nanobrontolo
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giovedì 28 dicembre 2023
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un po'' deludente
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Per carità un buon film ma non giustifico le 5 stelle ed i commenti entusiasti. Un film che solleva l'argomento della vita dopo la morte senza però affondare la lama. Tre storie che aspetti si intreccino da un momento all'altro ma che solo alla fine si sfiorano in maniera nemmeno particolarmente significativa. Onestamente se ne può fare a meno!
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mercoledì 27 dicembre 2023
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sono d'accordo
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Ma come e' possibile , prendendo a pretesto le vicende e le dinamiche interiori infinitamente complesse dei personaggi del film, dare un solo sguardo al significato della vita ? La casualita' e l'imprevedibilita' degli eventi e' forse un elemento trascurato da Eastwood ? Non credo. Tuttavia al di la' delle storie drammatiche, del dolore che le accompagnano, del senso di smarrimento che creano nell'animo, la casualita' getta gli individui in uno sconcerto insanabile per la loro fatalita' sempre cieca e aberrante. La stessa nascita dell'uomo e' stato un evento casuale , un ripensamento della Natura e se il Regista ha voluto sottolineare proprio questo aspetto peculiare che domina tutte le cose dell'universo? Non sarebbe impensabile per un Eastwood che nella sua carriera registica e non s
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Ma come e' possibile , prendendo a pretesto le vicende e le dinamiche interiori infinitamente complesse dei personaggi del film, dare un solo sguardo al significato della vita ? La casualita' e l'imprevedibilita' degli eventi e' forse un elemento trascurato da Eastwood ? Non credo. Tuttavia al di la' delle storie drammatiche, del dolore che le accompagnano, del senso di smarrimento che creano nell'animo, la casualita' getta gli individui in uno sconcerto insanabile per la loro fatalita' sempre cieca e aberrante. La stessa nascita dell'uomo e' stato un evento casuale , un ripensamento della Natura e se il Regista ha voluto sottolineare proprio questo aspetto peculiare che domina tutte le cose dell'universo? Non sarebbe impensabile per un Eastwood che nella sua carriera registica e non solo , ha sempre voluto guardare a tutto tondo e in profondita' !
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great steven
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mercoledì 25 novembre 2020
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intimista e introspettivo: bersaglio centrato!
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HEREAFTER (USA, 2010) di CLINT EASTWOOD. Interpretato da MATT DAMON, CéCILE DE FRANCE, BRYCE DALLAS HOWARD, FRANKIE MCLAREN, GEORGE MCLAREN, LYNDSEY MARSHAL, DEREK JACOBI, THIERRY NEUVIC, JAY MOHR, RICHARD KIND ● Tra i produttori esecutivi di questo psicodramma figura anche Steven Spielberg, mentre la sceneggiatura è farina del sacco di Peter Morgan, inglese. La storia è ambientata in tre luoghi diversi del mondo in cui agiscono altrettanti personaggi, tutti aventi un rapporto diretto con la morte o la sofferenza. 1.) A San Francisco l’operaio meccanico George Lonegan possiede un dono che lui considera una condanna: tramite il contatto fra le sue mani e quelle di un essere umano che ha subito una grave perdita, riesce a collegarsi con la mente del defunto, leggergli dentro, riportare i suoi pensieri e le sue emozioni; desideroso di abbandonare un passato che, nonostante gli abbia garantito fama e stabilità finanziaria, gli ha anche causato un forte dolore, è però spinto dal fratello Billy a imperversare nella sua attività di sensitivo; 2.
