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sabato 30 dicembre 2017
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napoli velata o svelata
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Ho sempre sostenuto che Ozpetek è oggi il regista che più di altri dirige gli attori in modo straordinario.Cura molto scenografia , fotografia e colonna sonora in modo eccellente.Scrive i film e partecipa alla sceneggiatura .Normale si direbbe ,Invece tutto questo spesso diventa un aspetto negativo.Ricorda il detto "Te la suoni ,te la canti ,e te la balli ".Infatti è proprio nella sceneggiatura che sta la debolezza di Napoli Velata.Un film così ambizioso , ricco di un cast straordinario ,difficile, con una storia ambigua e seducente ,secondo me aveva bisogno di una sceneggiatura molto forte .Secondo me Ozpetek ha messo troppa carne al fuoco .Troppi personaggi da "Svelare"che in 113 minuti non ci riescono .
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Ho sempre sostenuto che Ozpetek è oggi il regista che più di altri dirige gli attori in modo straordinario.Cura molto scenografia , fotografia e colonna sonora in modo eccellente.Scrive i film e partecipa alla sceneggiatura .Normale si direbbe ,Invece tutto questo spesso diventa un aspetto negativo.Ricorda il detto "Te la suoni ,te la canti ,e te la balli ".Infatti è proprio nella sceneggiatura che sta la debolezza di Napoli Velata.Un film così ambizioso , ricco di un cast straordinario ,difficile, con una storia ambigua e seducente ,secondo me aveva bisogno di una sceneggiatura molto forte .Secondo me Ozpetek ha messo troppa carne al fuoco .Troppi personaggi da "Svelare"che in 113 minuti non ci riescono .Troppe simbologie ,troppe storie che si intersecano ,che un po confondono lo spettatore .Ma nonostante questo il film è da vedere ,sopratutto perchè Ozpetek Svela una Napoli meravigliosa con immagini e fotografia molto suggestive .Ottimi tutti gli interpreti . Una raccomandazione , non uscite subito dalla sala ,ascoltate la bellissima canzone Vasame cantata da Arisa che accompagna i titoli di coda,
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vivianaviolante
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venerdì 29 dicembre 2017
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una mezzogiorno decisamente brava !!!
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NAPOLI VELATA, thriller ( thriller ??? ) diretto da Ferzan Ozpetek.
Ho amato il fascino elegante della protagonista fin da “La finestra di fronte”.
E amo gli occhi magnetici di Alessandro Borghi dal personaggio Otto di “Suburra”.
Di Ozpetek adoro i colori mediterranei dei suoi interni, la coralita’ delle tavolate di amici, gli avvenimenti che stravolgono la trama, i toni “forti” e volutamente grotteschi di certi suoi personaggi.
Insomma , i presupposti che questa nuova opera del regista mi fosse gradita, c’erano tutti.
Dopo aver girato nella sua città’ natale Istanbul , il regista cambia location e ambienta quest’opera nei vicoli di una Napoli esoterica, “ disegnata” alternando salotti borghesi e opulenti a sotterranei nascosti , vicoli dove la Mezzogiorno viene letteralmente “travolta” dalla vita e dalla passione.
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NAPOLI VELATA, thriller ( thriller ??? ) diretto da Ferzan Ozpetek.
Ho amato il fascino elegante della protagonista fin da “La finestra di fronte”.
E amo gli occhi magnetici di Alessandro Borghi dal personaggio Otto di “Suburra”.
Di Ozpetek adoro i colori mediterranei dei suoi interni, la coralita’ delle tavolate di amici, gli avvenimenti che stravolgono la trama, i toni “forti” e volutamente grotteschi di certi suoi personaggi.
Insomma , i presupposti che questa nuova opera del regista mi fosse gradita, c’erano tutti.
Dopo aver girato nella sua città’ natale Istanbul , il regista cambia location e ambienta quest’opera nei vicoli di una Napoli esoterica, “ disegnata” alternando salotti borghesi e opulenti a sotterranei nascosti , vicoli dove la Mezzogiorno viene letteralmente “travolta” dalla vita e dalla passione.
Passione attraverso la quale riscopre una sensualità dimenticata, complice la “forza” di una città che è’ forse la vera protagonista del film.
Come in tutti i movie di Opzetek ..... un evento , una perdita, sono determinanti per scendere nell’abisso della mente della protagonista.
Altro non svelerei della trama.
Un pelo tirata per i capelli in verità.
Ma .....
Una scena di sesso ben girata e ben interpretata.
Una splendida ripresa iniziale della scalinata di uno stabile d’epoca che sembra omaggiare “Vertigo”.
Un incipit che mi ha ricordato Profondo Rosso.
Scenari suggestivi di geografie d’arte napoletana.
La “forza” di certe immagini.
Primi piani dove non servono parole.
I due protagonisti MAI belli come ora.
Musica che riesce a creare atmosfera.
