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angelo umana
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lunedì 28 febbraio 2011
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non è bene sapere tutto dell'altro
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Sembrava voler essere un film sulla vita oltre la vita. Gli indizi c’erano tutti perché non si parla d’altro tra i protagonisti nelle tre città che appaiono stupende, San Francisco Parigi e Londra, ed anche perché Clint Eastwood nella sua maturità ci ha abituato a riflettere su grandi temi della vita e della morte (l’eutanasia in Million Dollar Baby e l’accoglienza in Gran Torino). Invece era un film sull’amore o così voglio credere: quando alla fine del film Matt Damon sogna il bacio di Cécile De France (splendido sorriso anche 10 anni dopo il bellissimo “Un po’ per caso e un po’ per desiderio” o Fauteuils d’orchestre), ne stringe la mano ed è ormai amore, si prova un po’ di delusione, dopo aver girato attorno al grande tema si tratta “solo” di ricerca d’amore.
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Sembrava voler essere un film sulla vita oltre la vita. Gli indizi c’erano tutti perché non si parla d’altro tra i protagonisti nelle tre città che appaiono stupende, San Francisco Parigi e Londra, ed anche perché Clint Eastwood nella sua maturità ci ha abituato a riflettere su grandi temi della vita e della morte (l’eutanasia in Million Dollar Baby e l’accoglienza in Gran Torino). Invece era un film sull’amore o così voglio credere: quando alla fine del film Matt Damon sogna il bacio di Cécile De France (splendido sorriso anche 10 anni dopo il bellissimo “Un po’ per caso e un po’ per desiderio” o Fauteuils d’orchestre), ne stringe la mano ed è ormai amore, si prova un po’ di delusione, dopo aver girato attorno al grande tema si tratta “solo” di ricerca d’amore. Quella sarà la prima volta in cui il protagonista toccando mani altrui non vedrà più piombargli addosso le immagini dei defunti di chi gli si rivolge, l’amore lo ha “guarito”, quasi banalmente era solo questo che gli occorreva e che occorre a tutti.
Lo ritrova anche il bambino protagonista, è l’amore di sua mamma, che i servizi sociali gli avevano allontanato perché alcolizzata. Tramite il sensitivo Matt Damon, ha saputo che il suo fratello gemello a cui molto si appoggiava, morto in un incidente poco tempo prima, vuole che egli cresca, che diventi grande senza più il suo aiuto. Piccola nota: la visione della stazione Charing Cross della “tube” londinese, dove l’anima del fratello gli ha fatto evitare la carneficina delle bombe del 2005, porta al ricordo di uno dei più bei film del 2010, London River.
C’è pure l’amore per la buona tavola in un corso di cucina italiana a San Francisco, dove Matt conosce una partecipante che potrebbe essere un amore ma non lo diventa perché “non è sempre bene sapere tutto dell’altro”.
Il lungo “giro” sul tema della vita oltre la morte, reso suggestivo nell’arco delle due ore, induce a pensare alla paura che abbiamo della morte, cerchiamo di sapere com’è, cosa c’è di là, eppure siamo soli davanti ad essa, nulla ci può evitare quel passaggio. In realtà la parte interessante non è il dopo, è il prima, la vita stessa, gioie e dolori, e l’amore che ci fa superare quella paura.
E’ un film ordinato, accurato, riflessivo, “stimola ma non eccita” come la maturità di Eastwood. Si sentono spesso dei tuoni come di tempeste incombenti, rumori inquietanti, forse è inquietante solo il rumore delle città e un regista “silenzioso” ce lo fa notare.
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vipera gentile
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lunedì 21 febbraio 2011
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il paradiso
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Molto bello l'argomento che sicuramente è sentito da tutti. Mi ha colpito la visione di Paradiso descritto come "fico" dal gemello deceduto e visto da Marie come un ambiente candito, con delle figure immobili; a tutta prima l'avevo scambiato con l'ospedale. Credo che il regista avrebbe potuto rappresentarlo meglio. Centrati i personaggi, deliziosa la giornalista.
Discreto.
