elibook
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martedì 15 dicembre 2015
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hereafter.
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Cleant Eastwood, vorrei chiedergli dove ha imparato a fare il regista, ma non credo esista una scuola per fenomeni. Clint regista ha quasi piu' mira del 'monco', Mistic river, Potere assoluto!. Gran Torino e The million dollar baby non mi sono piaciuti particolarmente, ma in questo Hereafter riesce a toccare le corde piu' profonde dell'snimo umano. Tre storie che come un triangolo perfetto, hanno in comune l'indicibile. Bellissima Marie', brava, credibile, lo tsunami segna la sua vita costringendola a riflettere su un tema che da sempre crea nell'uomo paura, mistero, bisogno di sperare. Il caso limite di una madre tossica, ma che ha avuto in dono due ragazzini magici.
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Cleant Eastwood, vorrei chiedergli dove ha imparato a fare il regista, ma non credo esista una scuola per fenomeni. Clint regista ha quasi piu' mira del 'monco', Mistic river, Potere assoluto!. Gran Torino e The million dollar baby non mi sono piaciuti particolarmente, ma in questo Hereafter riesce a toccare le corde piu' profonde dell'snimo umano. Tre storie che come un triangolo perfetto, hanno in comune l'indicibile. Bellissima Marie', brava, credibile, lo tsunami segna la sua vita costringendola a riflettere su un tema che da sempre crea nell'uomo paura, mistero, bisogno di sperare. Il caso limite di una madre tossica, ma che ha avuto in dono due ragazzini magici. Bourne e' un ricordo, che lascia il posto ad un Matt maturo, e come sempre bravo. I destini finiranno per incrociarsi pur partendo lontani, in ogni senso. Questo non e' solo cinema, e' la quinta essenza di quest'arte. Stupendo, sembra scritto da una mente che ha realmente vissuto queste tre esperienze, tanto e' fatto bene. Poesia..
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fabio57
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venerdì 23 ottobre 2015
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duro e asciutto
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Eastwood ancora una volta riesce a sorprenderci,il film è insolito,affascinante e angosciante.Il più grande tema che l'uomo ha mai preso in esame, viene qui proposto in una prospettiva originale,spirituale ma non religiosa in senso stretto, tuttavia difficile, ostica.Il lavoro è discontinuo, ma con un suo rigore stilistico.Matt damon scopre una nuova dimensione di attore,niente action ma profonde riflessioni.
Lo spettatore è spiazzato e come è giusto che sia, si ritrova senza risposte ma con più dubbi di prima.
Da vedere
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renato c.
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domenica 4 ottobre 2015
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argomento difficile!
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Il bravo Clint Easwood stavolta affronta un argomento difficile: la vita dopo la morte! Lo fa trattando tre persone diverse che alla fine si incontrano: una donna che sopravvive miracolosamente ad uno tsunami, un sensitivo che ha che fare con la morte dei cari dei suoi pazienti e quindi ne condivide dolori e sofferenze, ed un ragazzo che purtroppo ha visto la morte di un fratello gemello investito da un auto! Cosa ci aspetta dopo la morte? E' una domanda, la cui risposta varia a seconda della religione in cui una crede, e dall'educazione ricevuta! Triste però pensare che con la morte del corpo termini completamente l'esistenza! Io, da credente cattolico, sono certo che la vita continui spiritualmente fino alla fine dei tempi, alla risurrezione della carne! Altri credono
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Il bravo Clint Easwood stavolta affronta un argomento difficile: la vita dopo la morte! Lo fa trattando tre persone diverse che alla fine si incontrano: una donna che sopravvive miracolosamente ad uno tsunami, un sensitivo che ha che fare con la morte dei cari dei suoi pazienti e quindi ne condivide dolori e sofferenze, ed un ragazzo che purtroppo ha visto la morte di un fratello gemello investito da un auto! Cosa ci aspetta dopo la morte? E' una domanda, la cui risposta varia a seconda della religione in cui una crede, e dall'educazione ricevuta! Triste però pensare che con la morte del corpo termini completamente l'esistenza! Io, da credente cattolico, sono certo che la vita continui spiritualmente fino alla fine dei tempi, alla risurrezione della carne! Altri credono nella reincarnazione! Altri in altre cose! Certamente penso che tutti, comunque abbiano in fondo al cuore il desiderio di ritrovare i propri cari! Complimenti Clint! Anche come musicista! E complimenti a Matt Damon!
