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David di Donatello 2021, l’evocazione di un cinema del tempo felice

Quest’anno i premi hanno ricordato quando eravamo i più bravi e tutti cercavano di imitarci, senza riuscirci. 
di Pino Farinotti

giovedì 13 maggio 2021 - Premi

Quest’anno il David di Donatello ha lavorato davvero bene. Ha consegnato alla platea del cinema due indicazioni importanti. Due estremi che si toccano, che fanno parte della storia. Ha premiato il film più degno, e ha evocato un cinema del tempo felice, quando eravamo i più bravi e tutti cercavano di imitarci, senza riuscirci. 
 

I testimoni di quella stagione sono due signore che oltrepassano il tempo: Sophia Loren (classe 1934) e Sandra Milo (1933). La prima è stata premiata come migliore attrice per il film La vita davanti a sé, diretto dal figlio Edoardo Ponti. La Milo ha ottenuto il David alla carriera. In sintesi estrema le due attrici evocano Vittorio de Sica e Federico Fellini. Giganti dell’arte, non solo del cinema, del novecento. 

Volevo nascondermi (guarda la video recensione) ha vinto per il titolo assoluto, per la regia di Giorgio Diritti e per la performance impressionante di Elio Germano. Tutto sacrosanto, ribadisco. La mia stima verso quel titolo e quell’autore si esplicita nella scelta che ho fatto per la copertina del “Farinotti 2021”: un fotogramma di Volevo nascondermi. E poi Giorgio Diritti, che io considero, insieme a Mario Martone, l’artista più completo del nostro movimento, capace di firmare opere, per creatività, estetica e cultura,  che oltrepassano i confini e che si sono liberate dal  pesante condizionamento del politicamente corretto. 

Il ruolo di Sandra Milo in 8 e mezzo come amante di Guido, alter ego di Fellini, viene citato come uno dei momenti più significativi del percorso del regista. Ricordabile la Milo anche in Giulietta degli spiriti, nella parte di Susy, la super emancipata che cerca di “corrompere” la Masina, moglie fedele di un marito che la tradisce. Sono solo due citazioni fra le migliaia di interventi di Sandra in cinema, televisione, teatro, con una traiettoria che non si è mai interrotta. Grazie alle sue continue ospitate in questo o quel programma anche in questa epoca.  

Sophia Loren è... l’Italia. Sappiamo, riconoscimenti e trionfi nei decenni. Visto che siamo in tema, sono una decina i sui David. Ma poi c’è tutto il resto, e siamo nello spazio stellare: la Coppa Volpi di Venezia, per Orchidea nera, e il Prix d’interprétation féminine a Cannes, per La Ciociara. Titolo che nel 1962 diede a Sophia l’Oscar. Il primo, il secondo, alla carriera arrivò nel 1991.


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