.
Tra sentimento e deontologia, emozioni e determinismo biologico, The Children Act - Il Verdetto confronta due solitudini, interrogando il ruolo della giustizia nelle nostre vite, esplorando la delicata linea di confine tra il secolare e il religioso, dando prova di una complessità tematica impressionante. Un film nutrito dall'immaginario giudiziario e una 'produzione anomala di globuli bianchi' che impatta, con le coscienze, i destini individuali.
"Mi invitò a prendere la vita così come veniva, come l'erba cresce sugli argini". È un verso del poeta irlandese William Butler Yeats che la protagonista si trova a cantare insieme a un paziente terminale del cui caso giuridico si sta occupando in prima persona. Lei è un giudice inossidabile dell'Alta Corte britannica, lui un testimone di Geova con la passione per la chitarra deciso a rifiutare la trasfusione che potrebbe salvargli la vita. È un incontro di quelli cruciali: cambierà la vita e la prospettiva di entrambi, in modi diversi ma ugualmente definitivi.
Tratto dal romanzo di Ian McEwan ("La ballata di Adam Henry", edito Einaudi), Il verdetto vanta come titolo originale proprio quel The Children Act che recita: "Quando una corte di giustizia delibera in merito all'educazione di un bambino, il benessere del bambino stesso deve essere considerato come prevalente e prioritario".
Così da una parte troviamo Emma Thompson, più intensa che mai, nel ruolo del giudice workaholic che trascura il privato in favore del lavoro in cui crede fortemente e si impegna con tutta se stessa. Dall'altra Fionn Whitehead nei panni di un sognatore incallito, che con le sue sorprese riesce a incidere giorno dopo giorno una crepa sulle mura che da anni la protagonista si è innalzata attorno. Nel mezzo c'è un matrimonio trascurato e frustrato: Stanley Tucci questa volta interpreta un marito che stenta a rassegnarsi alla trascuratezza del quotidiano. Le prova tutte, amante compresa, per risollevare le sorti di un legame intiepidito dal tempo e dagli impegni.
Dilemmi esistenziali, tormenti dietro ogni singola scelta, responsabilità di decidere delle vite degli altri. E nel frattempo la voglia di sentirsi vivi, di cantare, di suonare, di (tornare a) sognare. C'è tutto questo nella narrazione di Ian Mc Ewan, ancora una volta nelle vesti di autore e sceneggiatore. Dietro la macchina da presa troviamo il regista britannico settantacinquenne Richard Eyre, lo stesso che è stato applaudito per Diario di uno scandalo e che in questa sua nuova creatura cinematografica osa una mossa simile a un salto mortale.
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Un film fatto di silenzi, pause, con la giusta carica drammatica e un complesso dibattito etico tra giustizia e religione, pretesto per un’analisi raffinata di due solitudini a confronto. Uscito come La ballata di Adam Henry qualche anno fa scritto dal versatile “sir” Ian Mc Ewan che ne firma anche la sceneggiatura dal 18 ottobre nelle sale The children act -in Italia Il verdetto-, [...] Vai alla recensione »
Non è un film semplice come non lo sono gli scritti di McEwan Fedele la trasposizione cinematografica immagino perchè si avvale del grande regista Richard Eyre e della co-regia dello stesso McEwan Non è la storia a coinvolgerci ma il senso che la storia ci provoca Fiona Maye una straordinaria Emma Thompson occupa un posto di spicco in qualità di giudice dell’Alta [...] Vai alla recensione »
Legge , diritto ,religione : nell'Antigone è spiegata molto bene la differenza tra i primi due concetti. Antigone ha due fratelli morti l'uno per difendere la libertà, l'altro il tiranno. Al primo verranno negati i funerali di Stato al secondo tributati. Il primo si è mosso animato dal diritto , il secondo dalla legge.
