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birbo
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domenica 9 gennaio 2011
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che occasione persa !!
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al di là dei continui richiami pubblicitari ( Virgin, Bluberry, Google, Youtube ecc ) certo non piacevoli, è INCREDIBILE come il film si dilunghi in parti inutili ( la lettura notturna di libri, la scuola di cucinam i lunghi dialoghi in francese su cose superflue ecc) mentre nel finale lo spettatore non sente una sola parola della Lettera di Damon alla scrittrice francese e non una parola sui loro dialoghi. INCREDIBILE
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filmicus
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domenica 9 gennaio 2011
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l'al di la' ma anche d'ora in poi.
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La parola che da il titolo al film è, in inglese ma anche in francese,un sostantivo ed un avverbio: l'al di la' e d'ora in poi. Questo è il film. Non va visto solo come interrogativo sulla morte ma anche e soprattutto come una domanda: come continuare a vivere. Il film è un'opera di pregio e resiste a critiche: non va visto come esercitazione filosofica o riflessione amara sulla condizione umana. 'E prodotto di un artista che sa parlare alla mente ed all'animo dello spettatore: come tale omaggio alla vita, alla creatività, all'impegno. Il regista ha un'età in cui potrebbe permettersi una lunga ed ininterrotta vacanza in una paradisiaca villa californiana: continua invece a lavorare, a vivere dicendo ed insegnando cose.
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La parola che da il titolo al film è, in inglese ma anche in francese,un sostantivo ed un avverbio: l'al di la' e d'ora in poi. Questo è il film. Non va visto solo come interrogativo sulla morte ma anche e soprattutto come una domanda: come continuare a vivere. Il film è un'opera di pregio e resiste a critiche: non va visto come esercitazione filosofica o riflessione amara sulla condizione umana. 'E prodotto di un artista che sa parlare alla mente ed all'animo dello spettatore: come tale omaggio alla vita, alla creatività, all'impegno. Il regista ha un'età in cui potrebbe permettersi una lunga ed ininterrotta vacanza in una paradisiaca villa californiana: continua invece a lavorare, a vivere dicendo ed insegnando cose. Ci ricorda un grande italiano Benedetto Croce che continuando a studiare ed a scrivere in età avanzata diceva: non ci faremo cogliere dalla morte con le mani in mano. Il regista lancia il suo monito: proprio perchè l'uomo si interroga da sempre sul significato della morte deve cercare di vivere e di vivere nel modo più dignitoso. Il monito parte dalle grandi capitali europee ed americane, dai territori del benessere, dai luoghi in cui anche i disadattati ed i lavoratori licenziati hanno cultura e macchine nuove. Territori in cui il pensiero della morte, le inadeguate risposte,anche religiose, ed il conseguente disperato ricorso a sensitivi (e ciarlatani) possono agevolmente affermarsi e prevalere. Circoscrivendo in modo così rigoroso il contesto forse il regista ci vuole dire anche che il mondo è più grande: lo stesso tema in altri continenti, alle prese con terribili problemi che affliggono gran parte, se non tutta, la popolazione sarebbe stato trattato diversamente. Piace pensare che questa potrebbe essere una delle prossime opere di questo grande ed amato artista.
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anthony73
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domenica 9 gennaio 2011
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critica
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Sono andato a vederlo ma non mi e' piaciuto anche un po',noioso ,sottotitolato per parecchi minuti,.....
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tritono
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domenica 9 gennaio 2011
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film gradevole ma non convincente.
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Il film è diretto con mano sicura e leggera. Forse un tantino di autocompiacimento ha condotto Eastwood a tralasciare quel meticoloso lavoro di lima
che gli ha procurato tanta ammirazione nella serie straordinaria degli ultimi film. Ma la pellicola nel complesso è gradevole, anche se più "commovente" che "emozionante" La spiritual story contenuta non porta da nessuna parte: né ad una pur opinabile adesione a vaghi concetti come aldilà, premonizioni,visioni, né ad una vera risoluzione di questi vecchi cliché verso una interpretazione esistenziale e psicologica. Il regista (o forse sarebbe più giusto dire lo sceneggiatore) resta con il piede in due staffe, costringendo lo spettatore bendisposto ad assolverlo con una forzosa interpretazione in chiave simbolica.