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HEREAFTER (USA, 2010) di CLINT EASTWOOD. Interpretato da MATT DAMON, CéCILE DE FRANCE, BRYCE DALLAS HOWARD, FRANKIE MCLAREN, GEORGE MCLAREN, LYNDSEY MARSHAL, DEREK JACOBI, THIERRY NEUVIC, JAY MOHR, RICHARD KIND ● Tra i produttori esecutivi di questo psicodramma figura anche Steven Spielberg, mentre la sceneggiatura è farina del sacco di Peter Morgan, inglese. La storia è ambientata in tre luoghi diversi del mondo in cui agiscono altrettanti personaggi, tutti aventi un rapporto diretto con la morte o la sofferenza. 1.) A San Francisco l’operaio meccanico George Lonegan possiede un dono che lui considera una condanna: tramite il contatto fra le sue mani e quelle di un essere umano che ha subito una grave perdita, riesce a collegarsi con la mente del defunto, leggergli dentro, riportare i suoi pensieri e le sue emozioni; desideroso di abbandonare un passato che, nonostante gli abbia garantito fama e stabilità finanziaria, gli ha anche causato un forte dolore, è però spinto dal fratello Billy a imperversare nella sua attività di sensitivo; 2.) Durante una vacanza in un’isola del Pacifico, l’influente giornalista della televisione francese Marie Lelay rischia di affogare a causa di un violento tsunami, ma sopravvive; tornata a Parigi, racconta in un libro quei pochi minuti da lei vissuti in bilico fra la vita e la morte nella speranza di ricavarne una storia edificante, ma né il suo editore né i suoi colleghi della redazione la appoggiano. 3.) In un quartiere di Londra, il piccolo e introverso Marcus, figlio di una madre tossicomane, perde in un incidente stradale il fratello gemello Jason, e non si rassegna ad elaborare il lutto; l’affido presso una famiglia estranea al suo nucleo d’origine non serve a nulla, ma un giorno, alla fiera del libro di Londra dove anche Marie si è recata per l’anteprima internazionale del suo volume, incontra George, di cui ha visto un annuncio sul web. E così le loro tre vicende si intrecciano, con esiti sorprendenti. Molti critici, all’inizio dello scorso decennio, vollero vedervi il "capolavoro" di Eastwood, ma io preferisco definirlo il suo miglior film dal 2000 in poi, per la sensibilità, l’originalità, la qualità dello stile, l’attenzione ai dettagli più importanti, la malinconia di fondo riscattata da una positività permeante e la minuziosa descrizione psicologica dei comportamenti. È una pellicola in cui la rodata vecchiaia registica di Eastwood produce i suoi frutti più generosi e squisiti. Il tema dell’aldilà è anche la sua componente più discutibile: mancano il tempo e lo spazio per spiegarlo, analizzandolo. Ma l’idea di partenza di un rapporto umano con la cessazione della vita, scevra da qualsiasi pretesa religiosa o etica, connesso giocoforza al bisogno di fornire un senso al dolore, è il suo motore principale, un’anima creatrice che non perde un colpo in un esame spietato dell’umanità che, di fronte all’incomunicabilità e all’incompatibilità di carattere, statura morale e aspettative fra simili, si rende davvero molto credibile ed efficace. Con una colonna sonora come sempre composta dal suo stesso regista, e sagaci effetti speciali (maestosa la sequenza d’apertura con l’ondata oceanica che travolge e distrugge il villaggio), è un’opera ammirevole anche per le figure di contorno, fra cui spiccano senza dubbio il paziente e fiducioso giornalista di T. Neuvic e la tenera, sensibile frequentatrice del corso culinario di B. Dallas Howard.
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elgatoloco
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lunedì 2 marzo 2020
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formidabile clint , e forse è poco
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IN"Hereafter"(2010), basato su una sceneggiatura -e soggetto-di Peter Morgan, Clint Eastwood mostra non la sua"dark side"(nulla di"orrorifico", nel film)ma invece la ricerca, che è quella che da secoli(anzi milleanni, ovviamente) interroga filosofi, scienziati, teologi e scrittori, quella sull'"after tehe life", connessa, però, attraverso il"medium"George allo"here"(dove si intende una dimensione spaziotemporale, nella nostra epoca comunque segnata dalla rivoluzione einsteiniana), UNa dimensione particolarissima, "impalpabile", che Eastwood non con ritrosia ma con la giusta discrezione, non cedendo mai a nessuna suggestione parapsicologica(o para-qualcosa d'altro.
