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lamagicav
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giovedì 20 gennaio 2011
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decisamente una noia pazzesca!
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ORRENDO. Una noia fuori di misura,tant'è che all'intervallo ho detto "andiamo via?", inoltre la tipa di fianco a me si è addormentata ben 3 volte... -.-' Poi oh, 3 storie differenti che si intrecciano nell'ultimo quarto d'ora! Su 2 ore e 10 (circa), il succo della storia viene condensato in un quarto d'ora per di più in maniera frettolosa e senza alcun dettaglio o spiegazione. Puah. Delusione Clint :(
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wbgraphic
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giovedì 20 gennaio 2011
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raccontare la vita attraverso la morte
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E già bello il titolo, che nasconde quel che e cosi difficile da dire, dire che siamo soli, cosi bisognosi di empatia, mendicanti soggiogati dalle apparenze, eppure non è sempre stato cosi, ma oggi ecco il grido di Eastwood, a 80 anni si e consapevoli del prezioso dono che ci viene fatto, di quanto dimentichiamo le opportunità che abbiamo. Con poesia e delicatezza Clint ci parla della morte, per parlarci della vita, ormai siamo cosi oberati da emozioni forti che ci vengono dai media che non riusciamo più a empatizare con chi ci è vicino, con chi desideriamo.
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E già bello il titolo, che nasconde quel che e cosi difficile da dire, dire che siamo soli, cosi bisognosi di empatia, mendicanti soggiogati dalle apparenze, eppure non è sempre stato cosi, ma oggi ecco il grido di Eastwood, a 80 anni si e consapevoli del prezioso dono che ci viene fatto, di quanto dimentichiamo le opportunità che abbiamo. Con poesia e delicatezza Clint ci parla della morte, per parlarci della vita, ormai siamo cosi oberati da emozioni forti che ci vengono dai media che non riusciamo più a empatizare con chi ci è vicino, con chi desideriamo. Le drammatiche solitudine dei personaggi, non determinate da un cliche, ma ognuna da una diversa e unica realtà, I personaggi , tutti giovani vengono prematuramente a contatto con la morte, ognuno in modo diverso, e violento, crudele, ma è solo cosi che Clint ci puo scuoter per aprire gli occhi ai protagonisti, urlando con voce lieve un messaggio che diverrà chiaro solo con gli anni, ma che se ascoltato prima accrescerà quello che unico è proprio a tutta la razza degli uomini. Clint riesce a abbracciarci ricordarci di ricercare negli altri la comprensione della nostra Umanità il vero senso della nostra partecipazione a questo tempo. Eastwood come un padre, o come un filosofo ci sfiora elegantemente con immagini, dosate elegantemente per penetrare, la furia a cui siamo sottoposti di una realtà cosi terribilmente cruda è inumana, prendendoci per mano come un saggio nonno ci racconta la favola della vita, catturando la nostra attenzione attraverso le nostra primitive insicurezze. Grazie Clint Walter Buonfino Se badi bene, la maggior parte della vita ci sfugge nel male, una gran parte nel non fare nulla, tutta quanta nel fare altro da quello che dovremmo. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo e alla sua giornata, e si renda conto com'egli muoia giorno per giorno ? (Seneca)3 a.c.
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steel71
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giovedì 20 gennaio 2011
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chiamarlo film e' un parolone!!!
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Mamma mia che noia!!!Inizia molto bene ma diventa subito lentissimo.Assolutamente da non vedere;CREDETEMI
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maripare
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giovedì 20 gennaio 2011
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tenero eastwood
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l'impronta di Eastwood si sente e si vede! La tenerezza e il rispetto per il prossimo e' palpabile come palpabile e' l'avvertimento di stare alla larga da quelli che speculano sul dolore degli esseri umani! Bravo Clint,con i tuoi film non mi deludi mai.DAMON e' bravissimo nella sua parte di fragilita' umana,l'unica cosa che non capisco:perche' parlare per tutto il film in francese?O forse renderlo piu' reale? Comunque la scena che mi ha colpito moltissimo e' stata qquella dello tsunami!!il regista e' stato bravissimo.
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moviesforever
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giovedì 20 gennaio 2011
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clint e la morte
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il film mi è piaciuto , anche se non è all' altezza del Million Dollar baby o di Mystic River , forse perchè il tema è piuttosto ostico o perchè Eastwood " sentiva " meno il problema ( secondo me , la seconda ) .
certo ha un ritmo lento ed il finale è scontato , ma è girato con una certa grazia in cui si vede la classe del regista , non credo sia possibile aspettarsi sempre lo stesso livello da un regista così prolifico , direi che è facile stracciarsi le vesti e condannare per un " passo falso " ma non condivido le condanne comminate con facilità .