Ci sono tutti gli ingredienti per far sentire “bene” lo spettatore. L’eleganza degli ambienti, il rapporto tra marito e moglie, la correttezza nell’affrontare il loro disagio di copia stanca, una donna giudice in carriera che sembra svolgere la propria attività con cura e professionalità estrema, insomma una [...] Vai alla recensione »
Non tutti apprezzano i Testimoni di Geova quando scampanellano alla porta, domenica mattina all’alba con l’urgente notizia della venuta di Cristo, di solito infuriato proprio con noi. Tanto allarmisti sul Redentore, gli stessi Testimoni si rivelano inattesi ottimisti riguardo a Satana, comparso sulla terra solo nel 1914, come se prima la storia fosse stata un pacifico cammino d’amore [...] Vai alla recensione »
Ocorre una premessa: l'originale del film è "The children act" una legge inglese ambigua, che pur avendo la finalità di tutelare la salute del minore spesso si è tramuta in un'intromissione del giudice nel diritto dei genitori di vedere curato il figlio in coma permettendo invece l'uccisione del figlio perché incurabile, pur essendoci Ospedali anche [...] Vai alla recensione »
Del film resteranno impresse nella mente di questo spettatore soprattutto tre cose: l’interpretazione magnifica di Emma Thompson, da Oscar, l’eterno contrasto tra laicità e religione, il non sempre facile rapporto tra vita privata e vita pubblica – professionale coniugate dal principio di responsabilità e dalla personale interpretazione che a quello, dà [...] Vai alla recensione »
Il film ha fatto di Fiona Maye un personaggio vincente, giudice inglese sicura di sé, dedita pienamente al lavoro, irreprensibile, inflessibile: fosse stata una giudice italiana sarebbe stata sicuramente incorruttibile. Non si è accorta però che, complice anche la mancanza di figli, ha trascurato i rapporti affettuosi col marito; lui glielo fa notare, ricorda che l'ultimo [...] Vai alla recensione »
Film piacevole con una grande attrice e alcuni significati importanti, ma piuttosto inflazionati e fors'anche scontati nel loro esito all'interno di questo film. Invece, se ci accorgiamo che l'intervallo divide esattamente il film in due, prendendo il giovane malato di leucemia come protagonista (e non il magistrato, cosa che invece sarebbe più istintiva), è più [...] Vai alla recensione »
E' un capolavoro innanzitutto perché la Thompson e il giovane Whitehead sono magistrali. Naturalmente lei lo è in misura maggiore, grazie anche ad una perfetta padronanza delle tecniche recitative, acquisite in anni di onoratissima carriera. In secondo luogo, è un capolavoro per la "vera" storia sottesa a quella principale che costituisce il plot narrativo: quanto [...] Vai alla recensione »
Film di assoluto interesse sociale,dove può arrivare il giudizio istituzionale e come può entrare nell'intimo spirituale di una famiglia con dei principi religiosi che non permettono ad un povero ragazzo un tentativo di salvezza da un male incurabile,i principi istituzionali che sono il cammino esistenziale della vita sociale vengono messi alla prova da una spiritualit [...] Vai alla recensione »
È strano come al cinema vengano spesso dipinte donne di potere: recentemente in “The Post” l’editor del giornale Katharine Graham (interpretata magistralmente da Meryl Streep), da perfetta housewife borghese, prende coscienza con il tempo e con le disavventure del “Washington Post”. La stessa attrice ha impersonato nel 2011 Margaret Thatcher in “The [...] Vai alla recensione »
Una questione giuridica da legal thriller si trasforma in un caso di coscienza per il giudice donna,Emma Thompson, che deve decidere tra la tutela della libertà di culto e la salvezza di una vita umana. Ma il rovello si trasferisce immediatamente dalle aule giudiziarie alla vita privata del giudice ed al centro del dramma non c’è più il figlio minorenne di due testimoni [...] Vai alla recensione »
Children Act non è solo una cornice attorno alla bella prova d'attrice di Emma Thompson - questa forse poteva essere l'insidia alla base del film che invece si sviluppa insieme e non solo al servizio della sua protagonista, merito naturalmente del soggetto e dell'intervento diretto in sceneggiatura di Ian Mc Ewan - è invece un progetto che tocca temi importanti mentre non [...] Vai alla recensione »
