marv89
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giovedì 6 gennaio 2011
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quando il cinema si trasforma in arte
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Sergio Leone diceva di lui: " Mi piace Clint Eastwood perché è un attore che ha solo due espressioni: una con il cappello e una senza cappello" una frase che andava quasi a denigrare la figura del Clint attore sottolineando la carenza di emozione e spessore che il suo personaggio emanava. Oggi nel 2011 Eastwood è un Regista ottantenne con la R maiuscola che ci ha regalato lungometraggi indimenticabili da inserire di diritto nella storia ultracentenaria della pellicola, dei lavori che abbondano di quelle caratteristiche che Leone non vedeva nell'attore.
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Sergio Leone diceva di lui: " Mi piace Clint Eastwood perché è un attore che ha solo due espressioni: una con il cappello e una senza cappello" una frase che andava quasi a denigrare la figura del Clint attore sottolineando la carenza di emozione e spessore che il suo personaggio emanava. Oggi nel 2011 Eastwood è un Regista ottantenne con la R maiuscola che ci ha regalato lungometraggi indimenticabili da inserire di diritto nella storia ultracentenaria della pellicola, dei lavori che abbondano di quelle caratteristiche che Leone non vedeva nell'attore. La sua storia cinematografica è un crescendo continuo, i suoi film migliorano con il tempo come il buon vino, quel tempo che ha reso l'uomo sempre più emotivo, riflessivo, amante dell'essenza delle cose e non più dell'apparenza. Quando un uomo sulla soglia degli ottanta anni ha una mente come quella di Eastwood non può non filosofeggiare su quello che è il tema centrale della vita: la morte. Hereafter è molto più di un film, è arte...la visione innalza lo spirito umano, si ha l'impressione di lievitare in mondo parallelo, di vagare tra i meandri dei personaggi senza però perdere di vista la realtà che è molto più vicina di quanto si possa immaginare. Il tema centrale è la morte, un tema che non viene analizzato e trattato con insistenza ma con ponderatezza e naturalità non si scende mai nel banale e non si sale mai nel filosofico, è proprio questa la grandezza del film il suo essere naturale. L'uomo può rapportarsi in tre diversi modi con la morte: cercando di fuggire da essa vivendola quotidianamente, cercandola dopo averla vissuta per un attimo, cercando risposte dopo averla subita personalmente con la morte di un caro...tre casistiche reali rese tali da avvenimenti vissuti direttamente e indirettamente dall'uomo: un incidente stradale, lo tsunami, incidente in metropolitana niente di più vicino alla quotidianità. La domanda è: esiste l'hereafter? e se esiste cos'è?cosa ci attende? La risposta non la conosce neanche chi lo vive quotidianamente e ne vuole fuggire, allora da cosa fugge? perchè chi lo ha vissuto cerca risposte? tutti interrogativi che quando vengono fuori rovinano la vita: quella lavorativa della giornalista quella sentimentale del sensitivo e la giovinezza del ragazzo. Eastwood quindi non da risposte ma ci fornisce la soluzione: guardare avanti, guardare al futuro come fa George che immagina il bacio, lasciarsi alle spalle il passato. Significativa è una frase del film: "La vita non è vita se hai a che fare con la morte". Il film della maturità per il regista americano, grazie Clint, grazie per quello che ci hai dato.
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[+] clint, ci aspettavamo di più
(di cannabbal)
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[+] ma quale sigaro?
(di marv89)
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[+] clint
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eldiabloaaa
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giovedì 6 gennaio 2011
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mediocre e forse troppo
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Film piatto noiso a metà tra lo sbadiglio ed il sonno.
Una sensazione che ti lascia è quella di essere stato derubato
da clint ai tempi del suo west.
Consigliato Assolutamente No.
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eldiabloaaa
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giovedì 6 gennaio 2011
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la morte del cinema
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Delusione totale. Questa volta Clint, il dollaro non l'ha bucato.
Film monotono, trama piatta a metà tra lo sbadiglio e il sonno.
L'inizio, che sembra lo spezzone di un altro film, fa ben sperare, come del resto il
trailer, poi l'oblio.
Analiticamente il film non offre spunti non accende interrogativi al termine
non ti lascia nulla, forse un pò come la morte. Una sensazione forse però l'avverti,
la potrei descrivere come quella sensazione che provi quando ti hanno appena derubato
del portafoglio, ma poco male perchè c'erano pochi soldi dentro ed i documenti e la carta di credito li porti in un'altra tasca.
Consigliato Assolutamente NO.NO.NO.
