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dandy
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sabato 29 settembre 2018
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l'aldilà secondo eastwood.
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Eastwood affronta l'ennesimo tema scomodo e gira l'ennesimo film magnifico.Se da un lato è vero che la morale non è certo nuova(bisogna trovare la forza di continuare e cercare sempre il meglio) e che i personaggi non vengono mai messi in dubbio,lo svolgimento è sempre sobrio,mai pietistico nè ricattatorio.Eastwood affronta le vicende dei tre protagonisti analizzandone ogni sfaccettatura,senza temere situazioni dolorose(la fine del rapporto tra George e Melaie,l'incidente di Jason)ed evita inutili spettacolarizzazioni delle parantesi paranormali.Riuscendo inoltre,usando due delle peggiori tragedie di inizio millennio,a far riflettere su temi abusati quali l'irruzione del caso nella vita quotidiana,la determinazione nel seguire le proprie scelte,l'importanza dei propri sentimenti.
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Eastwood affronta l'ennesimo tema scomodo e gira l'ennesimo film magnifico.Se da un lato è vero che la morale non è certo nuova(bisogna trovare la forza di continuare e cercare sempre il meglio) e che i personaggi non vengono mai messi in dubbio,lo svolgimento è sempre sobrio,mai pietistico nè ricattatorio.Eastwood affronta le vicende dei tre protagonisti analizzandone ogni sfaccettatura,senza temere situazioni dolorose(la fine del rapporto tra George e Melaie,l'incidente di Jason)ed evita inutili spettacolarizzazioni delle parantesi paranormali.Riuscendo inoltre,usando due delle peggiori tragedie di inizio millennio,a far riflettere su temi abusati quali l'irruzione del caso nella vita quotidiana,la determinazione nel seguire le proprie scelte,l'importanza dei propri sentimenti.Un film meraviglioso,che però potrebbe non piacere subito a chi conosce i precendenti film del regista.Sceneggiatura di Peter Morgan.Nomination agli Oscar per gli effetti speciali.Le scene dello tsunami e dell'attentato a Londra del 7/7/2005 sono straordinarie per come si differenziano.La prima usa il digitale nel modo migliore,e la mancanza di musica evita l'effetto blockbuster.La seconda riesce ad evocare col minimo indispensabile l'inconcepibilità dell'orrore umano.
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wazzy
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domenica 29 gennaio 2017
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un film alla eastwood
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Film toccante, ma può essere recepito soltanto da chi ha un cuore pulsante, per gli altri sarà pura noia. Chi scarseggia di sentimenti lo eviti, mentre chi si lascia trasportare dalle parole di Dickens e dalla regia di Eastwood lo guardi, senza dubbio non ne rimarrà deluso.
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shingo tamai
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venerdì 19 agosto 2016
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un passo dopo il confine
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Di solito Eastwood propone pellicole piuttosto dinamiche nelle quali "piazza" la scena madre piuttosto traumatica come un pugno ben assestato alla bocca dello stomaco.
Qui tutto questo non avviene,anche se lo Tsunami proposto è di grande effetto visivo, perchè è l'intera pellicola a fare a botte da orbi con la nostra sensibilità.
Leggerezza ce n'è poca,è vero,ma è accompagnata da una delicatezza fuori dal comune e da un profondo senso di speranza.
Personalmente ho letto il film come un invito ad essere sereni,a credere che dopo la vita terrena c'è molto altro e che non finisce tutto come una luce spenta.
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Di solito Eastwood propone pellicole piuttosto dinamiche nelle quali "piazza" la scena madre piuttosto traumatica come un pugno ben assestato alla bocca dello stomaco.
Qui tutto questo non avviene,anche se lo Tsunami proposto è di grande effetto visivo, perchè è l'intera pellicola a fare a botte da orbi con la nostra sensibilità.
Leggerezza ce n'è poca,è vero,ma è accompagnata da una delicatezza fuori dal comune e da un profondo senso di speranza.
Personalmente ho letto il film come un invito ad essere sereni,a credere che dopo la vita terrena c'è molto altro e che non finisce tutto come una luce spenta.
Sopratutto il bambino gemello che cerca l'altra metà è un personaggio indimenticabile,ma anche George che ha ricevuto "il dono" o forse "la condanna" non passerà inosservato agli occhi di chi cerca un protagonista semplice ma di grande spessore etico,che rifiuta i soldi ma non può che intenerirsi alla visone del piccolo e ostinato Marcus.
Ai due si aggiunge Marie "colpevole" di essere stata vittima e testimone di ciò che per molti non è comprensibile e credibile.
L'intreccio delle tre vite si rileverà risolutivo per tutti i protagonisti.
Ovviamente ognuno di noi può pensarla come vuole su cosa avverrà dopo che avremo abbandonato il corpo di carne ed ossa,personalmente la strada indicata da Clint non mi dispiace affatto.
