tiamaster
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giovedì 27 gennaio 2011
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come mai non vi piace??
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propio non capisco queste critiche negative!!!come è possibile criticare questo film?insomma ci sono tre stelle e mezzo da parte del pubblico in quelle orribili bidonate di saw,e qui in un film cosi bello solo tre?! proprio non capisco............
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(di alexia62)
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marezia
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giovedì 27 gennaio 2011
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come prima... e meglio di prima
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Alludo alla mia prima recensione che ho promesso avrei perfezionato e dico che non solo la prima impressione era quella giusta ma la seconda visione ha dimostrato che avevo e quindi HO RAGIONE. Pellicola equilibrata e VIVISSIMA che conferma LA CLASSE di Eastwood il quale, forse appressandosi alla dipartita, riflette in modo LAICO sul famoso aldilà partendo però dall'aldiquà ed è questo che forse ha disorientato i più. Peggio per loro!
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irene84
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mercoledì 26 gennaio 2011
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clint,che delusione!
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irene84
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mercoledì 26 gennaio 2011
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clint,che delusione!
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La cosa che non ho fatto altro che chiedermi dall'inizio fino alla fne del film è stata:"vediamo,mi piace o non mi piace?". I giorni a venire ho scoperto che molti come me si sono fatti questa domanda.Il fatto è che da Eastwood uno scivolone del genere proprio non ci se lo aspetta, e si resta tutto il tempo del film a cercare di farsi piacere quella storia inutile, sconclusionata, con un paranormale portato all'eccesso e con un finale alla Ghost.E proprio Ghost sembrava! Gli attori sono molto bravi, ma la storia non regge. Mi ha fatto subito ripensare all'Esorcista: tutti noi ci siamo chiesti il motivo per cui il regista non avesse potuto giocare con il paranormale e basta, oscillare tra il vero-non vero, senza dovere a tutti i costi aggiungere particolari splatter come il vomito verde,che hanno contribuito a rendere il film un horror di serie b.
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La cosa che non ho fatto altro che chiedermi dall'inizio fino alla fne del film è stata:"vediamo,mi piace o non mi piace?". I giorni a venire ho scoperto che molti come me si sono fatti questa domanda.Il fatto è che da Eastwood uno scivolone del genere proprio non ci se lo aspetta, e si resta tutto il tempo del film a cercare di farsi piacere quella storia inutile, sconclusionata, con un paranormale portato all'eccesso e con un finale alla Ghost.E proprio Ghost sembrava! Gli attori sono molto bravi, ma la storia non regge. Mi ha fatto subito ripensare all'Esorcista: tutti noi ci siamo chiesti il motivo per cui il regista non avesse potuto giocare con il paranormale e basta, oscillare tra il vero-non vero, senza dovere a tutti i costi aggiungere particolari splatter come il vomito verde,che hanno contribuito a rendere il film un horror di serie b. Lo stesso vale per Clint: era proprio necessario farci passare l'Aldilà come qualcosa di reale e spaziabile? Non bastava presentarci solo delle percezioni, dei punti di vista di gente che affronta la morte? Una delusione.
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razer
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mercoledì 26 gennaio 2011
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un film che vale....
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argomento difficilissimo presentato in modo Vero...
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lucamocine
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martedì 25 gennaio 2011
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la solitudine dell'essere vivente
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Beata solitudo. Nasciamo soli, moriamo soli e spesso nella nostra breve esperienza di vita siamo soli anche quando intorno a noi c'è tanta gente. Il buon Eastwood anche questa volta sfiora il capolavoro. Tre anime "viventi" cercano di sconfiggere l'angoscia della loro solitudine cercando conforto e soprattutto risposte a ciò che ogni giorno tutti diamo per scontato: la vita. Per ciascuno di loro l'incipit è doloroso: ciascuno dei protagonisti deve avvicinarsi molto alla morte, per assurdo viverla, per poi cercare il proprio senso della vita. Allora i nostri 3 protagonisti si mettono alla ricerca di risposte in assoluta solitudine.
