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jsknight
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giovedì 18 agosto 2011
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film sensitivo
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Bhe, dell'aldilà non si è visto molto...ma dal film si potrebbe pensare che le persone morte conoscano il futuro delle persone vive... una cosa già rivista insomma. Non si capisce bene alcuni epiloghi della storia.. come per esempio della ragazza che fa coppia con Matt.. o se ha avuto una visione della sua futura "donna" . Inoltre i sottotili che mi sono sembrati eccessivi...Il film è piacevole e interessante sopratutto grazie agli ottimi attori , in alcune scene sembra di vedere un film degli anni '80 e lo Tsunami iniziale è alquanto realistico. Ho visto il film da solo e in sala c'erano più o meno 8 persone e il bambino morto tragicamente nel film aveva il mio stesso nome... insomma mi è stato regalato un brivido in più, una specie di immedisimazione!
Ottimo film! Da vedere! Compliment
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Bhe, dell'aldilà non si è visto molto...ma dal film si potrebbe pensare che le persone morte conoscano il futuro delle persone vive... una cosa già rivista insomma. Non si capisce bene alcuni epiloghi della storia.. come per esempio della ragazza che fa coppia con Matt.. o se ha avuto una visione della sua futura "donna" . Inoltre i sottotili che mi sono sembrati eccessivi...Il film è piacevole e interessante sopratutto grazie agli ottimi attori , in alcune scene sembra di vedere un film degli anni '80 e lo Tsunami iniziale è alquanto realistico. Ho visto il film da solo e in sala c'erano più o meno 8 persone e il bambino morto tragicamente nel film aveva il mio stesso nome... insomma mi è stato regalato un brivido in più, una specie di immedisimazione!
Ottimo film! Da vedere! Complimenti Clint!
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cecile
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mercoledì 17 agosto 2011
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un film che emoziona
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MI HA STUPITO L'ELEGANZA E LA DISCREZIONE CON LE QUALI SI E' TRATTATO UN TEMA DI GRANDE IMPATTO EMOTIVO. UN FILM FATTO DI SILENZI CHE SCANDISCONO LA SOLITUDINE DEI PROTAGONISTI.
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cinemalife
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venerdì 12 agosto 2011
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un tema conosciuto per clint eastwood
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L’aldilà. È questo il tema su cui ruota l’ultima pellicola da Eastwood diretta e prodotta. E scorrendo la filmografia più recente del grande regista la morte torna sempre, seppur in vesti diverse. Fra i suoi film personalmente visti e indubbiamente più celebri, Mystic river – del 2003 – si interroga sul male delle persone e sui suoi imprevedibili effetti; tre anni più tardi Flags of our fathers e Lettere da Iwo Jima irrompono violentemente con la crudeltà della guerra a testimonianza del fatto che l’odio è più forte del senso della vita; il capolavoro, infine, che ha stupito il mondo intero su ogni piano cinematografico – Million dollar baby – è uno spettacolare connubio senza eguali fra lo sport e i legami affettivi che uniscono persone apparentemente distanti sulla visione della vita e della morte.
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L’aldilà. È questo il tema su cui ruota l’ultima pellicola da Eastwood diretta e prodotta. E scorrendo la filmografia più recente del grande regista la morte torna sempre, seppur in vesti diverse. Fra i suoi film personalmente visti e indubbiamente più celebri, Mystic river – del 2003 – si interroga sul male delle persone e sui suoi imprevedibili effetti; tre anni più tardi Flags of our fathers e Lettere da Iwo Jima irrompono violentemente con la crudeltà della guerra a testimonianza del fatto che l’odio è più forte del senso della vita; il capolavoro, infine, che ha stupito il mondo intero su ogni piano cinematografico – Million dollar baby – è uno spettacolare connubio senza eguali fra lo sport e i legami affettivi che uniscono persone apparentemente distanti sulla visione della vita e della morte.
Hereafter, seppur qualitativamente inferiore rispetto alle pellicole di cui sopra, ma in generale in rapporto ai film cui ci ha abituato Eastwood – citando, fra gli altri, Invictus e Gran Torino – rientra stilisticamente negli schemi del suo regista e narra le vicende parallele di tre persone accomunate dalla loro vicinanza con la morte e del loro casuale incontro.
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blue-x
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lunedì 8 agosto 2011
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ennesimo capolavoro di clint eastwood!
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Un altro capolavoro del cinema firmato dal grandissimo Clint Eastwood!!!
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blue-x
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lunedì 8 agosto 2011
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ennesimo capolavoro di clint eastwood
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Un altro capolavoro del cinema firmato dal grandissimo Clint Eastwood!!!
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kyuss
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venerdì 5 agosto 2011
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oltre la morte...
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Rimango indeciso di fronte a questo nuovo film di Eastwood, Hereafter. Non riesco a capire, capacitarmi di quello a cui sto assistendo e non riesco a classificarlo. Capolavoro introspettivo ed abile riflessione su uno dei temi più controversi da quando l'uomo... è uomo (la morte, l'eternità e la condizione intermedia, il limbo di classica fattura) od un film pretenzioso, il classico "passo più lungo della gamba"?
