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paola d. g. 81
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lunedì 17 gennaio 2011
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bello
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Un film che tratta un tema potenzialmente angosciante con grande delicatezza e uno sguardo luminoso sulla realtà. Ottimo Matt Damon.
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paride86
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lunedì 17 gennaio 2011
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buono
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"Hereafter", come dice il titolo, è un film sull'aldilà. Si dipana in tre filoni con altrettanti protagonisti, uno francese, uno americano e un ultimo inglese, le cui storie sono destinate ad incrociarsi.
Clint Eastwood realizza un film molto sincero e genuino sul tema della morte e del paranormale, senza cadere in facili cliché
(se si esclude la scena in cui al ragazzino cade il cappello: gesto che successivamente sarà attribuito al gemellino deceduto).
Ciò significa che evidentemente - anche considerando l'età - si tratta di un argomento che gli interessa e che gli sta a cuore. Tuttavia, secondo me, si tratta di un film riuscito solo in parte: l'andamento è un po' lento e si sente l'assenza di una colonna sonora che sottolinei alcuni momenti cardine della storia.
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"Hereafter", come dice il titolo, è un film sull'aldilà. Si dipana in tre filoni con altrettanti protagonisti, uno francese, uno americano e un ultimo inglese, le cui storie sono destinate ad incrociarsi.
Clint Eastwood realizza un film molto sincero e genuino sul tema della morte e del paranormale, senza cadere in facili cliché
(se si esclude la scena in cui al ragazzino cade il cappello: gesto che successivamente sarà attribuito al gemellino deceduto).
Ciò significa che evidentemente - anche considerando l'età - si tratta di un argomento che gli interessa e che gli sta a cuore. Tuttavia, secondo me, si tratta di un film riuscito solo in parte: l'andamento è un po' lento e si sente l'assenza di una colonna sonora che sottolinei alcuni momenti cardine della storia.
E' comunque un film commovente e ben girato, seppur con pigrizia: Eastwood si affida agli effetti speciali e non ci regala nemmeno un pianosequenza, ma solo continui stacchi di brevi inquadrature.
Molto bravi gli attori.
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apsara84
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domenica 16 gennaio 2011
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hereafter: aspettative deluse
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Le grandi aspettative a cui Clint Eastwood ha abituato con i suoi precedenti lungometraggi sono state purtroppo deluse con "Hereafter".
Il tema portante del film sarebbe stato vincente se soltanto affrontato in maniera più organica; le vicende dei tre protagonisti infatti (il sensitivo/operaio Matt Damon, la scrittrice/presentatrice Cécile De France e George McLaren, il ragazzino "orfano") son amalgamate grossolanamente, così soggette alla casualità degli eventi da risultare poco credibili. E' ammirevole la cura di alcuni particolari come ad esempio la meticolosità descrittiva della vita domestica dei gemelli con la madre tossicodipendente o la scena della ricerca di documentazione all'interno della casa di riposo, ma non sufficiente a togliere la sensazione di disarticolato che si avverte tra le tre vicende.
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Le grandi aspettative a cui Clint Eastwood ha abituato con i suoi precedenti lungometraggi sono state purtroppo deluse con "Hereafter".
Il tema portante del film sarebbe stato vincente se soltanto affrontato in maniera più organica; le vicende dei tre protagonisti infatti (il sensitivo/operaio Matt Damon, la scrittrice/presentatrice Cécile De France e George McLaren, il ragazzino "orfano") son amalgamate grossolanamente, così soggette alla casualità degli eventi da risultare poco credibili. E' ammirevole la cura di alcuni particolari come ad esempio la meticolosità descrittiva della vita domestica dei gemelli con la madre tossicodipendente o la scena della ricerca di documentazione all'interno della casa di riposo, ma non sufficiente a togliere la sensazione di disarticolato che si avverte tra le tre vicende. Il film appare “spezzato e attaccato” in certi momenti, creando così anche delle discronie temporali.
L'interpretazione degli attori così ben sfumata, ottima per Matt Damon che appare cresciuto, le musiche e gli effetti speciali che accompagnano la pellicola non bastano a mantenere alto il livello d'attenzione dello spettatore. La trama, inoltre, risulta alquanto prevedibile, probabilmente a causa del vincolo posto dal "vitale" lieto fine, non troppo in antitesi con gli speranzosi spiragli di vita e di dopo-vita che accompagnano queste avventure.
La “novità” dell’argomento lo rende un film da vedere, riuscendo a rimaner ben lontano dal genere horror, ma non con eccesive aspettative… forse questa volta Clint s’è voluto spingere troppo, magari abbagliato dagli incassi che un film così “limite” per l’argomento ma commerciale per l’esposizione prospettava; probabilmente se avesse intrecciato la narrazione di solo due delle storie curando di più e in maniera totalitaria ciascuna delle stesse, ma soprattutto collegandole meglio la pellicola ne avrebbe guadagnato.
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marvelman
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domenica 16 gennaio 2011
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ma guarda te...
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Che fine ha fatto la critica?? Con la scusa dell'epifania si sono dimenticati di recensirlo??? Non si può lasciargli un giudizio così alto è uno scandalo!