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zanchil
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venerdì 18 febbraio 2011
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parziale delusione
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Io sono d'accordo con chi non lo definisce un capolavoro, il film non decolla e alla fine ti chiedi cosa sia successo di tanto eclatante da farlo considerare un capolavoro assoluto come avevo letto da tante parti.
Certo il film fa riflettere su cosa ci sia dopo la morte e lo mette in scena in maniera piuttosto classica e prevedibile ma su questo non voglio sindacare perchè ognuno può immaginare l'aldilà come preferisce, tuttavia non siamo certo al livello degli ultimi film che il grande Clint ci ha abituati a vedere: Million Dollar Baby o il dittico dulla guerra con Lettere da Iwo Jima e Flags of oun fathers.
Sono stato parzialmente deluso dalle aspettative.
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Io sono d'accordo con chi non lo definisce un capolavoro, il film non decolla e alla fine ti chiedi cosa sia successo di tanto eclatante da farlo considerare un capolavoro assoluto come avevo letto da tante parti.
Certo il film fa riflettere su cosa ci sia dopo la morte e lo mette in scena in maniera piuttosto classica e prevedibile ma su questo non voglio sindacare perchè ognuno può immaginare l'aldilà come preferisce, tuttavia non siamo certo al livello degli ultimi film che il grande Clint ci ha abituati a vedere: Million Dollar Baby o il dittico dulla guerra con Lettere da Iwo Jima e Flags of oun fathers.
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kingarras
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giovedì 17 febbraio 2011
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che superficiale...
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Se il film non fosse di Clint Eastwood credo che sarebbe stato un flop totale... Affronta il tema della morte senza dire assolutamente niente... Il personaggio interpretato da Matt Damon (uno dei miei attori preferiti) mi sembra abbastanza mal riuscito (direi abbastanza ridicolo ma non voglio esagerare...). Anche invictus, prima di questo, mi era sembrato un film piuttosto noioso e banale, ma questo è peggio: è proprio vuoto di contenuti. Si salva la storia dei due fratelli, che è abbastanza commuovente, e comunque in generale il film è vedibile (anche se privo di grandi emozioni e di trovate geniali). Peccato, Clint resta comunque un mito!
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sono il signor wolf
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giovedì 17 febbraio 2011
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un buddha di nome clint
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ragazzi ho appena finito di vedere il film,e come ogni film di clint,non vedo l'ora di rivederlo.un capolavoro dietro l'altro.forse un pò lento vero ,ma le lecrime e i brividi non mancano mai,riesce sempre a colpirmi nel punto piu profondo.
come al solito ,mai una parola in piu o in meno,niente eccessi ,niente di 'hollywodiano'solo la vita cosi com è,in maniera essenziale e profondissima allo stesso tempo.d'altronde la vita vera è al di là delle parole e clint lo sa benissimo.
3 persone di età sesso e in circostanze diverse in posti diversi del mondo vengono sconvolti dalla morte.le loro vite ne vengono influenzate profondamente ,ma in maniera diversa,
marie ne è affascinata,george cerca di scapparne e il ragazzino piu che altro la vive in relazione alla perdita del fratello.
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ragazzi ho appena finito di vedere il film,e come ogni film di clint,non vedo l'ora di rivederlo.un capolavoro dietro l'altro.forse un pò lento vero ,ma le lecrime e i brividi non mancano mai,riesce sempre a colpirmi nel punto piu profondo.
come al solito ,mai una parola in piu o in meno,niente eccessi ,niente di 'hollywodiano'solo la vita cosi com è,in maniera essenziale e profondissima allo stesso tempo.d'altronde la vita vera è al di là delle parole e clint lo sa benissimo.
3 persone di età sesso e in circostanze diverse in posti diversi del mondo vengono sconvolti dalla morte.le loro vite ne vengono influenzate profondamente ,ma in maniera diversa,
marie ne è affascinata,george cerca di scapparne e il ragazzino piu che altro la vive in relazione alla perdita del fratello.
raramente pensiamo alla morte ,riflettiamo su di essa in maniera approfondita ,clint in questo film lo fa ,forse anche per l'età,e lo fà senza nessun elemento precostituito rispetto allo svolgimento della storia.non parla di religioni,non parla di sue eventuali idee si limita a raccontare con delicatezza e grazia ,il suo stile inconfondibile,le storie di 3 persone ,ognuno delle quali sceglie di compiere un percorso diverso rispetto ad essa.
la scena maggiormente significativa?forse quando il ragazzino chiama george per dirgli dove alloggia marie aiutandolo così a superare le proprie paure e rimettersi in 'vita'dopo che george stesso aveva aiutato il piccolo mettendolo in contatto con il fratellino morto.
vita e morte che si uniscono insieme ,2 opposti che in realtà completano uno stesso cerchio.
