andaland
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sabato 8 gennaio 2011
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non è la fine
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Il film ricalca clichè sul paranormale, mostrando che esistono un sacco di ciarlatani, ma che dopo la morte esiste qualcosa di misterioso e sconosciuto che qualcuno è in grado di vedere e percepire, ma il racconto alla fine non aggiunge nulla di nuovo a ciò che si è sempre visto nei film e in tv. La regia è ottima, spettacolare la scena d'apertura dello tsunami, però non è il capolavoro che tutti descrivono.
[+] hereafter non parla del paranormale
(di samwood)
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immanuel
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sabato 8 gennaio 2011
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l'aldilà per un pugno di dollari
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Raccontare della vita dopo la morte ricorrendo alla parapsicologia può sembrare in un certo modo, visti il fascino e la suggestione che certi argomenti parascientifici ci sucitano, scontato o, se vogliamo (considerando le fanfaronate delle quali siamo imbevuti), costituisce tappa obbligata nella narrazione di ciò che sta al di là del mondo dei vivi. Forse perché siamo a corto di strumenti per scoprire quello che potrebbe esserci dopo la morte, proabilmente perché è più facile che qualcuno ci metta in comunicazione diretta o de relato - e corrobori in tal modo la nostra percezione di una "non fine" - con un universo del quale solo possiamo ipotizzare i contorni.
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Raccontare della vita dopo la morte ricorrendo alla parapsicologia può sembrare in un certo modo, visti il fascino e la suggestione che certi argomenti parascientifici ci sucitano, scontato o, se vogliamo (considerando le fanfaronate delle quali siamo imbevuti), costituisce tappa obbligata nella narrazione di ciò che sta al di là del mondo dei vivi. Forse perché siamo a corto di strumenti per scoprire quello che potrebbe esserci dopo la morte, proabilmente perché è più facile che qualcuno ci metta in comunicazione diretta o de relato - e corrobori in tal modo la nostra percezione di una "non fine" - con un universo del quale solo possiamo ipotizzare i contorni. Eastwood cade, così, nella trappola del cliché di un oltretomba a tutti noto. In fondo, il film non racconta nulla che lo spettatore abbia già sentito o letto, su riviste, libri o in programmi televisi. Sicché l'idea semplicistica, banale e anche un po' prosaica, di qualcuno che faccia da tramite tra noi e un mondo che sentiamo lontano, imperscrutabile, e del quale siamo spaventati, ci alletta troppo, ci induce ad autoconvincerci dell'affermazione per cui sia possibile che, in un mondo o in un altro, si possa trovare una traccia (un collegamento) di qualcosa che non potremo (e non possiamo) conoscere, se non quando passeremo le soglie della fine della vita biologica, prima ancora che spirituale. Per il resto, il film intraprende la china del lezioso racconto delle dinamiche umane, delle problematiche sociali, dei temi comuni ai più noti feuiletton: il tradimento, la storia d'amore (con tanto di armonia di violini a suggello del bell'epilogo), l'infatuazione, il riscatto. Tutte cose già viste e conosciute e che nulla hanno da spartire con il nerbo della storia, con ciò che avrebbe dovuto innervare l'intera pellicola, e da cui, non si sa se per scarsa sensibilità o mancanza di originalità, si è voluto scantonare. Tirando le somme, il risultato è un prodotto asfittico, carente, privo di efficacia, a tratti tedioso, e guardando ai contenuti più che alle forme, ingenuamente consolatorio, dal momento che ha voluto propugnare l'idea che un oltretomba, se si vuole o si può desiderare, se si vuol credere, si può farlo con molto poco e, sopratutto, senza scomodare i massimi sistemi.
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queen-lizard
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venerdì 7 gennaio 2011
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deludente
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Una grandiosa ouveture: uno tsunami in una località esotica e paradisiaca.
Un sensitivo con un vero dono, non un ciarlatano, che stabilisce un vero contatto con la moglie defunta.
Ma a questo punto, il film perde forza, si trascina avanti a stento.
Nonostante le buone performance degli attori, la discreta fotografia e la regia ottima, la trama è debole, senza fondamenta.
Il tema dell'aldilà, a mio parere, è portato avanti in modo ridondante e poco approfondito, cede il posto come centralità del film alle storie dei protagonisti, tra cui, impossibile non citare quella del povero bimbo orfano che,come spesso succede nelle storie drammatiche, divide il pubblico in sala:
da una parte vecchiette commosse, dall'altra scetticismo.
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Una grandiosa ouveture: uno tsunami in una località esotica e paradisiaca.
Un sensitivo con un vero dono, non un ciarlatano, che stabilisce un vero contatto con la moglie defunta.
Ma a questo punto, il film perde forza, si trascina avanti a stento.
Nonostante le buone performance degli attori, la discreta fotografia e la regia ottima, la trama è debole, senza fondamenta.
Il tema dell'aldilà, a mio parere, è portato avanti in modo ridondante e poco approfondito, cede il posto come centralità del film alle storie dei protagonisti, tra cui, impossibile non citare quella del povero bimbo orfano che,come spesso succede nelle storie drammatiche, divide il pubblico in sala:
da una parte vecchiette commosse, dall'altra scetticismo.