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fabio1957
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giovedì 28 maggio 2015
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non il migliore di eastwood
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Il tema trattato da questo film è impegnativo e importante.E' vecchio come il mondo e non troverà mai risposte.Il regista lo gestisce con meticolosa cura,come è nelle sue corde,tuttavia il film non coinvolge, lascia,spiace dirlo, un pò freddi come se ci si trovasse davanti ad un puro esercizio di stile, ma senza grande pathos.Naturalmente gli effetti e l'emozione che suscita un'opera comunque di rilievo, sono i più svariati a seconda di chi la guarda,probabilmente qualcun'altro l'ha trovato toccante,ma personalmente non sono riuscito a compenetrarmi nei personaggi e nella storia.
Estwood non si discute, ma questa digressione nell'al di là non è il suo lavoro migliore.
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contrammiraglio
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mercoledì 31 dicembre 2014
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herebore
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1) nella carriera di un regista ci sono alti e bassi, è normale; questo fa parte dei secondi.
2) è evidente che il buon Clint è assurto al rango di quelli che, anche se fanno un bidone, non se ne pole dir male!
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carlo vecchiarelli
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domenica 6 aprile 2014
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il clint eastwood "senza retorica"
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Qualcuno sorriderà, ma a 80 anni suonati Clint Eastwood mostra finalmente un'altra espressione. Fin dalle origini, tra quei set assolati sotto la direzione ferrea di Sergio Leone il suo recitare poteva essere "con o senza cappello". Ora finalmente la narrazione del Clint regista si può definire "con o senza retorica", una retorica prettamente americana che ha da sempre contraddistinto i suoi film contribuendo in maniera importante ad una piena riuscita, si pensi ai recenti "Million dollar baby" e "Gran Torino".
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Qualcuno sorriderà, ma a 80 anni suonati Clint Eastwood mostra finalmente un'altra espressione. Fin dalle origini, tra quei set assolati sotto la direzione ferrea di Sergio Leone il suo recitare poteva essere "con o senza cappello". Ora finalmente la narrazione del Clint regista si può definire "con o senza retorica", una retorica prettamente americana che ha da sempre contraddistinto i suoi film contribuendo in maniera importante ad una piena riuscita, si pensi ai recenti "Million dollar baby" e "Gran Torino".
Per questo motivo "Hereafter" sembra tutto fuorchè una pellicola eastwoodiana, a cominciare dal preludio potente e inesorabile che sorprende lo spettatore al pari della protagonista, Marie, giornalista francese in vacanza in Indonesia, sbatacchiata tra la vita e la morte dalla violenza del maremoto realmente avvenuto nel 2004. C'è poi il leggero umorismo di una famiglia inglese al limite, come quella che costringe Marcus e il fratello gemello ad occuparsi della madre tossicodipendente in un paradossale rovesciamento delle responsabilità; e l'insistenza vagamente subdola con cui George (un Matt Damon davvero ispirato), operaio americano, è incitato dalla mediocrità del fratello a sfruttare i propri poteri di sensitivo, che lo tormentano impedendogli una vita normale e condannandolo alla solitudine più logorante, perchè non voluta.
Questi 3 fili si intrecceranno, in continui accavallamenti tra la commedia e il dramma, tessendo un disegno che avrà come cifra la morte, pur affrontata sotto aspetti completamente differenti: da quello più comune e doloroso della separazione (Marcus perderà il fratello gemello); passando per l'affannosa ricerca del mistero dell'aldilà da parte di Marie, che sacrificherà la carriera e il successo in un improvviso rifiuto delle icone del mondo moderno, per sprofondare in una pericolosa catarsi conoscitiva; fino alla condivisione del mistero della morte, che George non vuole più accollarsi sulla coscienza. Una risposta sarà necessaria per non cadere nel nichilismo, una risposta che risolva il conflitto e il dolore interiore e che possa valere in maniera universale, ma che sottotraccia è sempre stata palesata: l'amore.
Clint Eastwood utilizzando un tema così complesso come quello dell' aldilà ( Hereafter appunto ) crea una poesia sui rapporti umani, con una leggerezza e una profondità che si fondono in un'alchimia fragile e perfetta. Nessuna scorciatoia o porta laterale, solo la consapevolezza di un messaggio forte, che non ha la pretesa di essere verità. Anche l'accostamento voluto tra finzione e fatti realmente accaduti (lo tsunami, gli attacchi terroristici alle metropolitane di Londra ) non fa altro che allontanare quell'aura di mitizzazione dalle vicende raccontate, dando carta bianca ad una riflessione sulla natura dell'uomo, impotente di fronte alla natura, al destino, alla propria degenerazione sociale, al mistero della morte. Ma con la consapevolezza del potere infinito di amare.
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toty bottalla
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martedì 11 marzo 2014
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l'esplorazione del mistero più grande!