E la bravura del regista nel far diventare tutti i personaggi napoletani doc ....permettono alla sceneggiatura, a tratti improbabile, di restare a galla.
Come sempre , come nel miglior cinema d’autore, i movimenti della cinepresa “costruiscono” emozioni.
Almeno così è’ stato per me.
Pochissimo thriller e tanto dramma familiare partenopeo Ozpetek , come sempre, mi è’ piaciuto un sacco !
Notte Family 😍
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(di raffaella)
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giovanniladon
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lunedì 1 gennaio 2018
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non è un thriller
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L’omicidio non è che uno spunto: non c’è la trama di un thriller. Il regista racconta gli aspetti contrastanti di Napoli (della/e sua/e anima/e), e lo fa utilizzando i personaggi, soprattutto le donne, in modo allegorico. Non a caso, la protagonista fa il medico legale e non a caso le succede di dover fare la perizia sul cadavere di Andrea, l’uomo che ha amato già la prima notte e che viene ucciso la mattina successiva nel museo archeologico (il luogo della Storia, delle radici) da altri piccoli delinquenti come lui, peggio di lui.
Così Adriana scopre che Andrea era un piccolo criminale, un ladro di opere d'arte: Andrea (dopo di lui, il suo fantasma) rappresenta chi, nella realtà, da sempre, in un modo o nell'altro, ha deturpato e deturpa Napoli, senza rispetto per le sue bellezze e per la sua storia, di cui la scenografia per tutto il film è sia la raffigurazione reale sia il simbolo.
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L’omicidio non è che uno spunto: non c’è la trama di un thriller. Il regista racconta gli aspetti contrastanti di Napoli (della/e sua/e anima/e), e lo fa utilizzando i personaggi, soprattutto le donne, in modo allegorico. Non a caso, la protagonista fa il medico legale e non a caso le succede di dover fare la perizia sul cadavere di Andrea, l’uomo che ha amato già la prima notte e che viene ucciso la mattina successiva nel museo archeologico (il luogo della Storia, delle radici) da altri piccoli delinquenti come lui, peggio di lui.
Così Adriana scopre che Andrea era un piccolo criminale, un ladro di opere d'arte: Andrea (dopo di lui, il suo fantasma) rappresenta chi, nella realtà, da sempre, in un modo o nell'altro, ha deturpato e deturpa Napoli, senza rispetto per le sue bellezze e per la sua storia, di cui la scenografia per tutto il film è sia la raffigurazione reale sia il simbolo. Adriana è un’anima (velata) della Napoli odierna, quella che assiste ai propri drammi, che si chiede ogni giorno il perché e il come dei propri morti (come un medico legale), legata in modo tormentato ai propri problemi, i quali sempre si ripresentano uguali, sempre gli stessi, ma diversi. E se Andrea incarna quei problemi e quei drammi, ecco svelato il significato e il mistero di Luca, che dice d’essere suo fratello gemello: ecco perché sin da subito Luca vuole Adriana tutta per sé, continuando poi da vivo o da morto, come fantasma (=velato) dello stesso Andrea, a tormentarla.
Un possibile, vago legame tra Adriana e Antonio, il poliziotto (un brav'uomo che è al servizio di una donna: entrambi, in modo diverso, sono la Napoli della legalità) sarebbe l’amore giusto (quello per il finale da commedia o thriller americano). E’ grazie ad Antonio che il fantasma/fratello scompare (almeno fino all’ultima scena), perché lui è lì per il bene di lei (di Napoli) e anche suo figlio (il futuro, l’alternativa ad Andrea/Luca nella Napoli di domani) la vorrebbe con sé. Adriana sembra desiderarli entrambi, ma in realtà (malgrado in quel breve momento non sia più ossessionata dalle visioni) li rifiuta (“Io non vengo con voi”). Napoli non può rinunciare a quel fantasma, non riesce a disfarsene completamente e troppo radicato nella città. E, infatti, alla fine del film, Andrea/Luca si ripresenta (come persona viva) a ossessionare Adriana oltre il film stesso.
La Sibilla grassa, vecchia e malata è il volto perfetto di una certa Napoli, quella del folklore popolare e tradizionale: l’immagine complessiva però è di quella di un simbolo impuro, contaminato (i due televisori sui lati del letto).
Viene in mente Eduardo De Filippo e “Questi fantasmi” : (a) Napoli (si) vive nonostante i fantasmi. Che siano essi "veri fantasmi" oppure finti, cioè certe persone in carne e ossa.