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IN"Hereafter"(2010), basato su una sceneggiatura -e soggetto-di Peter Morgan, Clint Eastwood mostra non la sua"dark side"(nulla di"orrorifico", nel film)ma invece la ricerca, che è quella che da secoli(anzi milleanni, ovviamente) interroga filosofi, scienziati, teologi e scrittori, quella sull'"after tehe life", connessa, però, attraverso il"medium"George allo"here"(dove si intende una dimensione spaziotemporale, nella nostra epoca comunque segnata dalla rivoluzione einsteiniana), UNa dimensione particolarissima, "impalpabile", che Eastwood non con ritrosia ma con la giusta discrezione, non cedendo mai a nessuna suggestione parapsicologica(o para-qualcosa d'altro...)o religiosa(film anche perfettamente"laico", purché ci si intenda sul termine in questione)esplora per quanto il cinema riesca a fare, La vicenda della scrittrice-giornalista francese sconvolta dallo Tsunami, quella del ragazzino inglese che, nel degrado familiare(madre ttossicomane)ha visto morire il fratello maggiore, quella del medium-ponte George, operario nordamericano che ha"poteri", vengono unite magistralmente con l'uso di una fotografia che entra con molta prudenza nella dimensione"crepuscolare"dell'"oltre", rimanendo sempre nell'"al di qua". Le prove interpretative di Matt Damon e Cécile de France(che all'inizio e anche nella parte mediana del film parla francese)sono noteovlissime, dove si vede anche il talento incredibile di Eastwood regista-autore,, capace di scegliere gli/le interpreti adatti/e ai rispettivi ruoli. Diversamente da Hitchcock, Clint ha una concezione non certo negativa dell'attore(attrice), anche proprio per la sua esperienza semantica, che l'ha visto dapprima come puro interprete(l'epoca di Sergio Leone e non solo), poi come autore e anche interprete e ora(generalmente)come regista, conscio però sempre dell'importanza degli/delle interpreti. El Gato
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inesperto
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sabato 15 dicembre 2018
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soft
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Tre storie che convergono, il tema dell'aldilà che le accomuna. Per quanto non si giunga ad una conclusione concettuale, lasciando aperte le problematiche sul dopo morte alla soggettiva interpretazione di ciascuno, e nonostante il film non si prefigga di raggiungere un fine quale che sia, quest'opera di Clint Eastwood si lascia piacevolmente seguire. La calma che permea la trama non è noia e le vicende, ancorchè prive di grossi slanci emozionali, si rivelano comunque toccanti perchè i personaggi entrano in punta di piedi in una materia la cui difficoltà d'inquadramento è ovvia. La visione è sicuramente consigliata.
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elibook
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domenica 30 settembre 2018
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hereafter.
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Incredibilmente bello, profondo, ben fatto non gli trovo un difetto. Potente con delicatezza, solleva interrogativi che travalicano il mero sondare l'aldila', per scendere oltre dentro il profondo dell'anima. Magistrale la regia e sceneggiatura, un mondo irraggiungibile che si concede solo a pochissimi, e in cui Clint e' a pieno titolo uno di questi. Ognuna delle tre storie potrebbe se sviluppata, essere un bel film. Ma il connubio da vita a qualcosa di inpensabile, di facile ricezione incanta, stupisce, addolora. Il triangolo perfetto che si chiude mettendo fine alla sofferenza, o almeno ne smorza gli effetti devastanti. Ho letto sopra qualche abbozzo di critica, che regge quanto il tempo per leggerla e niente piu'.
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Incredibilmente bello, profondo, ben fatto non gli trovo un difetto. Potente con delicatezza, solleva interrogativi che travalicano il mero sondare l'aldila', per scendere oltre dentro il profondo dell'anima. Magistrale la regia e sceneggiatura, un mondo irraggiungibile che si concede solo a pochissimi, e in cui Clint e' a pieno titolo uno di questi. Ognuna delle tre storie potrebbe se sviluppata, essere un bel film. Ma il connubio da vita a qualcosa di inpensabile, di facile ricezione incanta, stupisce, addolora. Il triangolo perfetto che si chiude mettendo fine alla sofferenza, o almeno ne smorza gli effetti devastanti. Ho letto sopra qualche abbozzo di critica, che regge quanto il tempo per leggerla e niente piu'. Ai tempi di Callagan .., siate sinceri, quanti avrebbero immaginato che dietro quel bel ghigno potesse esserci tanta sensibilita' e maestria .. Ladies and gentlemen, Clint Eastwood.
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dandy
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sabato 29 settembre 2018
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l'aldilà secondo eastwood.
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Eastwood affronta l'ennesimo tema scomodo e gira l'ennesimo film magnifico.Se da un lato è vero che la morale non è certo nuova(bisogna trovare la forza di continuare e cercare sempre il meglio) e che i personaggi non vengono mai messi in dubbio,lo svolgimento è sempre sobrio,mai pietistico nè ricattatorio.Eastwood affronta le vicende dei tre protagonisti analizzandone ogni sfaccettatura,senza temere situazioni dolorose(la fine del rapporto tra George e Melaie,l'incidente di Jason)ed evita inutili spettacolarizzazioni delle parantesi paranormali.Riuscendo inoltre,usando due delle peggiori tragedie di inizio millennio,a far riflettere su temi abusati quali l'irruzione del caso nella vita quotidiana,la determinazione nel seguire le proprie scelte,l'importanza dei propri sentimenti.