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Il grande mistero che clint eastwood cerca di interpretare attraverso esperienze umane mettendo la "fede" come ultima risorsa ragionevole, il vero sensitivo ha un'importanza notevole nella storia, perchè esso stesso parte del mistero inafferrabile che come in un gioco si ferma sulla soglia della verità, chi è coinvolto in esperienze dolorose cerca risposte, prove e speranze vagamente razionali, ma ogni volta arrivati in fondo, si torna a "l'ultima risorsa" ottimi gli effetti speciali in un film che però non riesce a coinvolgere del tutto, a tratti dolciastro ma ben assemblato nelle storie convergenti. Saluti.
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ultimoboyscout
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mercoledì 4 settembre 2013
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la vita oltre la morte.
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Uno dei film meno riusciti dell'Eastwood regista, il sesto in quattro anni ad 80 anni e non accenna a rallentare. Una storia d'amore e morte senz'altro bella, toccante e molto umana, che guarda al paradiso e all'aldilà con occhio laico e non vuole supposizioni ma cerca risposte certe. Film solidissimo, con attori bravi, credibili ed intensi ed effetti speciali da far invidia (lo tsunami è davvero da paura), un viaggio per vedere se il buon Walt Kowalski sia stato ammesso in paradiso oppure no. L'idea di partenza è di Peter Morgan, sceneggiatore inglese e nome caldissimo, che mescola personaggi e storie per farli convergere solo alla fine, una giornalista morta per qualche secondo durante lo tsunami, un operaio americano col dono di parlare coi morti e un ragazzino inglese che ha appena perso il gemello.
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Uno dei film meno riusciti dell'Eastwood regista, il sesto in quattro anni ad 80 anni e non accenna a rallentare. Una storia d'amore e morte senz'altro bella, toccante e molto umana, che guarda al paradiso e all'aldilà con occhio laico e non vuole supposizioni ma cerca risposte certe. Film solidissimo, con attori bravi, credibili ed intensi ed effetti speciali da far invidia (lo tsunami è davvero da paura), un viaggio per vedere se il buon Walt Kowalski sia stato ammesso in paradiso oppure no. L'idea di partenza è di Peter Morgan, sceneggiatore inglese e nome caldissimo, che mescola personaggi e storie per farli convergere solo alla fine, una giornalista morta per qualche secondo durante lo tsunami, un operaio americano col dono di parlare coi morti e un ragazzino inglese che ha appena perso il gemello. Tutti e tre alla ricerca di risposte, troveranno, anzi conquisteranno, la serenità. "Hereafter" non è un capolavoro, è lontanissimo dall'esserlo, Old Clint non invecchia non invecchia ma regna sulle immagini coi suoi effetti che valgono più di ore e ore di stronzate catastrofiche, i suoi raggi di luce che accarezzano gli arredi che sembrano veri e propri miracoli e Matt Damon è l'ennesimo sensitivo che vive il suo dono come una maledizione. Un'opera buona che Eastwood smussa qua e la, soprattutto alleggerisce il carico soprannaturale assecondando quello fiabesco e quello reale mettendo nel suo mirino la commozione terrena. Tutto è lieve, dosato, forse antico e lo è pure la retorica. La storia più bella e toccante è quella di George, interpretato da un immenso Matt Damon, le vicende degli altri protagonisti invece tolgono ritmo, mordente e intimità e Cecile DeFrance è l'unica a non apparire all'altezza, poco convincente e spaesata, sarà perché Clint è un vero americano capace di centrare i lati qualsiasi essi siano del suo paese, faticando, per contro a Londra e Parigi. Film saggio e delicato ma rivedibile più per le mancanze di Morgan che di Eastwood.
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francesco2
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venerdì 29 marzo 2013
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stavolta eastwood ha toppato
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Le donne ed i bambini. Tutti, credo, abbiamo sentito cheanche gli individui più crudeli dovrebbero risparmiarli.
Eastwood viene naturalmente dal Western...ed il rispetto che, in questo film, mostra per le donne ed i bambini assume i "Contorni" di
una vera e propria stima. Ma con le sue tre storie, didascaliche ed irrisolte (Fa parzialmente, ma molto parzialmente, eccezione quella del bambino), forse anche con qualche attore non al massimo, "Hereafter" ha proprio l'aria di un'ocasione mancata.
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simobirilli
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mercoledì 20 marzo 2013
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lento e trama piatta
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Lungo, noioso che sfrutta la tragedia dello tsunami e in generale dei defunti per incuriosire (deludendo) lo spettatore. Ma il personaggio di Matt Daemon a che serve? Inutile e non approfondito. Questa volta Clint hai sparato a salve!
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(di brucemyhero)
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