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stefano73
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mercoledì 19 gennaio 2011
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clint non sbaglia un colpo
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Non posso definirlo un capolavoro, ma le ambientazioni, tra Thailandia, San Francisco, Parigi e Londra...rendono il film piacevole ma allo stesso tempo intenso e coraggioso. Non è facile fare un film che tratti argomenti del genere senza cadere in banalità e trovate fantascientifiche. Invece senza sfiorare ne fede ne paranormale tocca un argomento che apre tanti quesiti e ci obbliga a pensare. Bravo Clint Eastwood....molto meno Matt Damon.
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ethan89
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mercoledì 19 gennaio 2011
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morte o futuro?
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Basta così poco per essere sempre il miglior regista? Siamo talmente abituati a suoi capolavori che ci accontentiamo di poco? Me lo chiedo perchè in molti parlano di emozioni forti, di commozione inarrestabile, di poesia. Ma non c'è niente di tutto questo in Hereafter. E questo perchè, a mio giudizio, non è un film sulla morte.
Eastwood della morte sa moltissimo, e sa come metterla in scena: se pensiamo all'espressione di Sean Penn in Mystic River (la scena in cui viene tenuto dai poliziotti), alla tensione che crea la stanza dell'ospedale in Million dollar baby, e alla stessa morte dell'attore/regista di Gran Torino, ci accorgiamo che in quei film abbiamo pianto, sofferto, patito.
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Basta così poco per essere sempre il miglior regista? Siamo talmente abituati a suoi capolavori che ci accontentiamo di poco? Me lo chiedo perchè in molti parlano di emozioni forti, di commozione inarrestabile, di poesia. Ma non c'è niente di tutto questo in Hereafter. E questo perchè, a mio giudizio, non è un film sulla morte.
Eastwood della morte sa moltissimo, e sa come metterla in scena: se pensiamo all'espressione di Sean Penn in Mystic River (la scena in cui viene tenuto dai poliziotti), alla tensione che crea la stanza dell'ospedale in Million dollar baby, e alla stessa morte dell'attore/regista di Gran Torino, ci accorgiamo che in quei film abbiamo pianto, sofferto, patito. Allora sembra impossibile che in un film interamente sulla morte e sull'aldilà le emozioni passino così in sordina.
Per non parlare di momenti del film piuttosto bizzarri, a volte quasi ridicoli: la scena in cui il bambino riabbraccia la madre o l'immaginazione del sensitivo di baciare la ragazza, sarebbero demolite dalla critica se non fossero fatte da Eastwood.
Ma credo che queste mancanze siano piuttosto rivelatrici di qualcosa di magnifico. Se questo film non fosse sulla morte, ma fosse solamente ambientato in un'atmosfera in cui la morte è molto presente?Allora bisognerebbe rivedere tutto il film in ottica diversa.
Provate a immaginare che il film parli del FUTURO. E' per tutti i personaggi del film qualcosa di incerto, drammaticamente a rischio, che porta un disagio forte dentro se stessi, ma altrettanto debole in ciò che si mostra agli altri: e allora per questo le emozioni trasmesse dal film non sono potenti, ma volutamente accompagnano delicatamente la storia di tutti i personaggi.
Magicamente tutto sembra avere più senso: il pianto della ragazza incontrata al corso di cucina non è dovuto alla morte, ma ad un trauma subito in precedenza e mai del tutto superato (forse superato proprio grazie a questo pianto liberatorio). E ancora un personaggio che compare per pochi secondi, il precedente figlio adottivo della coppia che ospita il ragazzino: rappresenta il futuro (il superamento del tauma del ragazzino che perde il fratello).
I tre protagonisti vanno quindi visti come persone che non sanno nulla del proprio futuro, e che hanno paura di non farcela, di rimanere soli: non a causa della morte, ma a causa della vita, di ciò che hanno attorno,di cui non si sentono parte.
Allora per me sta qui la grandezza del film e di Clint Eastwood: creare un sottotesto in un film che sembrerebbe già completo così, e dare a noi spettatori, che poco sappiamo sul nostro futuro (specialmente in questi tempi), una consolazione e una speranza: che non ci sono vicoli ciechi, e che è sempre possibile rialzarsi.
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patriarchino
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mercoledì 19 gennaio 2011
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delusione clint!