Eastwood ci aveva abituati bene, con opere fondamentali come The Milion Dollar Baby e Gran Torino in cui temi scottanti venivano trattati con i guanti e con una partecipazione emotiva distaccatamente intensa, come se l'occhio della telecamera, freddo ed immateriale, si riuscisse a commuovere nel mostrare condizioni umane e sociali borderline.
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Rimango indeciso di fronte a questo nuovo film di Eastwood, Hereafter. Non riesco a capire, capacitarmi di quello a cui sto assistendo e non riesco a classificarlo. Capolavoro introspettivo ed abile riflessione su uno dei temi più controversi da quando l'uomo... è uomo (la morte, l'eternità e la condizione intermedia, il limbo di classica fattura) od un film pretenzioso, il classico "passo più lungo della gamba"?
Eastwood ci aveva abituati bene, con opere fondamentali come The Milion Dollar Baby e Gran Torino in cui temi scottanti venivano trattati con i guanti e con una partecipazione emotiva distaccatamente intensa, come se l'occhio della telecamera, freddo ed immateriale, si riuscisse a commuovere nel mostrare condizioni umane e sociali borderline.
Con Hereafter ci ritenta, egli porta l'obiettivo (agnostico e riflessivo) verso un livello superiore, chiedendosi se c'è vita dopo la morte, cosa ci attende quando arriva la nostra ora. Le storie (tre) si intrecciano pian piano, avviluppandosi in una trama via via più definita e, nel contempo, più risolutiva nel concedere al pubblico di porsi esso stesso la domanda del regista/dei protagonisti e dandogli tempo e modo di trovare una propria risposta nella riflessione.
Lo svolgersi del film, però, prosegue su binari oscuri, in cui il cielo sotto cui si muove è plumbeo e quasi privo di un guizzo di luce e serenità. L'assenza di respiro rende Hereafter molto denso (troppo) e pur cercando di creare pressuposti positivi, risulta emanare "cattive vibrazioni", solitudine ed un velato senso di paura/orrore.
E questo è il sentimento con cui sono uscito dal cinema. Domande che si accavallavano, sentimenti contrastanti con un'unica sensazione sicura e lineare come un faro nella nebbia: "il senso di morte" era talmente alto, talmente "tangibile" (e di questo dobbiamo rendere merito ad un regista maestro d'emozioni non scontate come Eastwood), che supera, sovrasta ed oscura anche un finale aperto ad un lieto fine (amaro gioco di parole)
E, di nuovo, mi trovo a domandarmi il significato di questo e come collacarlo nella mia personale classifica di gradimento. Promuoverlo perchè, rispetto a molti altri film d'autore, getta luce (e ombre) su un tema classico come la morte senza scadere nell'elementare o nel troppo astratto e mantenendo uno sguardo forzatamente privo di indicazioni religiose (sarebbe stato semplice scadere nel paradiso cristiano ecc.) o bocciarlo proprio perchè le suddette ombre superano nettamente i tracciati della luce?
La risposta a questo quesito rimane aperta... come la domanda che si pone Clint: c'è vita dopo la morte? Cosa ci attende?
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stronziocobalto
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lunedì 1 agosto 2011
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accetabile, ma un po' esagerato, leggete il resto:
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BELLO SI, MA LA TIPA CHE PIANGE SULLE SCALE SPARISCE E QUESTO FA SCHIFO! DOVEVA RITROVARLA E NON METTERSI CON QUELL' ALTRA! NEMMENO LA CONOSCEVA! SE IO FOSSI IL BAMBINO COMUNQUE NON ANDREI MAI A CERCARE I SENSITIVI ! CHE TE NE FREGA DI SENTIRE CIO' CHE SAI GIA'? TI VOGLIONO BENE ANCHE SE MORTI; LI RIVEDRAI QUANDO VERRA' IL MOMENTO! LO CONSIGLIO, PERO' NON ASPETTATEVI CHE VI PIACCIA PIU' DI INVICTUS O GRAN TORINO, QUELLI SONO MOLTO MEGLIO
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ambra nepi
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sabato 30 luglio 2011
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hereafter, capolavoro di clint eastwood
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Un film potente e poetico sul mistero della morte. Un altro capolavoro del grande Clint Eastwood, che riesce a raccontarci con grazia, senza cadere mai nella banalità, il dramma della morte che irrompe nella vita delle persone. I tre personaggi del film non si conoscono ma sono destinati a incontrarsi. Sarà l’esperienza della morte a dare un senso nuovo alle loro vite. Marcus e Jaison sono due gemelli che si barcamenano in una situazione difficile tra una madre assente ed eroinomane e i servizi sociali. Tra i due bambini c’è un forte legame che viene spezzato dalla morte improvvisa di uno dei due. Marcus, interpretato dal bravissimo George Mc Laren, non si rassegna alla morte del fratello, ne indossa il cappello, lo cerca, vuole capire.