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lunetta
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domenica 16 gennaio 2011
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intenso e avvincente
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grande clint, così bravo a descrivere stati d'animo, dolore, dubbi. Oltre 2 ore incollati alla poltrona, un pò come per million dollar baby, con alcuni momenti un pò lenti ( i prolungati dialoghi in francese) Ogni minuto del film che vedeva come protagonista i due gemelli, e poi il bambino rimasto solo, è stato infinitamente triste, (la morte senza rimedio),ma anche dolcissimo e intenso. Mi ha ricordato un pò la disperazione, per causa diversa, del ragazzino di mistic river.
La considero la parte più bella del film, e in generale la capacità di Clint, quasi un "dono", di leggere nell'animo dei bambini, di far parlare i loro cuori, perchè non sono bravi come gli adulti a esprimere sentimenti o sapere ciò che è giusto fare.
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grande clint, così bravo a descrivere stati d'animo, dolore, dubbi. Oltre 2 ore incollati alla poltrona, un pò come per million dollar baby, con alcuni momenti un pò lenti ( i prolungati dialoghi in francese) Ogni minuto del film che vedeva come protagonista i due gemelli, e poi il bambino rimasto solo, è stato infinitamente triste, (la morte senza rimedio),ma anche dolcissimo e intenso. Mi ha ricordato un pò la disperazione, per causa diversa, del ragazzino di mistic river.
La considero la parte più bella del film, e in generale la capacità di Clint, quasi un "dono", di leggere nell'animo dei bambini, di far parlare i loro cuori, perchè non sono bravi come gli adulti a esprimere sentimenti o sapere ciò che è giusto fare. Matt damon sa cosa è giusto fare: ha un "dono", che è una condanna, che lo fa isolare dagli altri esseri umani, perchè legge la morte delle persone care a chi gli porge le mani e le sofferenze taciute, e così viene isolato, o comprato. Così scappa e rinuncia al suo dono, ma il bambino sulla sua strada lo coinvolgerà, anche solo per pochi minuti; Matt non si limiterà a "leggere" la morte attraverso le sue mani, ma lo aiuterà per la prima volta. Marie ha "vissuto" la morte, per pochi attimi e non vivrà più la stessa vita di prima. Il suo personaggio è un pò forzato, un pò asettico, con i sottotitoli, come nel film.
Clint penso che, per la sua età, senta molto il tema della morte, e il film lo tratta con dolcezza, e sì che sembra un film incompiuto, come dice un altro lettore, ma credo fosse voluto: non poteva mica svelare il mistero della morte in film!
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alex41
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domenica 16 gennaio 2011
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un eastwood più filosofo che mai.
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Chiariamo subito una cosa: se qualcuno si aspetta di avere delle risposte sulla morte rimarrà abbastanza deluso. Questo film non spiega la morte e neanche il paradiso, tuttavia la rende il soggetto interno del film e coinvolge tre personaggi di questo film: un medium (Damon) con il dono (o come dice lui "una condanna") di avere contatti con i morti, una donna francese (De France) e un bambino rimasto orfano. Questi tre personaggi nel film reagiscono in storie completamente differenti da loro, e il regista non crea alcun collegamento tra questi, ma proprio fino a quando ci prova....il film ha termine. Forse è proprio come con la morte, dove mancano le risposte e quando finisce il film ti chiedi "perchè è successo".
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Chiariamo subito una cosa: se qualcuno si aspetta di avere delle risposte sulla morte rimarrà abbastanza deluso. Questo film non spiega la morte e neanche il paradiso, tuttavia la rende il soggetto interno del film e coinvolge tre personaggi di questo film: un medium (Damon) con il dono (o come dice lui "una condanna") di avere contatti con i morti, una donna francese (De France) e un bambino rimasto orfano. Questi tre personaggi nel film reagiscono in storie completamente differenti da loro, e il regista non crea alcun collegamento tra questi, ma proprio fino a quando ci prova....il film ha termine. Forse è proprio come con la morte, dove mancano le risposte e quando finisce il film ti chiedi "perchè è successo". Il messaggio di Clint è chiaro, forte e soprattutto reale, ecco perchè a molti non è piaciuto (o meglio quelli che si aspettavano un film 3D sul paradiso e cose così). Il film è intenso, molto lento e qualche volta rischia di essere un po' troppo noioso, ma molte scene del film sono realistiche e sbalorditive (lo tsunami, la morte dei personaggi), e gli attori sono stati bravi (su tutti Cecile De France). Buona anche la regia, anche se Hereafter non è un capolavoro come i vecchi "Mystic River" o "Million Dollar Baby", non è certo da buttare via. Anzi.