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eldiabloaaa
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giovedì 6 gennaio 2011
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con questo film il cinema potrebbe morire
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Film deludente che inganna le aspettative preannunciate dal trailer.
Visione monotona, trama piatta ai limite dello sbadiglio. Un tema cosi
importante come la morte nel film viene lavorato con insufficienza, la mediocrità
regna sovrana in tutti gli aspetti del film.
L'inizio, ha i connotati dei classici film di Hollywood di recente generazione, a quel punto ti aspetti che si aprano le vie a chissà quale intuito geniale del regista, poi scopri che il film lentamente ed inesorabilmente ti sta uccidendo di noia.
Una sensazione però te la lascia una volta uscito dalla sala, simile a quella sensazione che provi quando ti hanno appena derubato, mi riferisco al prezzo pagato per aver occupato la poltrona per circa 2h:10', sono indeciso se definirla furto o sequestro di persona.
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Film deludente che inganna le aspettative preannunciate dal trailer.
Visione monotona, trama piatta ai limite dello sbadiglio. Un tema cosi
importante come la morte nel film viene lavorato con insufficienza, la mediocrità
regna sovrana in tutti gli aspetti del film.
L'inizio, ha i connotati dei classici film di Hollywood di recente generazione, a quel punto ti aspetti che si aprano le vie a chissà quale intuito geniale del regista, poi scopri che il film lentamente ed inesorabilmente ti sta uccidendo di noia.
Una sensazione però te la lascia una volta uscito dalla sala, simile a quella sensazione che provi quando ti hanno appena derubato, mi riferisco al prezzo pagato per aver occupato la poltrona per circa 2h:10', sono indeciso se definirla furto o sequestro di persona.
Consigliato Assolutamente No.
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roga.g
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giovedì 6 gennaio 2011
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80 anni per un altro capolavoro
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La vita è fato o scelte individuali , si può guidare il destino o quello che deve accadere è già scritto ?. Clint si pone non solo la domanda "cosa c'è dopo? " ma anche quella se i nostri percorsi sono tracciati o liberi di essre percorsi in base alle nostre scelte . La scena del cappellino che cadendo salva la vita del ragazzo è l'emblema di queste domande. Clint confeziona un gioiello di opera , con qualche leggera sbavatura, ma in questo momento rasenta la perfezione peri come devono essere fatti i film . Domande sospese a cui ognuno di noi deve dare soluzione. La sofferenza che tempra gli animi e che rende il nostro compito su questa terra produttivo.
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La vita è fato o scelte individuali , si può guidare il destino o quello che deve accadere è già scritto ?. Clint si pone non solo la domanda "cosa c'è dopo? " ma anche quella se i nostri percorsi sono tracciati o liberi di essre percorsi in base alle nostre scelte . La scena del cappellino che cadendo salva la vita del ragazzo è l'emblema di queste domande. Clint confeziona un gioiello di opera , con qualche leggera sbavatura, ma in questo momento rasenta la perfezione peri come devono essere fatti i film . Domande sospese a cui ognuno di noi deve dare soluzione. La sofferenza che tempra gli animi e che rende il nostro compito su questa terra produttivo. Si vive per progradire spiritualmente , nel bene e nel male. Amore e sofferenza , felicità e disperazione, in questo capolavoro di opera. Ad maiora
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matteo montanari
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giovedì 6 gennaio 2011
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hereafter
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Semplicemente spettacolare! Clint Eastwood non si sbaglia mai eh?
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batybaty
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giovedì 6 gennaio 2011
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l'immagine rigida della morte
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Ricordate le espressioni rigide del Clint cow-boy? Nel film si fa fatica a distinguere se è tatto, raffinatezza o semplice rigidità quella mancanza di emozioni che generalmente accompagnano la morte.
Poche lacrime e sempre subito asciugate con un colpo di manica, come se far vedere il proprio dolore agli altri sia uno scandalo.
Glaciale il funerale del piccolo Jason. Rigido tutto il resto, a partire dalle inespressioni di Matt Damon finalmente un po' invecchiato e un po' più umano.
Rigido Clint, rigido film. Come non riuscire ad amarlo però? Sappiamo che dietro quella scorza c'è del sentimento e ne siamo attratti come in una forma erotica del vedo-non vedo.
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Ricordate le espressioni rigide del Clint cow-boy? Nel film si fa fatica a distinguere se è tatto, raffinatezza o semplice rigidità quella mancanza di emozioni che generalmente accompagnano la morte.
Poche lacrime e sempre subito asciugate con un colpo di manica, come se far vedere il proprio dolore agli altri sia uno scandalo.