Le aule di tribunale sono state spesso utilizzate dalla letteratura e dal cinema quali luoghi in cui naturalmente emergono gli interrogativi fondamentali della vita e dove si scontrano opposte visioni sui reciproci rapporti tra diritto, etica e morale. Ian McEwan, autore del romanzo e della sceneggiatura, ricorda come, durante una cena a casa di un amico giudice, gli fosse capitata in mano una raccolta [...] Vai alla recensione »
Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Siamo di fronte al film The Children Act – Il Verdetto, del regista Richard Eyre. La storia, per quanto drammatica, un ragazzo minorenne, Adam [Fionn Whitehead], figlio di testimoni di Geova, che rifiuterebbe una trasfusione di sangue che i medici propongono per [...] Vai alla recensione »
Vostro Onore Emma Thompson merita proprio l’Oscar come migliore attrice protagonista in questo bellissimo film sostenuto proprio dalla sua bravura e da quella del suo giovane coprotagonista Henry. Lei è proprio autorevole, sicura di se e decisa nei giudizi, ponderati dopo attento studio dei casi. Nel caso di Henry, giovane appartenente ad una famiglia di testimoni di Geova che rifiuta [...] Vai alla recensione »
Tratto da un’opera dello scrittore Ian Mc Ewan, “Il Verdetto” , del regista britannico Richard Eyre, è un legal thriller drammatico che pone al centro della storia il personaggio femminile di un’importante giudice (Emma Thompson), che quotidianamente è assorbito dal difficile ed oneroso compito di esprimere i più equi responsi sui più svariati [...] Vai alla recensione »
Tratto da un’opera dello scrittore Ian Mc Ewan, “Il Verdetto” , del regista britannico Richard Eyre, è un legal thriller drammatico che pone al centro della storia il personaggio femminile di un’importante giudice (Emma Thompson), che quotidianamente è assorbito dal difficile ed oneroso compito di esprimere i più equi responsi sui più svariati [...] Vai alla recensione »
Eccezionale,
Finalmente un film bellissimo, una super Emma Thompson e una regia e attori veramente straordinari!!!!
Finalmente un film bellissimo, una super Emma Thompson e una regia e attori veramente straordinari!!!!
Penso sia un buon film, ricco di spunti. Ottimo nei cineforum con dibattito finale gestito da personale qualificato e sensibile, sarebbe bello che le multisale dedicassero almeno un giorno alla settimana con un film di alta qualità, penso che l'iniziativa avrebbe un discreto successo.
Il film è molto bello, magistrale l'interpretazione di Emma Thompson, peccato che l'audio fosse pessimo ma non è una novità nelle sale del Raffaello
Accogliente la sala e gentilissimo il ragazzo alla biglietteria. Ottima vista e acustica. Cinema di qualita'.Lo consiglio a tutti
L'eleganza delle forme che in ogni circostanza appare in questo racconto sono giustificate dalla sceneggoatura raffinata e dal contenuto principale: l'amministrazione della giustizia quando i temi trattati riguardano i minori. La professionalità elevata della giudice Fiona May si riflette anche in chi la circonda dal cancelliere, all'amico cantante e anche al marito piuttosto [...] Vai alla recensione »
Mi ha richiamato alla mente IL CORAGGIO, film in cui Gino Cervi salva Totò (aspirante suicida) dalle acque, ma poi se lo ritrova a casa rivendicando il diritto di essere mantenuto. Anche in questo caso, il "salvato" rivendica in modo ossessivo attenzione... e che attenzione!
Non è la prima recensione che scrivi; forse sarebbe opportuno imparare prima a scrivere: lingua e sintassi
È incredibile come un film ti possa arrivare dentro a sconvolgerti i pensieri e cercare poi di riordinarli. Ed è l'effetto che mi ha fatto IL VERDETTO. Un giudice familiare, interpretato dalla bella e piena di classe Emma Thompson, è chiamato a decidere sulla vita o la morte di un giovane ragazzo, testimone di Geova, che si rifiuta di essere curato.
Perfettamente d accordo con tuo commento. Ho visto il film con 2 amiche che hanno travisato i sentimenti sia del giudice che del ragazzo: pensavano a un innamoramento.