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Beata solitudo. Nasciamo soli, moriamo soli e spesso nella nostra breve esperienza di vita siamo soli anche quando intorno a noi c'è tanta gente. Il buon Eastwood anche questa volta sfiora il capolavoro. Tre anime "viventi" cercano di sconfiggere l'angoscia della loro solitudine cercando conforto e soprattutto risposte a ciò che ogni giorno tutti diamo per scontato: la vita. Per ciascuno di loro l'incipit è doloroso: ciascuno dei protagonisti deve avvicinarsi molto alla morte, per assurdo viverla, per poi cercare il proprio senso della vita. Allora i nostri 3 protagonisti si mettono alla ricerca di risposte in assoluta solitudine. La risposta arriva, e per tutti e tre è la stessa: l'angoscia di vita che li attanaglia viene sconfitta dalla consapevolezza della propria solitudine. In questa consapevolezza raggiungere la felicità.
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qiovanni
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martedì 25 gennaio 2011
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bel film. scorrevole ma non eccezionale.
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Non è un film di fantascienza, non elargisce teorie occulte. Molto scorrevole, per nulla noioso, bravi gli attori. Insomma non è un sui morti, ma è un bel film sui vivi.
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pinodeluca
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martedì 25 gennaio 2011
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hereafter: non preoccupiamoci dell'aldilà
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Al termine della proiezione la sala rimane muta: pochi si alzano eppure lo schermo è buio; non ci sono titoli di coda particolari da leggere o colonne sonore da individuare. A luci accese sembra che ognuno non si preoccupi minimamente dell'altro, del vicino di posto o di alcunchè. Tutti rimangono assorti a pensare.
Il mitico Clint questa volta lascia lo spettatore rinchiuso nei propri pensieri: ma gli stessi che aveva prima della visione del film. Adesso però sembrano ritornare alla mente tanti fili logici dipersi, tante recriminazioni inutili, tanto rammarico inutilmente sprecato. Anche l'angoscia o il dolore per i nostri cari defunti sembrano acuisire una nuova luce.
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Al termine della proiezione la sala rimane muta: pochi si alzano eppure lo schermo è buio; non ci sono titoli di coda particolari da leggere o colonne sonore da individuare. A luci accese sembra che ognuno non si preoccupi minimamente dell'altro, del vicino di posto o di alcunchè. Tutti rimangono assorti a pensare.
Il mitico Clint questa volta lascia lo spettatore rinchiuso nei propri pensieri: ma gli stessi che aveva prima della visione del film. Adesso però sembrano ritornare alla mente tanti fili logici dipersi, tante recriminazioni inutili, tanto rammarico inutilmente sprecato. Anche l'angoscia o il dolore per i nostri cari defunti sembrano acuisire una nuova luce. Tutto può apparire chiaro se abbiamo la consapevolezza che l'aldilà non appartiene al mondo di tutti i giorni, al mondo dei viventi. E' proprio un'altra dimensione che possiamo forse intravedere in alcuni momenti bordeline. E l'unico conforto che garantisce il film è quello di sapere che nessuno tra i defunti sta peggio che in vita. Sono le nostre occupazioni, preoccupazioni, gioie e dolori di tutti i giorni che ci devono preoccupare più che il pensiero di chi ci ha lasciato, di chi non c'è più. E poi, sono gli stessi defunti che preferiscono essere lasciati, è il caso di dire, in pace. Solo attraverso la piena consapevolezza dello scorrere e del trascorrere del tempo che abbiamo a disposizione su questa terra (comunque e qualunque cosa si faccia o si pensi), solo attraverso la deizione alle cose che più amiamo in questa vita riusciremo ad onorare al meglio anche la memoria di chia ci ha preceduti.
Onore al piccolo attore G. McLaren: un esempio perfetto di caratterizzazione di personalità al limite dell'autismo, sempre commovente anche nei silenzi e nel dolore dell'espressività malinconica. Nell'unica battuta comica si sente solo la voce al telefono.
Matt Demon, troppo inespressivo per essere un sensistivo.
Bryce bellissima, peccato non sia protagonista. De France assurda nella parte di una giornalista che non racconta esperienze tanto sconvolgente come uno tsunami vissuto in prima persona...
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sawclaudio
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martedì 25 gennaio 2011
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bel film
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Decisamente è un ottimo film, chi non si sente interessato ai misteri della morte? Mi sarei aspettato però un qualcosa che unisse di più le tre storie che, nonostante prese singolarmente fossero appassionanti, non avevano un "filo conduttore" e andavano per la loro strada. Discrete le musiche, buona la recitazione. Ti lascia un gusto amaro non sapere come andrà a finire la storia, ma il resto è tutto da gustare.
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