Zhao Chatong è nato nel 1990 nella provincia dello Shanxi. A 19 anni era già un fervente seguace Mao e un nazionalista che sventolò la bandiera del suo paese in segno di protesta contro le rivendicazioni giapponesi. Il documentario segue la crescita di questo giovane patriota e i dubbi che con essa vengono fuori. Recensione ❯
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Un poema civile di incalcolabile potenza visiva, che mescola documentario e installazione artistica senza mai manipolare la realtà. Documentario, Cina, Francia2015. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un documentario che offre uno spaccato della società contemporanea e dello sviluppo economico cinese. Espandi ▽
Nel mezzo del cammin della sua vita un uomo nudo giace ripiegato su se stesso in posizione fetale nella Cina di oggi, al confine fra due mondi: un paradiso agreste che fa già parte di un passato irreversibile e un inferno minerario creato seguendo l'istinto distruttivo della mitologica bestia Behemoth. La terra è profanata da ruspe che scavano come artigli e viene trasportata lontano dai "giocattoli del mostro", non prima di essere stata scandagliata da mani febbrili alla ricerca di qualcosa di prezioso che non dà gioia a chi lo trova. I minatori che popolano questo girone dantesco sono sproporzionatamente piccoli rispetto a ciò che producono, e facilmente rimpiazzabili, nel caso venissero spazzati via dalle esplosioni che sventrano le montagne, o fatalmente intossicati dal fumo e dal debris che esala dalle pareti violate, o arrostiti dalla lava che scorre dalle viscere stuprate come sangue incandescente. Recensione ❯
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Il monastero di Rongbuk è stato costruito nel 1899 e si trova a soli venti chilometri dalla cima del Monte Everest. È il tempio più alto al mondo. Al giorno d'oggi è rimasto solamente un monaco, Agusta Sanjay: per lui l'Everest è l'incarnazione di Dakini, colui che vive lontano dal caos del mondo. Suo figlio si è diplomato alla Tibet Climbing School, un istituto che ha il compito di formare le persone del posto affinché siano in grado di condurre altri viaggiatori in cima al Monte Everest. E se per molte persone il raggiungimento della cima coincide con la fine di un'avventura, per loro è solamente l'inizio del percorso di realizzazione della propria persona. Recensione ❯
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Una contemplativa esplorazione della nostra relazione con il silenzio, il suono e l'impatto del rumore sulla nostra quotidianità. Un viaggio immersivo e cinematico tra Terence Malick e Koyaanisqatsi, capace di farci entrare in risonanza con noi stessi e riconnetterci con una perduta pace interiore. Recensione ❯
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Quando l'omosessualità è vissuta come un tabù. Espandi ▽
Invece di essere orgoglioso di suo figlio, il padre di un architetto di successo cinese di nome Andy è preoccupato. Andy, che vive a Shanghai, è uscito allo scoperto dichiarando la sua omosessualità, e suo padre deve riuscire a superare la vergogna. La madre di Cherry è alle prese con un problema simile: sua figlia è attratta dalle donne. La famiglia di Cherry viene dalla Cina rurale dove l'omosessualità è ampiamente considerata come inaccettabile. Così i genitori di entrambi i protagonisti partono alla ricerca di un modo per nascondere la natura dei figli, arrivando entramvi alla conclusione che la loro sofferenza verrebbe alleviata da un matrimonio di convenienza. Il film segue Andy e Cherry nei loro sforzi frenetici per trovare partner "accettabili", suddivisi dal sualismo dell'essere stessi quando sono fuori con gli amici, e ottimi coniugi quando devono interpretare la parte degli sposi felici. Recensione ❯
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Dopo gli incidenti mortali che coinvolsero due scalatori olandesi nel 2009 e nel 2011, il giornalista d'inchiesta Geertjan Lassche decide di seguire nell'aprile del 2104 una nuova spedizione sul Cho Oyu, la sesta montagna più alta al mondo. Lassche prova a far luce su quali siano le vere dinamiche all'interno di un gruppo eterogeneo di persone che partecipano a una simile impresa e soprattutto su quale sia il confine tra realtà e immaginazione, tra responsabilità e protagonismo, termini che spesso faticano a convivere in alta quota. Recensione ❯
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East Lake è una zona panoramica della città di Wuhan, minacciata da nuovi parchi di divertimento, grattacieli e persino un aeroporto. Espandi ▽
Un'inchiesta sullo sviluppo edilizio e commerciale che sta letteralmente divorando il piu` grande lago urbano in Cina, prende una svolta intrigante quando il cinico investigatore Li Wen, con la passione per le vecchie foto della Rivoluzione Culturale, deve indagare su un folle che sta seminando paura con improvvise incursioni sulle rive del lago. Li Wen at East Lake ci immerge nel paesaggio politico e sociale cinese, disegnandone un ritratto cupo, ma anche buffo, inatteso e sorprendente. Recensione ❯
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Una serie di recenti documentari si sono cimentati con il tema dei lavoratori migranti in Cina. Questi lavoratori vengono considerati come classe inferiore rispetto ai cittadini delle grandi metropoli e sono ancora vittime di discriminazione e pregiudizio malgrado il loro significativo contributo alla straordinaria crescita economica della Cina. La loro realtà riflette alcune delle sfide della società cinese.