Sulla prova della Thompson nulla da eccepire, ma resto perplesso sullo "svolgimento del tema". Ben presto la discussione su Geova e dintorni si ferma,e la pellicola viene depotenziata,perde ritmo ed interesse. C'era tanto da sviluppare,ma si ha la sensazione che non si voglia urtare la minoranza dei frequentatori del Templio. Anzi,con la ricaduta e morte del ragazzo insorge un dubbio: [...] Vai alla recensione »
Film assolutamente non verosimile, dall’incontro tra il giudice ed il ragazzo, folgorato sulla via di Damasco, che in modo chiaramente non reale riesce a scoprire tutta una serie di informazioni che, vista l’importanza della donna, non sarebbe evidentemente possibile come inattendibile risulta la sua (della donna) evoluzione affettiva La trama, tra vari tentativi di decollo culturale non riusciti, [...] Vai alla recensione »
Una volta tanto un film poteva essere più lungo, permettendo così al soggettista e allo sceneggiatore di articolare maggiormente ogni personaggio, dandogli quello spessore e quella profondità piuttosto scarsi. Inizierei intanto con l”accusa” al regista (il pesce puzza sempre dalla testa....), al casting e di conseguenza allo sceneggiatore di aver relegato un grande [...] Vai alla recensione »
Sono arrivato al cinema pensando di vedere un dramma etico e invece sullo schermo era raccontato un dramma psicologico. Al centro del racconto c’è il momento difficile della protagonista, giudice della corte suprema inglese; la questione etica del giovane testimone di Geova che rifiuta la trasfusione si decide senza particolari scossoni e fa da sfondo alla crisi matrimoniale e personale [...] Vai alla recensione »
Nel leggere recensioni e commenti profondi ed entusiastici di questo film, mi domando e dico : ma sono io, spettatore comune, così ottuso e insensibile da non capire le problematiche sociali, giuridiche , personali, pubbliche e private scodellate sullo schermo? ebbene sì, lo ammetto: la prima parte si guarda con piacere. Un giudice donna bella, fine, decisa , sicura nell’ affrontare [...] Vai alla recensione »
Uno dei motivi per cui Ian McEwan è così meritatamente popolare si deve a come egli sa costruire dilemmi etici (personali e sociali) con estrema naturalezza, senza rinunciare a una scrittura densa e profonda. Assolutamente disinteressato alla vena sarcastica di Martin Amis o altri scrittori-rivali britannici, McEwan ha la capacità straordinaria di mettere i suoi personaggi di fronte a scelte, bivi, soluzioni indecidibili che coinvolgono sempre il singolo e la comunità. Lo sfondo cambia, ma coinvolge in ogni caso il tessuto civile in cui i personaggi si muovono - e in cui il lettore sa perfettamente riconoscersi.
"La ballata di Adam Henry" è stato forse sottovalutato, rispetto a opere maggiori e più storicizzate, ma offre al non coraggiosissimo Richard Eyre (regista probabilmente abituato a gestire storie meno laceranti) un testo di alto spessore morale, dove una donna - un giudice, non a caso - si trova a prendere prima una decisione processuale e poi una decisione personale dalle conseguenze imprevedibili per la sua vita.
Il tema della libertà di scelta per motivi religiosi si scontra con le idee di un ragazzo non ancora maggiorenne, e per ciò stesso pronto a convinzioni estreme nell'uno e nell'altro senso. L'abilità di McEwan è proprio quella di non concentrare - come sarebbe stato facile - la questione sulla sola dialettica tra dilemma giurisprudenziale e sofferenza umana, ma di spingere la storia ben oltre, una volta presa la decisione della corte. È qui che si misurano infatti gli effetti pratici delle disposizioni del giudice, e che se ne saggiano i confini reali.
A 21 anni è già una star: scelto da Christopher Nolan come protagonista di Dunkirk, Fionn Whitehead recita ora da comprimario accanto a Emma Thompson in The Children Act - Il verdetto di Richard Eyre, che inizia come un courtroom drama ma prosegue come una storia d'amore sui generis fra Fiona Maye, un giudice dell'Alta Corte britannica, e Adam Henry, un ragazzo affetto da una grave malattia interpretato appunto da Whitehead, che ci racconta il suo ruolo.
"Adam Henry è un diciassettenne cresciuto nel credo religioso dei Testimoni di Geova, e che nonostante la malattia e l'educazione repressiva che ha ricevuto è rimasto aperto a tutte le esperienze ed entusiasta della vita. Adam Henry riesce a mantenere uno sguardo luminoso anche in circostanze oscure".
