motorana
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domenica 6 febbraio 2011
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il grande clint inciampa
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Non ci siamo.
Il grande Clint stavolta inciampa... Il bel regista di Gran Torino deve essersi offuscato, speriamo temporaneamente.
Anche gli attori... poco convincenti...
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redmond
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sabato 5 febbraio 2011
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buona tecnica poche idee
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Si riduce, purtroppo, in una delusione lo spettacolo che offre Eastwood in questa sua ultima fatica.
Ferma l'ottima capacità di realizzare inquadrature - anche grazie alla professionalità di Stern - rimane un che di banale della trattazione di un tema tanto complesso e discusso.
L'aldilà e le sue possibili manifestazioni, è un soggetto tale per cui o si riesce a ridefinirne artisticamente i confini ovvero ci si adegua ad una sorta di "sentito dire". Tertium non datur.
Ed infatti, nel suo sviluppo il personaggio (a parte la stucchevole frase: "non faccio più sedute") non cresce, ma ci viene semplicemente presentato come già provato dalla vita e dal suo dono; lo spettatore non può immedesimarsi.
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Si riduce, purtroppo, in una delusione lo spettacolo che offre Eastwood in questa sua ultima fatica.
Ferma l'ottima capacità di realizzare inquadrature - anche grazie alla professionalità di Stern - rimane un che di banale della trattazione di un tema tanto complesso e discusso.
L'aldilà e le sue possibili manifestazioni, è un soggetto tale per cui o si riesce a ridefinirne artisticamente i confini ovvero ci si adegua ad una sorta di "sentito dire". Tertium non datur.
Ed infatti, nel suo sviluppo il personaggio (a parte la stucchevole frase: "non faccio più sedute") non cresce, ma ci viene semplicemente presentato come già provato dalla vita e dal suo dono; lo spettatore non può immedesimarsi.
Cecile De France viene presentata come l'anello di congiunzione tra Matt Damon ed il pubblico che assiste alla causa della sua "conversione". Tuttavia, non è credibile la difesa della sua posizione e, almeno a giudizio di chi scrive, è più facile supportare che le dà poco credito rispetto a chi rende possibile la pubblicazione del suo libro (per inciso, la copertina del libro "Hereafter" ricorda molto la pubblicistica new age che ha invaso le nostre librerie non contribuendo, in realtà, ad accrescerne la qualità).
La storia dei fratellini Jason e Marcus è certamente toccante ma tende troppo a strappare la lacrima piuttosto che ad agganciarsi al resto della storia cui viene, invero artificiosamente, solamente avvicinata nelle scene finali.
Manca, inoltre, un ben che minimo accenno ad un'atmosfera metaforica: tutto viene presentato, nell'aldilà come nell'aldiqua, nello stesso modo, fatto salvo il facile espediente ottico alla "Incontri ravvicinati del terzo tipo".
Per concludere lo spazio delle critiche, doverose quando si parla di grandi registi, due ultime considerazioni.
La prima è relativa al riferimento a "La Zona Morta" di Stephen King in una versione certamente più poetica e, tuttavia, già vista e sentita.
La seconda sul finale. L'amore - intesa come coumune esperienza necessaria allo sviluppo di un rapporto intenso - che annulla il dolore come dimostra la stretta di mano finale "a somma zero" dell'ultima scena è francamente imperdonabile.
Note positive, si è detto, la fotografia e le scene girate a Londra con un'ottima gradazione di colori freddi (grigio e blu su tutti); inoltre, da kolossal è la scena che apre il film illudendo lo spettatore che vedrà, nel susseguirsi della pellicola, un anticlimax che dispiace.
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anamaria
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sabato 5 febbraio 2011
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depressione....
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se sei abbastanza forte rimani oppure tagliati le vene.....
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riccardoro
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giovedì 3 febbraio 2011
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clint eastwood può anche dire stop ora...
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Il film è carino, scorrevole ma la storia resta in sospeso, manca una svolta. Per tutto il film gli eventi appaiono scontati ed il finale lascia molto a desiderare. Non vale la pena spendere soldi per vederlo al cinema.
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jayan
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mercoledì 2 febbraio 2011
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un altro capolavoro, sull'al di là e la morte
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Un altro capolavoro di Clint Eastwood, stavolta sull'al di là e la morte. Il regista ha la grande capacità di trattare un tema così delicato in modo quasi marginale, ma senza perdere di incisività. Non vuole fare proseliti, cercare di convincere lo spettatore che l'al di là esiste e che con la morte non finisce ogni cosa. Presenta questa possibilità narrando la storia di un sensitivo che riesce a entrare in contatto con i defunti. Non vuole più fare questo tipo di sedute e le rifiuta a ogni persona che glielo chiede. Ma poi sarà coinvolto in certe situazioni e farà alcune sedute. Ci sono più storie, una donna che, presente durante lo tsunami dell'oceano indiano, quasi muore, ma alla fine sopravvive, pur avendo avuto un'esperienza momentanea dell'al di là.
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Un altro capolavoro di Clint Eastwood, stavolta sull'al di là e la morte. Il regista ha la grande capacità di trattare un tema così delicato in modo quasi marginale, ma senza perdere di incisività. Non vuole fare proseliti, cercare di convincere lo spettatore che l'al di là esiste e che con la morte non finisce ogni cosa. Presenta questa possibilità narrando la storia di un sensitivo che riesce a entrare in contatto con i defunti. Non vuole più fare questo tipo di sedute e le rifiuta a ogni persona che glielo chiede. Ma poi sarà coinvolto in certe situazioni e farà alcune sedute. Ci sono più storie, una donna che, presente durante lo tsunami dell'oceano indiano, quasi muore, ma alla fine sopravvive, pur avendo avuto un'esperienza momentanea dell'al di là. Allora la sua vita cambia totalmente. Un ragazzo perde il fratello in un incidente. A lui è molto legato e cercherà il sensitivo per contattarlo. Sono tanti quadri in cui la morte viene presentata in agguato, in qualsiasi momento possiamo morire, ma anche come apportatrice di trasformazione, quando il sensitivo rivela ai parenti o amici del defunto ciò che lui ha percepito. Grandiosa la fotografia, l'interpretazione di Matt Demon e Cecile De France, ma anche del ragazzo. Su tutti eccelle Eastwood, che si rivela tra i più grandi registi della storia del cinema, anche in un film come questo, abbastanza difficile. Un film da non perdere e da collezionare.
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paolaman
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martedì 1 febbraio 2011
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una rivelazione
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Finalmente non abbiamo più paura di parlarne e riusciamo ad accettare anche ciò che più ci sembra impossibile
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alby84
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martedì 1 febbraio 2011
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ottimo
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Veramente un bel film, romanzato bene ed eseguito ad arte, bella la scelta di lasciar i sottotitoli dei dialoghi francesi per rimarcare le diversità fra i personaggi non solo a livello di età ma anche di nazionalità.
Un film che non annoia!!!
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the man of steel
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lunedì 31 gennaio 2011
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inammissibile
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Cioè no adesso qualcuno mi deve spiegare come mai questo film, che doveva essere SICURAMENTE scartato, è stato nominato all'oscar per i migliori effetti speciali!! Ma cos'hanno in testa quest'anno quelli dell'academy??? Una merdosissima scena di tsunami basta per poter pretendere l'oscar? E di Tron Legacy si sono scordati? Ma quelli hanno le pigne nel cervello!
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