Behemoth

Film 2015 | Documentario +13 95 min.

Titolo originaleBei xi mo shou
Anno2015
GenereDocumentario
ProduzioneCina, Francia
Durata95 minuti
Regia diLiang Zhao
TagDa vedere 2015
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,53 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Liang Zhao. Un film Da vedere 2015 Titolo originale: Bei xi mo shou. Genere Documentario - Cina, Francia, 2015, durata 95 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,53 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 14 dicembre 2016

Un documentario che offre uno spaccato della società contemporanea e dello sviluppo economico cinese.

Consigliato sì!
3,53/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,05
CONSIGLIATO SÌ
Un poema civile di incalcolabile potenza visiva, che mescola documentario e installazione artistica senza mai manipolare la realtà.
Recensione di Paola Casella
venerdì 11 settembre 2015
Recensione di Paola Casella
venerdì 11 settembre 2015

Nel mezzo del cammin della sua vita un uomo nudo giace ripiegato su se stesso in posizione fetale nella Cina di oggi, al confine fra due mondi: un paradiso agreste che fa già parte di un passato irreversibile e un inferno minerario creato seguendo l'istinto distruttivo della mitologica bestia Behemoth. La terra è profanata da ruspe che scavano come artigli e viene trasportata lontano dai "giocattoli del mostro", non prima di essere stata scandagliata da mani febbrili alla ricerca di qualcosa di prezioso che non dà gioia a chi lo trova. I minatori che popolano questo girone dantesco sono sproporzionatamente piccoli rispetto a ciò che producono, e facilmente rimpiazzabili, nel caso venissero spazzati via dalle esplosioni che sventrano le montagne, o fatalmente intossicati dal fumo e dal debris che esala dalle pareti violate, o arrostiti dalla lava che scorre dalle viscere stuprate come sangue incandescente. È una Divina Tragedia la cui guida non è un compositore di endecasillabi ma un uomo comune con uno specchio appoggiato sulle spalle che riflette il disastro a ritroso, e cerca segni di vita nel deserto.
Le ricadute del lavoro minerario entrano nella pelle, nei polmoni e nelle anime di uomini disposti a respirare per ore e giorni e anni il precipitato di una violenza contro (la) natura e ad abitare una landa lunare di silenzio e di morte senza sapere (o poter) reagire perché annichiliti dall'assolutezza della sopraffazione dell'uomo sull'uomo e dell'essere umano sull'ambiente: non solo monti secolari rasi al suolo, ma tradizioni brutalmente sradicate per fare posto ad un "paradiso" che non contempla l'umanità come suo beneficiario. Li vediamo cercare di lavar via la fuliggine e l'acciaio che non se ne vanno dai loro corpi, e non abbandoneranno più la loro coscienza. Vediamo la loro fatica quotidiana ripetitiva e degradante, che scava dentro i minatori e le loro compagne alterandone la biologia e la percezione di se stessi come membri del genere umano, come parte importante dell'equilibrio del mondo. Tutto è deciso dal mostro e il mostro è creato da noi, rendendoci inutili e obsoleti.
Il regista Liang Zhao crea un poema civile di incalcolabile potenza visiva, mescolando documentario e installazione artistica senza mai manipolare la realtà ma "limitandosi" a documentarla nella sua incredibile crudeltà e insensatezza, senza editorializzare, senza cedere alla moda contemporanea di mescolare realtà e finzione credendolo narrativamente più efficace. C'è un universo culturale dietro la sua rappresentazione di certi inferni contemporanei: non solo Dante, ma tutta la letteratura distopica, la fantascienza orwelliana, la rivoluzione industriale raccontata da Dickens, la riflessione filosofica e politica sull'alienazione dell'uomo ridotto a braccio meccanico, l'analisi scientifica dell'entomologo che studia l'esistenza breve e imperniata sulla propria appartenenza alla catena produttiva di certi insetti acriticamente fattivi.
La forza etica ed estetica delle immagini non è mai fine a se stessa, mai invasiva, e invece ricca della profonda empatia di uno sguardo privo di retorica o pietismo. Il rigore nel raccontare questa interminabile discesa negli inferi non si concede digressioni inutili, pause contemplative e neppure parole, salvo quelle del commento in voce fuori campo, contrappunto lirico a ciò che è già davanti ai nostri occhi in tutta la sua verità testimoniata. È una visione radicale e nitida, una denuncia asciutta e tagliente come una pietra strappata alla montagna, agghiacciante per ciò che racconta ma anche perché ci ricorda quanto tutto questo ci riguardi: "Quando una piaga percorre la terra, ogni essere vivente è in pericolo". Questo fa un grande regista, veicolare il nostro sguardo rendendo impossibile distoglierlo e chiamarci fuori da ciò che accade sullo schermo, e nel mondo.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 22 settembre 2015
marcello1979

Non saprei se definirlo film o documentario , ho assistito ad un vero gioiellino.. Meno documentario del Sale della Terra di Salgado, tuttavia questa proiezione è eccezionale  per la tematica, la fotografia e la capacità di non stancare lo spettatore. Aprire gli occhi di fronte ai danni che l'essere umano crea..è un dovere farlo.

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