GRAZIE CLINT per le emozioni che mi regali
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amarolucano
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mercoledì 16 febbraio 2011
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opaco
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Da un grande regista come Clint, non mi aspettavo un film così banale, scontato e noioso.
Un passo falso in una così luminosa carriera ci può stare...
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fabio2
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mercoledì 16 febbraio 2011
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clint, quando finirai di stupirci?
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Dopo Million Dollar Baby e Gran Torino, avevo notato una lieve flessione con Invictus ed invece qui Clint riprende quota. L'intreccio di 3 vite con il comune denominatore della morte viene trattato con un eleganza fuori dal comune. Bravissimo il ragazzino inglese, ottima l'interpretazione della giornalista, specie se si lasciano in VO i dialoghi in francese. Matt Damon, riporta sulla sua espressione tutta l'insicurezza del suo grande dono di cui è in possesso. I dialoghi vanno da una semplicità disarmante ad acute riflessioni e domande sull'aldilà sul senso dell'esistenza. La scena finale del bacio, penso che sia una delle più dolci scene d'amore puro, mai realizzate.
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Dopo Million Dollar Baby e Gran Torino, avevo notato una lieve flessione con Invictus ed invece qui Clint riprende quota. L'intreccio di 3 vite con il comune denominatore della morte viene trattato con un eleganza fuori dal comune. Bravissimo il ragazzino inglese, ottima l'interpretazione della giornalista, specie se si lasciano in VO i dialoghi in francese. Matt Damon, riporta sulla sua espressione tutta l'insicurezza del suo grande dono di cui è in possesso. I dialoghi vanno da una semplicità disarmante ad acute riflessioni e domande sull'aldilà sul senso dell'esistenza. La scena finale del bacio, penso che sia una delle più dolci scene d'amore puro, mai realizzate. Non si tratta di un solo uomo ed una sola donna, ma di una umanità intera vogliosa di ritrovarsi con la persona amata, nell' (Hereafter) aldilà e questa volta per sempre senza mai lasciarsi.
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fabio2
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mercoledì 16 febbraio 2011
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clint, quando finirai di stupirci?
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Dopo Million Dollar Baby e Gran Torino, avevo notato una lieve flessione con Invictus ed invece qui Clint riprende quota. L'intreccio di 3 vite con il comune denominatore della morte viene trattato con un eleganza fuori dal comune. Bravissimo il ragazzino inglese, ottima l'interpretazione della giornalista, specie se si lasciano in VO i dialoghi in francese. Matt Damon, riporta sulla sua espressione tutta l'insicurezza del suo grande dono di cui è in possesso. I dialoghi vanno da una semplicità disarmante ad acute riflessioni e domande sull'aldilà sul senso dell'esistenza. La scena finale del bacio, penso che sia una delle più dolci scene d'amore puro, mai realizzate.
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Dopo Million Dollar Baby e Gran Torino, avevo notato una lieve flessione con Invictus ed invece qui Clint riprende quota. L'intreccio di 3 vite con il comune denominatore della morte viene trattato con un eleganza fuori dal comune. Bravissimo il ragazzino inglese, ottima l'interpretazione della giornalista, specie se si lasciano in VO i dialoghi in francese. Matt Damon, riporta sulla sua espressione tutta l'insicurezza del suo grande dono di cui è in possesso. I dialoghi vanno da una semplicità disarmante ad acute riflessioni e domande sull'aldilà sul senso dell'esistenza. La scena finale del bacio, penso che sia una delle più dolci scene d'amore puro, mai realizzate. Non si tratta di un solo uomo ed una sola donna, ma di una umanità intera vogliosa di ritrovarsi con la persona amata, nell' (Hereafter) aldilà e questa volta per sempre senza mai lasciarsi.