Secondo lei che cosa vede in Adam Henry il giudice Fiona Maye?
Quella brama di vivere che lei ha smarrito lungo la strada, quell'energia fresca e prorompente della quale era affamata senza nemmeno rendersene conto, e che è scomparsa anche dal suo matrimonio.
Si può dire che tra i due ci sia un rapporto madre-figlio?
Sarebbe riduttivo. Anche se certamente ci sono delle sfumature madre-figlio, la loro relazione è molto più complessa. Fiona apre gli occhi ad Adam Henry e gli mostra quell'universo di possibilità, di arte, musica e amore, dal quale i suoi genitori hanno sempre cercato di schermarlo, pur volendogli bene.
Nato nel 1948, Ian McEwan è senza dubbio lo scrittore inglese più importante di oggi. Il più mediatico in ogni caso, David Cameron si fece addirittura fotografare in metro con in mano uno dei suoi romanzi. Dopo essere stato selezionato sei volte, riceve il Booker Prize nel 1998 per "Amsterdam" e comincia un nuovo romanzo ("Espiazione"), dimostrando daccapo la sua curiosità insaziabile e il suo desiderio di non ripetersi. Cercando dietro a ogni libro di fare luce su un problema della nostra epoca, l'autore ha sperimentato un grande numero di registri letterari. E a ogni nuovo titolo sembra confermare di potere e sapere fare tutto: dall'affresco storico ("Espiazione") al polar psichiatrico ("L'amore fatale"), passando per la commedia ("Solar") e il romanzo di spionaggio ("Miele").
Con "La ballata di Adam Henry", adattato al cinema da Richard Eyre (The Children Act - Il verdetto), Ian McEwan affronta un nuovo territorio, il diritto. Giustizia, libero arbitrio e religione, l'autore abbraccia col suo romanzo questioni fondamentali in risonanza con l'attualità e confronta ancora una volta un personaggio con le sue scelte e la propria cecità davanti a quello che vive.
Nel suo tredicesimo romanzo è la volta di Fiona Maye, giudice degli affari familiari, abituata a gestire questioni delicate e altamente conflittuali, decidendo per l'una o l'altra delle parti nel rispetto della legge. Poi un giorno è chiamata a pronunciarsi su un caso urgente e complesso: lo stato di salute di Adam Henry, diciassette anni e nove mesi, che necessita di una trasfusione di cui i genitori, testimoni di Geova, rifiutano il principio. Dove si trova l'interesse del ragazzo (al centro del Children Act del titolo originale)? Nel rispetto delle convinzioni religiose dei suoi genitori, che Adam stesso condivide, o nell'obbligo di accettare il trattamento medico che desidera prodigare il corpo medico? Il confronto, ricorrente nelle pagine, tra la saggia istituzione giudiziaria e le credenze che la fede detta, non è che un contesto che lo scrittore espone nei dettagli, con finezza.
È ai pensieri della sua eroina, alle sue più intime emozioni, ai suoi dubbi e alle esitazioni che Ian McEwan si aggrappa stretto, svolgendo il racconto del suo incontro con il giovane e ardente Adam Henry e le sue sconvolgenti conseguenze. Perché è nei momenti umani che l'autore cerca possibilità narrative. Se la fiction è da sempre interessata a trattare la legge occupandosi di omicidi e di violenze o affidandosi ai detective e ai criminali, McEwan prende in esame la questione dei giudici e tutto quello che conduce un giudice a decretare il suo giudizio. Per questa ragione il libro comincia dalla vita privata di Fiona. La legge è certamente oggettiva ma il suo esercizio rientra nel campo della soggettività. Se Fiona non fosse stata abbandonata dal marito, se avesse avuto dei figli, se non fosse andata in ospedale a incontrare Adam, il legame tra loro non si sarebbe mai annodato, meglio, non si sarebbe mai intrecciato nella maniera in cui si intreccia.
Dov'era finita Emma Thompson? Dove era finita questa incredibile attrice britannica che negli anni Novanta faceva vibrare lo spettatore in Casa Howard, Gli amici di Peter, Quel che resta del giorno, L'ospite d'inverno col suo controllo asciutto delle emozioni e un'economia di mezzi espressivi che lasciava affiorare la verità del personaggio da pochi elementi essenziali? Un talento e uno 'stile nazionale' di recitazione che un'intera generazione non ha potuto successivamente apprezzare al meglio della sua espressione, stimarne il giusto valore nell'epoca in cui il fervore del cinema britannico declinava smorzato in coproduzioni ibride destinate ai multiplex.
