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Chi parla di Clint Eastwodd deve capire che quest' uomo è un giovane vecchio perché è ottantenne con un integrità intellettuale ed artistica invidiabile.
Questa sua ultima opera mi ha sorpreso per l'intrinseca forza ,per la duttilità , per coraggio di proporre all'umanità un approccio di pace, di serenità con "la soglia della morte" .
Come si conviene per un uomo di integrità intellettuale,Clint Eastwoow non propone una lettura definitiva "per Il viaggio più lungo",anzi, come si conviene a lui , "suggerisce "un dibattito , senza ipocrisie, dove ogni conclusione merita rispetto, perché la risposta è puramente individuale , come il relativo percorso di consapevolezza.
La potenza scenica della violenza della natura che tutto distrugge si pone in contrappasso con la conclusione del film che suggerisce “un’incontro “con l’evento del trapasso , come dovuto,come giusta dispersione dell'ego,da accettare con serenità, come atto di generosità verso il resto in feri ; si un incontro confronto con indizi che sembrano proporre all’uomo ,che si disperde da forma in energia . un seguito non meglio conosciuto ma possibile ,anzi probabile, comunque da sondare .
Tre storie si intrecciano per confluire , o se vogliamo ,tre indizi diversi ,verso il grande segreto della vita.
Il percorso è perfetto: distruzione, riflessione ,introspezione ,accettazione.
La regia eccellente propone in fondo una confronto sereno , senza balbettii con un problema che abbiamo voluto, per timore, relegare solo nel nostro inconscio.
Eppure le domande riaffiorano ogni giorno e noi le rendiamo celate , le neghiamo quasi non fosse veramente utile indagare.
Rivedo i carri Egizio e dei Sumeri che accompagnavano questo evento con senso di solennità, profondità che oggi sfugge all’uomo moderno.
Si deve andare al cinema , perché in questo caso sarà vero piacere accanto al grande Clint Eastwodd
Grazie
Weach illuminati
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