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weach
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giovedì 10 febbraio 2011
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spiritualità laica composta
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Molto apprezzato dalla critica Hereafter ha una sua impostazione di pensiero laico ,ma con un ‘apertura “possibilista”verso soluzioni non “strettamente in linea “ .
Clint Eastwood , fresco ottantenne , ciondola fra i curiosi che cercano di carpire il suo segreto di “fresco ottantenne intellettualmente integro ed artisticamente ispirato “.
Clint , detto da molti roccia con dentro dei fiori , “si sorprende dei sorpresi e dei curiosi e da loro, corrucciando le sopracciglia la giusta risposta :”Lavorare mi fa sentire vivo ,ho sempre con me persone che sono pronte ad accettare nuove sfide ed è bello andare su di un nuovo set ogni mattina”
Ancora .
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Molto apprezzato dalla critica Hereafter ha una sua impostazione di pensiero laico ,ma con un ‘apertura “possibilista”verso soluzioni non “strettamente in linea “ .
Clint Eastwood , fresco ottantenne , ciondola fra i curiosi che cercano di carpire il suo segreto di “fresco ottantenne intellettualmente integro ed artisticamente ispirato “.
Clint , detto da molti roccia con dentro dei fiori , “si sorprende dei sorpresi e dei curiosi e da loro, corrucciando le sopracciglia la giusta risposta :”Lavorare mi fa sentire vivo ,ho sempre con me persone che sono pronte ad accettare nuove sfide ed è bello andare su di un nuovo set ogni mattina”
Ancora .”Sebbene il film parli della morte ho pensato più alla vita ,se ti preoccupi troppo della fine non puoi vivere per niente il presente “.C’è una frase nel film che racchiude tutto il pensiereo del regista .”passare la vita pensando alla morte è uno spreco” .
Questo non significa non affrontare la spiritualità ma piuttosto indirizzarla verso un sentimento libero, senza i condizionamenti ideologici di una religione che , spesso imprigiona il libero arbitrio .
Hereafter sorprende per l'intrinseca forza ,per la duttilità , per la liricità, per quella sensazione di pace che ti lascia addosso alla fine del lungometraggio, per quell’approccio composto nell’ osservare "la soglia della morte" .
Come si conviene per un uomo di integrità intellettuale,Clint Eastwood non propone una lettura definitiva "per Il viaggio più lungo",anzi, suggerise, a bassa voce, una condivisione , un dibattito , senza ipocrisie, dove ogni conclusione merita rispetto, perché la risposta resta puramente individuale , come il relativo percorso di consapevolezza.
La potenza scenica della violenza della natura(realizzata con il supporto tecnico di Michael Owens )che tutto distrugge si pone in contrappasso con la conclusione del film che suggerisce “un’incontro “con l’evento del trapasso non disperato,ma libero da un ego “pesante” ,in contatto con un sentimento armonico di accettazione degli eventi , allineato con il resto in feri ; ma anche aperto a letture ,dopo la dispersione da forma in energia , che concedono prospettive di un seguito, di un continuum , non meglio conosciuto , comunque ipotizzabile , intuibile e sondabile.
Tre storie si intrecciano per confluire , anzi tre indizi diversi ,verso il grande segreto della vita.
Il percorso è perfetto: distruzione, riflessione ,introspezione ,accettazione
La regia eccellente propone in fondo una riflessione serena , senza balbettii si di un tema che abbiamo voluto, per timore, relegare solo nel nostro inconscio.
Eppure le domande riaffiorano ogni giorno e noi le rendiamo celate , le neghiamo quasi non fosse veramente utile indagare.
Rivedo i carri Egizi e dei Sumeri che accompagnavano questo evento con senso di solennità, profondità che oggi sfugge all’uomo moderno.
Concludo con una appropriata rappresentazione che Clint Estwood”vuole lasciarci di se .”Non penso molto all’aldilà, penso che ci sia data un opportunità in questa vita e dobbiamo fare il meglio possibile…” ,
Signori ,al cinema, per assaporare questo grande Clint Eastwood!!!!!!!!!
Grazie
Weach illuminati
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