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Il film è diretto con mano sicura e leggera. Forse un tantino di autocompiacimento ha condotto Eastwood a tralasciare quel meticoloso lavoro di lima
che gli ha procurato tanta ammirazione nella serie straordinaria degli ultimi film. Ma la pellicola nel complesso è gradevole, anche se più "commovente" che "emozionante" La spiritual story contenuta non porta da nessuna parte: né ad una pur opinabile adesione a vaghi concetti come aldilà, premonizioni,visioni, né ad una vera risoluzione di questi vecchi cliché verso una interpretazione esistenziale e psicologica. Il regista (o forse sarebbe più giusto dire lo sceneggiatore) resta con il piede in due staffe, costringendo lo spettatore bendisposto ad assolverlo con una forzosa interpretazione in chiave simbolica. Notevolissima la scena dello tsunami e alcune piccole chicche, come la descrizione piuttosto ironica del clima morale dell'emittente televisiva dove lavora una delle protagoniste (con il suo direttore-compagno ben dipinto come un tipo di progressista chic cui in realtà interessano solo gli ascolti). Bella la storia dei gemelli.
Appunto sulla musica: nei titoli si legge "Music by C. Eastwood" che avrà pur scritto qualche (modesto) commento musicale, che però è abbondantemente mixato alle note straordinarie del Concerto n. 2 di Rackmaninov (questo pero è solo riconosciuto verso la fine dei titoli, quelli che scorrono quando la sala è vuota).
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pietro viola
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domenica 9 gennaio 2011
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la paura mangia l'anima
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Un film appena più che discreto. Million dollar baby, gran torino, il capolavoro changeling sono molto lontani. Eppure la mano c'è, e si vede nei momenti in cui apre alla vertigine della ineluttabilità del male (la scena iniziale) o in qualche sprazzo sull'eterna possibilità di (auto)redenzione..manca però qualcosa. O forse c'è qualcosa di TROPPO: ecesso di programmaticità, eccesso di didascalismo, eccesso di pedagogia, eccesso di aderenza a forme semplici e rassicuranti (commuovere attraverso ciò che fa commuovere, atterrire attraverso ciò che fa atterrire...). Come se il vecchio clint abbia avuto PAURA: paura di andare fino in fondo, paura di essere impietoso per trovare l'essenza della pietà, paura di affondare la lama nella ferita infetta per tirarne fuori il pus.
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Un film appena più che discreto. Million dollar baby, gran torino, il capolavoro changeling sono molto lontani. Eppure la mano c'è, e si vede nei momenti in cui apre alla vertigine della ineluttabilità del male (la scena iniziale) o in qualche sprazzo sull'eterna possibilità di (auto)redenzione..manca però qualcosa. O forse c'è qualcosa di TROPPO: ecesso di programmaticità, eccesso di didascalismo, eccesso di pedagogia, eccesso di aderenza a forme semplici e rassicuranti (commuovere attraverso ciò che fa commuovere, atterrire attraverso ciò che fa atterrire...). Come se il vecchio clint abbia avuto PAURA: paura di andare fino in fondo, paura di essere impietoso per trovare l'essenza della pietà, paura di affondare la lama nella ferita infetta per tirarne fuori il pus..il rischio è la morte, ma il rischio più grande, tirandosi indietro, è solo quello di una lunga agonia...
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navoce
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domenica 9 gennaio 2011
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bel colpo clint.
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La vita e la morte,messe su due piatti della bilancia,legate da un filo delicato e sottile...Mette in risalto la vita e la curiosità di sapere cosa c'è dopo,lo fa in modo elegante,senza forzare troppo..E' l'impotanza della vita ad avere la meglio,l'unica scelta possibile..Film ottimo,buone le interpretazioni,un pochino meno i dialoghi,sintetici ed essenziali ...Consigliato.
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francesca50
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domenica 9 gennaio 2011
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ancora una volta il piacere di un grande film!
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CLINT MI EMOZIONA SEMPRE. EGLI TOCCA LE CORDE PROFONDE DELL'ANIMO UMANO RIUSCENDO A COGLIERE IL VALORE DELL'AMORE ANCHE IN UN TEMA COME QUELLO SULLA MORTE.
Il film qualcuno mi ha detto che è ripetitivo, non capendo che in Clint quello che appare ripetitivo è il motivo conduttore della sua poetica. Anche questo lavoro, invece, è straordinariamente interessante e, se pure non raggiunge la forza penetrativa di I ponti di Madison o di Million dollar baby, è sempre un'opera grande, il cui finale prende e commuove.
