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magicovento75
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venerdì 13 aprile 2012
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un capolavoro. ma non per tutti.
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Ho visto questo film cinque volte, proponendolo e rivedendolo con le persone che sapevo ne avrebbero percepito l'assoluto valore. Come il regista, anche ognuno di noi deve essere giunto ad un punto del proprio percorso, per comprendere ed emozionarsi, vedendo questa pellicola che segna nel profondo l'anima e che pone interrogativi, senza avere l'ardire di fornirne risposta. La musica, le immagini, la trama che si incrocia come nei film di Inarritu, danno vita ad un'opera che si colloca di diritto tra i miei film preferiti.
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maurizio frizziero
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martedì 28 febbraio 2012
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il titolo mi induceva a non vederlo
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Non vederlo significava per me uno dei modi possibili per esorcizzare la morte. Poi, facendo zapping ne ho visto gli ultimi venti minuti. Non ho potuto fare altro che rivederlo sin dall'inizio (per poi riguardarmelo sino alla fine. L'intreccio tra le tre storie è creato con delicatezza, i tempi sono scanditi correttamente, la recitazione dei tre protagonisti rende credibile tutta la storia. Un film drammatico che ci riserva un lieto fine, senza sdolcinature.
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giovj
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giovedì 23 febbraio 2012
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acquerello che resta nel tempo
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IL COLORE NELL'ACQUERELLO HA UN IMPATTO EMOTIVO PERCHE', SINTETIZZANDO IL DISEGNO A FAVORE DEL COLORE,
CREA SENSAZIONI DI GIOIA O TRISTEZZA.
( GRAN TORINO, HEREAFTER) SONO UMIDI E SOBRI ACQUERELLI CHE RESTANO NEL TEMPO.
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davecor
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venerdì 20 gennaio 2012
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tempi brutti
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Secondo me il problema è che la tv, la politica, la società, il cinema attuale commerciale sta creando confusione tra cosa è un bel film e cosa no...ormai si cerca la catastrofe ovunque i grandi effetti speciali, l'azione all'eccesso...è la società del "creare azione per spegnere il cervello", in cui non si riflette più, non si cerca la profondità...ognuno è libero di esprimere la propria opinione, ma leggere che il film è noioso, che sono stati soldi sprecati e che il trailer faceva ben sperare, mi fa capire la superficialità del nostro tempo...come diceva Fromm è una società in cui regna l'avere e non l'essere.
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Secondo me il problema è che la tv, la politica, la società, il cinema attuale commerciale sta creando confusione tra cosa è un bel film e cosa no...ormai si cerca la catastrofe ovunque i grandi effetti speciali, l'azione all'eccesso...è la società del "creare azione per spegnere il cervello", in cui non si riflette più, non si cerca la profondità...ognuno è libero di esprimere la propria opinione, ma leggere che il film è noioso, che sono stati soldi sprecati e che il trailer faceva ben sperare, mi fa capire la superficialità del nostro tempo...come diceva Fromm è una società in cui regna l'avere e non l'essere.
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xquadro
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lunedì 2 gennaio 2012
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gli affetti e l'aldilà: finezza senza retorica
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Matt Damon, uno dei due protagonisti del film, sensitivo atipico che vive il suo 'dono' come una maledizione, ad un certo punto della storia ammette che conoscere tutto della persona che ti sta accanto può essere doloroso e tremendamente imbarazzante, al punto da non riuscire a sostenere la prospettiva di una vita comune. Clint Eastwood con 'Hereafter' si conferma un regista di grande sensibilità: ad ogni prova svela un altro tratto del suo talento e ha ormai raggiunto un livello di qualità e di finezza espressiva che i suoi film si possono acquisare a scatola chiusa. Con 'Hereafter' l'ex gelidissimo e spietatissimo Ispettore Callaghan arriva a misurarsi con un tema che appassiona filosofi e teologi, lettori di libri e riviste come le (tante) persone che vivono l'impatto con la morte colpiti nella sfera degli affetti e degli amori (anche inespressi) di una intera vita.