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pippovinci
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domenica 16 gennaio 2011
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nulla di nuovo, ma il film è di alto lovello
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Per giudicare un film , c'è solo un modo: lasciarselo scorrere addosso ed ascoltare le sensazioi che ti dà mentre lo vedi. Io ho avuto delle ottime sensazioni, anche se poi una sua rilettura profonda mi porta a dire che nell'opera di Eastwood non c'è nulla di nuovo, di grandioso, di esaltante o di originale. Ma è un film fatto molto bene, piacevole, scorrevole e tecnicamente perfetto. Certo il contenuto è un po' deboluccio, ma il mestiere di Clint , la musica, la fotografia ed i dialoghi sono di altissimo livello. Come di altisimi livello ò la scena dello tsunami e il viso di Marcus. Insomma non c'è un momento di pausa o di noia.
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Per giudicare un film , c'è solo un modo: lasciarselo scorrere addosso ed ascoltare le sensazioi che ti dà mentre lo vedi. Io ho avuto delle ottime sensazioni, anche se poi una sua rilettura profonda mi porta a dire che nell'opera di Eastwood non c'è nulla di nuovo, di grandioso, di esaltante o di originale. Ma è un film fatto molto bene, piacevole, scorrevole e tecnicamente perfetto. Certo il contenuto è un po' deboluccio, ma il mestiere di Clint , la musica, la fotografia ed i dialoghi sono di altissimo livello. Come di altisimi livello ò la scena dello tsunami e il viso di Marcus. Insomma non c'è un momento di pausa o di noia.
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canicola
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domenica 16 gennaio 2011
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strepitosto
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cosa c'è dopo la vita? attorno a questa domanda Eastwood magistralmente non fornisce alcuna risposta ma è capace, attraverso un lavoro di intensa poesia, di far fiorire intense emozioni.
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tears77
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domenica 16 gennaio 2011
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che noia
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Clint questa volta mi hai deluso. Con Gran Torino ti avevo definitivamente posto nell'Olimpo dei grandi, con Hereafter mi hai ricordato che anche i grandi possono scivolare.
Film noioso senza accenni a punti di vista originali sull'aldilà. Clint dimostra di essere un ottimo cineasta, è bravo nel costruire il film, ma questo non basta a fare un gran film, soprattutto se mancano le idee. Un medium che non vuole fare il medium, una donna che ha visto la luce bianca, un bambino che ha perso il giovane fratello. Nulla di nuovo, tutto già visto, una visione univoca dell'altrove che non lascia spazio ad altri pareri.
Unica nota interessante: l'attacco alle gerarchie religiose, troppo gelose del loro monopolio sulla morte per lasciare che se ne parli liberamente.
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Clint questa volta mi hai deluso. Con Gran Torino ti avevo definitivamente posto nell'Olimpo dei grandi, con Hereafter mi hai ricordato che anche i grandi possono scivolare.
Film noioso senza accenni a punti di vista originali sull'aldilà. Clint dimostra di essere un ottimo cineasta, è bravo nel costruire il film, ma questo non basta a fare un gran film, soprattutto se mancano le idee. Un medium che non vuole fare il medium, una donna che ha visto la luce bianca, un bambino che ha perso il giovane fratello. Nulla di nuovo, tutto già visto, una visione univoca dell'altrove che non lascia spazio ad altri pareri.
Unica nota interessante: l'attacco alle gerarchie religiose, troppo gelose del loro monopolio sulla morte per lasciare che se ne parli liberamente. Ma è solo una battuta di 5 secondi in un film che ne dura 7740. Se l'intento era proprio quello di sdoganare il dialogo sulla morte per strapparlo dalle avide mani di santoni e sacerdoti, allora è mancato coraggio. Il resto è noia.
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gorgo
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domenica 16 gennaio 2011
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mahhhhhhhh!!
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Ma solo a me non è piaciuto per niente?
Dopo Million dollar Baby (fantastico) solo film mediocri, la delusione più grande è arrivata con gli ultimi 2 film, invictus e hereafter.
Non vedevo l'ora di uscire dal multisala in entrambi, film lenti da far venire angoscia, non tanto per i temi trattati quanto per il prolungarsi di una storia,di un concetto, già chiaro a tutti fin dall'inizio del film (tema che può affascinare\colpire oppure no).
Non succede nulla dal 20° minuto in poi!!!Finiti colpi di scena o scene forti,finiti gli spunti di riflessione...film che sarebbe potuto finire li.Se non fosse per la primissima parte e per le interpretazioni di Matt Damon e del bambino il film sarebbe da zero stelle.
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Ma solo a me non è piaciuto per niente?
Dopo Million dollar Baby (fantastico) solo film mediocri, la delusione più grande è arrivata con gli ultimi 2 film, invictus e hereafter.
Non vedevo l'ora di uscire dal multisala in entrambi, film lenti da far venire angoscia, non tanto per i temi trattati quanto per il prolungarsi di una storia,di un concetto, già chiaro a tutti fin dall'inizio del film (tema che può affascinare\colpire oppure no).
Non succede nulla dal 20° minuto in poi!!!Finiti colpi di scena o scene forti,finiti gli spunti di riflessione...film che sarebbe potuto finire li.Se non fosse per la primissima parte e per le interpretazioni di Matt Damon e del bambino il film sarebbe da zero stelle.
Bho,forse leggendo gli altri commenti mi aspettavo chissà cosa...delusione e tristezza in non so quale ordine
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