Mielosa, scontata, poco credibile.
Dopo una intricatissima vicenda che, finalmente, fa riunire i tre protagonisti, lo spettatore si aspetta che il tema dell'aldilà torni a galla, che due ore e dieci di visione acquistino senso.
Invece, il film finisce e, amareggoiati, si esce dal cinema.
Deludente.
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sincity
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venerdì 7 gennaio 2011
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eastwood-damon "ci fan vedere il paradiso"
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Pare che ormai, i due grandi artisti Americani stiano stringendo un grande sodalizio. Dopo l'indimenticabile successo di Invictus, Hereafter è solo un'altra grande perla cinematografica che Eastwood ci regala. Un film che ci da dono di frasi e scene memorabili, di interpretazioni da oscar e di sceneggiatura da brivido, una trama originale e che non lascia alcun dubbio e/o punto in sospeso! Tre trame che attraversano il film come tre linee parallele pronte ad incontrarsi in un finale tra i più lodevoli degli ultimi anni! Era da tempo che non uscivo dalla sala così soddisfatto, così entusiasta. -Delle tre trame quella più interessante è sicuramente quella di Marcus- Il film riesce a tenerti con il fiato sospeso fin dalle prime scene, una volta finito si ha la sensazione di non voler smettere di guardarlo.
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Pare che ormai, i due grandi artisti Americani stiano stringendo un grande sodalizio. Dopo l'indimenticabile successo di Invictus, Hereafter è solo un'altra grande perla cinematografica che Eastwood ci regala. Un film che ci da dono di frasi e scene memorabili, di interpretazioni da oscar e di sceneggiatura da brivido, una trama originale e che non lascia alcun dubbio e/o punto in sospeso! Tre trame che attraversano il film come tre linee parallele pronte ad incontrarsi in un finale tra i più lodevoli degli ultimi anni! Era da tempo che non uscivo dalla sala così soddisfatto, così entusiasta. -Delle tre trame quella più interessante è sicuramente quella di Marcus- Il film riesce a tenerti con il fiato sospeso fin dalle prime scene, una volta finito si ha la sensazione di non voler smettere di guardarlo. Credo,che non diventerà il film più amato del 2011, ma di certo potrà strappare qualche nomination agli oscar ( e perchè no, anche qualche vittoria) e (come già ha dimostrato in America) un ottimo Box office.
Come suggerisce anche il mio titolo, credo che il film c'abbia davvero fatto" vedere il paradiso", si contano (purtroppo) sulla punta delle dita le pellicole che riescono a trattare lucidamente vari argomenti con lucidità, e HereAfter rientra in questa categoria. in due ore o poco più riesce a trattare, le esperienze post-morte,La morte,Atti terroristici,Catastrofi naturali, Ciarlatani,Amore (espresso in vari modi) e chi più ne ha più ne metta.
In quanto La Colonna sonora non so davvero cosa dire, rappresenta la poesia della musica nella sua essenza!E Anche se non risulta essere nel mio genere descrittivo di un film , loderei anche gli effetti speciali delle prime scene (tsunami) , che sono state rese in maniera "splendidamente splendide".
L'anno si può dire dunque cominciato alla grande con l'uscita di Hereafter nelle sale, e (tanto per finire volontariamente su frasi banali e monotone)speriamo che ben presto arriveranno nei nostri cinema nuovi capolavori di questo livello.
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patpat
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venerdì 7 gennaio 2011
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no no no
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E' con dispiacere e delusione che mi trovo a definire questo film "un panettone indigesto". E' lento, scontato e soprattutto deludente. Da Clint Eastwood alla regia e Matt Damon come protagonista ci si aspetta molto di più invece l'unica cosa che aspettavo di vedere erano i titoli di coda...purtroppo.
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cacciafilm
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venerdì 7 gennaio 2011
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al di qua dell'aldilà
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Hereafter lo puoi fruire in molti modi. Tutti positivi.
Una lezione di grande cinema, una bella sceneggiatura, messa in scena con un linguaggio ineccepibile.
Puoi anche apprezzare semplicemente la bella storia ai confini della realtà raccontata con molto ritmo e mestiere (dura oltre 2 ore ma non te ne accorgi).
Oppure ti può affascinare l'argomento, la possibilità di stabilire un "ponte"tra i vivi e i morti. Ti potrebbe venire la tentazione di schierarti contro la "congiura del silenzio" che circonda la delicata faccenda.
I sensitivi cialtroni nel film ci sono e sembrano essere facilmente individuabili . Ma questo avviene solo dopo aver visto all’opera quello che sensitivo lo é per davvero.
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Hereafter lo puoi fruire in molti modi. Tutti positivi.
Una lezione di grande cinema, una bella sceneggiatura, messa in scena con un linguaggio ineccepibile.
Puoi anche apprezzare semplicemente la bella storia ai confini della realtà raccontata con molto ritmo e mestiere (dura oltre 2 ore ma non te ne accorgi).