Chen Chun, figura centrale di My Land, ha lasciato la campagna da quindici anni per stabilirsi nella periferia di Pechino dove vive con la sua famiglia coltivando e vendendo verdure. Tuttavia, la città, in costante espansione, alla fine raggiunge la fattoria di Chen. Il proprietario terriero cerca di forzare Chen ad andarsene dicendo che l'area sarà riqualificata. Vicini e colleghi, che lottano sotto pressioni sempre più grandi, cominciano a partire ma Chen e la sua famiglia sono determinati a rimanere. Recensione ❯
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Undici tibetani, ferventi buddisti, intraprendono un cammino di oltre duemila chilometri per raggiungere la città santa di Lhasa, dove risiede il Dalai Lama. Il loro viaggio durerà mesi e dovrà confrontarsi con tutte le difficoltà immaginabili, non ultima la scelta di percorrere il viaggio immersi in un rituale mantrico che li porta a inginocchiarsi fino a terra ad ogni passo. Nella ripetizione e nella determinazione i pellegrini troveranno la forza per procedere nella gioia verso la loro meta. In delicato equilibrio tra documentario e finzione, la visione del film coinvolge e contagia inevitabilmente gli stessi spettatori con un esempio di forza spirituale di rara potenza. Recensione ❯
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On the road girato in 4/3 e bianco e nero, al limite del formato cinematografico e al limite del mondo così come ci piacerebbe guardarlo. A bordo di treni merci, in autostop su furgoni desueti e arrugginiti, addormentato sul sedile marcio di una corriera, il protagonista, un poeta in viaggio di lavoro, attraversa la regione cinese a maggioranza musulmana dello Xinjiang. Un viaggio suddiviso in 16 poemi che non percorre lo spazio, ma muove frammentario e incostante sulle tracce di uomini e di senso. Recensione ❯
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Il film precedente del regista, The Cove, ha vinto il premio Oscar come miglior documentario nel 2010. Espandi ▽
Una squadra di attivisti cerca di dare al mondo immagini inedite e molto evocative: sono opere d'arte che stanno cambiando il modo in cui si guarda agli animali in via di estinzione e alle estinzioni di massa. Il regista, insieme ai suoi collaboratori, si è inflitrato all'interno dei mercati neri o lavorando con alcuni artisti per creare belle immagini con singolari soggetti animali. Recensione ❯
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Mia e sua nonna vivono insieme a Parigi ma non parlano la stessa lingua. Mia non ha studiato il cantonese e la nonna non ha mai voluto imparare il francese. Il padre di Mia si incarica malvolentieri di fare da interprete. Mia incontra altri immigrati cinesi, gente con lingue e background differenti, e accompagna il padre in Cina a visitare il suo villaggio. Questo film è un tentativo di venire a patti con la sensazione di essere stati privati della lingua madre della propria famiglia. Recensione ❯
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Il documentarista Adam Sjöberg, che aveva già affrontato tematiche simili nel cortometraggio "Danny from North Korea", torna a parlare della situazione politica in Corea del Nord seguendo il lavoro del provocatorio artista Sun Mu. Espandi ▽
Conosciuto sotto uno pseudonimo che significa "senza confini", Sun Mu, disertore della Corea del Nord, si ispira all'attività di propaganda svolta per il regime prima della fuga nel 1998 e ne inverte il significato, conferendogli nuove sfumature e dando vita ad una 'pop art politica'. Recensione ❯
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