Sorprendente Emma Thompson, pensavamo di averla persa in produzioni insipide e secondi ruoli del divertissement e invece la ritroviamo abbagliante in un dramma morale che le va a pennello. In The Children Act - Il Verdetto l'avvocato che difendeva ieri Daniel Day-Lewis (Nel nome del padre) è diventata giudice e ha conservato la sua etica irreprensibile.
Gratificata recentemente dalla sua regina e da Richard Eyre, Emma Thompson incarna nel suo nuovo film un giudice che deve risolvere in emergenza un affare di vita o di morte, mentre il suo matrimonio naufraga e il suo consorte si concede un'ultima passione. In pericolo e in equilibrio precario, il suo personaggio si protegge. E delle donne che si proteggono, l'attrice ha fatto la sua specialità, la sua arte. Complesse, sofisticate, sottili, nel corso della sua lunga carriera, le protagoniste di Emma Thompson hanno dissimulato le emozioni dietro un velo di pudore e di riservatezza tutta britannica. Un fremito, un sospiro soffocato, l'alterazione di uno sguardo rivelano tutto quello che non si può dire. Lo sgomento, il disagio, il dolore, l'amore, la collera.
Impossibile dimenticare la scena di Ragione e sentimento, quando la saggia Elinor Dashwood, nobile in ambasce nell'Inghilterra georgiana, si autorizza a crollare tra i singhiozzi. O ancora quel momento sospeso in Quel che resta del giorno, dove due domestici compassati, la governante e il maggiordomo, esprimono quasi la reciproca attrazione. Tutto è in quel quasi ed Emma Thompson lo abita meravigliosamente. Abita quell'istante fragile, modesto e di poco sotto al sentimento preso in considerazione, lo porta in scena come un corsetto, un comandamento sacro che permette di mantenere l'ordine immutabile delle cose. Almeno fino a quando un oggetto spostato o un sentimento improvviso non lo minacciano.
Sono molti i romanzi di Ian McEwan ad essere stati trasposti sul grande schermo, a partire da II giardino di cemento, che può essere senz'altro considerato tra i suoi capolavori letterari. In alcuni film della nutrita lista, lo scrittore inglese ha messo lo zampino anche come sceneggiatore a fianco di diversi registi: è accaduto con The innocent di John Schlesinger, con Chesil Beach di Dominic Cooke [...] Vai alla recensione »
Emma Thompson è una giudice acuta, rapida e implacabile nella lucidità con cui deve decidere spesso di temi sensibili. Fra questi casi, c'è un minore (per poco: ha 17 anni e 9 mesi) malato di leucemia che necessita di una trasfusione. Ma i genitori, testimoni di Geova, rifiutano. Il tribunale può decidere di imporre le cure, ma la giudice stavolta fa di più: va a parlare con il ragazzo e apre in lui [...] Vai alla recensione »
Fiona Maye (Emma Thompson), "Fi" per il marito Jack (Stanley Tucci), è tutta immersa nella sua funzione di giudice. Il resto, anche l'amore di Jack e per Jack, è ridotto al silenzio. Giunta alla maturità, Fiona si è dimenticata delle proprie emozioni, perdendo la metà di se stessa. Di questa diminuzione interiore racconta The Children Act - Il Verdetto (The Children Act, Gran Bretagna, 2017,105'), [...] Vai alla recensione »
Mettere in scena un romanzo è sempre complicato, in particolare quando si tratta di un romanzo di idee e principi oltre che di persone e di cose, Nel portare al cinema La ballata di Adam Henry di Ian McEwan (Einaudi), Richard Eyre fa la sua scelta decisiva ancora prima di iniziare a girare e forse addirittura prima di scrivere il film, quando affida a Emma Thompson la parte del giudice dell'Alta Corte [...] Vai alla recensione »
Fiona Maye non ha mai un capello o un pensiero fuori posto. Fiona Maye non ricorda quando ha fatto l'amore con il marito l'ultima volta, ma doveva essere molto tempo fa. Fiona Maye è un famoso giudice dell'Alta Corte britannica e non ha tempo peri piaceri. Di sera studia i casi dolorosi che dovrà risolvere in aula («applicando la Legge, non la morale»).