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Eastwood affronta l'ennesimo tema scomodo e gira l'ennesimo film magnifico.Se da un lato è vero che la morale non è certo nuova(bisogna trovare la forza di continuare e cercare sempre il meglio) e che i personaggi non vengono mai messi in dubbio,lo svolgimento è sempre sobrio,mai pietistico nè ricattatorio.Eastwood affronta le vicende dei tre protagonisti analizzandone ogni sfaccettatura,senza temere situazioni dolorose(la fine del rapporto tra George e Melaie,l'incidente di Jason)ed evita inutili spettacolarizzazioni delle parantesi paranormali.Riuscendo inoltre,usando due delle peggiori tragedie di inizio millennio,a far riflettere su temi abusati quali l'irruzione del caso nella vita quotidiana,la determinazione nel seguire le proprie scelte,l'importanza dei propri sentimenti.Un film meraviglioso,che però potrebbe non piacere subito a chi conosce i precendenti film del regista.Sceneggiatura di Peter Morgan.Nomination agli Oscar per gli effetti speciali.Le scene dello tsunami e dell'attentato a Londra del 7/7/2005 sono straordinarie per come si differenziano.La prima usa il digitale nel modo migliore,e la mancanza di musica evita l'effetto blockbuster.La seconda riesce ad evocare col minimo indispensabile l'inconcepibilità dell'orrore umano.
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wazzy
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domenica 29 gennaio 2017
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un film alla eastwood
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Film toccante, ma può essere recepito soltanto da chi ha un cuore pulsante, per gli altri sarà pura noia. Chi scarseggia di sentimenti lo eviti, mentre chi si lascia trasportare dalle parole di Dickens e dalla regia di Eastwood lo guardi, senza dubbio non ne rimarrà deluso.
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shingo tamai
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venerdì 19 agosto 2016
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un passo dopo il confine
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Di solito Eastwood propone pellicole piuttosto dinamiche nelle quali "piazza" la scena madre piuttosto traumatica come un pugno ben assestato alla bocca dello stomaco.
Qui tutto questo non avviene,anche se lo Tsunami proposto è di grande effetto visivo, perchè è l'intera pellicola a fare a botte da orbi con la nostra sensibilità.
Leggerezza ce n'è poca,è vero,ma è accompagnata da una delicatezza fuori dal comune e da un profondo senso di speranza.
Personalmente ho letto il film come un invito ad essere sereni,a credere che dopo la vita terrena c'è molto altro e che non finisce tutto come una luce spenta.
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Di solito Eastwood propone pellicole piuttosto dinamiche nelle quali "piazza" la scena madre piuttosto traumatica come un pugno ben assestato alla bocca dello stomaco.
Qui tutto questo non avviene,anche se lo Tsunami proposto è di grande effetto visivo, perchè è l'intera pellicola a fare a botte da orbi con la nostra sensibilità.
Leggerezza ce n'è poca,è vero,ma è accompagnata da una delicatezza fuori dal comune e da un profondo senso di speranza.
Personalmente ho letto il film come un invito ad essere sereni,a credere che dopo la vita terrena c'è molto altro e che non finisce tutto come una luce spenta.
Sopratutto il bambino gemello che cerca l'altra metà è un personaggio indimenticabile,ma anche George che ha ricevuto "il dono" o forse "la condanna" non passerà inosservato agli occhi di chi cerca un protagonista semplice ma di grande spessore etico,che rifiuta i soldi ma non può che intenerirsi alla visone del piccolo e ostinato Marcus.
Ai due si aggiunge Marie "colpevole" di essere stata vittima e testimone di ciò che per molti non è comprensibile e credibile.
L'intreccio delle tre vite si rileverà risolutivo per tutti i protagonisti.
Ovviamente ognuno di noi può pensarla come vuole su cosa avverrà dopo che avremo abbandonato il corpo di carne ed ossa,personalmente la strada indicata da Clint non mi dispiace affatto.
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fosforo
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domenica 14 febbraio 2016
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sempre all'altezza
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Anche in questo film Eastwood si conferma uno dei migliori registi degli ultimi anni. L'intrecciarsi delle varie storie è sapientemente gestito dal montaggio. Tutti gli attori (anche il bambino la cui recitazione non trova uguali esempi di pari bravura nei nostri piccoli attori nostrani) all'altezza della vicenda. Regia attenta a non concedere nessuna eccessiva indulgenza al pathos. Il finale positivo, consolatorio, non delude.
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