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Matt Damon, uno dei due protagonisti del film, sensitivo atipico che vive il suo 'dono' come una maledizione, ad un certo punto della storia ammette che conoscere tutto della persona che ti sta accanto può essere doloroso e tremendamente imbarazzante, al punto da non riuscire a sostenere la prospettiva di una vita comune. Clint Eastwood con 'Hereafter' si conferma un regista di grande sensibilità: ad ogni prova svela un altro tratto del suo talento e ha ormai raggiunto un livello di qualità e di finezza espressiva che i suoi film si possono acquisare a scatola chiusa. Con 'Hereafter' l'ex gelidissimo e spietatissimo Ispettore Callaghan arriva a misurarsi con un tema che appassiona filosofi e teologi, lettori di libri e riviste come le (tante) persone che vivono l'impatto con la morte colpiti nella sfera degli affetti e degli amori (anche inespressi) di una intera vita. Stupenda la scena iniziale che rivela un'ottima regia (lo tsunami visto dal di dentro è un'idea di sicuro effetto e molto ben realizzata), poi è tutto un susseguirsi di situazioni che riservano crescenti e convergenti elementi di interesse. Eastwood ha l'accortezza di non insinuarsi nelle pieghe di una diatriba che risulta ostica, in tutti i suoi risvolti, per gli stessi addetti ai lavori, ma riesce a raccontare sensazioni, delusioni, afflizioni e speranze senza eccedere nella retorica, rischio non secondario per una pellicola di questo tipo. La storia dei due bambini gemelli e della madre tossicodipendente è veramente toccante. Alla fine prevarranno amore ed empatia, coraggio e tenacia, umanità e pace. La vita reale è un po' meno ottimista di Eastwwod ma forse è proprio per questo motivo che risulta difficile sottrarsi al richiamo di certi film. Da non perdere.
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rossana94
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sabato 17 dicembre 2011
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bellissimo
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bellissimo film. da vedere assolutamente!!! un capolavoro unico!!!
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andrearome
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venerdì 16 dicembre 2011
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bel film
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Un film che inzia in sordina, lento e quasi noioso ma che con l'andare dei minuti diventa sempre più intrigante e appassionante!Trama molto toccante e come al solito Eastwood riesce a far trapelare e a farci vivere i sentimenti e l'emozioni dei personaggi!Assolutamente da vedere.
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tolfino
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giovedì 15 dicembre 2011
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davvero interessante
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Un Clint Eastwood che si cimenta in un campo non difficile da trattare ma nel quale di sicuro riesce a strappare la sufficienza. La domanda che tanti di noi si fanno e alla quale mai nessuno riuscirà a trovare una risposta. La morte e tutto quello che c'è dietro è il tema principale di questo film. a fargli da contorno i drammi che la stessa provoca nelle persone che la vedono o per propri occhi o per quelli delle persone care o chi addirittura per un dono. Insomma una pellicola non banale che deve essere guaurdata con molto attenzione per non cadere poi in commenti affrettati e che danno al regista il giusto giudizion per questa buona pellicola.
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niky6900
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venerdì 9 dicembre 2011
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un ottimo film
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Un ottimo film per una grande regia.
Ottima sceneggatura e cast sorprendente. Una buona trama, trasformata in un'ottima pellicola.
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nigel mansell
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venerdì 11 novembre 2011
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un altro capolavoro di eastwwod
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Per un ultimo pudore non metto le cinque stelle ma lo meriterebbe. Regia come al solito perfetta ed impeccabile, oramai Eastwood è veramente nella storia del cinema. Chi lo sa, forse nella famosa battuta di Leone delle sole due espressioni di Eastwood come attore, con il cappello o senza, c'era un forse un tentativo per sminuire quello che forse aveva intuito sarebbe diventato un ingombrante rivale.
Il tema è particolare ed è affrontato nel giusto modo senza dare facili ricette e spiegazioni.
Ottimi gli attori, la De France sempre ottima e bellissima, ma anche Damon, che a pelle non mi sta molto simpatico, devo riconoscere che ha reso un interpretazione asciutta e priva di fronzoli, molto reale.
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