Glaciale il funerale del piccolo Jason. Rigido tutto il resto, a partire dalle inespressioni di Matt Damon finalmente un po' invecchiato e un po' più umano.
Rigido Clint, rigido film. Come non riuscire ad amarlo però? Sappiamo che dietro quella scorza c'è del sentimento e ne siamo attratti come in una forma erotica del vedo-non vedo.
Non si ottengono risposte da l film, com'era ovvio, ma l'invito a riflettere su quanto è importante vivere il presente, di quanto la vita abbia sapore (il corso di cucina non è un caso) e di trovare in ciascuno di noi la speranza che veramente ci sia un ulteriore cammino da continuare dopo la vita.
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zozner
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giovedì 6 gennaio 2011
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adesso vi racconto la mia sulla morte.
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Ennesimo polpettone della vita oltre la morte. Questa volta ci viene proposto da chi di cinema ma anche della vita, ne sa molto. Forse, visto l'età, si sente il diritto, ho l’impressione, anche il dovere di raccontarci anche del dopo. Non è che non si apprezzi un certo sforzo e anche un tentativo di argomentare con deduzioni e analisi psicologiche. E' credibile ad esempio il finale, lo spettatore si accorge che certi "doni eccezionali" non rendono la persona più capace di capire. Il bambino, con una sensibilità "umana" capisce è più capace del protagonista. Fino alla scena finale, dove l'amore vince su tutto ma, la realtà, é sempre inferiore alla fantasia.
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Ennesimo polpettone della vita oltre la morte. Questa volta ci viene proposto da chi di cinema ma anche della vita, ne sa molto. Forse, visto l'età, si sente il diritto, ho l’impressione, anche il dovere di raccontarci anche del dopo. Non è che non si apprezzi un certo sforzo e anche un tentativo di argomentare con deduzioni e analisi psicologiche. E' credibile ad esempio il finale, lo spettatore si accorge che certi "doni eccezionali" non rendono la persona più capace di capire. Il bambino, con una sensibilità "umana" capisce è più capace del protagonista. Fino alla scena finale, dove l'amore vince su tutto ma, la realtà, é sempre inferiore alla fantasia.
Si, va bene ma, chi lo ha detto a ClintEastwood che poi, quando gli occhi si chiudono succede quello che lui descrive con la certezza e la cocciutaggine della reporter, o dello scienziato incompreso. Ne viene fuori un reportage stentato, farraginoso, poco credibile che alimenta solo fantasie ingenue o il botteghino.
Penso, forse fantastico anch'io che ClintEastwood si identifichi più nel protagonista del film che nel fratello venale. Sinceramente, forse, lui si pone queste eterne domande. Vale per il film di Eastwood la massima d iWittgenstein: "Di ciò che non si sa è meglio tacere".
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ice_movie
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giovedì 6 gennaio 2011
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incredibile trailler ma deludente visione!
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Se immagino che il mio cuore ha palpitato con la storia di million dollar baby, oggi ho provato l'assenza di trasporto. Non sono stato l'unico a rinpiangere checco zalone, alla visione di questo lentissimo poema.
Nulla di quello che ci è stato venduto in pubblicità rispecchia la reale natura di questo film. Quest'opera deve essere analizzata su due distinte linee. Una che riguarda "l'arte" dove Vi è una buona fotografia, una ricercatezza delle riprese, un buon legame e concatenazione degli eventi. L'altra che riguarda lo spettatore e cosa si aspetta guardando un film che si vende dinamico, forte, misterioso Ma che in fin dei conti alla maggior parte degli spettatori della mia sala ha fatto anelare l'uscita anticipata.
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Se immagino che il mio cuore ha palpitato con la storia di million dollar baby, oggi ho provato l'assenza di trasporto. Non sono stato l'unico a rinpiangere checco zalone, alla visione di questo lentissimo poema.
Nulla di quello che ci è stato venduto in pubblicità rispecchia la reale natura di questo film. Quest'opera deve essere analizzata su due distinte linee. Una che riguarda "l'arte" dove Vi è una buona fotografia, una ricercatezza delle riprese, un buon legame e concatenazione degli eventi. L'altra che riguarda lo spettatore e cosa si aspetta guardando un film che si vende dinamico, forte, misterioso Ma che in fin dei conti alla maggior parte degli spettatori della mia sala ha fatto anelare l'uscita anticipata.
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francesca72
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mercoledì 5 gennaio 2011
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il meno riuscito di clint
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Film noioso, lento a tratti soporifero.
Mi dispiace per Clint, mio mito assoluto, ma stavolta ha fatto cilecca.
Il film sarebbe da una sola stella, la seconda è solo per Clint.
Da evitare.
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