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Il film risulta essere troppo lento e noioso , povero di riflessioni significative, si limita solamente a mostrare la visione della morte vissuta da tre punti di vista differenti( in prima persona, da esterni per la morte di un caro, come una condanna), lasciando troppo spazio a riflessione personali... La sensazione che si ha alla fine del film è un punto di domanda , che non riguarda il tema del film , ma il film in se per sè!!!!!!!!!
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albplet
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mercoledì 19 gennaio 2011
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per molti, ma non per tutti
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Molto bravi gli attori, buona la regia, curato il film insomma, ma non mi è piaciuto per i contenuti: non mi ci sono ritrovato per niente, le mie idee sull'aldilà sono diverse anche se ovviamente è bene rispettare tutti i punti di vista.
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sonnycorleone
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martedì 18 gennaio 2011
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non c'è vita senza morte...
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Clint, hai ottant'anni. La sera ti addormenti e pensi alla tua vita: gli esordi nel cinema, il genere che hai inventato (insieme al grande Leone), gli anni '70 e la 44 magnum di Challagan, le risposte al mondo di un uomo giovane, bello, famoso, ricco...Poi gli anni passano. Anche la vita più piena, più densa di esperienze di gioia e successo, nasconde le sue inquietudini. Mystic River è lo specchio del pensiero debole dei nostri tempi. Gli Spietati non ti trovano più con la voglia di "prendere a calci in bocca" qualche insolente pistolero ma, tutto sommato, ti spingono a riflettere sul punto di vista di chi muore sulla tazza del cesso, ucciso da un ragazzino.
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Clint, hai ottant'anni. La sera ti addormenti e pensi alla tua vita: gli esordi nel cinema, il genere che hai inventato (insieme al grande Leone), gli anni '70 e la 44 magnum di Challagan, le risposte al mondo di un uomo giovane, bello, famoso, ricco...Poi gli anni passano. Anche la vita più piena, più densa di esperienze di gioia e successo, nasconde le sue inquietudini. Mystic River è lo specchio del pensiero debole dei nostri tempi. Gli Spietati non ti trovano più con la voglia di "prendere a calci in bocca" qualche insolente pistolero ma, tutto sommato, ti spingono a riflettere sul punto di vista di chi muore sulla tazza del cesso, ucciso da un ragazzino. Due vittime e una vendetta che non ha più senso (e non lo ha mai avuto). Million Dollar Baby ha il sapore del tramonto che cominci ad intravedere, la voglia di amare una figlia e di trasmettere un'eredità...ma la vita è insospettabilmente crudele e non riesci a farlo. In Gran Torino questo seme lo sviluppi ed è il rscatto: offri la tua vita e demandi ai posteri il cuore di un Challagan "pentito".
Hereafter è vicino più che mai. No, non l'hai scritto tu il copione. Plausibilmente, quel furbacchione di Spielberg c'ha messo lo zampino. Ma ti ha colpito, altro che.
Hai realizzato un romanzo per immagini: si, si, grande Damon, l'attualità, l'intreccio, dici senza dire, confuti senza affermare...
Ma quel che conta è: non c'è vita senza morte.
I personaggi non sono affatto dei titani. Non governano gli eventi, non risolvono. Esattamente come te, quando ti addormenti chiedendoti se domani sarà un altro giorno.
La domanda dovrebbe soffocarti la gola ma, col tuo passo elegante, leggero e quella poesia che ti sei scoperto dentro in tarda età, ciò non avviene.
Il sensitivo afferma che non ce la fa più a vivere nella morte. Ma il suo dono è il tramite per la futura vita che lo attende con la giornalista. Senza non l'avrebbe mai incontrata.
E lei è chiaro che vivrà da ora e per sempre nella prospettiva di tornare in "quel posto" perchè c'è stata, è una testimone diretta (e fa la giornalista): quale connubio perfetto per divulgare il messaggio. Senza "quel posto", senza "perchè" non ha senso nulla.
Gli scienziati lo sanno: ma della morte non si parla. Tantomeno di ciò che gli sopravvive. Non si venderebbero più telefonini e dentifici.
E ora anche il ragazzino lo sa bene. Coraggio gli si chiede. Coraggio anche tu, Clint.
Malcolm sa di non essere solo ora. Può sorridere. E non perchè c'è chi pensa, vivie e decide per lui. No. Saremmo burattini.
Ma perchè il senso è vivere "per" e non vivere e basta.
E il suo amato fratello lo sa perchè...è solo un pò più avanti a lui.
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