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sabatino
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domenica 9 gennaio 2011
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i bei tempi di clint sono già nell'aldilà
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Mio caro Clint, questa volta è no. Dopo due storie con la esse maiuscola con Gran Torino e Million Dollar Baby, questo Hereafter non riporta i segni della passione per le sceneggiature forti, tipiche dei film diretti da Eastwood. Se il film si perde già in un esplicitato triangolo di storie che arriveranno a eguale destinazione, le singole trame appaiono esili, poco raccontate, per nulla vissute, sviscerate, scavate. Mettendo da parte un doppiaggio alle volte scandaloso (la mamma dei due gemellini ne è un esempio lampante), un elemento di cattivo gusto è il piùchepresente product placement travestito da intersezione nella storia. La scena dei video di YouTube da bocciatura, la nuova testimonial del Blackberry da ridere, l'onnipresente Google in qualsiasi computer del film è assai poco credibile, e infine un aereo Virgin Airlines.
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Mio caro Clint, questa volta è no. Dopo due storie con la esse maiuscola con Gran Torino e Million Dollar Baby, questo Hereafter non riporta i segni della passione per le sceneggiature forti, tipiche dei film diretti da Eastwood. Se il film si perde già in un esplicitato triangolo di storie che arriveranno a eguale destinazione, le singole trame appaiono esili, poco raccontate, per nulla vissute, sviscerate, scavate. Mettendo da parte un doppiaggio alle volte scandaloso (la mamma dei due gemellini ne è un esempio lampante), un elemento di cattivo gusto è il piùchepresente product placement travestito da intersezione nella storia. La scena dei video di YouTube da bocciatura, la nuova testimonial del Blackberry da ridere, l'onnipresente Google in qualsiasi computer del film è assai poco credibile, e infine un aereo Virgin Airlines...quasi da spot.
Dialoghi deboli, livello attoriale decente, profondità dei personaggi minima, regia classico style di Clint, fotografia davvero normale.
Insomma a me pare che i bei tempi di Clint, con quest'ultimo titolo è il caso di dire siano parecchio "aldiquà" delle aspettative.
Non ci resta che sperare nel prossimo.
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brian77
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sabato 8 gennaio 2011
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mannaggia a clint
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E' un film più che buono, ma purtroppo parte da una sceneggiatura artificiosa, di quei meccanismi furbastri concepiti per vincere degli Oscar. Nelle mani di Eastwood, naturalmente, diventa qualcos adi più intenso. Ma mannaggia a Clint, facesse ancora qualche western o qualche poliziesco: con la superiore capacità di sintesi offerta dai film di genere - che sono film sul Mito, di sintesi - ci potrebbe dare ancora dei capolavori. Invece rischia di adagiarsi su un descrittivismo psicologico che sa fare anche bene, ma che è al di sotto delle sue potenzialità. Un mondo perfetto o Mystic River sono di tutt'altra levatura, ma anche Il texano dagli occhi di ghiaccio o Il cavaliere pallido.
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E' un film più che buono, ma purtroppo parte da una sceneggiatura artificiosa, di quei meccanismi furbastri concepiti per vincere degli Oscar. Nelle mani di Eastwood, naturalmente, diventa qualcos adi più intenso. Ma mannaggia a Clint, facesse ancora qualche western o qualche poliziesco: con la superiore capacità di sintesi offerta dai film di genere - che sono film sul Mito, di sintesi - ci potrebbe dare ancora dei capolavori. Invece rischia di adagiarsi su un descrittivismo psicologico che sa fare anche bene, ma che è al di sotto delle sue potenzialità. Un mondo perfetto o Mystic River sono di tutt'altra levatura, ma anche Il texano dagli occhi di ghiaccio o Il cavaliere pallido... Probabilmente il miglior film della stagione, ad ogni modo. Almeno finora.
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loriabruzzo
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sabato 8 gennaio 2011
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imperdibile
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Assolutamente imperdibile. Il tema di cosa c'è oltre la morte viene trattato con una semplicità e profondità fuori dal comune. Non ci sono riferimenti religiosi ed il tutto è di un realismo e di una coerenza assoluti. Gli attori sono fantastici. Le immagini bellissime e sempre ampie (penso sia stato usato massicciamnte il grandangolo). L'emozione in alcuni momenti è forte, intensa, partecipativa. Se aspettavate un bel film per andare al cinema, eccolo. Correte a vederlo. Ne vale assolutamente la pena. Non dimenticate qualche fazzolettino per la lacrimuccia. Buona visione.
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