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fosforo
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domenica 14 febbraio 2016
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sempre all'altezza
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Anche in questo film Eastwood si conferma uno dei migliori registi degli ultimi anni. L'intrecciarsi delle varie storie è sapientemente gestito dal montaggio. Tutti gli attori (anche il bambino la cui recitazione non trova uguali esempi di pari bravura nei nostri piccoli attori nostrani) all'altezza della vicenda. Regia attenta a non concedere nessuna eccessiva indulgenza al pathos. Il finale positivo, consolatorio, non delude.
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elibook
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martedì 15 dicembre 2015
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hereafter.
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Cleant Eastwood, vorrei chiedergli dove ha imparato a fare il regista, ma non credo esista una scuola per fenomeni. Clint regista ha quasi piu' mira del 'monco', Mistic river, Potere assoluto!. Gran Torino e The million dollar baby non mi sono piaciuti particolarmente, ma in questo Hereafter riesce a toccare le corde piu' profonde dell'snimo umano. Tre storie che come un triangolo perfetto, hanno in comune l'indicibile. Bellissima Marie', brava, credibile, lo tsunami segna la sua vita costringendola a riflettere su un tema che da sempre crea nell'uomo paura, mistero, bisogno di sperare. Il caso limite di una madre tossica, ma che ha avuto in dono due ragazzini magici.
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Cleant Eastwood, vorrei chiedergli dove ha imparato a fare il regista, ma non credo esista una scuola per fenomeni. Clint regista ha quasi piu' mira del 'monco', Mistic river, Potere assoluto!. Gran Torino e The million dollar baby non mi sono piaciuti particolarmente, ma in questo Hereafter riesce a toccare le corde piu' profonde dell'snimo umano. Tre storie che come un triangolo perfetto, hanno in comune l'indicibile. Bellissima Marie', brava, credibile, lo tsunami segna la sua vita costringendola a riflettere su un tema che da sempre crea nell'uomo paura, mistero, bisogno di sperare. Il caso limite di una madre tossica, ma che ha avuto in dono due ragazzini magici. Bourne e' un ricordo, che lascia il posto ad un Matt maturo, e come sempre bravo. I destini finiranno per incrociarsi pur partendo lontani, in ogni senso. Questo non e' solo cinema, e' la quinta essenza di quest'arte. Stupendo, sembra scritto da una mente che ha realmente vissuto queste tre esperienze, tanto e' fatto bene. Poesia..
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fabio57
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venerdì 23 ottobre 2015
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duro e asciutto
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Eastwood ancora una volta riesce a sorprenderci,il film è insolito,affascinante e angosciante.Il più grande tema che l'uomo ha mai preso in esame, viene qui proposto in una prospettiva originale,spirituale ma non religiosa in senso stretto, tuttavia difficile, ostica.Il lavoro è discontinuo, ma con un suo rigore stilistico.Matt damon scopre una nuova dimensione di attore,niente action ma profonde riflessioni.
Lo spettatore è spiazzato e come è giusto che sia, si ritrova senza risposte ma con più dubbi di prima.
Da vedere
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renato c.
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domenica 4 ottobre 2015
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argomento difficile!
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Il bravo Clint Easwood stavolta affronta un argomento difficile: la vita dopo la morte! Lo fa trattando tre persone diverse che alla fine si incontrano: una donna che sopravvive miracolosamente ad uno tsunami, un sensitivo che ha che fare con la morte dei cari dei suoi pazienti e quindi ne condivide dolori e sofferenze, ed un ragazzo che purtroppo ha visto la morte di un fratello gemello investito da un auto! Cosa ci aspetta dopo la morte? E' una domanda, la cui risposta varia a seconda della religione in cui una crede, e dall'educazione ricevuta! Triste però pensare che con la morte del corpo termini completamente l'esistenza! Io, da credente cattolico, sono certo che la vita continui spiritualmente fino alla fine dei tempi, alla risurrezione della carne! Altri credono
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Il bravo Clint Easwood stavolta affronta un argomento difficile: la vita dopo la morte! Lo fa trattando tre persone diverse che alla fine si incontrano: una donna che sopravvive miracolosamente ad uno tsunami, un sensitivo che ha che fare con la morte dei cari dei suoi pazienti e quindi ne condivide dolori e sofferenze, ed un ragazzo che purtroppo ha visto la morte di un fratello gemello investito da un auto! Cosa ci aspetta dopo la morte? E' una domanda, la cui risposta varia a seconda della religione in cui una crede, e dall'educazione ricevuta! Triste però pensare che con la morte del corpo termini completamente l'esistenza! Io, da credente cattolico, sono certo che la vita continui spiritualmente fino alla fine dei tempi, alla risurrezione della carne! Altri credono nella reincarnazione! Altri in altre cose! Certamente penso che tutti, comunque abbiano in fondo al cuore il desiderio di ritrovare i propri cari! Complimenti Clint! Anche come musicista! E complimenti a Matt Damon!
