Hereafter |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Matt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren, Frankie McLaren, Thierry Neuvic.
continua»
Drammatico,
durata 129 min.
- USA 2010.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 5 gennaio 2011.
MYMONETRO
Hereafter
valutazione media:
4,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Al di là della vitadi gianmarco.diromaFeedback: 7173 | altri commenti e recensioni di gianmarco.diroma |
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lunedì 10 gennaio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Al di là della vita è il titolo con cui è stato distribuito in Italia Bringing out the Dead (letteralmente portare alla luce la morte) di Martin Scorsese: con lo stesso titolo potrebbe essere stato tradotto anche l'ultima fatica dell'ottantenne Clint Eastwood, il quale, dopo aver salutato la sua carriera di attore con Gran Torino, qui affronta un tema che sembra farglisi vicino: il tema della morte e della paura che suscita nell'uomo. Ma non nell'uomo in generale, bensì in quel tipo di uomo, sfacciatamente razionale, ancorato al dato empirico, incapace di parlare o credere in qualsiasi cosa di cui non vi sia prova concreta. Costruendo una storia intorno a tre personaggi che si muovono in tre punti diversi del globo, Eastwood, in maniera molto più convincente rispetto ad un regista eccessivamente narciso come Alejandro González Iñárritu, riesce a parlarci di piccole sfumature, leggere energie che legano un luogo ad un altro, che spingono la storia di un uomo, di una donna, di un bambino, insomma di tre personaggi ad incontrarsi ed incrociarsi. Per esempio la passione letteraria di George Lonegan è Charles Dickens, uno dei massimi esponenti del romanzo sociale: ma non è forse un romanzo sociale quello che caratterizza la storia del piccolo e sfortunato Marcus? Che sia proprio la passione per Charles Dickens a spingere George verso Londra, verso Marcus? E poi c'è Marie, la cui storia non può essere raccontata in una terra come quella francese, dove lo spazio dell'impegno politico inonda come uno tsunami qualsiasi altra possibilità di espressione, a differenza di una cultura come quella inglese o quella americana, capaci invece di guardare senza blocchi ideologici agli sfoghi più intimi e segreti di una persona. La Francia sembra quasi uscirne come massimo emblema di un Vecchio Continente incapace di liberarsi di obsoleti schemi di cui invece l'America dimostra di non curarsi. A fare da ponte l'Inghilterra, una sorta di luogo di transito delle anime dal Vecchio al Nuovo Continente; ed è in questa terra di transito, in questo crocevia delle anime che George, Marie e Marcus intersecano le loro strade. Nel corso di una Fiera del libro, quasi a sottolineare non tanto il potere salvifico della scrittura, quanto la capacità dell'arte in generale di esprimere al massimo grado l'immenso valore che assume l'esistenza umana proprio nel suo essere transitoria (si veda la scena del cappello di Marcus che Jason fa volare via nella metropolitana di Londra per salvargli la vita).
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