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Un film potente e poetico sul mistero della morte. Un altro capolavoro del grande Clint Eastwood, che riesce a raccontarci con grazia, senza cadere mai nella banalità, il dramma della morte che irrompe nella vita delle persone. I tre personaggi del film non si conoscono ma sono destinati a incontrarsi. Sarà l’esperienza della morte a dare un senso nuovo alle loro vite. Marcus e Jaison sono due gemelli che si barcamenano in una situazione difficile tra una madre assente ed eroinomane e i servizi sociali. Tra i due bambini c’è un forte legame che viene spezzato dalla morte improvvisa di uno dei due. Marcus, interpretato dal bravissimo George Mc Laren, non si rassegna alla morte del fratello, ne indossa il cappello, lo cerca, vuole capire. George Lonegan, Matt Damon - bravo come non mai - ha la capacità di entrare in contatto con i morti, ma vi ha rinunciato per cercare di vivere una vita normale: “Il mio non è un dono ma una condanna”. Fa l’operario a San Francisco, ama Dickens, si è iscritto a un corso di cucina italiana. Marie Lelay, la bella Cécile De France, è una giornalista francese di successo che sopravvivere alla furia distruttiva dello tsunami, durante una vacanza in Indonesia. La donna sta acquistano dei regali a un mercato quando è travolta dall’acqua. Cerca disperatamente di salvarsi, ma una botta in testa le fa perdere la conoscenza. Tutto si rallenta, i suoni si fanno sempre più lontani, mentre la vita se ne va. Nell’oscurità della morte irrompono delle visioni. Tornata alla vita, cerca di dare un significato a quello che ha visto.
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peppe2994
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lunedì 25 luglio 2011
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la drammaticità è tutto
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Drammatico...una cosa esagerata però questa drammaticità è stata espressa in maniera eccezzionale,complimenti agli attori e al regista che ha saputo creare un'atmosfera struggente e malinconica e che è riuscito a fare commuovere non soltanto i grandi ma persino i più piccoli,a tutto questo ha contribuito Matt Damon il famoso sensitivo con la sua eleganza nel recitare intercalandosi totalmente nel personaggio
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il cinefilo
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lunedì 25 luglio 2011
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la vita oltre la morte e l'uomo oltre sé stesso
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Diverso tempo fa scrissi una recensione-stroncatura sul film in questione ma dopo un attenta analisi ho deciso infine di modificare il mio giudizio scrivendo quanto segue:HEREAFTER è,a livello narrativo più che estetico-visivo,la prova più alta(e quando scrivo"alta"non voglio dire automaticamente"migliore"),fino ad adesso,del cinema del caro vecchio Clint.
La morte è,inequivocabilmente,l'altro anello di congiunzione che unisce alcune persone del tutto estranee tra loro oltre al dolore:la morte come sicuro approdo finale definitivo di ogni essere umano(e non,ovviamente)e il dolore come se fosse l'unico mezzo per tentare di comprendere il grande mistero di ciò che,comunemente,viene chiamato"al di là".
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Diverso tempo fa scrissi una recensione-stroncatura sul film in questione ma dopo un attenta analisi ho deciso infine di modificare il mio giudizio scrivendo quanto segue:HEREAFTER è,a livello narrativo più che estetico-visivo,la prova più alta(e quando scrivo"alta"non voglio dire automaticamente"migliore"),fino ad adesso,del cinema del caro vecchio Clint.
La morte è,inequivocabilmente,l'altro anello di congiunzione che unisce alcune persone del tutto estranee tra loro oltre al dolore:la morte come sicuro approdo finale definitivo di ogni essere umano(e non,ovviamente)e il dolore come se fosse l'unico mezzo per tentare di comprendere il grande mistero di ciò che,comunemente,viene chiamato"al di là".
A Clint Eastwood,nel complesso,non interessa tanto il quesito su una possibile"seconda vita"dopo il decesso quanto piuttosto illustrare e osservare come questa"domanda universale"(perchè di questo,infatti,si tratta)possa influire sulla vita della gente in cui la sofferenza,sia fisica che nell'anima,può aver stravolto completamente il loro"essere"e il loro"approcciarsi alla realtà di tutti i giorni"(il bambino che vuol mettersi"in contatto"con il fratello e la giornalista che si interroga sul"grande quesito")conducendoli o a chiedersi che senso abbia la vita(i pensieri della donna insistentemente sconvolti dall'"incertezza")o a tentare,attraverso l'incontro con un medium,di"oltrepassare il confine"e contattare i morti con il profondo desiderio di"trovare la pace con se stessi"e smettere di essere afflitti,giorno dopo giorno,da quell'atroce senso di"limbo delle emozioni"che impedisce all'individuo di continuare a procedere,più o meno normalmente,lungo il"grande e tortuoso sentiero della vita".
Il medium svolge un ruolo importante e preciso in tutto questo:tralasciando i ciarlatani(in cui il bambino capita di imbattersi)posso dire che il protagonista non è tanto(nel significato datoglisi dal vecchio Clint e dallo sceneggiatore Peter Morgan)colui che"possiede il dono(o terribile condanna?)di parlare con i defunti"quanto,più che altro e oltrepassando nettamente la venatura"soprannaturale",la persona che funge da"specchio"per la"regione"più profonda della psiche e dello spirito che,nel bene o nel male,non può che caratterizzarci tutti.
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