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fabio1957
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giovedì 28 maggio 2015
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non il migliore di eastwood
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Il tema trattato da questo film è impegnativo e importante.E' vecchio come il mondo e non troverà mai risposte.Il regista lo gestisce con meticolosa cura,come è nelle sue corde,tuttavia il film non coinvolge, lascia,spiace dirlo, un pò freddi come se ci si trovasse davanti ad un puro esercizio di stile, ma senza grande pathos.Naturalmente gli effetti e l'emozione che suscita un'opera comunque di rilievo, sono i più svariati a seconda di chi la guarda,probabilmente qualcun'altro l'ha trovato toccante,ma personalmente non sono riuscito a compenetrarmi nei personaggi e nella storia.
Estwood non si discute, ma questa digressione nell'al di là non è il suo lavoro migliore.
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contrammiraglio
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mercoledì 31 dicembre 2014
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herebore
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1) nella carriera di un regista ci sono alti e bassi, è normale; questo fa parte dei secondi.
2) è evidente che il buon Clint è assurto al rango di quelli che, anche se fanno un bidone, non se ne pole dir male!
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carlo vecchiarelli
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domenica 6 aprile 2014
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il clint eastwood "senza retorica"
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Qualcuno sorriderà, ma a 80 anni suonati Clint Eastwood mostra finalmente un'altra espressione. Fin dalle origini, tra quei set assolati sotto la direzione ferrea di Sergio Leone il suo recitare poteva essere "con o senza cappello". Ora finalmente la narrazione del Clint regista si può definire "con o senza retorica", una retorica prettamente americana che ha da sempre contraddistinto i suoi film contribuendo in maniera importante ad una piena riuscita, si pensi ai recenti "Million dollar baby" e "Gran Torino".
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Qualcuno sorriderà, ma a 80 anni suonati Clint Eastwood mostra finalmente un'altra espressione. Fin dalle origini, tra quei set assolati sotto la direzione ferrea di Sergio Leone il suo recitare poteva essere "con o senza cappello". Ora finalmente la narrazione del Clint regista si può definire "con o senza retorica", una retorica prettamente americana che ha da sempre contraddistinto i suoi film contribuendo in maniera importante ad una piena riuscita, si pensi ai recenti "Million dollar baby" e "Gran Torino".
Per questo motivo "Hereafter" sembra tutto fuorchè una pellicola eastwoodiana, a cominciare dal preludio potente e inesorabile che sorprende lo spettatore al pari della protagonista, Marie, giornalista francese in vacanza in Indonesia, sbatacchiata tra la vita e la morte dalla violenza del maremoto realmente avvenuto nel 2004. C'è poi il leggero umorismo di una famiglia inglese al limite, come quella che costringe Marcus e il fratello gemello ad occuparsi della madre tossicodipendente in un paradossale rovesciamento delle responsabilità; e l'insistenza vagamente subdola con cui George (un Matt Damon davvero ispirato), operaio americano, è incitato dalla mediocrità del fratello a sfruttare i propri poteri di sensitivo, che lo tormentano impedendogli una vita normale e condannandolo alla solitudine più logorante, perchè non voluta.
Questi 3 fili si intrecceranno, in continui accavallamenti tra la commedia e il dramma, tessendo un disegno che avrà come cifra la morte, pur affrontata sotto aspetti completamente differenti: da quello più comune e doloroso della separazione (Marcus perderà il fratello gemello); passando per l'affannosa ricerca del mistero dell'aldilà da parte di Marie, che sacrificherà la carriera e il successo in un improvviso rifiuto delle icone del mondo moderno, per sprofondare in una pericolosa catarsi conoscitiva; fino alla condivisione del mistero della morte, che George non vuole più accollarsi sulla coscienza. Una risposta sarà necessaria per non cadere nel nichilismo, una risposta che risolva il conflitto e il dolore interiore e che possa valere in maniera universale, ma che sottotraccia è sempre stata palesata: l'amore.
Clint Eastwood utilizzando un tema così complesso come quello dell' aldilà ( Hereafter appunto ) crea una poesia sui rapporti umani, con una leggerezza e una profondità che si fondono in un'alchimia fragile e perfetta. Nessuna scorciatoia o porta laterale, solo la consapevolezza di un messaggio forte, che non ha la pretesa di essere verità. Anche l'accostamento voluto tra finzione e fatti realmente accaduti (lo tsunami, gli attacchi terroristici alle metropolitane di Londra ) non fa altro che allontanare quell'aura di mitizzazione dalle vicende raccontate, dando carta bianca ad una riflessione sulla natura dell'uomo, impotente di fronte alla natura, al destino, alla propria degenerazione sociale, al mistero della morte. Ma con la consapevolezza del potere infinito di amare.
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