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vincenzo
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mercoledì 3 gennaio 2018
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il troppo storpia
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Partiamo dal Trailer, completamente fuorviante che promette grandi cose ma che lascia profondamente delusi una volta constatata la realtà del film. I presupposti sembrano buoni, ma man mano che incalza il film perde di consistenza diventando noioso, prevedibile, dove ogni cosa è portata all'eccesso con forzatura tanto da snaturarla e renderla ridicola. Si ha l'ambizione di parlare di una Napoli esoterica e misterica introducendo spunti presi in prestito dall'oleografia partenopea ( la figliata dei femminielli, la tombola vajassa, la veggete...) messi in scena in modo forzato e abusato, nel disperato e sterile tentativo di creare constrasti a qualunque costo che possano stranire lo spettatore.
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Partiamo dal Trailer, completamente fuorviante che promette grandi cose ma che lascia profondamente delusi una volta constatata la realtà del film. I presupposti sembrano buoni, ma man mano che incalza il film perde di consistenza diventando noioso, prevedibile, dove ogni cosa è portata all'eccesso con forzatura tanto da snaturarla e renderla ridicola. Si ha l'ambizione di parlare di una Napoli esoterica e misterica introducendo spunti presi in prestito dall'oleografia partenopea ( la figliata dei femminielli, la tombola vajassa, la veggete...) messi in scena in modo forzato e abusato, nel disperato e sterile tentativo di creare constrasti a qualunque costo che possano stranire lo spettatore. Manca una sceneggiatura che renda giustizia al senso del film e si fa fatica a seguire gli intrecci. Il finale stesso resta un punto interrogativo dove non si capisce se è così per volontà del regista ( per quale motivo lasciare il finale incompreso?) o per incapacità stessa di rappresentarlo come si vorrebbe. Anche la scena "passionale" portata all'eccesso ne esce forzata senza alcun motivo, per quanto rappresenti l'origine di tutta la storia. Bravi gli attori, dove all'eterno e costante mood espressivo della Mezzogiorno, per tutta la durata del film, in qualunque cosa fosse coinvolta, si contrappone una più autentica Luisa Ranieri, tra tutto il cast la più credibile e interessante. La sensazione, in generale, è quella di raccontare attraverso intellettualismi e congetture mentali eventi e situazioni che non trovano attinenza tra loro, perchè non supportati da una sceneggiatura che renda giustizia al tutto.
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flyanto
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martedì 9 gennaio 2018
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una passione violenta nell'affascinante napoli
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L'ultimo film di Ferzan Ozpetek, "Napoli Velata", ambientato, come si evince dal titolo, nel capoluogo partenopeo, racconta una storia molto particolare in cui è coinvolta la protagonista, una donna sui 40 anni che svolge l'attività di medico legale. Sola ed un poco ritrosa per ciò che riguarda le frequentazioni maschili, una sera, in occasione di una festa a casa della zia, incontra un uomo più giovane di lei per il quale, ricambiata, scatta una passione travolgente. I due trascorrono la notte insieme e decidono il giorno dopo di incontrarsi di nuovo ma all'appuntamento concordato l'uomo non si presenta.
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L'ultimo film di Ferzan Ozpetek, "Napoli Velata", ambientato, come si evince dal titolo, nel capoluogo partenopeo, racconta una storia molto particolare in cui è coinvolta la protagonista, una donna sui 40 anni che svolge l'attività di medico legale. Sola ed un poco ritrosa per ciò che riguarda le frequentazioni maschili, una sera, in occasione di una festa a casa della zia, incontra un uomo più giovane di lei per il quale, ricambiata, scatta una passione travolgente. I due trascorrono la notte insieme e decidono il giorno dopo di incontrarsi di nuovo ma all'appuntamento concordato l'uomo non si presenta. Dopo il weekend, nel corso di un esame di un cadavere, la donna scopre che quest'ultimo è proprio quello della persona di cui ella si è invaghita e da questo momento, a lei accadranno dei fatti strani e misteriosi di cui non riuscirà all'inizio a decifrare il significato. La verità e la spiegazione di tutto risulteranno legate ad un episodio traumatico della sua infanzia...
Un film che si dispiega sia come un thriller (per il mistero che avvolge la morte violenta di un uomo) che come una storia sentimentale estremamente passionale e coinvolgente la coppia protagonista. Ad unire i due elementi in maniera perfetta, la città di Napoli ricca di mistero, magia, superstizione, musica, natura dirompente e tantissima passionalità. Altro sfondo ideale per ciò non ci sarebbe potuto essere e, più che la trama in sè, quello che risulta più coinvolgente in questa pellicola è proprio l'ambientazione partenopea che il regista Ozpetek ritrae molto bene, cogliendone l'anima più profonda e lo spirito intriso di più e contraddittorie nature. Lo si potrebbe definire, quasi, un film 'corale' dove la città di Napoli, protagonista principale, è contornata da tutti gli attori nei loro rispettivi e più diversi ruoli che contribuiscono all'unisono a determinare, appunto, proprio l'anima della città e della storia in essa raccontata.
Intenso e suggestivo, ma consigliabile solo a chi riesce a percepire e, di conseguenza, apprezzare appieno l'atmosfera particolare generale.
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