Oppure ti può affascinare l'argomento, la possibilità di stabilire un "ponte"tra i vivi e i morti. Ti potrebbe venire la tentazione di schierarti contro la "congiura del silenzio" che circonda la delicata faccenda.
I sensitivi cialtroni nel film ci sono e sembrano essere facilmente individuabili . Ma questo avviene solo dopo aver visto all’opera quello che sensitivo lo é per davvero. Il vero sensitivo é un operaio di S.Francisco che infatti non lo vuole fare più, vuole stare alla larga dalla morte e dai dolori ad essa legati, è stanco di scusarsi ogni volta che maneggia il dolore di chi ha di fronte. Ma purtroppo ( meglio dire per fortuna) non si riesce mai a separare la vita dalla morte. E allora il film affronta seriamente il problema e propone tre storie, tutte e tre di traverso tra la vita e la morte.
La prima vede protagonista un operaio americano amante degli audio-libri di Charles Dickens, è sensitivo ma vorrebbe, invano, stare alla larga dai suoi poteri.
La seconda vede invece protagonista una francese giornalista TV di successo che a momenti moriva per sempre e che vuole invece riuscire a raccontare la sua vera esperienza border-line.
La terza storia ha come protagonista un ragazzetto londinese che deve diventare grande, nonostante tutto quello che la vita gli toglie giorno dopo giorno.
Sono tre storie separate all'inizio, ma che poi, confluiscono e si intrecciano in modo abbastanza credibile.
Le cose che dicono i morti nel film sembrano essere concilianti, sembrano cercare una ri-appacificazione ed essere un incoraggiamento a chi é ancora vivo per poter andare avanti meglio. Quasi che il vero problema sia affrontare la vita, non quello che c’è o ci potrebbe essere nel dopo morte. Il film sembra proprio essere il trionfo non solo della vita ma delle relazioni che la vita ci offre, morti compresi( se qualcuno ci aiuta a dialogare con loro).
Alla fine sembra quasi che il sensitivo non solo si riappacifichi con se stesso e le sue facoltà, ma che diventi un veggente che guarda avanti, alla vita e al futuro più che alla morte e al passato. Non fai a tempo a storcere il naso di fronte alla accelerazione pretesa dall'happy end che passano i titoli di coda.. e allora esci soddisfatto lo stesso.
In fondo meglio finisca bene, nella ricerca della felicità tra vivi. Banale forse, ma profondamente sano.
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ivan91
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venerdì 7 gennaio 2011
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inarrivabile clint
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un altro ennesimo film magistrale diretto dal genio clint estwood che con gli anni è diventato uno dei migliori registi del cinema
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robbsss
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venerdì 7 gennaio 2011
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inaspettatamente
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una pesantezza incomparabile!
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tel4152
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venerdì 7 gennaio 2011
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una noia ben confezionata
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Evidentemente ho visto il film con occhi diversi.
Bella la parte iniziale dello tsunami, ma perfettamente inutile per il film, oltre che costosa, credo: Marie poteva benissimo cadere nella Senna a Parigi, il risultato sarebbe stato egualmente credibile e drammatico.
Molto commovente la storia del ragazzino e pertinente con l'idea del film. La parte del film protagonista Matt Damon è noiosa, non vi succede quasi niente e quel poco che succede è inutile (leggasi le lezioni di cucina dove si taglino di continuo pomodori per fare la salsa più famosa italiana: quella toscana(?)
Il seguito della storia di Marie-rediviva, molto curata nelle ambientazioni, lo è poco nella sceneggiatura, banale e prevedibile (e che inoltre abbiamo la fortuna di sentire in originale,in francese, per cui non possiamo darne colpe al doppiaggio).
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Evidentemente ho visto il film con occhi diversi.
Bella la parte iniziale dello tsunami, ma perfettamente inutile per il film, oltre che costosa, credo: Marie poteva benissimo cadere nella Senna a Parigi, il risultato sarebbe stato egualmente credibile e drammatico.
Molto commovente la storia del ragazzino e pertinente con l'idea del film. La parte del film protagonista Matt Damon è noiosa, non vi succede quasi niente e quel poco che succede è inutile (leggasi le lezioni di cucina dove si taglino di continuo pomodori per fare la salsa più famosa italiana: quella toscana(?)
Il seguito della storia di Marie-rediviva, molto curata nelle ambientazioni, lo è poco nella sceneggiatura, banale e prevedibile (e che inoltre abbiamo la fortuna di sentire in originale,in francese, per cui non possiamo darne colpe al doppiaggio).
L'idea di far convergere tre storie apparentemente lontane in un unico luogo è vecchia come i fratelli Lumière e qui è a dir poco incredibile: in ragazzino che riconosce il sensitivo dopo averlo visto, insieme a migliaia di altri contatti, su internet, ricordandone persino nome e cognome è risibile.
Il finale "lieto fine" è imbarazzante, non pone interrogativi sul tema, nè propone risposte se non un presumibile inizio di un amore tra i due protagonisti.
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