Ian McEwan all'inizio della carriera fu soprannominato Ian Macabre. Fa strano, per i lettori che lo conoscono come romanziere di ambienti e tormenti borghesi (beata la Gran Bretagna che ancora ce l'ha, una borghesia). Raccontava bambini terribili e ospitalità di gusto dubbio, prima di dedicarsi agli amori fatali, all'espiazione, ai bambini spariti tra gli scaffali del supermercato.
The chíldren act. Il verdetto è un dramma con dei principi, realizzato con una certa ambizione, che Richard Eyre ha adattato dal romanzo di lan McEwan del 2014. Emma Thompson interpreta Fiona Maye, una brillante e stimata giudice britannica dalle cui decisioni dipende il lavoro di tanti avvocati e il futuro dei loro clienti. Fiona dovrà deliberare sul drammatico caso di un ragazzo malato proprio nel [...] Vai alla recensione »
Eccellente dramma, non solo giudiziario, in cui spicca una monumentale Emma Thompson. A Londra, nel ruolo di un inflessibile giudice dell'Alta Corte, deve stabilire se un diciassettenne leucemico, testimone di Geova, può rifiutare le trasfusioni di sangue, come la sua fede impone. Riuscirà a tirare dritto, senza ripensamenti, come già fa in famiglia, sacrificando il quasi rassegnato marito (Stanley [...] Vai alla recensione »
Come nel romanzo di Ian McEwan (La ballata di Adam Henry, Einaudi) il dilemma di una giudice ci trascina al confronto tra legge, religione ed etica della responsabilità davanti a una scelta che forse chiunque vorrebbe evitare: deve vivere o può morire, come implora, il 17enne Adam? Leucemico non ancora maggiorenne, salvabile solo con una trasfusione di sangue, rifiuta la cura per rispettare i precetti [...] Vai alla recensione »
All'inizio c'è il romanzo di Ian McEwan, La ballata di Adam Henry (Einaudi) che lo scrittore stesso ha «trasformato» nella sceneggiatura del film di Richard Eyre, Il verdetto o The Children Act - come nel titolo internazionale dalla legge britannica in cui si stabilisce che per qualsiasi decisione riguardante l'educazione di un bambino la corte deve anteporre il suo benessere a tutto il resto.
Tratto con estrema correttezza dal romanzo di McEwan La ballata di Adam Henry, «Il verdetto» ottiene i migliori esiti grazie alla credibilità con cui viene riproposto il personaggio letterario di una donna di alto livello sociale e morale messa all'improvviso e brutalmente di fronte alle occulte vulnerabilità personali. Ci vuole poco a capire, peraltro, come il jolly in mano al rigoroso regista britannico [...] Vai alla recensione »
È incantevole la recitazione di Emma Thompson nella parte del giudice Fiona Maye protagonista del film che si rifà a La ballata di Adam Henry di Ian McEwan. Ella emette una sentenza perentoria sull'adolescente Adam, testimone di Geova afflitto da leucemia, costringendolo per legge ad accettare una trasfusione di sangue che gli salvi la vita ma tradisca la sua fede.
A volte, quando non sono tradotti più o meno alla lettera ma ideati esclusivamente per l'edizione italiana, anche i titoli vanno decodificati. Così "Il verdetto", da giovedì nelle sale per la Bim, non è un legal thriller giostrato sulla scala della suspense, ma una discesa nell'esistenza e nella professione di una "MyLady" (il corrispettivo femminile del classico "Vostro Onore"), giudice inglese specializza [...] Vai alla recensione »
Fiona Maye, giudice dell'Alta corte britannica, stimata da tutti per l'umanità con cui emette sentenze inerenti il diritto familiare, si trova ad affrontare un caso spinoso: una famiglia di testimoni di Geova vuole impedire che il figlio venga sottoposto a una trasfusione di sangue che gli salverebbe la vita. Con una decisione irrituale, sentite le ragioni dei genitori e dei medici, Fiona decide di [...] Vai alla recensione »